Frittata di cipolle in un solstizio d'estate
di Nella Portieri
Le note di "Smile" dei Pearl Jam sfumano mentre l'auto corre
veloce sull'autostrada per Firenze. Fabio è stranamente silenzioso,
teso come se si preparasse per un esame e non per una festa.
Ha molto insistito, nei giorni scorsi, perché andassi con lui alla
festa di Laura.
Mi ha detto più volte che era necessario... Necessario... che strana
espressione per un invito ad una festa. La festa del solstizio. Sarà
stasera.
Chissà perché mi viene in mente una notte di qualche settimana
fa...
Mi sono svegliata d'improvviso... ed al buio ho visto Fabio, sveglio, il
capo appoggiato ad un gomito, che mi guardava.
Arriviamo finalmente alla villa: un antico casale sulla cima di un colle,
circondato dai boschi. Laura ci accoglie con la solita gentilezza.
Faccio fatica, come sempre, se penso che dietro al volto giovane di questa
ragazza si cela l'identità di una donna antica di secoli. Anche
Fabio, a volte, mi mette a disagio.
Come gli altri, del resto. Parlano fra loro dei tempi antichi, delle loro
passate incarnazioni... come se fosse la cosa più naturale di questo
mondo.
Eppure sono miei amici. Amici come mai ne ho trovati.
Alla festa ci sono tutti... Leonardo, Giovanni, Massimo, Renato... altri,
che non conosco... I saluti sono calorosi, come sempre. Abbiamo già
vissuto una piccola parte di vita, insieme... ed è una sensazione
di calore, di comprensione, di vicinanza quella che provo ogni volta per
tutti loro.
Fabio mi prende per mano e mi accompagna al Cerchio di Pietre... c'è
una strana magia nell'aria. Non c'è ancora nessuno...
Ho un po' paura. Non so bene cosa succederà. Ho letto tanti libri
in cui si parlava delle feste del Solstizio... dei fuochi di mezza estate...
e dei riti che vi si celebravano.
Mi sento un po' a disagio. Torniamo alla festa in silenzio.
Fabio continua a versarmi da bere. Se continua così non so se reggerò
a lungo. Sembra quasi che voglia ubriacarmi.
È quasi mezzanotte... i fuochi nel parco sono accesi. Brillano di
una luce rosata che accarezza le ombre dei grandi alberi del bosco.
Ci avviamo verso il Cerchio di Pietre. Laura, con un candido abito di velo,
incomincia a danzare alla luce dei fuochi. I bracciali e le cavigliere
tintinnano e segnano il ritmo della sua danza. Altri si uniscono a lei
ed al suo canto.
Anche io vorrei danzare alla luce dei fuochi, ma Fabio mi trattiene.
Mi gira la testa, ho bevuto troppo.
Lui incomincia a baciarmi, ad accarezzarmi.
"No... aspetta... non qui... c'è gente... ". Cerco di
fermare le sue mani, di staccarmi dal suo corpo... ma non riesco ad opporre
una vera resistenza... intorno a noi, nella radura illuminata ora solo
dalla luna, intravedo molti altri che, come noi, si amano stesi sull'erba.
E mi lascio andare alle sue carezze.
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da questa onda di desiderio che
mi accoglie e mi travolge come mai mi era accaduto prima.
Mi accorgo a malapena che Fabio si è allontanato da me mentre continua
questa follia. Non so neanche di chi siano le mani che mi accarezzano e
non mi importa.
Mi scoppia la testa. Vorrei urlare...
È come se... come se qualcosa, qualcuno in me volesse impadronirsi
della mia mente... ed io non ho più forze per lottare. Quando sto
per cedere alla paura, sento nuovamente le braccia di Fabio che mi circondano...
il suo viso vicino al mio... i suoi occhi che mi guardano negli occhi.
E di nuovo sono sommersa da ondate di desiderio e di piacere. Sento appena
la sua voce che mi chiama...
Ma non è più la sua voce, è un suono maestoso che
rimbomba nella mia testa...
"Figlia amatissima, Demetra, custode della crescita e del mutamento
ordinato, madre dell'abbondanza, è venuto il tempo per te di lasciare
i tuoi compiti di Prima Eletta e di rivolgerti a Pan come a un fratello,
non come al tuo Signore.
Nei campi di grano pronti alla messe, una moltitudine di spighe che ondeggiano
al vento rendono omaggio al tuo Risveglio.
Nulla Sarà Come Prima.
La falce è già pronta per mietere il raccolto e il lungo
giorno del solstizio è già minacciato dalla notte crescente...
svegliati... io ti chiamo...."
È un richiamo troppo potente, non posso... non posso non rispondere...
è tutto il mio essere che mi trascina....
Ed è un urlo, quello che esce dalla mia bocca:
" Oh notte, oscura madre... perché questo rischio.... Demetra....
Demetra...."
Ma la lingua in cui mi esprimo non è la solita... mi accorgo appena che Fabio ha un brivido, prima di esplodere in una sensazione mai provata di energia, di amore totale e di piacere....
Sogno....
Sogno di essere a casa... il dott. Esar sta armeggiando con le pentole
ed i fornelli di cucina. Sento un rumore di olio che frigge....
"Non si può fare la frittata senza rompere le uova!
E a me piace la frittata! Specialmente con le cipolle!"
Il Dott. Esar, con naturalezza, sostiene di aver trovato la porta aperta
e di essere entrato. Dice che non mi ha disturbata perché gli sembravo
molto impegnata nel mio lavoro al computer....
La radio trasmette "Niniveh", un brano di David Byrne tratto
da "Forest".
All'alba, quando mi sveglio, sono ancora fra le braccia di Fabio, nella radura. Lo guardo e gli sorrido... ora, davvero, non c'è più nulla che ci separi.
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