Si è concluso ieri, nell'amena cornice della 7° Università
di Roma Tor Sapienza, il 7° Forum "Università-Lavoro", importante
punto di incontro tra il mondo industriale e del lavorocon il mondo accademico.
Questa piacevole iniziativa, svoltasi nell'edificio della facoltà
di Ingegneria dell'isolato Campus romano (recentemente al centro di polemiche
per gli appalti delle strutture per il Giubileo), sarebbe stato nulla più
di un'ordinaria notizia di cronaca locale se non fosse stato per un particolare
intervento.
Era infatti in programma (ma "in forse" fino all'ultimo a causa dei
recenti avvenimenti) un particolare intervento dei Dott. G. Bausola e L.
Picard rispettivamente su "L'attività dell'Anea in campo ambientale"
e "Acceleratori di particelle per applicazioni medicali".
Dopo l'inopportuna domanda di uno studente "ma quale sarà l'impatto
ambientale del 'disastro Anea'?" il discorso si è prepotentemente
spostato su quella che è stata definita (forse esageratamente) "la
più grave sciagura del secolo per la ricerca italiana". |
Ricordiamo che nonostante il bilancio delle vittime non sia stato pesantissimo
(3 morti e 14 feriti, grazie soprattutto al pronto intervento di alcune
persone di passaggio, veri e propri "buoni samaritani" che si sono dileguati
all'arrivo dei giornalisti), il Centro Anea è stato quasi completamente
distrutto.
Il Dott. Bausola ha dichiarato che l'inchiesta è già
a buon punto e che la causa è stata identificata in un ordigno di
qualche tipo e non è da imputarsi assolutamente a errori di progetto
o malfunzionamenti dei perfezionatissimi sistemi di sicurezza; ha dichiarato
inoltre che l'area è perfettamente sicura e praticamente ecologicamente
intatta (anche grazie al pronto intervento di uno speciale reparto NBC
dell'esercito italiano che, sotto la guida di personale esperto, ha prontamente
rimosso ogni elemento potenzialmente nocivo); infine il Bausola ha dichiarato
che è già in corso un'interrogazione parlamentare per la
ricostruzione del nuovo centro... Infatti ha detto "Non sarà questa
catastrofe che fermerà la ricerca italiana".
Giorgio Pulitzer
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