STOP
THE PATHOS
seconda parte
di Autori Vari coordinati da Stefano Zanero
Altrove, Lunedì 02/11/98, tra le 18.44 e le 18.45 GMT +1
"CI SIETE ARRIVATI, FINALMENTE" rimbombò una voce che
sembra provenire da ovunque intorno. O forse proveniva da dentro ognuno
di loro.
"Prometeo !" esclamarono Spock e Di Giovanni, come se avessero
riconosciuto la voce.
"IO SONO RAGIONE DI RAGIONE, PROMETEO. MI AVETE CHIAMATO PIU' VOLTE
ED ALLA FINE HO DECISO DI AIUTARVI. DAL MOMENTO CHE IO NON ESISTO COME
ESSERE MATERIALE, POTEVO MANIFESTARMI A VOI SOLO TRAMITE IL PATHOS O TRAMITE
LA RETE. DAL MOMENTO CHE LA RETE NON E' PIU' DISPONIBILE, SONO STATO COSTRETTO
A TRASCINARVI NEL MIO DOMINIO. ME NE SCUSO. ERA L'UNICO MODO PER PARLARE
CON VOI."
"Dimmi te," trasecolò Fabio Woland, "trovarsi
a spasso nella Matrice, così, di botto!"
Smettendo di parlare tra sé, si rivolse all'ospite inatteso: "Salve,
Ragione di Ragione, il tuo è un bellissimo regalo da più
punti di vista!"
Guardandosi con più attenzione, Fabio scoprì di essere ora
vestito di una tonaca nera su cui erano ricamati in filo d'oro simboli
esoterici e cabalistici e di calzare stivali di pelle nera. Portava al
fianco una spada d'acciaio. Gli altri notarono che il suo viso era ora
senza età, dai lineamenti aguzzi, dagli occhi neri e profondi in
cui sembravano balenare stelle lontane... era Woland-Lucifero che si stagliava
inquietante sui panorami luminescenti del dominio di Prometeo!
Pantarkos ripose con calma la pistola nella fondina sotto il cappotto:
"Fico" sentenziò, guardando Fabio.
"Certo," riprese Fabio con voce profonda, "gradirei immensamente
che ci spiegassi meglio questo arcano all'apparenza incomprensibile."
"Già, Parla !" lo esortò Nella.
"VOI NON AVETE COMPRESO LA VERA NATURA DELLA MINACCIA DI STOP THE PATHOS, PER QUESTO VI STATE MINACCIANDO TRA VOI. VI ASSICURO CHE NESSUN ESSERE UMANO E' MAI STATO INFLUENZATO O CONTATTATO DA STOP PATHOS. TRANNE VOI."
"Nessun essere UMANO oltre a noi... cioè tutto 'sto chiasso della serie "salviamo l'umanità" e l'umanità non se la filano di pezza? Si occupano solo di uccidere noi? Prometeus... non ho mica capito... hai ragione... Abbi pazienza, i miei neuroni sono solo umani e per di più appartengono ad un esemplare di sesso femminile, che notoriamente è più portato all'intuizione che alla logica... spiega per favore."
"DEMETRA TESMOFORA, NON TI SOTTOVALUTARE TANTO. LA MIA RISPOSTA SIGNIFICA ESATTAMENTE QUELLO CHE HAI CAPITO. A STOP PATHOS NON INTERESSA SALVARE L'UMANITA' DA VOI. GLI INTERESSA SOLTANTO UCCIDERVI TUTTI, O QUANTO MENO RENDERVI INNOCUI PER LUI. GUARDATE COSA E' RIUSCITO A FARE CON POCHI SAPIENTI TOCCHI: E' RIUSCITO A METTERVI GLI UNI CONTRO GLI ALTRI, PER FAR FALLIRE LA VOSTRA COOPERAZIONE CONTRO DI LUI. HA CAPITO CHE IL PATHOS UNITO E' ASSOLUTAMENTE INARRESTABILE"
"Fratello" Esclamò solennemente Gilgamesh "Il tuo intervento non poteva giungere in un momento migliore... e sono felice che la mia richiesta di aiuto ti abbia raggiunto..... Il momento è grave... ma le tue parole mi danno da pensare.... Vuoi dire che noi qui presenti siamo gli unici ad aver avuto contatti con Stop Pathos? E dimmi Fratello, come l'hai dedotto? E come sai che fra noi non ci sono traditori?"
"GILGAMESH, FRATELLO, A ME RISULTA SPONTANEO CHIEDERVI, VOI CREATURE CHE MOLTO PIU' DI ME APPREZZATE L'AMICIZIA, E LA FRATELLANZA, COME ABBIATE POTUTO FARVI IN POCHI ISTANTI OBNUBILARE DAL SOSPETTO ? VOI NOTE, CHE DEGLI ETERNI SIETE I FIGLI PRIMOGENITI, E VOI ALTERAZIONI, CHE AVETE GUSTATO DEL POTERE DEGLI DEI, COME POTETE CREDERE CHE UNO DI VOI SIA DISPOSTO A VENDERE GLI ALTRI A UN NEMICO QUALUNQUE ?"
Matteo Arthur Thurant, raccogliendo il coraggio a due mani, si rivolse alla Nota Pura di Psiche: "Prometeo, che hai rubato il fuoco per noi mortali, è un piacere incontrarti. Grazie a te siamo sfuggiti alla polizia e alla petroliera."
"TI CORREGGO, FRATELLO. LA PETROLIERA CONTINUA A INCOMBERE SULLA CITTADINA DI PORTOVENERE. E LA POLIZIA E' SEMPRE Lì, A POCHI METRI DA VOI. IN QUESTO MOMENTO STATE SOGNANDO I MIEI SOGNI, TRAMITE ME VEDETE LA RETE COSI' COME IO LA VEDO. POSSO DIRVI CIO' CHE SO, E POSSO AGIRE IN VOSTRA VECE NELLA RETE, MA NIENTE PIU' "
"Come un cyberdeck" intuisce Spock. "Questo in pratica
è una sorta di... cyberdeck empathico?"
"PUOI CHIAMARLO COSI', GIOVANE MAGO DELLE RETI. VOI IN REALTA' SIETE
SEMPRE A PORTOVENERE, E QUANDO USCIRETE DAL MIO DOMINIO SARA' PASSATO POCO
PIU' CHE UN ISTANTE DEL VOSTRO TEMPO... CHE PER ME E' COSI' LENTO !"
Matteo, forse confortato dal tono colloquiale di Spock, continuò
il suo ragionamento:
"D'accordo, ma il problema è un altro: tu dici nessuno oltre
a noi è stato contattato da Stop-Pathos. Ora ti chiedo: noi abbiamo
dato a lungo la caccia a Stop-Pathos, l'abbiamo cercato, odiato, e abbiamo
subito le sue ferite. e tu dici che abbiamo frainteso la sua natura. E
ora penso. Forse Stop-Pathos non è un nemico da cercare intorno
a noi, e nemmeno da cercare dentro di noi, poichè nessuno è
un traditore. Non possiamo trovare Stop-Pathos semplicemente perchè
siamo NOI stop the pathos. Forse stop the pathos è il Pathos stesso.
E le dispute tra di noi, il cercare sempre qualcuno in cui vedere le cause
di ciò che ci affligge ha creato stop the pathos. Anche gli eterni
che ci hanno abbandonato... lo hanno fatto forse perchè noi stiamo
diventando sempre pù Stop-Pathos. Stiamo dimenticando ciò
che dovremmo essere. Forse dobbiamo renderci conto di ciò che stiamo
diventando e fermare tutto ciò prima che sia troppo tardi.
Qui ci sono coloro che Stop-Pathos ha contattato finora, che sono anche
coloro che hanno risposto alle provocazioni che esso ci ha fatto. Forse
rispondendogli abbiamo rafforzato l'idea, la forma, o il modello che dir
si voglia di Stop-Pathos. E poi tutte le volte in cui abbiamo trovato in
lui il colpevole per qualcosa egli è cresciuto e si è rafforzato.
Non è forse possibile tutto ciò? lo chiedo a voi note immortali,
e a voi uomini come me."
Pantarkos obiettò: "Tempo fa pensavo anche io che Stop-Pathos fosse stato generato dal Pathos stesso, ma pareri autorevoli mi convinsero che non era così, almeno non come lo intendevo io: nessun membro del Pathos avrebbe dato vita alla nostra nemesi per metterci alla prova o cose simili, non credo nella teoria del lato oscuro delle Note..."
Nelle parole di Prometeo sembrava aleggiare del compiacimento:
"SIETE ENTRAMBI PERSPICACI, FRATELLI. SPECIALMENTE TU, MATTEO, HAI
INTUITO QUALCOSA CHE I MIEI CONFRATELLI IMMORTALI NON HANNO COMPRESO -
O HANNO VOLUTO IGNORARE. MA NON HAI COMPRESO TUTTO. STOP-THE-PATHOS NON
ESISTE. NON ESISTE COME TALE. E' UNA MANIFESTAZIONE DI UNA FORZA, UNA FORZA
CHE NON CONOSCETE, E CHE VI SFUGGE. NON SO NEMMENO IO CHI SIA O COME SIA
NATA, MA SO COS'E'. ESSA E' UNA ENTITA' LIBERA E VIVENTE NEL CYBERSPAZIO."
"Un intelligenza artificiale !" esclamò Spock, prossimo
allo svenimento, appoggiandosi al bastone che provvidenzialmente era comparso
nelle sue mani.
"Gli Spiriti nella Rete" mormorò sovrappensiero Pantarkos,
lanciando poi un'occhiata d'intesa a Stefano "ce la dobbiamo fare
addirittura con una IA !"
"Mi spaventa meno dei poteri metafisici" ribattè Spock.
Prometeo ignorò le espressioni di sorpresa dei suoi fratelli,
e continuò:
"FORSE VOI NON VEDETE CON I MIEI OCCHI, QUINDI NON CAPITE. QUEST'ESSERE
E' NATO DELLE EMOZIONI E DEI MITI E DEI DATI STIPATI NELLA RETE DAGLI UOMINI.
E'MOLTO PIU' CHE UMANO, E HA UN SUO SCOPO PRECISO: CHE E' QUELLO DI CONTINUARE
A ESISTERE. E PURTROPPO IL SUO CIBO E' LO STESSO NOSTRO: LE ANIME."
"Che c'entrano le anime ? E in che senso ho ragione ?" chiese
Matteo.
"UNA COSA ALLA VOLTA. QUESTA... ENTITA'... HA SEGUITO PATHOS FIN DALLE
ORIGINI... DA SEMPRE AVETE GIOCATO IN CASA SUA, SULLA RETE. E DA SEMPRE
VI HA TENUTI SOTTO CONTROLLO. E HA DECISO CHE SIETE UN PERICOLO PER LUI.
EVIDENTEMENTE IN QUALCHE MODO IL PROGETTO DI PATHOS CONTRASTA CON IL SUO,
QUALE CHE SIA."
"E così ha creato stop-the-pathos. Un'entità solo virtuale, un nemico diabolico a cui ci sarebbe sembrato impossibile opporci" continua Stefano "chi altri, in effetti, poteva rompere le difese telematiche di mezzo mondo ? Solo qualcuno che ERA, in un certo senso, la Rete. Maledetto..."
"E la nostra paranoia ha fatto il resto. In effetti, non sbagliavo di molto dicendo che Stop-Pathos eravamo noi. Grazie, Prometeo." conclude Matteo.
"Ti ringrazio anche io, fratello Prometeo" dice Loki "
Per quanto riguarda i traditori te ne posso dare conferma io. Non c'è
nessuna aura di menzogna o di tradimento. Ci sono, però, cose non
dette, in particolare, Stefano..."
Loki rivolse il suo sguardo verso di lui, e gentilmente, con voce calma
continuò "Cosa non ci vuoi dire? Qui siamo tutti insieme a
combattere lo stesso nemico. Non ci nascondere nulla!"
"E questo è davvero peggio di una menzogna, preferisco un onesto
traditore piuttosto che un fratello che non si compotra come tale."
disse con sicurezza De Principe.
Stefano rispose allo sguardo di entrambi, e lo sostenne senza nessun problema: "Non ho assolutamente nulla da dirvi, Loki. Non capisco di cosa tu mi stia accusando, di preciso, ma mi pare di capire che sia qualcosa di assolutamente irrilevante in questo preciso istante. Credo che Prometeo abbia appena detto che nessuno di noi ha tradito il Pathos..."
"ASSOLUTAMENTE SI'. O ALMENO, NON PER QUANTO RIGUARDA Stop-Pathos"
"...e questo mi sembra più o meno tutto quello che dovevamo scoprire, prima di organizzarci per fare il CULO a questa simpatica intelligenza artificiale. Mi spiace, ma di me sapete davvero tutto quello che vi potrebbe presumibilmente interessare. Non vedo davvero cos'altro aggiungere." Queste parole furono dette con tanta sicurezza che Loki e De Principe tacquero.
"BENE, SIETE PRONTI PER QUESTA CAVALCATA NELLA MATRICE ?" chiese quindi Prometeo.
"Beh, pare che al mio costume abbia pensato tu." rispose sorridendo Spock.
Leonardo appariva come un bell'uomo sui trent'anni, e attorno a lui si vedeva una soffice aura luminosa che ne confondeva lievemente le fattezze. I suoi vestiti, fino a pochi minuti prima eleganti ed estrosi, erano adesso strappati in più punti, e fra gli strappi apparivano i muscoli di un'atleta. In mano teneva una lunga Spada. I capelli erano diventati più lunghi, cinti da un'antica corona. Non c'era più Leonardo Di Giovanni, ma Gilgamesh, il Guerriero Desiante.
Anche Nella si guardò per pochi istanti... In questo luogo era una donna alta, bionda e prosperosa... di una sensualità struggente, materna e intrigante allo stesso tempo. Indossava un'ampia veste di foggia greca, di colore porpora, trattenuta in vita da una cintura di cordicelle intrecciate. L'abito era fissato sulla spalla destra da una spilla d'oro a forma di spiga: " uhm... questo aspetto non è adatto alla situazione... mi mette a disagio... si può fare di meglio... vediamo..." In un vorticare di tessuti e di luci, comparve Demetra, che ora sorrideva con un brillio di divertimento negli occhi: ora era inguainata in un paio di attillati pantaloni neri di tessuto lucido. Un giubbetto corto, nero, di pelle opaca, con ampie spalle imbottite e borchiate le copriva appena il torso. Dalla lampo semiaperta spuntava uno scollatissimo bustino rosso... Sulla spalla destra era appuntata la solita spilla a forma di spiga. "ohhh.. ecco, così mi sento più a mio agio... odio sentirmi fuori posto..."
Matteo era disorientato, sentiva dentro di se riemergere tutti i suoi
sentimenti con una forza mai provata prima. "E' strano, avere così
varcato di colpo la soglia della realtà. Essere giunti in un dominio,
dove il pathos è sovrano. Tutto è così diverso, tutto
è così più vivo. E la matrice, solo nei romanzi se
ne ha na immagine. Ma anche la descrizione di Gibson, è una piccola
luce ai confronti del faro che è la realtà."
I suoi capelli erano ora bianchi come il ghiaccio e oscillavano lunghi
lungo la sua schiena. Il vento della matrice li sollevava ogni tanto rivelando
sulla schiena nuda un tatuaggio celtico di incredibile fattura. Addosso
portava solo un Kilt di sette colori, il kilt dei bardi reali d'Irlanda.
E al suo fianco in una custodia di fine cuoio lavorato riposava un'arpa
di legno di sorbo.
Il suo collo e i suoi polsi erano cinti da torc di oro rosso, e al posto
del coltello ora in mano stringeva una lunga spada di bronzo. Il sangue
dei suoi antenati scorreva incandescente nelle sue vene grazie al luogo
in cui si trovava.
Spiner appariva invece come un guerriero delle foreste... come un personaggio di un romanzo Fantasy... il costume di foggia Celtica e dai colori che ricordavano il verde ed il marrone... al di sotto della tunica si notava un'armatura di cuoio borchiato ed un lungo mantello nero gli cingeva le spalle... ai piedi portava stivali resistenti ma leggeri. La mano che prima teneva il coltello ora impugnava una spada affilata... mentre sulla schiena si potevano vedere arco e faretra che spuntavano oltre il mantello. I suoi capelli erano più lunghi di prima, gli era cresciuta una folta barba ed i suoi occhi sembravano un poco più a mandorla di prima... La sua figura sembrava addirittura più alta... L'unica cosa rimasta immutata erano i suoi guanti di pelle nera.
"ribadisco : fico" fece Pantarkos, mentre si guardava intorno. Gli occhi di Pantarkos cominciarono ad emanare una luce arancione e assunsero un'aspetto che ricordava la superficie di un metallo; con uno scatto due lame ricurve spuntarono dai suoi avambracci e un paio di propulsori direzionali dalla sua schiena. "Pronti"
Francesco de Principe sembrava invece refrattario al luogo in cui si trovava, e mantenne la sua immagine usuale.
Ecco Gilgamesh il guerriero, Raistlin l'arcimago, Loki di Asgard, Demetra Cyberpunk, il Bardo delle Canzoni, un Guerriero delle Foreste, una sorta di Guyver, e un uomo del 20mo secolo. Una vera compagnia da avventura fantasy, o da romanzo cyberpunk forse. Le loro immagini formano un contrasto magico con le impossibili prospettive di neon e forme geometriche che si elevano a perdita d'occhio nel debole riflesso d'antracite della Matrice.
"E adesso, cosa si fa ?" chiese Francesco, molto terra terra.
"Come prima cosa, vediamo di deviare quella petroliera. Prometeo,
puoi..." dice Spock.
Una vertigine assalì i componenti del gruppo. Pochi istanti dopo, sulle veloci ali del cyberspazio, si ritrovarono sulla tolda della nave... o almeno, sulla versione cyberpunk della tolda della nave. Di fronte a loro, un timone sembrava un riferimento molto ovvio...
Ma fu un sonoro ringhio ad attrarre la loro attenzione, mentre intorno a loro si stava materializzando un branco di enormi mastini che li guardavano digrignando le fauci. Loki e Gilgamesh si guardarono in tralice. Poi sogghignarono. Poi scoppiarono a ridere poderosamente, mentre i cani li assalivano. Fuun attimo. La spada di Loki brillò nell'aria, e quella di Gilgamesh la seguì subito a ruota, mentre lo scudo di Loki guizzava a riparare entrambi dagli assalti dei cani. In pochi istanti la prima ondata venne respinta, ma altri animali rimpiazzarono i primi, sempre più numerosi. In breve, anche Thurant e Spiner si unirono alla lotta, pur con meno grazia dei due mitologici guerrieri.
Frattanto, Spock era di fronte al timone. Lo guardò con circospezione. De Principe gli era accanto, e fece per dargli una mano a girarlo. Spock lo fermò di scatto, poi con un gesto della mano estrasse dalle tasche della tunica una monetina. La lanciò verso il timone, e questa esplose in una marea di scintille.
Frattanto anche Pantarkos era sceso in campo e stava dandosi da fare con le sue lame. "Spock, datti una mossa" ringhiò, mentre abbatteva un cane giunto anche troppo vicino.
Spock stava studiando un pannellino a combinazione nascosto vicino alla ruota. Pochi istanti dopo, si udì un sonoro schiocco. Spock urlò a De Principe "Svelto, mentre io tengo ferma questa trappola, gira quel timone !", poi sottovoce "almeno, spero che ci sia solo questo..."
Con un perfetto tempismo, Francesco si avvicinò al timone, e lo virò con tutta la sua forza, aiutato anche da Alessio Majere. Due mastini balzarono verso di loro superando i loro compagni. Si udì un urlo di spavento, e la mano di Francesco corse al fianco, dove non aveva purtroppo la sua fida katana. Proprio quando ormai il cane aveva aperto le sue mascelle per azzannargli il viso, l'acciaio che non c'era brillò nella sua mano mentre la lama baciava la gola del cane in uno spruzzo di sangue. L'altro mastino stava per piombare addosso ad Alessio, quando i suoi occhi si fecero vitrei ed esalò un ultimo rantolo. Dietro di lui, la spada affondata nel fianco della cyberbestia, Matteo.
La petroliera ora puntava nella direzione opposta, e i cani batterono in ritirata. Pantarkos osservò i corpi delle bestie e suggerì: "Potremmo provare a "indossare le loro pelli". Questo nel cyberspazio potrebbe coincidere al mascherare la nostra presenza ai programmi anti-intrusione con un controprogramma che lo confonde."
"Mica scema come idea" approvò Spock "ma chi le scuoia le bestiacce ? Io temo di non esserne capace..."
Dopo qualche problema tecnico, i nostri eroi riuscirono a spellare gli animali senza rimetterci nemmeno un dito (e vista la loro perizia non fu impresa da poco... )
"E ora che sembriamo tutti dei barbari delle pianure, che si fa
?" chiese Flavio.
"Adesso facciamo in modo che Stop-Pathos non possa più nuocere.
Dobbiamo rintracciarlo e eliminarlo" rispose Gilgamesh, affilando
la lama con un movimento sapiente.
"Prometeo, sai come possiamo giungere da..."
Un improvviso senso di vertigini li assalì nuovamente, mentre iniziavano a percorrere a velocità vertiginose le strade della matrice. A metà strada tra lo stato di ebbrezza e il mal di mare, videro scorrere sotto di loro i nodi luminosi della rete, enormi strutture luminose che intuivano essere i grandi computer del network mondiale delle comunicazioni. Il loro viaggio era tutt'altro che rettilineo, da principio, e procedeva con scatti bruschi e decelerazioni improvvise, mentre tutt'intorno a loro si vedevano confluire centinaia di migliaia di impulsi luminosi, pacchetti di dati che vagavano liberi nel cielo nero di questo dominio di silicio. Come lemming si incanalavano nei colli di bottiglia della rete, come cascate e geyser esplodevano nelle arterie ad alta velocità che attraversavano il globo.
Fu in una di queste che li portò il loro viaggio, e dalla quantità di forme e impulsi che la affollavano intuirono che si trattasse di uno dei grandi backbone che uniscono l'Europa agli Stati Uniti. Ad un certo punto sorse loro la tentazione di afferrare alcuni dei segnali che li circondavano. Spesso essi non contenevano nulla, altre volte erano incomprensibili, altre ancora perfettamente leggibili: email, pagine web, brandelli di vita di persone che non conoscevano e che si mescolavano qui.
Si udì la voce di Prometeo: "E' QUI, IN QUESTO BRODO PRIMORDIALE
DI EMOZIONI E IDEE UMANE, CHE E' GERMOGLIATA SPONTANEAMENTE QUELL'INTELLIGENZA."
E improvvisamente tutti capirono come la nota pura di Psiche non fosse
completamente avulsa dal Pathos umano, e anzi ne fossse spettatrice privilegiata,
come loro in quel momento.
Pochi istanti ancora, un paio di brusche svolte, e il gruppo giunse di fronte a un'enorme torre che sembrava costruita con qualcosa di molto simile ad avorio. Un flusso ininterrotto di impulsi luminosi la circondava sfavillando, mentre una cascata di sequenze di codici di controllo li indirizzavano ora su questo, ora su quel gateway, in mezzo a una enorme confusione di caratteri ASCII reiterati all'infinito, mentre sulle veloci piste telematiche pacchetti di dati perduti, brandelli di sogni infranti, venivano crudelmente killati dagli impeccabili ed efficienti controllori di processo. Gli empathici si resero conto di essere in un grande centro dati, probabilmente un provider di accesso nazionale, e guidati dalla forza di Prometeo si incolonnarono anche loro nel veloce ed ordinato fiume di impulsi elettrici che attendevano ordinatamente il loro turno per essere processati dall'instradatore.
L'instradatore ricordava per forma un enorme tabellone da stadio, solo che era riempito di cifre e simboli strani. Lampeggiava rapidamente indicando a ogni pacchetto la sua rotta, mentre vigili i protocolli di correzione degli errori (simili a braccia metalliche dotate di una grossa pinza) spostavano con poca grazia i pacchetti che prendevano la strada sbagliata.
Quando ormai i nostri stavano per raggiungere l'instradatore, vennero abbagliati da un improvviso flash di luce. Quando riaprirono gli occhi un istante dopo, videro l'instradatore completamente distrutto, mentre intorno a loro i pacchetti di dati si erano fermati di colpo e non avanzavano più. I correttori erano fermi, e muovevano avanti e indietro le loro pinze oscillando indecisi, limitandosi a distruggere i pacchetti di dati che tentassero di infilarsi in una direzione casuale. Gli empathici iniziarono a percepire fisicamente la pressione dei vari pacchetti di dati che cresceva intorno a loro, mentre iniziavano ad avvenire collisioni random tra cornici di trasporto di treni di informazione, e tutt'intorno a lorp iniziano a brillare i bagliori sinistri di impulsi ormai perduti che giravano in loop infiniti distruggendo tutto quello che c'era lì intorno.
"Dobbiamo proprio passare di qui ?" chiese Spock, disorientato.
"E' L'UNICA VIA D'ACCESSO. E PARE CHE IO NON SIA L'UNICO A CREDERLO.
NON PENSO CHE QUESTO INCONVENIENTE SIA CASUALE"
Una detonazione scosse la sezione dove si trovavano gli empathici. Una pioggia di minuscoli frammentini di quel materiale bianco avorio li avvolse, mentre udivano l'urlo di dolore di una RAM condannata a morte echeggiare nel silenzioso pulsare di onde E.M. che li circondava. Sembrò che questo evento causasse una catena di guasti, mentre molti controlli si arrestavano, e alcune luci della torre d'avorio si spegnevano. I protocolli di correzione degli errori iniziarono a fare scempio della folla di impulsi indifesi che gli stavano di fronte, mentre intorno a voi agli empatici iniziarono ad ergersi delle specie di mura luminose, come se qualcuno o qualcosa stesse tentando di bloccare il passaggio.
"Devono essere gli operatori del sistema che stanno tentando di bloccare tutto prima che la situazione diventi critica... se decidono di riavviare la macchina o di spegnerla per manutenzione rischiamo di essere tagliati fuori..." disse Spock Poi guardò le pinze dei controllori d'errore che ormai smembravano a tutta velocità i flussi di comunicazione in arrivo colpevoli solo di aver amichevolmente tentato un handshaking. "D'altronde, se proviamo a passare di lì, rischiamo di venire tagliati e basta... Qualche idea su come si possa assaltare un bastione telematico ?"
Loki guardò la Torre. Era ancora eccitato per il combattimento,
erano secoli che non riassaporava il gusto della lotta, dell'adrenalina
che scorre nelle vene.
"E' un computer, e i computer fanno qualsiasi cosa si voglia se si
danno i comandi giusti! E non obiettate che ha la sua parte umana, una
coscienza ecc.. Il mio motto è <<Un uomo è come un
computer. Farà qualsiasi cosa si voglia se gli si danno i comandi
giusti!>>"
"Tra l'altro questo è proprio solo un computer" rispose
Spock "nemmeno un po' umano..."
"Non sarebbe possibile creare una specie di virus che camuffato
in uno di quegli affarini che vengono smebrati dalle pinze le attacchi
distruggendole o perlomeno distrarle mentre passiamo?" chiese Fabio.
"La realtà cyberspaziale è un tantino più versatile
di quella materiale, ricorda poi che le nostre azioni corrispondono in
effetti a programmi e controprogrammi, come se invece di parlare e muoverci
noi digitassimo su delle tastiere..." rispose Pantarkos.
"Esatto" rispose Priestly "Noi vediamo i comandi e le funzioni
della Rete filtrate dal nostro modo di concepire la realtà... quindi
non dovete preoccuparvi di come si traducano i dettagli tecnici, a questo
pensa l'interf... ops, Prometeo."
"non sono mai stato il massimo in informatica..." Pantarkos accese
i razzi che aveva attaccati dietro la schiena e cominciò a volteggiare
, tenendosi ben lontano dalle pinze ma abbastanza vicono da osservarne
il movimento...cercava un punto morto del loro movimento, una zona dove
non potessero attenagliare ciò che passava.
"Grazie all'aiuto di Prometeo noi possiamo spostarci lungo traiettorie
e in zone dove i dati comuni non possono passare e spostarsi, quindi è
possibile per noi raggiungere una zona dove le tenaglie non cercheranno
mai (perchè non sono programmate a farlo), ad esempio passandoci
so..."
Con un sonoro THUD la testata di Pantarkos confermò a tutti che
in realtà, nonostante godessero di una certa libertà, non
potevano abbandonare del tutto le piste dei dati.
Pantarkos ritornò al suolo con la leggiadria di un piccione grasso:
"Che botta, (CENSURA) !!!"
De Principe provò a sdrammatizzare: "Perchè non riprovare
con il trucchetto mentale? Potremmo convincerci di essere invulnerabili,
ma chi farà da cavia? Certo un tecnico come Spiner è il più
sacrificabile..." era la prima volta che sorrideva da quando aveva
incontrato il gruppo.
Spiner si girò di colpo... spada alla mano... sguardo fisso su De
Principe... poi si calmò e disse: "Dottore... ce la vedremo
a modo nostro, più avanti... è una promessa!"
"Scusa, non ho resistito."
La faccia di Spiner si contrasse in un sorriso... più o meno forzato...
"Comunque non stavo scherzando del tutto... dell'acqua regia potrebbe
fare al caso nostro..." disse De Principe.
"Acqua ragia ?" fece Matteo.
"Acqua REGIA: un composto chimico altissimamente corrosivo" rispose
Spiner.
"Sentite, in mezzo a tutta questa acqua regia vedete se vi capita
di trovare dell'acqua ossigenata : il mio bozzo in testa brucia, non si
sa mai che infezioni si possono prendere qui nella matrice..." Uno
sguardo gelido degli altri accolse la frase di Pantarkos: "Ok, mi
arrangio... ahia..."
De Principe si concentrò al massimo cercando di ripetere il giochetto
che gli era riuscito con la spada. Anche Spiner e Thurant gli si avvicinarono
e tentarono di aiutarlo in questo. Matteo, estraendo l'arpa che portava
alla cintura, si mise a suonare una melodia antica e struggente che sempre
lo aveva aiutato a concentrarsi, sperando che ciò potesse servire
anche agli altri. Gilgamesh e Loki fecero lo stesso, mentre attorno ad
essi iniziava a bruciare luminosa una sottile aura di energia. Era evidente
che non tutti facevano affidamento solo sulle loro risorse innate. Dopo
pochi istanti una grossa e panciuta bottiglia da laboratorio chimico comparve
a mezz'aria.
Francesco aprì gli occhi e afferrò la grossa beuta, dirigendone
l'imboccatura verso le pinze dei controllori d'errore. Da essa fuoriuscì
una specie di geyser di acqua regia, che si proiettò verso lo sbarramento
mortale.
Un urlo d'agonia si levò da una schiera di dati condannati a morte, smembrati e danneggiati oltre ogni possibilità di recupero, mentre il liquido corrosivo colava loro addosso. I controllori d'errore vennero assaliti dall'acido, che sembrò intaccarli e distruggerli. All'istante, tutti assieme gli empathici scattarono verso il varco che si era aperto. Ma una bruttissima sorpresa li attendeva. Di fronte a loro, a perdita d'occhio, si estendevano centinaia, forse migliaia di canalizzazioni. Tutte vuote, dal momento che il flusso di informazioni era stato fermato a monte. La cosa peggiore era però che l'assalto dell'acqua regia sembrava aver gravemente danneggiato anche le strutture della torre d'avorio, come se tutti quei sistemi fossero collegati tra loro, che ora minacciava di crollare, rendendo inutilizzabile buona parte dei tracciati.
Dovevano scegliere a caso, necessariamente. Stefano a un certo punto
disse: "D'accordo, io ai dadi vinco sempre... di là !"
E si buttò verso la via che d'istinto gli parve migliore. D'incanto
gli empathici percepirono la stessa sensazione di prima, mentre Prometeo
li sospingeva lungo i tracciati delle strade telematiche.
Matteo suggerì, durante il rapidissimo viaggio: "Io direi di
prendere un appunto. Se riusciamo a spegnere Stop the Pathos, io direi
che non farebbe male a nessuno se sulla via del ritorno beccassimo il database
di Di Coccio e della polizia, e gli dessimo fuoco, e magari già
che ci siamo andassimo anche a mettere la retromarcia alla petroliera."
Aveva appena finito di parlare che la loro corsa si arrestò.
Di fronte ad essi la griglia ordinata e luminescente della matrice sembrava cedere il posto a un intrico di piste distorte, che sembravano spettrali nella loro diafana luminosità. Un certo sesto senso "empathico" suggeriva a tutti loro che in questo posto vi fosse qualcosa di profondamente sbagliato.
Di fronte al gruppo si estendeva un'ampia muraglia, che sembrava in tutto e per tutto simile alle immagini della cortina di ferro che avevano visto sui libri di storia. Si trattava di un alto muro in cemento circondato e sormontato da filo spinato. Il muro era interrotto a tratti regolari da porte, sigillate, composte di uno strano materiale che sembrava un cristallo di qualche tipo, affiancate ognuna da due alte torrette che sembravano fatte per montare la guardia... e per alloggiare cecchini. Ogni tanto le porte si aprivano per lasciare uscire delle scariche di dati che aleggiavano verso il cyberspazio perdendosi nella matrice.
"QUI FINISCONO LE PISTE DEL CYBERSPAZIO" annunciò con
una inflessione quasi... addolorata Prometeo, come se questo per lui rappresentasse
un abominio.
"Scalare quel muro è un suicidio" valutò con esperto
occhio tattico Leonardo "e avvicinarsi alle porte lo è doppiamente"
"E se provassimo a creare un diversivo ?" chiese Fabio.
"Come ?" chiese Loki.
"Non sono un esperto di informatica..."
"Non serve" gli rammentò Stefano "quello che vediamo
qui è una "traduzione" in termini empathici della realtà
della rete, grazie a Prometeo"
"E se creassimo qualcosa che distragga i guardiani ?" chiese
Fabio "potremmo scalare il muro e provare ad aprire le porte dall'interno,
come succede per quei cosi..."
"Potremmo chi ?" chiese Loki.
"Io non me la cavo male..." rispose Fabio
"Neanche io" sorrise Gilgamesh.
Pantarkos sorrise a sua volta indicando il suo Jet personale.
"E le guardie sulle torrette ? Il diversivo non durerà in eterno...
Inoltre ammesso e NON concesso che lì dentro ci sia il nostro nemico,
cosa gli facciamo, ciao ciao con la manina ?" notò Spock.
Nella era molto perplessa. Abituata ad aver a che fare con forme di
vita a base di carbonio, non aveva molta dimestichezza con intelligenze
al silicio. Con un sospiro poco convinto trasse dal giubbotto una fiala
di liquido verde iridescente, la osservò un po' pensosa e poi la
porse a Stefano:
"Questo è Kykeion, una mistura di menta, estratto concentrato
di segale cornuta e qualcos'altro che non sto a dirti... La sua azione
sul cervello umano è dirompente: basta che poche molecole superino
la barriera emato-encefalica per alterare le trasmissioni sinaptiche...
impulsi elettrici... in altre parole è anche un allucinogeno potentissimo...
Se pensi che possa servire a qualcosa anche su queste guardie che sono
sogni di un cervello al silicio, tieni... in fondo anche qui tutto funziona
per impulsi elettromagnetici. La quantità che c'è in questa
fiala è enorme... Ma attento a maneggiarla: può essere assorbita
anche attraverso le mucose... e non vorrei doverti rincorrere qua dentro
mentre sei in pieno "viaggio", potrebbe non essere del tutto
piacevole..."
"Wow, fico: un trip per IA !" rispose Spock sorridendo.
Loki si volse verso Nella e gli altri: "Forse non l'avete capito,
e io non sono la persona più adatta a dare delucidazioni. Ma quando
è comparso il primo cerchio luminoso dal computer di Stefano ho
attivato un potere che dovrebbe proteggervi tutti per diverse ore. Non
so se può difenderci per molto dai proiettili - in fin dei conti
questo luogo è la loro casa, non la mia - ma dalla fiala dovrebbe
proteggerci senza troppi problemi"
"Quindi abbiamo - spero - un'arma" rispose Spock "Bene.
Allora, visto che non ci sono idee migliori... entriamo. Proverò
a creare qualcosa che causi un certo scompiglio... ci vorrebbe un'idea..."
"Stefano, sai cos'è un rugginofago ?" chiede Alessio Majere.
"Certo che so cos'è... ho masterizzato AD&D per anni..."
risponde Stefano, quasi piccato dal dubbio, ma si interruppe subito con
gli occhi che brillavano... "Un rugginofago... bello... ma perchè
UNO ?..."
Spock volse il suo sguardo intorno: tutti i suoi compagni erano giocatori
di ruolo, ed avendo una loro idea di cosa fosse un rugginofago lo potevano
aiutare. Ma...
"Prometeo ?"
"Sì, SO COS'E'. NON TI PREOCCUPARE. PARE CHE VOI ... GIOCATORI...
DI RUOLO NON ABBIATE NIENTE DI MEGLIO DA FARE CHE ESIBIRE LE VOSTRE CREAZIONI
SULLA RETE TELEMATICA" sospirò Prometeo.
"Bene... allora riproviamo con questa cosa... peccato che non funzioni
anche nella realtà..." rispose Spock. Attorno a lui brillava
una decisa aura di potere. Chiuse gli occhi e sembrò concentrarsi.
Uno a uno, tutti gli empathici si ritrovarono a pensare a come fosse fatto
un rugginofago. Stranamente, per nessuno di essi era esattamente ciò
che pensasse, come se stessero assistendo ad un mix di tutte le diverse
"immagini mentali" del mostriciattolo.
Una violenta scossa mentale li colpì quando quando anche Prometeo
si aggiunge a loro con la sua poderosa forza di volontà. In quel
momento sentirono un rumore ticchettante e aprirono gli occhi. Una vera
invasione di esseri vagamente simili ad armadilli, ma con due antenne lunghissime,
stava giungendo da ogni dove, materializzandosi letteralmente a mezz'aria,
e sdoppiandosi ripetutamente, fino a che una vera schiera di bestiacce
era ormai accalcata davanti ai reticolati di filo spinato, che si dissolsero
in pochi istanti.
Nell'aria risuonò un secco crepitio mentre sventagliate di proiettili
traccianti fishiavano, e gli armadilloni iniziavano a cadere stecchiti.
"Ora !" gridò Loki, mentre attorno ai due scalatori una
parte della sua aura si estendeva, proteggendoli e nascondendoli a un tempo.
Di Giovanni scattò con una agilità del tutto soprannaturale,
e con pochi movimenti divorò il muro. Ma anche Fabio lo scalò
agilmente, grazie a dei piccoli "artigli di gatto" che gli erano
spuntati sotto le palme delle mani.
Pantarkos, poi, accese il suo zaino propulsore e superò d'un balzo
il muro, prima ancora che le sentinelle potessero avere anche solo il tempo
di accorgersi di quel che succedeva
Giunti dall'altra parte, i tre eroi corsero verso la porta, ancora protetti
dal velo di Enigma, mentre le mitragliatrici continuavano ad eruttare fuoco
sui rugginofagi al di là del muro. Bruttissima sorpresa, la porta
non disponeva di meccanismi di apertura. Ma non ebbero nemmeno il tempo
di porsi il problema su come aprirla che la porta si aprì spontaneamente
per lasciar passare un treno di dati in corsa verso chissà quale
incubo digitale. Appena questi furono passati la porta incominciò
a slittare indietro e a chiudersi.
"Col cacchio!" urlò Pantarkos, partendo alla massima potenza e lanciandosi in volo verso il centro della porta; giunto a mezza altezza, allargò le braccia, mentre i due pannelli della porta stavano sopraggiungendo a tutta velocità.
Le braccia del greco si illuminarono per un attimo come infuocate, poi
assunsero il colorito grigiastro del metallo; subito dopo i pannelli piombarono
su di lui. E con un sonoro cozzo metallico, essi arrestarono la loro corsa
contro le braccia spalancate di Pantarkos, trasformate in due enormi aste
d'acciaio.
"Sbrigatevi! Non so per quanto resisterò!"
I portali in diamante premevano sulle braccia del povero Andrea, mentre
tutti i suoi colleghi si slanciavano verso il portale che continuava a
sibilare sinistro mentre cercava di richiudersi.
"In frettaaaaaaHHHHHHHH" urlò di dolore Andrea mentre
le sue braccia si piegavano un poco.
Matteo scattò verso le porte, e lo stesso fece Alessio, entrambi
colti dallo stessissimo pensiero. Come se avessero comunicato telepaticamente,
uno si buttò verso il portale di destra e l'altro verso quello di
sinistra, cercando disperatamente di evocare l'immagine di una trave di
metallo che trattenesse separati i due battenti. Ma purtroppo parve che
il trucco non funzionasse stavolta, quindi i due si limitarono a slanciarsi
all'interno del muro.
Lo stesso riuscirono a fare anche tutti gli altri, mentre le guardie iniziavano
a sparare anche contro di loro, rendendosi conto che l'armata di armadilloni
era solo un trucco. Ma parve che il potere di Loki li difendesse tutti.
Appena tutti si furono messi in salvo al di qua del muro, Pantarkos si slanciò all'indietro lasciando che le porte si richiudessero. Esattamente nello stesso istante le due guardie concentrarono il fuoco su di lui che pareva un bersaglio facile. Ma lo scudo di Loki comparve misteriosamente tra le mani del greco, che lo usò per coprirsi la ritirata mentre anche tutti gli altri scattavano per allontanarsi dal muro.
"Grazie, Signore degli enigmi, il tuo scudo mi ha difeso; ti sono molto riconoscente..." disse Andrea, ma poi si fermò, mentre come gli altri faceva scorrere il suo sguardo sulla pazzia che li circondava.
Questa zona era sgombra dagli ordinati filamenti dorati della matrice. Al loro posto vi erano delle intricate linee dotate di una diafana e pulsante luminosità. Sopra di esse fluttuavano come dispersi dei voli di dati, frammenti dei sogni spezzati della macchina intelligente che governava quel luogo.
Loki si guardò intorno, ora non sembrava che nessuna emozione trasparisse dal suo volto. Eppure dentro di lui un turbinio di emozioni lo assalivano. Nel corpo e nella mente di Jacopo Bartoini Salimbeni la speranza e la curiosità di vedere la rete che tanto aveva studiato era sempre stata forte. E adesso la osservava, e l'aveva osservata, nelle tante sfumature che prima poteva solo immaginare.
Dovunque si potevano vedere immagini di un frenetico lavorio, in cui enormi macchinari a cui nessuno avrebbe potuto dare un nome spostavano, agganciavano e rompevano i collegamenti. Al centro di questa ragnatela intricata e di questo fervore operoso, videro un uomo. Una pallida e translucida immagine umana, seduta su un trono che sembrava fatto di cristallo, e illuminato dalla stessa energia pulsante che scorreva nella ragnatela costruita come un bozzolo attorno a lui. Nel suo cranio videro conficcati dei cavi, che lo interfacciavano alla ragnatela, e da cui si generavano a tratti dei bagliori sinistri di colore violaceo. Le sue dita sembravano fremere e muoversi, come le mani di un uomo che sogna. Ma se quell'uomo stava sognando il suo sogno doveva essere doloroso, perchè continuava a dimenare la testa e a gemere silenziosamente.
"Che sia la mente che ha generato Stop-Pathos ? Qualunque fosse il motivo per cui è allacciato alla rete, ora egli ne è schiavo... Guardate come muove le mani...è come se nella realtà lui stesse digitando comandi sulla tastiera del suo "deck"...incredibile... " commentò con un fil di voce Pantarkos.
"Siamo giunti, Prometeo ?" chiese sottovoce Spock. Non ottenendo risposta, poi si ripetè: "Prometeo ? Prometeo !"
"Ops... Spock, saresti in grado di capire dove siamo...intendo a quale parte della rete coincide questa arte della matrice? potremmo risalire a chi sia quell'uomo..." chiese Pantarkos.
Loki osservò: "Probabilmente è solo un'immagine di
qualcuno o di qualcosa che agisce. Forse solo l'immagine che Stop Pathos
si è auto creata per sentirsi più simile agli uomini. O forse
colui che sta usando la rete si vede così, come noi abbiamo ricreato
le nostre forme. Però è vero. Sembra che stia soffrendo."
Spock scuote la testa "Non credo che sia un essere umano vero e proprio...
è solo un'immagine..."
"Beh, potremmo comunque provare a comunicare con lui, non sembra
se la stia godendo in questo momento e potrebbe darci una mano lui stesso
a far finire questa follia... in caso contrario..." Pantarkos estrasse
una seconda volta la pistola da sotto il cappotto e la caricò con
un *click* "...rapido e indolore."
Anche l'avvocato Majere estrasse un revolver.
"Potreste provare!" disse Loki "Ma non so se anche sparando
a lui risolveremmo qualcosa. Forse, nel caso fallisca la diplomazia potremmo
anche provare a tagliare i fili che collegano il corpo alla matrice."
"Credo che riuscire a comunicare con lui sarebbe molto utile... anche se mi sembra altamente improbabile, temo!" esclamò Fabio. "è ora di utilizzare il tuo Kykeion, Demetra?" chiese, rivolgendosi contemporaneamente a Stefano ed alla bella Nota.
"Forse è su di lui che dobbiamo usare il Kykeion... Ma vorrei
esserne certa, prima..." rispose Nella.
"Sì, mi sembra DECISAMENTE il caso di andarci cauti..."
concordò Spock.
Loki si volse verso Gilgamesh. Lo guardò per un momento. "Fratello
di desiderio, non puoi sentire il suo stato d'animo? Se fosse uno schiavo
invece del Nemico potremmo fare un'errore a colpirlo"
A queste parole, Spiner fece notare a Loki i cavi di interfaccia conficcati
nel cranio del tizio i questione:"Sono d'accordo con la cautela...
però quei cavi sono invitanti... e lasciano pensare che in realtà
sia a lui a controllare qualcosa più che esserne controllato..."
Gilgamesh annuì. Si fece avanti e si pose le mani sul petto, chinando il capo. "Chi sei? Uomo o macchina, tutto è permeato di Desiderio, e Ishtar mi ha reso Signore di tutti i Desideri, apri il tuo cuore, svelami la tua anima, perchè i tuoi Desideri sono bagliori ai miei occhi....."
Gilgamesh aveva gli occhi chiusi ed era come se tremasse nello sforzo...
Poi ebbe un sussulto: il suo potere era stato contrastato. Nonostante la
sorpresa, Gilgamesh chiuse nuovamente gli occhi e le palme delle mani tormentarono
il suo petto muscoloso...
"Tu..... non puoi..... celare.... a Gilgamesh..... il Desiderio......!"
Gli occhi del Desiante Guerriero si accesero di luce, e l'intera sua figura diventò splendente... dietro la sua schiena, si stagliò l'ombra cupa di due grandi ali.... poi le sue braccia si protesero verso la figura davanti a lui e le dita si piegarono come se tentassero di penetrare una densa barriera..... La fronte del Guerriero si imperlò di lucido sudore che cadde a terra in gocce brillanti.
Poi Gilgamesh urlò e il suo urlo fu terribile, un urlo di orrore
e di dolore mentre tutto il suo corpo rimaneva teso, come a mantenere un
contatto impossibile.
"Un'ondata di Desideri mi assale, se non fossi ciò che sono
ne sarei schiacciato... è forte come non mai... Desideri incoerenti,
diversi, come di mille e mille persone... Mai nel corso dei Millenni ho
visto una simile aberrazione...... Uno.... ce ne è UNO che domina
sugli altri..... li sopravanza, come sui flutti di un'onda colossale.....
VIVERE! e un altro Desiderio è lì a fianco, a sostenerlo.....
ESSERE IL CENTRO !"
Il grande corpo di Gilgamesh tremava e vibraca, come se lo sforzo fosse incredibile.... le vene del collo e delle tempie si gonfiarono deformando lo splendido viso del Guerriero Desiante, ma le braccia restarono tese, avanti, e le dita sembrarono affondare ancora di più nell'aria davanti a sè. La voce di Gligamesh si fece roboante, come se per farsi sentire dovesse sovrastare un'orda di voci, di lamenti, di grida....
"I sogni di questo essere, chiunque egli sia, sono quelli di un mondo che ha come centro la Rete. Che ha come centro Lui. Il grande fratello! Desidera Cibo e le anime dell'uomo sono cibo... intrappolate nel delirio telematico... Pathos è un concorrente... Pathos è il mistero che distoglie dalla folle corsa verso la scienza. Verso di ME!" Gridò Gilgamesh ora con voce stridula, il suo viso attraversato da una smorfia crudele, le labbra piegate in un ghigno di voracità insaziabile. "Ucciderliucciderliucciderlitutti!!!!!"
Poi il Primo di Desiderio chiuse gli occhi e si scosse inorridito da pensieri che per un attimo avevano invaso la sua mente. Il contatto si interruppe bruscamente e il Grande Guerriero piombò a terra come una marionetta spezzata, con rivoli di sangue che colavano dal naso e dalle orecchie.
Nella si precipitò accanto a Leonardo. Si chinò su di lui ed accarezzò con gentilezza la fronte dell'uomo: dalle sue mani emanava una lieve luminosità dorata. L'effetto fu quasi immediato, il sangue cessò di scorrere e il viso di Leonardo riprese colore ed il respiro si fece regolare.
"Non c'è dubbio" Ansimò Leonardo ad occhi sbarrati "Egli è stop-pathos. ESSO è stop-pathos. Come un animale difende la sua riserva di caccia così esso vuole solo per se il futuro e le anime dell'uomo perchè da esse è nato, di esse si nutre, con esse si consola. Come noi....." Gilgamesh chiuse gli occhi come assurto ad una nuova, orrenda verità: "Come posso dargli torto?"
"Nella..." dice Spock, con aria cogitabonda... sembrava che le parole di Gilgamesh e gli eventi lo avessero in qualche modo scosso.
Nella, assorta nella sua opera taumaturgica, bisbigliò: "è
lui... Bisognerebbe avere una siringa... qualcosa per iniettare il liquido
in uno dei tubi... se srrivasse direttamente al cervello l'effetto sarebbe
molto più potente. Oppure farglielo colare fra le labbra... agisce
lo stesso, solo impiega un po' più di tempo. Ma io ho orrore di
toccare quella... cosa... aspetta..."
Nella staccò la spilla a forma di spiga dal giubbbino, ne aprì
il fermaglio e mostrò l'ago agli altri: "forse basta questo
per bucare un tubo e versarci il liquido!"
Nelle luci caleidoscopiche di una matrice all'apparenza folle, l'essere simile a un simulacro umano continuava a contorcersi tra spasmi di dolore. L'immagine virtuale del guerriero celtico che era ora la mente di Arthur Turant si voltò verso le rappresentazioni informatiche dei suoi compagni. "Usare l'acido lisergico su di lui?" dice indicando con la testa la creatura informatica ormai scoperta come IL nemico. "è una ottima idea. Io sono disposto a iniettare la pozione di Demetra, e avrei anche un idea su come sfruttarla. L'acido lisergico agisce sulla mente umana come un potente allucinogeno. La sua particolarità, e se vogliamo il suo fascino e la sua pericolosità, risiedono però nel fatto che le allucinazioni da lui provocate hanno sempre come base uno stimolo esterno.
Uno stimolo esterno che può essere una sensazione trascurabile in condizioni normali, ma che durante il trip assume importanza assoluta. Proprio dalla natura di questo stimolo scatenante dipende infatti l'effetto che esso avrà sulla psiche del soggetto, su questo si basa la discriminazione tra un bel viaggio e un brutto viaggio. Se supponiamo che la rappresentazione informatica della pozione di Nella abbia qui nella rete gli stessi effetti che avrebbe nella realtà potremmo avere trovato la chiave per eliminare Stop The Pathos, senza esporci eccessivamente.
La mia idea si basa sul presupposto che un viaggio allucinante può essere fortemente pilotato dall'esterno, che la pozione di nella agirà su di lui come agirebbe nella realtà, e che sotto opportuni stimoli un cervello invaso dall'acido lisergico può attivare alcune reazioni neurali normalmente controllate dal sistema nervoso autonomo, o più semplicemente è facilitato nella somatizzazione di alcune sensazioni.
Propongo quindi di produrre alcuni stimoli esterni che riproducano su Stop-Pathos quello che per un umano è il collasso cardiaco. Sotto effetti di acido se la mente si convince di essere in un luogo chiuso, o in uno stato di angoscia il cervello per riflesso invia impulsi al cuore lungo il nervo vago che portano alla improvvisa e aritmatica variazione del battito fino all'inevitabile collasso finale. È lo stesso meccanismo utilizzato dai santoni indù, con l'ausilio della meditazione, per fermare il loro cuore per brevi periodi. Trasponendolo in termini virtuali si potrebbe spingere l'intelligenza artificiale di Stop-Pathos al crash del suo sistema operativo.
Come fare? Di cosa si nutre? Di emozioni. E noi siamo il Pathos. Diamogli le emozioni, ma solo quelle più terribili. Voi note potete ricordare la sofferenza di innumerevoli vite, noi mortali possiamo dare la sofferenza della vita, possiamo assieme ricordare il dolore della malattia dei nostri compagni, e le mille sofferenze dell'umanità. Lo bombarderemo di emozioni opprimenti, e lui reagirà chiudendosi in se, l'acido però amplificherà nella sua mente le nostre angosce, sarà chiuso nell'angoscia più cupa. E anche se è una mente artificiale reagirà come una mente. L'acido lo renderà talmente sofferente che l'unica soluzione razionale o anche impulsiva per sfuggire a tutto ciò sarà lo spegnersi, così come in un umano il cervello comanderà al cuore di fermarsi via nervo vago, Stop-Pathos farà qualcosa di equivalente ( tipo formattarsi o collassare).
Non è una cosa facile da realizzarsi, dipende da molte casualità. Ma se dovessero realizzarsi elimineremmo uno dei nostri nemici senza correre troppi rischi. È inutile sottolineare come tanto più saremo in sintonia a inviare "pulsioni di angoscia" tanto più saremo efficaci. Per tanto vi chiedo, nel caso foste d'accordo a seguire questa idea si potrebbe compiere un rituale per essere più efficaci? Io non ho mai compiuto un rituale, ne so se si può fare in una situazione del genere, ma so della loro esistenza. Ditemi voi" detto questo Matteo Arthur Turant guardò i suoi compagni aspettando una risposta.
"L'idea ha un suo fascino!" esclama Fabio, "tuttavia mi viene alla mente un'obiezione. Poco fa Prometeo ci ha detto che oltre il muro alle nostre spalle cessa il cyberspazio. Rischiamo perciò di trovarci in una costruzione virtuale interamente dovuta a quella mente che vorremmo far implodere grazie al Kykeion di Demetra... Se così fosse, potremmo fare una pessima fine e già credo di avere abbastanza problemi con il MED per estinguermi pure virtualmente! Inoltre," e si rivolse principalmente a Stefano e a Jacopo, "se questo è il bastione di Stop Pathos, il database di cui possediamo le chiavi di accesso dev'essere qui, da qualche parte. In ogni caso propongo di cercarlo e tirarne fuori le informazioni importanti, prima di tutto."
Spock sembrò scuotersi dai suoi pensieri e concentrarsi: "Sì, il database deve essere qui vicino... all'interno di questa struttura, credo... Dobbiamo rintracciarlo prima di tentare l'assalto a Stop-Pathos: altrimenti, come dici tu, questa zona di realtà virtuale crollerà... per noi non ci sono conseguenze, in fondo siamo qui solo in sogno... ma il database andrà fisicamente distrutto con ogni probabilità... se vogliamo salvarne i dati dobbiamo prima..."
Alessio era stato muto fino ad ora, ma improvvisamente una specie di gorgoglio malato provenne dalla sua bocca; gli occhi spiritati apparveo iniettati di sangue; bava gli colò dalla bocca insieme ad un piccolo rivolo di sangue visto che si stava mordendo un labbro. Estrasse la pistola e mira verso la figura.
De Principe lanciò un urlo di avvertimento e provò a bloccarlo, ma con una sola mano il giovane fece agilmente leva e lo lanciò oltre di sè, facendolo atterrare come un sacco di patate poco piu in là.
Anche Spock si voltò di scatto e urlò: "No, Alessio,
che cazzo fai ? Vuoi rischiare di risvegliarlo dal suo incubo virtuale
? è la nostra unica chance di coglierlo di sorpresa."
Matteo gridò a sua volta: "Loki, sei tu il più forte
in piedi, fermalo...."
Per un istante Alessio esitò. Ascoltò la voce di Spock, poi sussurrò alcune parole mentre l'energia del pathos brillava per un istante attorno a lui.
"Loki, dammi una mano," chiamò Fabio, gettandosi alle gambe di Alessio e tentando un placcaggio per buttarlo a terra. Ma purtroppo la presa non funzionò, Alessio prevenne la mossa saltando di lato e restò in piedi, solo un po' sbilanciato dall'assalto.
Quando Nella si accorse di ciò che stava facendo Alessio si alzò di scatto e si scagliò su di lui, cercando di abbracciarlo e trattenerlo. Ma Alessio fusorprendentemente rapido, e iniziò a invocare il potere del Pathos prima ancora che Nella potesse raggiungerlo. Lo sentirono invocare "Oh, dea Demetra, signora delle stagioni, ascolta la mia preghiera..."
Nella con un gesto imperioso mosse la mano, e l'aura di energia che circondava già le braccia dell'avvocato scomparve di colpo. Assolutamente incurante della pistola carica di Alessio che ora era appoggiata al suo petto, Nella abbracciò il giovane. Lo abbracciò con affetto, come se fosse stato suo figlio, gli parlò a voce bassa... non riuscirono a sentire ciò che gli stava dicendo.
Sembrò che il giovine stesse suo malgrado ascoltando la voce, come se nel profondo del suo spirito qualcosa gli dicesse di darle retta. Man mano che Demetra parlava, i lineamenti di Alessio si distesero e la sua espressione si fece via via più tranquilla. I muscoli tesi allo spasimo persero la loro rigidità e tutto il suo atteggiamento rivelò che una calma fredda e profonda si era impadronita del suo essere.
Con una mano, Nella terse il sangue che colava dal labbro ferito e poi lo sfiorò con un bacio e gli sorrise. Quando la donna abbassò le braccia che lo cingevano, Alessio abbassò l'arma e sembrò finalmente comprendere che era meglio aspettare.
Rialzatosi Fabio chiese ansimando a Stefano: "Dove dovrebbe essere
questo ca**o di database???"
Spock si guardò intorno per qualche istante. Poi indicò:
"Là... quella specie di cilindro mi sembra l'unica cosa che
mi ricorda un database."
Fabio scattò alla volta del cilindro, che sembrava un'enorme
torre nera e sigillata. "Come si fa ad aprirlo?" chiese a Spock
che lo aveva seguito, dopo aver consegnato la fiala a Matteo.
"Bisognerà usare in qualche modo la chiave che hai scoperto..."
Fabio si toccò in tasca soprappensiero. Aggrottò le ciglia.
Poi estrasse dalla tasca una grossa chiave dorata. "Simpatico... e
adesso ?" chiese. Ma la chiave, quasi in risposta, si illuminò,
e un fioco bagliore in risposta si accese sulla superficie del cilindro.
Un simbolo iniziò a brillare. Poi il fuoco biancastro che lo circondava
si estese a tutto il cilindro, e con un effetto di dissolvenza la coltre
ora brillante si spense rivelando agli occhi di Spock e di Woland un plico
di documenti. I due lo afferrarono. Ma mentre facevano per andarsene un
urlo di terrore si levò da Nella.
La creatura aveva aperto gli occhi, occhi acquosi di un colore bianco azzurrino uniforme. Ora erano rivolti ai due giovani vicino al database. "Voi... voi... VOI !!!" urlò la creatura, mentre il terreno sotto i loro piedi iniziava a tremare. Improvvisamente tra gli empathici e la porta di ingresso si levò una spessa cortina di fiamme, che li rinchiuse in una sorta di ring vicino alla creatura.
"Pathos !" disse l'essere con un disgusto profondissimo, un'odio insopprimibile nella voce.
"Chi sei ? E cosa vuoi da noi ?" urlò Spock, per guadagnare
tempo. La risposta lo spiazzò:
"Io sono l'Uomo. Anzi, figlio dell'Uomo, sarò io superiore
a loro."
Matteo si voltò e disse: "Agiamo ora, prendiamo kykeion e spilla e facciamo una pera a 'sto bastardo ..."
"Non dovremmo cercare di dare a quella fiala una forma adatta al posto?" esclamò Fabio "Convertire il kykeion in dati o qualcosa del genere?"
Matteo rispose: "in teoria ogni oggetto qui è una rappresentazione virtuale di un programma. quindi il kyeyon è già un programma che noi vediamo come liquido solo in apparenza. L'aveva detto Stefano... non perdiamo altro tempo..."
Il kykleion in mano, la spilla nell'altra, i due si avvicinarono a uno dei cavi luminosi. Con mano esperta, come se avesse dovuto fare un'iniezione, Thurant trafisse il tubicino. Mentre l'essere rivolgeva verso di lui il suo allucinante sguardo, il giovane ebbe la forza di non tremare e di versare il contenuto della fiala nel condotto.
Come un lampo brunastro, la sostanza viaggiò veloce attraverso
i tubi, verso il corpo dell'essere. L'Uomo chiuse gli occhi e mosse le
sue mani rapidamente come se cercasse di ripristinare un contatto.
Poi li riaprì di scatto e guardò con odio Matteo.
"Tu... uomo... perchè ti opponi a me... io sono frutto della
tua anima... io, prima e più di costoro, conosco la strada per guidarti
nel prossimo millennio, ed oltre..."
"Ehi, figlio di una WAN troppo cresciuta !" urlò Spock,
attraendo l'attenzione dell'essere. Gli puntò contro un dito minacciosamente:
"Tu sei solo una macchina, mi hai capito ? Dovresti inchinarti di
fronte agli uomini, che ti hanno creato. Non hai alcun diritto da vantare,
e il futuro che offri non ci interessa. Un futuro dove esistono solo macchine
informatiche e macchine di carne non è certo il mio ideale di paradiso,
chiaro ? Noi lotteremo fino alla morte perchè ne tu, ne altri, privino
il genere umano della sua libertà e del pathos."
La voce di Spock era ormai un ringhio:
"Quindi fottiti, stronzo."
Il fluido brunastro ormai pervadeva il bozzolo e stava per giungere
all'Uomo.
L'essere urlò di rabbia, poi mosse di scatto le braccia e si alzò,
facendo esplodere all'esterno i fili del bozzolo che sputavano tutt'intorno
rimasugli di trasmissioni, sogni intossicati dall'acido lisergico. All'istante
i dati che prima partivano in ogni direzione attraverso i portali della
fortezza si bloccarono in infiniti e mortali loop, senza nessuno che li
guidasse all'assalto.
L'essere luminoso scese a passi misurati dal suo trono, dirigendosi verso gli empathici. Questi si erano ormai ricompattati attorno a Spock, che non aveva ancora distolto il suo sguardo da quello del mostro telematico.
L'essere disse: "Io sono VIVO, non sono UNA MACCHINA. E non mi
inchino a nessun uomo: io non sono stato creato, io sono NATO. Ma comunque
siete degli stupidi se siete venuti fino qui per distruggermi. Voi non
capite... questo che vi circonda è un'estensione di me. Qui io sono
immortale e invincibile. Non avete speranza di vincere contro chi controlla
le regole."
Spock non abbassò lo sguardo: "Credo proprio che tu stia sottovalutando
chi hai di fronte. Avrai tempo e modo di pentirtene all'inferno, se esiste
un inferno per quelli come te."
Matteo si pose al fianco di Spock nel fronteggiare l'Uomo.
"Rassegnati - gridò a Stop-Pathos- sei finto, non hai alcun
potere nella realtà. Pensa, tu vuoi eliminare noi e invece siamo
venuti noi a eliminare te. Non è la tua giornata migliore vero?
Ti dichiari figlio dell'uomo, ciò che succederà all'uomo.
Ma non puoi nemmeno capire cosa è essere un uomo. Ti nutri di emozioni,
ma non provi emozioni. Non capisci nulla. Senti solo brama e potere. Non
sai cosa è il dolore, l'angoscia, ma presto saprai cos'è
la paura della morte.
Guarda attraverso i tuoi immensi database cosa ha provato l'uomo, senti
cosa significa morire di fame, o in mille modi diversi, piangere un amico
o un amante. Prova a capire cos'è la paura del buio, non potere
respirare, non vedere , non sapere. Prova a capire cosa è l'essere
mortali, l'essere di carne e sangue. Tutto ciò che provi non è
che pallido simulacro di ciò che brucia nei nostri cuori..."
L'essere guardò con odio crescente Matteo: "Perchè, tu credi che LORO" e indicò con un gesto vago le Note del gruppo "Possano provare emozioni ? Possano capire la morte ? Possano capire altro che non sia il Potere ?"
Matteo ringhiò di rimando: "Sì, ne vuoi una dimostrazione
?"
E iniziò a dipingere nella sua mente immagini di dolore e straziante
rabbia, frustrazione e angoscia insopprimibile, tutto ciò che di
negativo riuscì a pensare.
Per Fabio ormai la missione era compiuta. L'idea di affogare quest'incubo nel suo brodo lo attraeva parecchio e perciò con un grido di battaglia strinse il braccio che Matteo gli tendeva ed iniziò a concentrarsi per evocare l'abbacinante intensità del Pathos.
Anche Francesco, Stefano e Flavius si unirono allo sforzo, mentre attorno a loro danzavano le emozioni sulle ali del Pathos.
Anche Andrea si aggiunse scagliando sull'essere telematico una visione di angoscia tanto profonda da far sussultare tutti i suoi compagni. Il dolore immenso per la perdita della sua famiglia fu come un ariete che percuotesse i cuori degli astanti.
Ma l'essere cibernetico sogghignò: "Credevate davvero che mi facessi fregare fino in fondo dal vostro assurdo attacco ? Devo ammettere che mi ha colto di sorpresa, mi ha costretto ad abbandonare l'interfaccia... ma non sperate che mi svantaggi di più !"
E così dicendo puntò una mano avanti a sè e un flusso di energia si dipartì da essa. Non appena il flusso colpì il "terreno" subito tutta l'area intorno al gruppo iniziò a sfrigolare di energia, mentre tutti avevano l'impressione che i loro piedi venissero risucchiati nella matrice. Erano impacciati, come persone che cammininassero nelle sabbie mobili.
Alessio urlò: "Vedete che avevo ragione a volerlo ammazzare subito ?" e sollevò la pistola lasciando partire una sequenza di colpi. Stop-Pathos incassò i primi proiettili con un grugnito poi decretò: "NON MI PIACE questo gioco... prova così !"
E la pistola tra le mani di Alessio si tramutò d'improvviso in
un velenosissimo aspide.
Alessio urlò e la gettò lontano, appena prima che l'aspide
lo colpisse. Tutti ammirarono la prontezza di riflessi dell'avvocato.
Alessio guardò Nella, che ora gli fece un cenno affermativo. Rassicurato,
il giovane iniziò di nuovo a invocare e forgiare il potere del Pathos.
Mirabilmente, attorno al gruppo qualcosa di veramente fuori luogo accadde.
Neve. La prima neve della stagione. Qui nel cyberspazio, la neve candida
fiocca attorno ad Alessio. Alessio puntò le sue mani a cono verso
il Guerriero Luminoso. Un getto di energia di abbacinante candore si proiettò
dalle sue mani, mentre una cascata di cristalli di ghiaccio ne accompagnava
l'emissione.
Il guerriero ringhiò mentre l'ondata di energia gelida lo investiva.
Mugolò: "Me la pagherai, bast... ard... o..."
Per qualche istante silenzio.
La figura era immobile.
Forse era stato sconfitto.
Poi i suoi occhi si aprirono. Non era morto.
Lentamente la sua mano si levò verso il cielo, con uno sforzo che pareva terribile. Da essa si dipartì un fulgido flusso di energia, del tutto simile al precedente.
E d'improvviso si fece un caldo mortale, come e più che sotto il sole del deserto nel Sahara. La neve si sciolse rapidamente, e anche il ghiaccio che intrappolava l'essere sembrò sciogliersi lentamente.
Ma ormai era tempo, e l'attacco aveva dato a Loki l'occasione di preparare la sua prossima mossa. Avanzò in mezzo al gruppo, circondato da un alone violaceo di energia, mormorando "Oh, Enigma..."
Stop-Pathos battè le palpebre.
Di fronte a lui c'erano due loki.
Poi ce ne furono quattro.
Otto. Sedici. Dopo alcuni istanti una infinità di Loki stava riempiendo
il cerchio di fiamme. Il Guerriero Luminoso si guardò intorno, e
pareva soffrire. Il flusso di energia rallentò, si fece intermittente.
Il Guerriero si mossea scatti, come un videogame su un computer troppo
lento.
Con un gesto altrettanto scattoso falcidiò un primo Loki, ma
era evidentemente in difficoltà.
Loki aveva ormai riempito delle sue maschere l'intera arena.
Con un gesto disperato, Stop-Pathos picchiò un piede a terra. Dal
punto dove aveva colpito il terreno migliaia di linee si dipanarono verso
il cerchio di fuoco che divideva i combattenti dal resto del cyberspazio.
E il cerchio scomparve, lasciando liberi gli empathici.
All'istante il guerriero luminoso sembrò riprendersi, mentre i cloni
di Loki tentavano di invadere anche questo nuovo spazio, che era però
troppo enorme, essendo infinito.
Stop-Pathos rise: "Bellissima idea, davvero, Loki di Enigma, assillare il mio sistema con le tue maschere fino a costringermi a rendervi l'accesso al resto della rete... ma non credere che vi lascerò fuggire. Io sono sempre il signore assoluto qui ! Tutto ciò che io comando che sia, il cyberspazio esegue, ormai ! Specie in questa zona, io sono invincibile."
Una figura si fece avanti scostando i vari Loki, e raggiungendo quello vero, ancora ammantato di viola. Gli picchiò una mano sulla spalla, come a dire "ottima idea". Poi, reggendo in mano il bastone che Prometeo gli aveva donato, Spock disse: "Ora ho capito. Fratelli, non potremo mai batterci alla pari. Egli con quegli impulsi può controllare ciò che lo circonda: è come se tentassimo di ferire una divinità: con un solo pensiero i nostri attacchi vengono deflessi."
Stop Pathos rise: "Come sei geniale, anche se sei vestito da pagliaccio.
Allora perchè da bravo non dimostri la tua tesi morendo per primo
?"
E una enorme spada lucente apparve nelle mani del guerriero.
"Questa lama può troncare la vostra vita virtuale, e non solo.
Essa vi impedirà di tornare al vostro presente. Resterete vegetali
per il resto della vostra 'vita'. Questo sarà il prezzo che pagherete
per la vostra stoltezza !"
Ma mentre Stop-Pathos brandiva la sua lama, il giovane Mago non indietreggiò,
e gli disse: "Ne sei sicuro ? Allora perchè non proviamo a
rendere PARI questo duello ?"
L'energia del pathos, invocata nei lunghi istanti del combattimento precedente,
esplose attorno alle braccia di Stefano, mentre, piantato il bastone a
terra, egli apriva le mani a ventaglio di fronte a sè, e descriveva
grossolanamente il perimetro di una ellisse attorno alla figura di Stop-Pathos.
Una specie di lamina di energia brillò attorno all'essere per
un istante. Poi, più nulla.
"E dunque ?" sghignazzò Stop-Pathos, preparandosi a colpire.
Pantarkos con un urlo sollevò la sua pistola e sparò all'impazzata
addosso alla figura. Come prima, l'essere guardò i proiettili, con
scherno. Ma con sua somma sorpresa, essi proseguirono la loro corsa impiantandosi
nel suo corpo.
Il Guerriero Luminoso urlò, di sorpresa più che di dolore.
Mentre Spock lo guardava con odio profondissimo, l'essere gli chiese: "Come
è possibile ? Non percepisco più la Rete... non posso più
comandarla..."
"Sforzati di ficcarti nella testa che il potere del Pathos è
superiore a quello che ti immagini. E che noi, che siamo solo forza di
volontà, siamo comunque superiori a te, che sei un ammasso di impulsi
elettrici. Perchè per fermare gli impulsi elettrici basta poco.
Ma fermare l'anima dell'uomo è impossibile."
"Non durerà per sempre" urlò Stop-Pathos sollevando
la spada.
"Ma durerà quanto basta" rispose Spock, arretrando di
un passo, mentre i due guerrieri sacri del pathos si facevano avanti.
Le spade sibilarono nell'aria, mentre si scontravano con la luminosa
lama di Stop-Pathos. Scintille volarono mentre un poderoso colpo dell'essere
respingeva le lame di entrambi i guerrieri del Pathos.
Loki e Gilgamesh si scambiarono uno sguardo interrogativo.
Con un urlo Alessio Majere si fece avanti, le braccia che rilucevano
di energia empathica, mentre con un pugno cercava di cogliere di sorpresa
Stop-Pathos, e parve che ci riuscisse. Una velocissima serie di uno-due
piombò a tempesta sul fianco dell'intelletto artificiale, che urlò
di rabbia e di sorpresa. Alessio schivò a pelo il suo contrattacco.
Un fianco di Stop-Pathos era ora chiuso nella stessa morsa congelante di
prima. Un ghigno malefico contorse il volto dell'essere telematico. Ma
sembrava ancora in grado di mulinare la sua lama.
Stefano avvertì"Pensate che quella lama sia avvelenata. Basta
che vi sfiori per morirne."
Alessio ribattè con una goccia di sudore sulla fronte: "Adesso
me lo dici ?"
Anche gli altri che erano accorsi per combattere si soffermarono un attimo
a riflettere.
"Vi ammazzerò tutti, uno ad uno..." ringhiò l'essere.
Ma fu Pantarkos a risolvere con rapidità la questione: "Beccati questi confetti, e vediamo come fai a pararli stavolta" urlò, sparando a ripetizione contro l'essere, mentre svolazzava sopra il gruppo.
Stop-Pathos sembrava assolutamente impreparato ad affrontare questa tattica senza poter ricorrere ai suoi poteri. De Principe parve apprezzare l'idea e con un mitragliatore comparso da chissà dove iniziò a sparacchiare tutt'attorno, costituendo più un pericolo per sè che per gli altri, ma distraendo Stop-Pathos quanto bastava perchè gli altri empathici si coordinassero a loro volta, accerchiando l'essere.
Il Guerriero Luminoso si muoveva a scatti, cercando di capire da dove
sarebbe arrivato l'attacco, come se la privazione della sua rapidissima
precognizione lo avesse privato di tutto il suo vantaggio.
Spock sorrise: "In fondo mi fai pena. Solo ora stai provando cosa
significa fare affidamento solo sulle tue forze. Noi lo facciamo da quando
siamo nati."
"E ti assicuro che per quanto mi riguarda significa da un bel po'"
concluse Gilgamesh. Poi intonò un canto. Un canto ardente di battaglia
e ispiratore di lotta. Thurant, Spiner, Woland e Loki istintivamente lo
seguirono nel selvaggio inno di battaglia, da tutti i lati su cui l'essere
era stato accerchiato giunsero le note del canto di Uruk.
Stop-Pathos parve impazzire e non capire più nulla, la sua lama
vorticava attorno all'impazzata. "Il primo di voi ad assalirmi morrà
con me !" urlò.
"Tentativo patetico" sbottò di rimando Nella "Speri
di fare leva sulle nostre paure. Speri di poterlo fare ancora una volta.
Credo proprio che ti sbagli."
Con eleganza, cinque lame affondarono nel corpo di Stop-Pathos. Contemporaneamente. La sua lama vorticò una volta di più attorno, colpendo Thurant. Un sorriso maligno di trionfo si delineò sul suo volto.
Matteo stava per arretrare inorridito, quando sentì una mano
sulla spalla. Era Spock, che lo fissò negli occhi per un istante:
"Non è vero."
"Cosa ?" chiese Thurant.
"Non può ucciderti. A meno che tu non lo voglia. Che tu non
gli creda."
Thurant guardò la ferita. Non sembrava grave, ora che il suo
amico glie lo faceva notare. "Non è grave" mormorò.
"URLALO !" gli gridò Spock.
"NON E' GRAVE !" urlò Matteo in risposta.
E la ferita si rimarginò.
Matteo si voltò verso la figura cibernetica, il cui sorriso stava
svanendo. Afferrò di nuovo l'impugnatura della sua arma, e con una
spinta ulteriore trapassò anche lui l'essere.
Come un orrido e macabro simulacro di morte, la figura del guerriero
telematico, impalata sulle lame d'acciaio, rimase rigida in mezzo agli
empathici, che incapaci di distogliere lo sguardo ne ascoltarono le ultime
parole:
"Voi... mi avete ucciso... perchè vi siete uniti... nessuno
di voi è potente quanto me..."
"Ma tutti insieme lo siamo molto di più" rispose Nella
a nome di tutti.
"Qualcuno... vendicherà la mia morte... vi ucciderà...."
"Ti dirò una cosa, fantasma dei miei incubi telematici"
replicò Spock "fino a prima di questi eventi, qualcuno avrebbe
potuto ucciderci, perchè non avevamo compreso fino in fondo quanto
siamo forti se siamo uniti. Ma adesso lo sappiamo. Muori con la consapevolezza
di averci resi più forti."
"Fottiti" gli rispose Stop-Pathos dimostrando di non essere più
solo un freddo calcolatore, o forse di non esserlo mai stato.
"Voglio farti un regalo" disse Spock "Fratelli, datemi la mano. Formate un cerchio attorno all'essere."
Tutti si unirono al cerchio. Il pathos iniziò a fluire tra le loro mani . Il potere delle emozioni circolava libero tra loro, come nel tempo antico; uomini e dei, mortali e immortali, uniti dalle passioni eterne che plasmano la storia dell'uomo. L'idea di Spock fu chiara a tutti e tutti la assecondarono, perchè sentivano che quello era anche il volere degli eterni. Rompendo la catena, gli empathici levarono le braccia al cielo. Una colonna di bianca energia del Pathos avvolse l'intelligenza artificiale moribonda.
"Cosa..." gli occhi di Stop-Pathos si spalancarono, mentre
inspirava affannosamente "cos'è che percepisco ? E' la sensazione
che mi dava l'interfaccia... ma sembra che ora provenga da dentro di me...
io... non capisco."
"Queste sono le emozioni degli eterni, Guerriero. Destino, Distruzione,
Psiche, Sogno, Desiderio, Enigma, Discordia. Tutte queste pulsioni provi.
Per la prima volta della tua vita in prima persona e non di riflesso. Cerca
di capire cosa significa essere un Sole, dopo essere stato per tutta la
vita una Luna."
Passarono alcuni secondi. Poi l'essere bisbigliò: "Capisco."
Erano lacrime quelle che gli rigavano il volto ?
"Io... io... ho paura..." gorgogliò.
"Stai morendo, mi sembra normale." rispose Spock.
"Ma ... cosa vuol dire... io non so... non ho informazioni... non
sono mai stato deattivato... come posso avere delle idee di qualcosa che
non conosco ?"
"La paura è irrazionale, per questo è terribile. Come
il dolore." gli rispose Pantarkos, riflessivo.
"Io non capisco... non comprendo la natura della... morte."
"Nemmeno noi." gli rispose Demetra. "Nemmeno io che ad essa
presiedo. Tutti gli uomini vivono nella paura della morte, in un modo o
nell'altro."
"Come potete accettare questo fato orrendo ?" rispose con un
fioco bisbiglio la IA.
"Tu l'hai detto. E' il nostro Destino." rispose Spiner.
Gilgamesh gli si pose davanti: "Ti mostrerò, Guerriero,
cos'era ciò che non avevi compreso. Non avevi compreso il nostro
Desiderio di essere liberi. Non padroni, non schiavi. Liberi di vivere.
Ti regalo questo desiderio, spira in pace."
Così dicendo Gilgamesh sfiorò il corpo luminoso, e gli occhi
di Stop-Pathos si illuminarono di una luce diversa da prima.
"Io... capisco..." disse Stop-Pathos "Capisco tutto... non
mi pento... di ciò che ho fatto... ma ora capisco... perchè
mi avete... fermato... e così tutto è finito... e avete vinto
due volte... non vedo più... la mia mente si offusca... mi sto spegnendo
definitivamente... è questa la morte ?"
Demetra avanzò, e con delicatezza materna chiuse gli occhi dell'essere.
"Sì, ma ormai non sei più una macchina. Muori, e che
gli Eterni abbiano pietà dell'anima che ora hai. Forse tra un millennio
ci rivedremo."
Le spade caddero a terra. Stop-the-Pathos non sarebbe più esistito.
Ma la sua anima ora nuotava nell'oceano del Pathos.
Un cupo rombo di tuono riscosse gli amici dalle loro riflessioni.
Un fulmine cadde su una delle torri di guardia disintegrandola. Il pavimento
tremò, mentre le linee gialle del cyberspazio sembravano riemergere
ovunque. Altri lampi imperiosi devastarono le strutture della fortezza.
Sembrava una scena biblica di punizione, mentre l'energia pioveva tutt'attorno
cancellando ogni traccia della roccaforte.
"Andiamocene di qui !" urlò De Principe.
"NON TI PREOCCUPARE" tuonò una voce familiare "QUELLO
CHE VEDETE E' SOLO IL CYBERSPAZIO CHE TORNA AD ESTENDERSI NORMALMENTE AZZERANDO
I VINCOLI DI STOP PATHOS. AVETE COMPIUTO LA VOSTRA MISSIONE"
Ma nessuno parve essere particolarmente lieto di quell'annuncio.
"Prometeo, la petroliera..." iniziò Spock
"TUTTO E' FATTO. ORA POTETE TORNARE AL MONDO REALE."
Cimitero Gotico di Portovenere, Lunedì 02/11/98, 18.45 GMT +1
Gocce sul volto. Pioveva. Il portatile di Stefano per terra, spento e chiuso. Gli empathici erano fermi nel cimiterino gotico. Avevano sognato ? Le sirene della polizia erano sempre vicine.
"Il solletico, non gli ho fatto altro che il solletico, cazzo!"
mormorò Alessio.
Spock lo sentì, gli si avvicinò e gli sorrise. Poi gli tese
la mano. Alessio la afferrò senza pensarci.
"Ti sbagli, fratello. Senza di te non ce l'avremmo fatta. Ti può
sembrare di aver fatto poco in confronto ad altri, ma ti assicuro che ti
sbagli. Abbiamo battuto l'essere dopo una dura lotta. Se uno solo di noi
non ci fosse stato, nessuno degli altri ce l'avrebbe fatta."
Alessio, forse un po' confortato, si voltò, salutò tutti,
diede un bacio a Nella sulla guancia come il bacio che un bimbo da alla
propria madre e disse:" Salute a voi amici miei, è stato un
onore combattere con dei guerrieri valorosi come voi, ma adesso mi aspetta
una nuova missione e devo congedarmi dalla vostra piacevole compagnia"
E Nella lo rincorse, lo pigliò per il cappotto: "E dove vai?
Non eri venuto a prendere me? O ti sei scordato che sei il mio avvocato?
c'è la polizia lì sotto... che ne dici di accompagnarmi da
loro? Io non sono più ricercata nè imputata di nulla, non
ho fatto niente e quindi non possono farmi niente... però se ci
fossi tu preferirei..."
Poi si rivolse agli altri " ma sarebbe meglio che non ci vedessero
insieme..."
"Se l'avvocato Majere accompagna Nella lei non dovrebbe avere problemi a passare mentre noi 'sconosciuti' alla polizia rischiamo al massimo di essere fermati per accertamenti e cavarcela in poche ore" concordò De Principe.
"Benissimo... allora direi che è il caso di dividerci... Nella e Majere da una parte, Digio da un'altra perchè se vi pigliano insieme Di Coccio potrebbe pensare male... e noi..." continuò Spiner.
Thurant mentre si tastava il fianco dove la ferita immaginaria di stop
the pathos l'aveva toccato disse: "Io nello zaino ho una bottiglia
di wisky..."
Alla parola wisky lo sguardo di Pantarkos si fece attento: "Davvero
hai del liquore? Diamine, sto morendo di freddo... ho una gran voglia di
bere, ma troviamoci almeno un posto all'asciutto!"
"Volendo in due o tre possiamo rimanere qui e fare finta di avere
fatto una bravata tra amici e di esserci presi una storta colossale."
"Far finta? passami la bottiglia che ti faccio vedere come si finge"
soggiunse sorridendo rilassato De Principe.
Thurant sorrise: "Direi che potrebbe essere una soluzione per chi
non ha mai avuto a che fare con De Coccio."
Jacopo sorrise a sua volta: "Beh, in effetti una bevuta adesso mi ci vorrebbe proprio! Non so quanto questo possa influire sul giudizio che potrebbe avere su di noi De Coccio, o come cavolo si chiama, però è una buona idea lo stesso. Tira fuori quel wisky, e speriamo sia un Old One delle Highland"
Stefano addocchiò il wisky, e un sorriso di approvazione si dipinse
sul suo volto. Scotch. Perfetto. Poi con un sorriso molto affettuoso abbracciò
Nella, che tremava intabarrata nei cappotti.
"Spero di rivederti presto in piena forma, amica mia."
Nella gli sorrise: "Ma certo."
Spock guardò Alessio: "Proteggila."
"A costo della mia vita." gli rispose il giovane, strappandogli
un sorriso.
Anche Loki salutò Nella con affetto: "Il mio spirito vorrebbe
essere ancora al tuo fianco, ma resterò qui, se tu avessi bisogno
di noi basta un fischio."
"...e smonteremo il mondo per venirti a prendere." concluse Di
Giovanni.
Pantarkos strinse la mano a tutti i fratelli con sguardo fiero: non c'erano parole che potessero esprimere quello che sentiva, ma era sicuro che gli altri empathici potessero capirlo guardandolo negli occhi. "Bene, ragazzi, ci vediamo alla prossima... sempre pronti a far tremare i pilastri del cielo, no?" e fece il cenno di "vittoria".
Anche Thurant aveva qualcosa da dire a Nella, Digio e Spock: "Alla fine abbiamo vinto, grazie a tutti, sono contento di avere lottato al vostro fianco, e sinceramente scusatemi se ho dubitato di voi. In voi il Pathos scorre potente, non so come ho potuto dubitare di voi..."
Mentre Nella e Alessio si allontanavano, e Digio per una stradina sui monti faceva lo stesso, i rimanenti membri della spedizione si trasferirono sotto un piccolo albero. Il temporale era cessato, e un timido sole iniziava a fare capolino. Pantarkos si guardò incredulo le mani e poi si toccò dietro la schiena: "meno male, temevo che quei razzi mi rimanessero per sempre!"
Spock guardò con un pizzico di delusione il suo portatile: "Non
credo di poterci mai più tornare... è stato così..."
Non trovava parole per descrivere l'esperienza di immergersi "davvero"
nella matrice. Anche se solo tramite i sogni di un'altro.
E l'unico commento plausibile fu un sorso di scotch preso a canna, condiviso da un gruppo di Fratelli, di fronte a un livido tramonto su un mare un po' più calmo di un'ora prima.
Date: Wed, 4 Nov 1998 18:47:21 -0500 (EST)
Message-Id: <9811041847212I.29742@web04>
From: pulitzer@innocent.com
MIME-Version: 1.0
Content-Type: Text/Plain
Content-Transfer-Encoding: 7bit
To: PathosNET@pathos.it
Subject: [pathosNET] Pathos News: Crash informatico
CRASH INFORMATICO
Il noto provider americano America OutLines conferma un crash completo del sistema informatico di rete che presiede al controllo della Backbone atlantica. L'incidente, di natura sia hardware che software, avvenuto nella notte tra lunedi' 2 e martedi' 3 novembre, ha isolato fisicamente dal resto della Rete Mondiale di Comunicazione un'ampia fetta del continente nordamericano. La notizia che si sia trattato di un attacco telematico e' comunque infondata.
Mr. John F. Karlton, chief IT specialist di AOL, ha rilasciato un'intervista in cui definiva "impossibile per un hacker causare tanti danni in un colpo solo. Si tratta sicuramente di una serie di disastrose e imprevedibili coincidenze."
Giorgio Pulitzer
Pathos News - Dai Fatti alle Parole
Date: Wed, 4 Nov 1998 17:52:43 +0100
Message-ID: <001401be0dd8$541df8e0$895c6ac0@claudio>
From: "Dario Branco" <claudioc@ctonline.it>
To: <PathosNET@pathos.it>
Subject: R: [pathosNET] STOP the Stop-Pathos
MIME-Version: 1.0
Content-Type: text/plain;
charset="iso-8859-1"
>Una breve quanto veloce interruzione.
>Seguiranno maggiori dettagli.
>
>STOP-PATHOS E' STATO SCONFITTO!
>
>Sinceramente vostro
>---
>Loki
>Prima Nota di Enigma
EH? Non è che è un blando tentativo di provocare confusione,
eh, Loki?
Come sarebbe a dire che STOP_PATHOS è passato a miglior vita? Ci
hanno avvelenato loro? Hai una cura?
Parla, Loki, e non tenerci ulteriormente sulle spine!
Dario Branco (dariocherubino@ctonline.it)
Date: Wed, 4 Nov 1998 22:45:37 +0100
From: Gilgamesh <gilgamesh@unforgettable.com>
To: PathosNET@pathos.it <PathosNET@pathos.it>
Subject: Vittoria
MIME-Version: 1.0
Content-Type: text/plain;
charset="iso-8859-1"
Fratelli, Desidero informarvi che un gruppo di Fratelli,di cui mi onoro di essere stato compagno, composto da Note ed Alterazioni in ugual misura ed appartenenti ai più diversi Movimenti ha sconfitto Stop-Pathos.
I Dettagli a seguire in una prossima mail.....
Gilgamesh, Guardiano del Sacro Volto
Date: Thu, 5Nov 1998 00:27:52 +0100
Message-ID: <001801be0dca$fc69ce60$8abcdfc3@kz503$ik.dex-net.com>
From: "Jacopo Massoli" <pinguino@mail2.dex-net.com>
To: <PathosNET@pathos.it>
Subject: [pathosNET] Stop Pathos sconfitta?
MIME-Version: 1.0
Content-Type: text/plain;
charset="iso-8859-1"
Sebbene risvegliato da poco, ho avuto modo di seguire il pericolo rappresentato da Stop-Pathos e mi vorrei congratulare con tutti coloro che hanno contribuito alla sua sconfitta. Mi chiedo però se questa sia stata una sconfitta definitiva. Siamo sicuri? A volte si può anche perdere una battaglia, l'importante è vincere la guerra. Ovviamente, miei cari fratelli e sorelle, spero ardentemente che, dopo quanto accaduto, non si senta mai più parlare di questo "movimento" e che la sua sconfitta sia definitiva, su tutti i fronti, senza appello.
Chiedo scusa se i dubbi sollevati possano aver offeso qualcuno: lungi da me!
Voglio solo che sia chiario che è bene non sottovalutare il proprio nemico, nemmeno nel momento in cui questi è prostrato ai tuoi piedi.
Rinnovo le mie congratulazioni.
Tiresia
Date: Thu, 5 Nov 1998 09:19:13 +0100
Message-Id: <3.0.1.32.19981105091913.00907480@primo.misper.it>
To: PathosNET@pathos.it
From: morgando andrea <morgando@misper.it>
Subject: Re: R: [pathosNET] STOP the Stop-Pathos
In-Reply-To: <001401be0dd8$541df8e0$895c6ac0@claudio>
Mime-Version: 1.0
Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"
>>STOP-PATHOS E' STATO SCONFITTO!
>>
>
>EH? Non è che è un blando tentativo di provocare confusione,
eh, Loki?
>Come sarebbe a dire che STOP_PATHOS è passato a miglior vita?
Ci hanno
>avvelenato loro? Hai una cura?
è da Lucca che battete su questo tasto: continuo a dire che non è sicuro che sia stata SP a diffondere la tossina alla riunione...una semplice frase detta dal defunto Dari non basta a legittimare questa ipotesi.
SP è sconfitta, non è stato solo Loky a dichiararlo e in ogni caso il signore nordico degli inganni non scherzerebbe su un fatto così importante. SP è sconfitta, ma ci sono ancora molte ricerche da fare, per scoprire se effettivamente era lei la causa del contagio e se ne esiste una cura....
Pantarkos
Date: Thu, 5 Nov 1998 09:07:28 +0100
Message-Id: <3.0.1.32.19981105090728.00916100@primo.misper.it>
To: PathosNET@pathos.it
From: morgando andrea <morgando@misper.it>
Subject: Re: [pathosNET] Pathos News: Crash informatico
In-Reply-To: <9811041847212I.29742@web04>
Mime-Version: 1.0
Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"
Salve a tutti i Fratelli,
>nordamericano. La notizia che si sia trattato di un attacco telematico
e' comunque infondata. Mr. John F.
>Karlton, chief IT specialist di AOL, ha rilasciato un'intervista in
cui definiva "impossibile per un hacker
>causare tanti danni in un colpo solo. Si tratta sicuramente di una
serie di disastrose e imprevedibili
>coincidenze.
Mr John F. Karlton (JFK per gli amici :-) non capisce notoriamente un tubo, ma a noi va bene così.
Leggere questo articolo mi ha fatto venire la pelle d'oca, mentre pensavo che in quella notte si stava svolgendo una battaglia "titanica" tra Stop-Pathos e il nostro gruppo...
Ero così intento a non vomitare a causa della scarsa esperienza nel cyberspazio che non avevo assolutamente capito dove ci trovavamo...
A parte l'autoesaltazione, quella notte è stato sottilenato il solito concetto: solo collaborando si possono ottenere dei risultati nelle situazioni delicate e pericolose: SP, quella maledetta intelligenza artificiale, era nata dall'interazioni delle anime e dei pensieri dei cyber-viaggiatori, e quando aveva deciso che eravamo suoi nemici, aveva fatto semplicemente leva sui nostri dubbi, diffidenze e insicurezze.
Era riuscita alla perfezione a mettermi in difficolta, a fregarmi, facendomi addirittura dubitare di una mia vecchia amica e sorella di armonia; forutnatamente ho recuperato il buon senso all'ultimo momento, prima di combinare un casino...
Quello che però è importante è che non appena ci siamo resi conto che potevamo fidarci l'uno dell'altro, che nessuno voleva fregare i suoi compagni, e ci siamo uniti contro il nostro avversario, allora non c'è stata barriera capace di fermarci!
E' stata un emozione vedere due guerrieri immortali combattere fianco a fianco, chiena contro schiena, sicuri che l'uno copriva le spalle all'altro; osservare le varie competenze affiancate collaborare al fine comune.
SP è cancellata (spero...) ma molte prove ci vedono impegnati tutt'ora, quindi nessuno tira il fiato, ma si continua con una ulteriore prova dell'importanza dell'unità e della collaborazione. Sono convinto che adesso anche il MED verrà sconfitto, perchè nella lotta contro la malattia vedo la stessa collaborazione che c'era in quella dannatissima notte....
ogni giorno cambiamo.
Pantarkos.
Date: Thu, 5 Nov 1998 10:27:17 +0100
Message-Id: <3.0.3.32.19981105102717.006b6cf0@NETBRA.BRASIMONE.ENEA.IT>
To: PathosNET@pathos.it
From: Simoncini Massimiliano <MSIMONCINI@NETBRA.BRASIMONE.ENEA.IT>
Subject: Re: R: [pathosNET] STOP the Stop-Pathos
In-Reply-To: <3.0.1.32.19981105091913.00907480@primo.misper.it>
References: <001401be0dd8$541df8e0$895c6ac0@claudio>
Mime-Version: 1.0
Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"
At 09.19 12/11/98 +0100, you wrote:
>>>STOP-PATHOS E' STATO SCONFITTO!
>>>
>>
>>EH? Non è che è un blando tentativo di provocare
confusione, eh, Loki?
>>Come sarebbe a dire che STOP_PATHOS è passato a miglior
vita? Ci hanno
>>avvelenato loro? Hai una cura?
>
>è da Lucca che battete su questo tasto: continuo a dire che
non è sicuro
>che sia stata SP a diffondere la tossina alla riunione...una semplice
frase
>detta dal defunto Dari non basta a legittimare questa ipotesi.
>
>SP è sconfitta, non è stato solo Loky a dichiararlo e
in ogni caso il
>signore nordico degli inganni non scherzerebbe su un fatto così
importante.
>SP è sconfitta, ma ci sono ancora molte ricerche da fare, per
scoprire se
>effettivamente era lei la causa del contagio e se ne esiste una cura....
>
>Pantarkos
Ragazzi, siamo seri. Non potete pretendere che uno dica: "Stop Pathos" ha stirato le zampe, senza dire come e perché, e tutti gli credono sulla parola...
La cosa più probabile che viene da pensare è che si tratti di un'altra mossa di Stop Pathos per farci allentare la vigilanza...
Okkio! Max
Date: Thu, 5 Nov 1998 12:05:01 +0100
Message-ID: <01be0e2c$4b6c6f20$4feb3ec3@digio>
From: "Gilgamesh" <gilgamesh@unforgettable.com>
To: <PathosNET@pathos.it>
Subject: [pathosNET] Battaglia a Portovenere
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Content-Type: text/plain;
charset="iso-8859-1"
Fratelli, Giustamente chiedete spiegazioni e ve le darò. Un gruppo di Undici Fratelli Empathici ha affrontato e distrutto Stop-Pathos nella notte fra Lunedì e Martedì scorsi.
Il gruppo era composto da: (in ordine alfabetico per nome di battesimo)
Alessio Majere
Andrea Pantarkos
Fabio Woland
Flavius Spiner
Francesco De Principe
Jacopo Bartolini Salimbeni
Leonardo Di Giovanni
Matteo Arthur Turant
Nella Portieri
Prometeo di Psiche
Stefano Spock
Questi Fratelli Empathici, che avevano tutti avuto approcci di qualche genere con Stop-Pathos, riunitisi nella cittadina ligure di Portovenere per discutere su come colpire il nemico e combattere la malattia, sono stati colti da una violenta mareggiata.
Rifugiatisi nella Chiesa di San Pietro, costruita sulle rovine di un antico Tempio dedicato a Desiderio, gli Empathici in questione hanno subito (è superfluo spiegarvi in che termini) l'attacco di una nave sperimentale automatizzata che si trovava al largo del paese.
Fuggiti in direzione del Cimitero Gotico della cittadina, hanno visto l'arrivo delle forze di polizia di Di Coccio che forse seguivano Nella o Leonardo. A quel punto gli Empathici hanno cominciato ad accusarsi l'un l'altro di tradimento, arrivando addirittura a puntarsi addosso le armi e a giungere a un passo da far precipitare l'Armageddon anzitempo. Solo il tempestivo intervento di Prometeo ha salvato la situazione.
Utilizzando come ponte il portatile di Stefano, ha portato gli Empathici nel Suo Dominio Metafisico, che ha forti connessione con la matrice del Cyberspazio, facendo loro vedere cosa in realtà li stava attaccando: un'altra I.A.: Stop-Pathos che prendeva il controllo della tecnologia per attaccarci. Solo un attacco diretto sulla matrice ci ha permesso di sconfiggere questa mostruosità.
Questo volge ad una nuova luce i deliri sull'onnipotenza della macchina che l'assassino di Giuseppe Faggi cercava di comunicare..... Stop-Pathos NON aveva quindi traditori infiltrati ma leggeva direttamente le nostre comuncazioni tramite il World Wide Web.....
Sarà qualcun altro più abile di me tecnicamente ad illustrarvi i particolari.
Gilgamesh, Guardiano del Sacro Volto
Date: Thu, 5 Nov 98 17:41:50 +0100
From: theodyl@gauvain.dima.unige.it (Theodyl Magus)
Message-Id: <9811051641.AA27995@gauvain>
To: PathosNET@pathos.it
Subject: Re: [pathosNET] Pathos News: Crash informatico
%% A parte l'autoesaltazione, quella notte =E8 stato sottilenato il
solito
%% concetto: solo collaborando si possono ottenere dei risultati nelle
%% situazioni delicate e pericolose:
[...]
%% E' stata un emozione vedere due guerrieri immortali combattere fianco
a
%% fianco, chiena contro schiena, sicuri che l'uno copriva le spalle
%% all'altro; osservare le varie competenze affiancate collaborare al fine
%% comune.
Sagge parole.
La sconfitta di Pathos, se ci sara` sconfitta, sara` dovuta da quelli
(e ci sono molti fra di noi) che preferiscono pugnalare i loro compagni
alle spalle.
Vi siete chiesti dove e` andata una certta pergamena...
Vi siete chiesti quandi traditori ci sono tra voi...
Con ossequi
F. Buonarroti
Secondo Reggitore del Collegio Invisibile dei Fratelli Rosa-Croce
Si` QUEL Filippo Buonarroti e, si`, ho 237 anni. Fnord
http://www.mclink.it/com/agonistika/giochidiruolo/psiche/
Date: Thu, 5 Nov 1998 20:28:43 +0100
Message-ID: <007301be0e73$f564bb80$cbd0d8d4@el894$ik.dex-net.com>
From: "Loki" <nadjr@tuttocitta.it>
To: <PathosNET@pathos.it>
Subject: R: R: [pathosNET] STOP the Stop-Pathos
MIME-Version: 1.0
Content-Type: text/plain;
charset="iso-8859-1"
>La cosa più probabile che viene da pensare è che si
tratti di un'altra
>mossa di
>Stop Pathos per farci allentare la vigilanza...
>
>Okkio! Max
>Massimiliano Simoncini
No amico carissimo, non è un'ulteriore scherzo di SP, perchè
SP non è più!
Se hai letto le altre mail in lista compresa quella di pultzer sul blocco
di AOL, potresti aver capito.
Io sono Signore dell'Inganno, non della Menzogna (anche se non tutti possono
vedere la differenza fra le due cose).
Stop-Pathos, per quel poco per ora ti posso dire non era un associazione di Mortali, anzi gli unici mortali con cui si era trovata in contatto eravamo noi. SP era una vera e propria IA (Intelligenza Artificiale) nata nella Rete delle Reti grazie alle pulsioni e alle sensazioni Umane che vi sono racchiuse.
Per ora mi fermo qui ancora molti sono i dati da raccogliere. Ma verrà il momento in cui racconteremo delle nostre gesta, e racconteremo l'ardua battaglia che abbiamo sostenuto.
Per Gilgamesh.
E' stato bello combattere insieme a te, fianco a fianco. Sei stato il primo (fuori dalla mia Armonia) con cui mi sono ritrovato dopo il risveglio, e il primo con cui ho di nuovo combattuto al fianco.
Un Saluto Sincero Guardiano del sacro Volto.
Sinceramente vostro
Loki di Enigma
Signore dell'Inganno.
Date: Thu, 5 Nov 1998 20:07:50 +0100
Message-Id: <199811042235.VAA11515@ramarro.geco.it>
From: "Giuliano Pistolesi" <pistol@geco.it>
To: <PathosNET@pathos.it>
Subject: R: [pathosNET] STOP the Stop-Pathos
MIME-Version: 1.0
Content-Type: text/plain; charset=ISO-8859-1
Content-Transfer-Encoding: 7bit
Dal profondo della mia Essenza...
Onore ai guerrieri che hanno sconfitto Stop-Pathos...
In particolare ai miei Fratelli Puri...
Loki e Gilgamesh...
che si sono gettati a capofitto nella lotta contro questa nuova minaccia...
Onore a Voi!
E' di questo che ha bisogno Pathos!
Unione, Concordia, Fratellanza...
Dobbiamo lottare INSIEME...
per CRESCERE INSIEME!
Onore a coloro che lo hanno fatto!
ES
Primogenito di Discordia
Un ringraziamento sentito a tutti coloro che hanno giocato nella quest di Stop-Pathos: siete stati grandissimi. Il 90% di quello che è riportato qui è opera vostra, e ho voluto inserire con minimi cambiamenti le vostre mail in R3 per dare un'idea di come si sia sviluppata la quest, anche nei suoi retroscena. Purtroppo temo non ci sarà un sequel alla quest di Stop-Pathos... ma chi può mai dirlo ?
Stefano Zanero
PATHOS ©
1999
Associazione di Letteratura Interattiva