DUELLO DI MAGHI

di Simone Biagini, Lord Raphael von Matsch e Tommaso Bardazzi


Wait for me Dragon, We'll Meet in the Sky,
By Fire and Magic I am Sworn
Hell is Calling! We cannot be Denied
Fly into the Blackness of the Storm
Manowar, "Ride the Dragon"


Il vento soffia gelido in questa notte senza luna. La valle risuona del rumore delle auto che sfrecciano veloci lungo il viadotto.
Afferro il freddo ferro del parapetto mentre guardo fin nel cuore dell'abisso che per decine di metri si stende sotto di me. Fermo, al centro del lungo ponte, ignorando le macchine che sfrecciano veloci dietro di me allargo le braccia e lascio che la magia di questo luogo mi attraversi. Un fiume in piena, la natura ferita e sofferente per la lunga cicatrice di asfalto che ha tagliato in due uno dei suoi torrenti di magia.
Con un respiro profondo abbraccio la luna e le stelle, la magia di questi luoghi e gli spiriti antichi nascosti nelle profondità della terra terrorizzati dai draghi di metallo che ogni giorno ed ogni notte attraversano la loro dimora.
Destino sovrano, veglia su di me in questa notte di sangue. Donami la forza di abbattere il mio nemico.
Possa Morte guidare la mia mano.

Non ho bisogno di vederlo arrivare, ho sentito la sua presenza molto prima che i miei occhi si posassero su di lui ed egli ha avvertito la mia. Da troppo tempo dura la nostra battaglia è ora di smetterla con gli inganni è giunto il momento di affrontarci faccia a faccia.
Sento la sua voce dentro di me, ha capito perché ho scelto questo luogo e deliziato affida i suoi pensieri ai flussi delle antiche linee di potere.

"Ti saluto, Merlino. Sapevo che saresti arrivato prima di me."

"Salute a te, Mostro. Tutto è pronto per il duello" - rispondo affidando al vento la mia voce.

Cerca di parlare ma lo interrompo.

"Non mi interessano le tue parole, rinnegato. Questa notte il tuo sogno morirà con te" – dico gettandomi nel fiume delle possibilità mentre le macchine urlano attorno a me senza vedermi e assonnati guidatori mi evitano senza sapere il perché.

Sfodero un lungo pugnale mentre il mio avversario avanza sicuro, ignorando le macchine, protetto dal velo del Sogno.

* * * * * * *

Cavalco il Vento gelido di questa Notte senza Luna.

"Lontano dalla Luce, Io sono la Luce. Lontano dalla Luce, il mio Trionfo". Le parole che Toth avrebbe dettato ai suoi discepoli, tanto tempo fa. Tanto tempo fa...

A cavallo del Vento, io volo con Ali di spirito. E sono sul luogo della Sfida.

Perché, Merlino?

Lo vedo in piedi tra le corsie del viadotto, tra le luci in rapido movimento.
L'uomo sa sconfiggere le tenebre, penso.

Avverto appena il flusso dell'antica Linea del Drago, quasi prosciugata. Di certo, la ragione della scelta di Merlino. Io sento il potere dell'autostrada che taglia la regione, carica di vite umane con i loro piccoli frammenti dell'Emozione. Le Luci che corrono nella Notte. Merlino, perché tu non puoi comprendere? Di certo per te questa è solo una ferita che deturpa il volto della Terra... Tu non senti i nuovi spiriti, respiri solo la polvere delle tombe...

Perché, Merlino?

Sono come un gufo gigantesco, appollaiato sulla sponda del ponte, avvolto nel nero mantello di Domatore di Ombre. L'ho scelto per lui, penso che soddisferà il suo gusto. Forse oggi sarei stato più a mio agio combattendo in jeans e maglietta.
Lui mi sta dando le spalle, ma non può non essersi accorto di me. Si starà chiedendo perché ancora non parlo. Invece me ne sto qui a pensare al mio abbigliamento... Ma io so bene cosa vorrei chiedergli...

Perché, Merlino, sei venuto a cercare la morte?

Invece mi attengo al copione, e parlo con tono sarcastico, ma con rispetto dell'etichetta, come si addice a un grande villain...

"Ti saluto, o Merlino. Sapevo che saresti arrivato prima di me."

"Salute a te, Mostro. Tutto è pronto per il Duello."

Non resisto, la mia parte mi calza stretta:

"Ma perché?!" grido controvento "Perché questa sfida? E' necessaria? Tu sai di non potermi sconfiggere. E allora perché lo fai? Evitiamo un inutile spargimento di sangue..."

Inutile, non mi ascolterà mai.

Si getta tra le automobili in corsa, che lo evitano senza vederlo. La rapidità dei suoi movimenti oltrepassa le capacità di percezione dei sensi umani, e della stessa loro Psiche.

E' deciso, non tornerà indietro.

"Non mi interessano le tue parole, rinnegato! Questa Notte il tuo Sogno morirà con te!"

E mentre grida questo, una lama luccica nella sua mano.

Combatti, Domatore di Ombre! E' una vita di addestramento che si agita dentro di me. Anche se è un'unica vita, tra mille.

Senza fretta, scendo dal parapetto.
Cammino lentamente verso di lui, danzando nelle ombre fluide ed instabili tra le luci dei fari, le braccia distese lungo i fianchi, solo le falde svolazzanti del mio mantello a ripararmi il petto.
Il mio stile di combattimento non ha alcuna posizione di guardia.

Quando il pugnale di Merlino taglia la Notte, io sono altrove.

Scivolato alle sue spalle, frusto l'aria con le mani, e con una lama di vento sottile affondo verso il suo fianco scoperto...

* * * * * * *

Quando il pugnale taglia la Notte, egli è Altrove, scivolato alle mie spalle, ne avverto appena la presenza. Frusta l'aria con le mani, e con una lama di vento sottile affonda verso il mio fianco scoperto.

Sorrido. Il vento è figlio della Grande Madre e ho imparato a riconoscerne la voce. Balzo di lato mentre il tempo si dilata ed il colpo rallenta, sibila accanto a me cozzando contro una fiancata. Scintille illuminano la notte.

Il guidatore è stanco, ha viaggiato a lungo, più di quanto il suo corpo può sopportare. L'occasione è propizia. Muto le possibilità in mio favore, le scintille lo abbagliano e la macchina sbanda. La dirigo sul mio nemico mentre fingo un affondo per distrarlo.

* * * * * * *

Merlino non è sorpreso dal mio attacco. Lo sente arrivare anche senza vederlo. Non mi aspettavo di meno, da lui. Conosce bene la voce del Vento.
Appena lo vedo accennare il movimento giusto, interrompo l'attacco, per non trovarmi io in posizione vulnerabile. Lui sta balzando di lato. Le schegge residue della mia lama d'aria fanno scintille sulla fiancata di un'auto.

Merlino torna verso di me affondando il pugnale. Ma mi avvedo che il suo movimento è troppo ampio e lungo perché possa sperare veramente di colpirmi. E capisco che mi sta ingannando.
Non mi difendo. Ora lui è sottovento rispetto a me. Le falde del mio pesante mantello ondeggiano verso di lui come grandi ali, non riuscirà a trovare la mia carne attraverso questo scudo.
Cercando freneticamente con tutti e sei i miei sensi umani affinati alla lotta, mentre il suo freddo acciaio lacera il tessuto nero, individuo la vera minaccia: l'auto che sbanda veloce nella mia direzione.

Una sillaba antica sorge naturale alle mie labbra, e incurante delle cosiddette leggi fisiche balzo verso l'alto, verticalmente, senza impiegare quasi nessuna forza.
In un gesto che scaturisce solo dall'istinto di combattimento, mobili come tentacoli i lembi appesantiti del mio mantello si avvolgono attorno al suo polso, trascinandolo sotto di me mentre io spicco il volo...

E mentre io mi allontano in questo modo dal pericolo, pronto a posarmi a terra nella sua scia non appena sarà passato, mi accorgo in un angolo della mente che sto trascinando il mio avversario sulla rotta della sua stessa arma.

Talvolta odio il fatto di essere così impulsivo...

* * * * * * *

Il Mostro si muove leggero, le falde del mantello danzano nella notte.
Il freddo acciaio lacera il tessuto che si avvolge attorno al mio polso mentre il Domatore di Ombre balza verso l'alto trascinandomi con sé. Si è accorto del trucco.
I fari della macchina mi abbagliano, ora sono io il loro bersaglio.
Un salto e lo seguo nel cuore della tenebra.
Aiutato dalla spinta del mio nemico il pugnale taglia la tenebra per trafiggerne il cuore, mentre la macchina sfreccia sotto di me e l'autista riprende il controllo, ringraziando il Dio degli uomini per essersi svegliato in tempo.

* * * * * * *

Merlino è rapido, la mia reazione non lo coglie impreparato. Avvinto dalle mie ali d'ombra, accompagna il mio balzo. Planiamo insieme nella Notte, ombre su uno schermo d'ombra. Sotto di noi passano veloci i fari dell'automobile.
Il pugnale si avventa verso l'alto cercando la mia carne... Lo afferro con le mani. Sento il freddo metallo sulla pelle dei palmi, congiunti nella parodia di un gesto di preghiera.
Avverto solo un piccolo morso di dolore dove un rivolo di sangue scende da un graffio in un dito. Il suo colpo era rapido, ed io non sono mai stato troppo bravo in questo tipo di difesa... forse avrei dovuto portarmi anch'io una lama.
I nostri piedi toccano nuovamente l'asfalto. Vedo con la coda dell'occhio che il guidatore ha ripreso il controllo.
Immobili in un'isola probabilistica dello spaziotempo che nessun veicolo attraversa, due ombre nere nella Notte, il suo braccio avvolto nel mio mantello e la sua arma stretta nelle mie mani, ci fissiamo per lunghe frazioni di secondo, occhi che si riflettono in occhi.
E con questo sguardo porto il mio attacco. Poiché io sono il Mostro. E Merlino ha pur sempre la mente di un uomo.

In uno sguardo spalanco l'Abisso di un'Eternità che io ricordo. Gli mostro memorie che risalgono a prima... Prima di Atlantide, prima del mio Sogno... Colpisco la sua mente con qualcosa che non può essere tollerato, che io stesso stento ad accettare...

La memoria di un Guardiano che contempla il Nulla.

* * * * * * *

Non riesco a capire, non riesco a vedere negli occhi del Mostro.
Afferra il pugnale con le mani, la lama taglia la pelle e brucia la carne ma sul suo volto non c'è dolore, solo sorpresa.
Atterriamo tra le macchine che incuranti di noi continuano il cammino, il manto avvolto attorno a me, la lama premuta contro le sue mani. Sguardi che si incrociano, occhi neri come la notte affrontano l'azzurro del cielo. Stiamo cambiando, troppo è il potere che abbiamo scatenato ed entrambi gioiamo di ciò che abbiamo provocato. Il Drago è stato svegliato ed il nero Serpente di Tenebra striscia sinuoso sotto di noi.
Sento in basso, dove la notte si incontra con l'erba, le grida degli spiriti che fremono e che urlano perché il loro Re è stato svegliato.

Umani, pazzi, non potete più vedere la magnificenza del Drago, il bagliore delle sue fiamme e la lucentezza della sua carne! Avete barattato l'Arte per una vita comoda fatta di ignoranza e compiacimento ed ora siete bambini ciechi che non potranno mai più rivedere il sole!

Gli occhi del Mostro si spalancano, ha accettato la sua natura e mi mostrano la Verità. Raffaele è solo uno schiavo ormai, ora lo so.

Con gli occhi fissi sul Drago sento appena l'urlo del corpo che mi ospita. Inizia a tremare ed un grido antico quanto l'uomo sale dalla sua gola ed esplode attorno a me: troppi sono per lui i segreti che albergano nell'anima del mio nemico. Anima oscura che egli mi ha mostrato.

Cado a terra e con un ultimo barlume di coscienza rotolo lontano dalle macchine e dal pericolo, dall'altro lato della strada. Il dolore è più di quanto sia sopportabile, grido senza sosta e gli uomini tremano ed accelerano perché sentono arrivare l'orrore che da secoli hanno dimenticato.
In ginocchio vedo il Mostro che si avvicina. Scivola silenzioso di ombra in ombra, veloce eppure abbastanza lento da lasciare che ogni istante che ci separa sia per me un'agonia senza fine.
Lacrime vermiglie solcano guance tirate fino all'inverosimile nell'urlo silenzioso di colui che non ha più nulla da gridare mentre la mente di Biagio si sta spezzando sotto un peso a cui mai è stata preparata.
Lascio che ciò accada, apro le porte allo spirito del Serpente, lascio che ammiri la magnificenza del Drago mentre attingo al potere che in tanti secoli si è accumulato in questo luogo.

* * * * * * *

Come un fiume di fuoco nero riverso in lui la memoria del vuoto assoluto... l'Assenza... la Fine della Storia...

Lui spalanca gli occhi, i muscoli del viso si tendono in un grido di orrore... Sento la parte umana della sua mente cedere sotto l'onda d'urto del mio sguardo... Vacilla, cade a terra...

E non vede le lacrime che rigano il mio viso nell'orribile sforzo di ricordare.

Rotola lontano da me, al bordo della strada, fuori delle traiettorie luminose dei fari.

Non lascio la presa sulla sua mente, lo tengo bloccato. Danzando tra le ombre mobili delle luci avanzo verso di lui, cercando la conclusione di questo scontro inutile...

Ai suoi occhi, certo appaio inesorabile...

Ma improvvisamente, dal corpo tremante dell'uomo, vedo alzarsi fiero lo spirito di Merlino, non ancora rassegnato alla sconfitta.

* * * * * * *

Affronto lo sguardo del Mostro, il suo attacco è ancora rivolto verso ciò che non sono più mentre gli mostro ciò che nei millenni ha dimenticato. Leggo sul suo volto la sorpresa mentre vede la fiamma del Drago ardere nella mia anima. L'orrore si impadronisce di lui, mentre tento di bruciarlo con tutto l'odio e la rabbia di questo fragile involucro.
Sbatte contro il parapetto, non ha più vie di fuga. Mi alzo per dargli il colpo di grazia ma le gambe sono troppo deboli, vacillo e cado mentre si copre gli occhi con l'ampio mantello a grida il suo dolore.

Lunghissimi istanti mentre il mondo rallenta, il nostro respiro è quasi assordante e poi, il silenzio.

Mi rialzo, sono allo stremo, so che questa sarà probabilmente la mia ultima notte. Stringo il pugnale fino a farmi sanguinare le mani, la rossa linfa della vita scivola sulla lama in attesa di trafiggere il vero nemico.
E' in piedi, davanti a me, pronto a colpire.

* * * * * * *

Dolore. Fiamme che mi bruciano gli occhi, cercando la mia mente e il mio spirito!
E' Merlino che raccoglie la forza dell'antica Linea del Drago e la scaglia contro di me.

Mi copro il volto con il mantello da Domatore, mentre frugo nella mia memoria in cerca di una parola.
Intorno a me, vedo solo fiamme, e le sento bruciare attraverso il mio sistema nervoso...
Il dolore e' illusione, Domatore di Ombre! Combatti!
Trovo la parola, la pronuncio.
Vedo le fiamme diradarsi in fumo.

Dal fumo emerge Merlino, costringendo con la pura volontà il proprio corpo a rialzarsi, la lama in pugno.

Ma io sono già su di lui, e il dolore, il dolore l'ho già cancellato dal mio ricordo.
Io sono il Mostro, e in confronto al mio Potere il mio avversario è un bambino.

Incombo su di lui e pronuncio Parole...

Le ombre fluide che ci circondano strisciano verso Merlino dai margini della visione periferica della sua immaginazione e lo attorniano per ghermirlo, bloccandolo con tentacoli di buio mentre protendo le mie nude mani ad afferrarlo, una con i movimenti circolari ed ipnotici del serpente che inganna, l'altra con lo scatto improvviso del serpente che attacca.

* * * * * * *

Le tenebre danzano attorno al Domatore. Le ombre, come dotate di vita propria cercano di avvolgermi, di trattenermi, mentre lui si avventa su di me.
Si muove sinuoso, serpente di oscurità pronto a colpire.

Non gli lascio modo di attaccare, il tempo è mio vassallo, gli ordino di rallentare. Veloce mi muovo verso di lui, la lama vermiglia brilla nel buio.
Le tenebre si chiudono su di me. Incurante del gelo bruciante che mi morde la carne affondo la lama verso il suo ventre.
Le sue mani si muovono veloci mentre si avvicinano al pugnale per parare il mio colpo. Nell'ultimo istante cambio bersaglio, mirando alla gola.

* * * * * * *

La Volontà del mio avversario sta alterando il tempo. Questo è il pieno potere di Destino.
I nostri tempi relativi in un attimo si sfasano... Ora i suoi movimenti sono troppo fulminei perché io possa reagire. Ai suoi occhi certamente io appaio come un goffo fantoccio alla moviola, appesantito dalle leggi fisiche.

La formula del controincantesimo sorge spontanea alle mie labbra. Ma non ho il tempo di articolarla.

La sua lama si avventa verso il mio cuore, ai miei occhi è vento e folgore.
Le mie mani si muovono ancora per bloccarla. Ma sono montagne inamovibili.
Concentrando il Potere della mia Volontà, supero lo sfasamento, e sposto le montagne.
Ma la sua lama ha già cambiato traiettoria.

Sento il metallo trafiggermi la gola.
Il sapore del sangue.
L'orribile sensazione di soffocare, quando sangue invece che aria si riversa nella mia trachea.

Con gli ultimi brandelli di forza, afferro il suo polso, distacco la sua mano dall'elsa del pugnale.
Cado in ginocchio, metallo attraverso il mio collo e sangue invece di aria.
Dolore.

* * * * * * *

Il freddo metallo penetra in profondità nella gola del Mostro, sangue caldo che mi bagna le mani. Spingo con forza mentre il mio avversario cade in ginocchio strappandomi l'arma di mano, soffocando nel suo stesso sangue.
Vorrei parlare e maledirlo con tutte le mie forze ma sono troppo stanco per fare altro che barcollare indietro e pregare Morte che il suo Destino si compia.
Il corpo che mi ospita trema di dolore, sarebbe già morto se non fosse per il potere del Drago.
Alzo le mani al cielo pronunciando le parole di un incantesimo mentre nubi di tempesta si chiudono su di noi e gli spiriti del vento e del tuono rispondono urlanti al mio richiamo.

Il Mostro lotta disperatamente con il pugnale che ho incantato con il mio sangue.
"Non lascerà mai la presa, rinnegato. E' giunta la tua ora."

* * * * * * *

Ora è Merlino ad incombere su di me come l'ombra della Morte. Non comprendo le sue parole, non le ascolto, o forse è solo il suo respiro. L'ombra della Morte...

Ma la Morte, la Morte io la rinnego.

Riprendo il controllo del mio corpo attraverso il muro del dolore. Con un'unghia, premo l'Anello del Sigillo, sfilandolo dal dito.
Scivola via assieme al sangue sulle mie mani, e cade...

IO SONO IL MOSTRO.

Contemplo la sorpresa negli occhi del mio avversario, mentre mi rialzo, non più sanguinante.
Contemplo euforico il suo orrore, mentre vede il metallo fondersi e ricomporsi in zampette d'insetto, annidarsi nella mia pelle e farsi parte integrante del mio corpo.
Questo dolore lo conosco, ormai è soltanto un fastidio, un prurito. Questo è il segno del mio Potere, io sono un modello più avanzato!

"IO SONO IL MOSTRO. CARNE O METALLO NON FA DIFFERENZA!"

* * * * * * *

Con orrore osservo la metamorfosi, il pugnale che si fonde con la sua pelle mentre zampe di insetto prendono il posto della carne.
Le parole dell'incantesimo sfuggono dalla mia mente e posso solo contemplare la fusione tra l'uomo e il metallo.

Sento le mani tremare ed il terrore impadronirsi del mio corpo, sono troppo stanco per affrontare questa minaccia.
Il Drago si sta nuovamente addormentando ed io non ricordo più le parole necessarie per svegliarlo.

* * * * * * *

Guardo ancora nei suoi occhi, mentre la sua forza d'animo si smarrisce. L'Incantesimo che stava preparando si disperde, fulmini schioccano lontani nell'oscuro orizzonte.
Posso fiutare la sua paura, quasi toccarla.

E questo odore eccita una parte di me, più che feromoni di donna...

Fletto i muscoli e respiro scompostamente.

Fermati, Azael, non farlo. No, Raphael, lasciami divertire.

Per il Potere del Libro, pronuncio un'invocazione dimenticata. Distruzione, Destino, io vi comando, schiavi del Sogno della Ragione! Per il Potere del Libro, tutte le Forze sono assoggettate alla Volontà.
Distruzione e Destino, forze inquadrate negli schemi della Magia, mi ubbidiscono.

Dal niente, l'onda d'urto travolge con furia il corpo di Merlino. Occhi negli occhi, vedo la sua paura, fiuto il suo dolore, odo le sue ossa frantumarsi.

Rapida e brutale.
Vedo il suo corpo sollevarsi, schiantarsi contro la recinzione del ponte. La rete metallica si incurva sotto l'urto, modellandosi attorno al suo corpo, ma non cede.

Lo colpisco ancora.

Ancora.

E ancora.

Sangue ed ossa rotte.

Lo colpisco rimanendo immobile, armato solo di una sillaba, mentre i miei occhi gli ghermiscono la mente.

No, Azael, no! Cadrà! Lo ucciderai!
Taci, Raphael, lasciami respirare il suo dolore!
ORA BASTA! SMETTI!

Riprendo il controllo, respirando a fatica. Avverto in ogni parte del mio corpo gli spasmi dolorosi della metamorfosi incontrollata.

La recinzione, imbrattata del sangue di Merlino, deformata dagli urti, tuttavia ha resistito. Siano lodati gli Eterni.

Libero finalmente dalla mia stretta, il suo corpo scivola a terra, annientato, frantumato, ma ancora vivo. Non ha più fiato, ma con l'ultimo barlume di forza mi parla, prima di perdere conoscenza. Ed io leggo sulle sue labbra le sue parole...

* * * * * * *

Il Mostro si alza lentamente, non ho nemmeno la forza di difendermi.
Barcollo indietro mentre i suoi occhi si accendono di un innaturale rossore e per un attimo intravedo un volto che non è il suo. Una parola riecheggia nella mia mente, un nome antico e potente che lacera l'aria nella sua blasfemia. Raffaele cerca di opporsi all'orrore che ha generato ed io ho appena il tempo di incrociare le braccia davanti al volto mentre richiamo alla mente un nome altrettanto antico.

Non riesco a difendermi dalla potenza dell'attacco. Mai mi sarei aspettato un tale potere.
Sbattuto contro le recinzioni, sanguinante, morente, non riesco a percepire altro che il dolore mentre cado al suolo, in attesa della fine.

Lo attendo mentre si avvicina. Una nebbia vermiglia mi offusca la vista, Biagio non ha più energie. La rabbia cresce dentro di me. Merlino non può essere sconfitto! Io sono l'incantatore, Maestro dell'Arte, custode della Conoscenza… Non posso essere sconfitto.

Riesco a sollevare il busto facendo forza sui gomiti, quanto basta per vedere in volto il Mostro.

Chiudo gli occhi e chiamo le ultime energie che ancora mi rimangono: il sangue è vita ed in esso ripongo tutta la mia forza.
Altero nuovamente il tempo, concentrandomi sul fluido vitale, il sangue si precipita ad occupare il posto in cui si trovava fino a pochi secondi fa. Lentamente gocce vermiglie si sollevano dal suolo, librandosi in aria, in attesa.

Come proiettili vengono scagliate dove fino a pochi istanti fa era il mio corpo, e dove ora si trova il rinnegato.

Non ho nemmeno la forza di aspettare l'esito del mio attacco. Chiudo gli occhi e abbraccio l’Oblio.

* * * * * * *

Ciò che leggo sulle sue labbra è l'ultimo, disperato sortilegio.

Mio ostinato Merlino, non puoi accettare la sconfitta. Ma sei così debole, ormai...

Ignoro le frecce di sangue che forano il mio mantello e la mia carne. Lascio che il mio sangue e quello del mio avversario si mescolino sul tessuto nero.
Ignoro quel dolore, soltanto graffi sulla superficie del mio corpo mostruoso. Zampette di ragno si agitano ovunque per ricucire le mie ferite, mentre tentacoli di medusa si contorcono leccando il sangue.

Questo nero mantello è ora rosso di sangue. Come le tue ali, Azael. Ricordi? Quando il sangue iniziò a lasciare macchie indelebili sulle tue ali nere, tu comprendesti che tutto era Mutato, che non saresti più stato un Guardiano.

Ricordo, Raphael. Ricordo la polvere grigia sulle tue ali bianche.

Gli occhi di Merlino si sono chiusi. Questo vano Duello, infine, è terminato.

Il suo corpo di uomo, il corpo del giovane Biagio, giace spezzato e sanguinante sul bordo dell'autostrada. I fari, nella notte, corrono oltre, indifferenti.
Presto ogni goccia di sangue del suo corpo si sarà riversata sul grigio asfalto, e la sua vita si spegnerà.

Lo permetterai, Raphael?
No, Azael, non lo permetterò.

Mi disfo dei brandelli del mio mantello di Domatore d'Ombre, e con la forza del mio corpo inumano raccolgo Biagio, tra le mie braccia, come un bimbo addormentato.

Dalla mia carne, dalle mie ossa, evoco ali per spiccare il volo...

Ma sento qualcosa...

Fiuto una presenza...

E mi interrompo...

* * * * * * *

Andrea era lì da molto, troppo tempo… Senza vedere nulla, senza riuscire a capire nulla. Nonostante tutto era venuto, aveva mantenuto la sua promessa.
Riusciva solo a sentire vagamente le ombre di quelli che dovevano essere due poteri enormi, fuori dalla comprensione della sua mente umana, che lottavano… Ma ad un certo punto vide… Vide quello che era successo, e capì cosa era accaduto…

Il suo Maestro, sconfitto. Il suo corpo mortale in fin di vita, tra le braccia del suo Nemico…

Andrea scese dal parapetto, avvolto dal Manto di Enigma e si avvicinò al Mostro che, accortosi di lui, lo stava aspettando. Senza dire una parola stese le braccia per prendere il corpo morente di Merlino.

Guardò Biagio in volto… Lacrime calde gli scorrevano giù per le guance…
Poi guardò Raffaele. Lo guardò senza odio, senza espressione.
Sapeva che non era stato lui a lanciare la sfida. Sapeva che lui si era solo difeso.

"Noi ci rincontreremo."

Andrea voltò le spalle al Mostro e, gettando appena uno sguardo alla mano destra del suo maestro, chiusa con forza attorno ad un oggetto lucente, svanì nell’oscurità.

* * * * * * *

Riconosco Andrea Bardazzi, sotto il mantello di Enigma che lo avvolge.

Mi si avvicina, ed io tremo.
Quello che mi aspetto è un'accusa.
Assassino del mio Maestro, mi chiamerà. E avrà ragione.
Assassino di mio padre! mi chiamerà.

Assassino di mio padre…
Assassino del mio Maestro…

Invece lui non parla. Non dice nulla.
Stende le braccia verso di me, e questo è sufficiente.
Gli consegno il corpo di Merlino.
Biagio è ancora vivo.
E ha bisogno di cure.

Andrea guarda Biagio, tra le sue braccia, e piange.
Anch'io ho voglia di piangere, ma temo che il mio ruolo in questa storia non me lo consenta…
Il mio ruolo in questa storia…

Mi guarda, e nei suoi occhi non c'è nulla. Solo la volontà di non odiarmi.
Il suo dolore non ha un capro espiatorio.

"Noi ci rincontreremo."

E se ne va. Sparisce nella Notte.
L'uomo, il mortale, che porta in braccio il suo Maestro Immortale. Come un bambino.

Ora posso piangere.

Ma solo poche lacrime.
Biagio guarirà, nessuno è morto. Questo Duello avrebbe potuto concludersi molto peggio…

Smetti di piangere, Raphael! Nessuna tragedia si è consumata in questa Notte.

Sì, Azael. Guarda: il colore di questa Notte senza Luna!

Ora stai sorridendo, Raphael.

Sì, Azael. E anche tu.

Dall'asfalto raccolgo il mio anello.
I fari delle auto passano veloci sull'autostrada, schegge di luce su uno schermo d'ombra.

Distendo al Vento le mie grandi ali…
Una era bianca, un tempo. Ora è grigia della polvere dei millenni, di ragnatele e di incertezze.
Una era nera, un tempo. Ora è tinta del rosso del sangue, di passioni e rimorsi.

Distendo al Vento le mie grandi ali, e mi lascio portare via, nella Notte senza Luna.
L'alba è ancora lontana.


PATHOS © 1999
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