I recenti successi dello stato nella lotta contro la mafia sembrano
aver aperto spiragli a potenti organizzazioni straniere. Prova ne e' un
fatto di sangue avvenuto ieri a San Pietro Val Lemina, una piccola comunita'
del Piemonte.
Il signor Hajime Sorayama, ex funzionario dell'ambasciata giapponese
ritiratosi a vita privata e' morto in circostanze misteriose La moglie
al suo ritorno a casa lo ha trovato riverso su un fianco, gia' morto con
profondi tagli auto inferti all'addome, col metodo del tradizionale seppuku,
il suicidio rituale ormai praticato solo negli ambienti della malavita.
Da tempo il signor Sorayama era sospettato di aver collaborato con
la yakuza, la mafia giapponese, queste accuse tuttavia non sono mai state
provate e la vedova Isabella Decorte le respinge con forza: "Mio marito
e' morto con onore, se non mi ha rivelato il motivo del suo gesto e' stato
certo per non causarmi vergogna. So che in molti non capiranno ma io ho
vissuto con lui tanti anni: capisco il valore di cio' che ha fatto e mi
fido del suo giudizio." |
Gli inquirenti non sembrano affatto convinti che le cose siano andate
come sostiene la vedova: diversi testimoni avrebbero riferito di una visita
di alcuni orientali a casa Sorayama, poco prima che fosse dato l'allarme
dalla signora, sulla cui assenza al momento dei fatti sono stati sollevati
diversi dubbi.
A suffragare l'ipotesi del "suicidio assistito" arriva la notizia che
il figlio del signor Sorayama, noto pittore che attualmente espone a Francoforte,
e' attualmente irreperibile. Che abbia voluto far perdere le proprie tracce?
Giorgio Pulitzer
Pathos News - Dai Fatti alle Parole
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