Belgrado, 16 ottobre 1999.
Ieri mattina nella Cattedrale di Belgrado si sono
svolte in forma ufficiale le esequie delle numerose
vittime del barbaro attacco che l’UCK ha sferrato al cuore della Serbia.
Questi spregevoli individui,
evidentemente sovvenzionati e appoggiati dalla NATO, hanno preso di
mira un obiettivo non certo militare ne’ difeso, la nota clinica ALIVE,
nella periferia della capitale, facendo scempio di innocui pazienti, medici
e infermiere. Tra le vittime anche i proprietari della clinica e i loro
due giovani figli.
Autorita’, rappresentanti delle forze armate e
centinaia di semplici cittadini hanno partecipato alla mesta cerimonia.
Molti ex-pazienti hanno deposto fiori sulle bare di coloro che ritengono
veri e propri benefattori.
Il Presidente ha inviato un messaggio personale di cordoglio
insieme alla promessa di individuare i colpevoli e fare giustizia. “Nessuno
osi protestare - ha dichiarato - se nei prossimi giorni uno dei tanti villaggi,
vicini o lontani dai nostri confini, noti per offrire copertura e
appoggio ai terroristi, paghera’ un caro prezzo per questa ignobile
azione”.
Per sottolineare l’alta considerazione in cui era
tenuto lo staff dell’ALIVE, e’ stato mandato a
presenziare alla cerimonia un eroe di guerra, un
giovane militare che si e’ particolarmente distinto
nelle azioni antiterroste e che era stato gravemente
ferito in Kosovo. Proprio i medici dell’ALIVE avevano compiuto il miracolo
di restituirlo alla vita. Ancora convalescente, il militare e’ stato accompagnato
nella Cattedrale da un folto gruppo di commilitoni che hanno vegliato costantemente
sulla sua incolumita’, impedendo a chiunque, anche al sottoscritto, di
avvicinarlo. |
Possiamo riportare solo una dichiarazione, passataci dal suo portavoce,
in cui oltre ad esprimere lo sdegno per la vile azione, che e’ solo una
delle innumerevoli atrocita’ che vengono perpetrate contro i serbi dalla
fine della guerra, si e’ detto pronto, appena le sue condizioni di
salute lo permetteranno, a tornare in prima linea per difendere la Patria.
Il medico militare ci ha concesso una breve intervista in cui ha sottolineato
come il caso del giovane militare, ormai fuori pericolo e quasi pronto
per tornare a servire il paese, debba essere assunto come simbolico per
la rinascita della Serbia.
Nonostante le dichiarazioni ottimistiche del medico, voci non ufficiali
riferiscono di problemi legati forse a turbe psichiche del ‘risuscitato’.
In
realta’, ad un attento osservatore come il
sottoscritto, il militare e’ apparso piu’ come un
prigioniero scortato da sorveglianti che come un eroe scortato da un
picchetto d’onore.
Alla fine della cerimonia e’ esplosa la rabbia della
folla che ha gridato slogan contro i terroristi e gli
Americani. Questo ultimo episodio di terrorismo ha comunque provocato
un aumento della tensione che non puo’ che rafforzare le posizioni revansciste
e oltranziste di parte della popolazione, portando acqua al mulino del
Presidente.
Giorgio Pulitzer
Pathos News - Dai Fatti alle Parole
==========================
info: <oberon@mclink.it>
|