TUAREG
di Silvia Brunati e Iacopo Venni
Molti sono gli invitati al tè e pasticcini della figlia di Sogno,
Note ed Alterazioni, molte sono le cose importanti di cui devono discutere.
La barca di Alchera è cullata dolcemente dalle onde del mare, e
tutti, in pace ed armonia parlano amabilmente.
C’è Loki, il Signore degli Inganni, che versa il tè alla
sua promessa sposa, e Deifobe, che sul parapetto osserva il mare. Manto
di Enigma sorride amabilmente. Yoshi, Alterazione di Semirea, discute con
Solone, il quale sembra apprezzare un po’ troppo il vino di Luna, originario
della terra di Morgana, portato da Loki.
Deifobe si stacca dal parapetto e con un sorrisetto studia la compagnia
ivi radunata. Dietro di lei il mare e' una distesa che sembra non avere
mai fine. Il colore del cielo riflette quello dei suoi occhi mentre si
avvicina al gruppo.
- Ho portato con me il mio mazzo di carte...qualcuno vuole fare una
partitina?
All'improvviso Alchera, fino a quel momento intenta a spiegare ai suoi
ospiti quali leggi governassero il suo dominio, alza lo sguardo verso il
cielo imitata dai presenti incuriositi dalla sua espressione. A Deifobe
sembra di scorgere in cielo ad una ragguardevole distanza un leggero bagliore
in rapido avvicinamento. Non si riesce a capire cosa sia, come una specie
di riflesso.
Deve essere estremamente luminoso per risaltare in pieno giorno ad
una tale distanza e, a quanto sembra, si sta dirigendo verso la verticale
della barca a qualche centinaio di metri d'altezza.
Passa qualche minuto poi e' possibile scorgere i dettagli del bagliore...
E' una specie di rapace avvolto in una fiamma molto intensa e chiara,
con sfumature gialle e arancioni. Arrivato sulla verticale della barca
a circa cento metri d'altezza si butta in picchiata come un'aquila si getta
su un coniglio, tirando al corpo le ali e diventando una meteora di fuoco.
Solo ad una decina di metri dalla barca l'essere infuocato apre completamente
le proprie ali e, con un poderoso sforzo, le porta in avanti rallentando
di molto la propria velocità di discesa; contemporaneamente allunga
i propri artigli verso il bordo della barca mentre l'aria spostata dalle
possenti ali investe i presenti come un vento caldo... Caldo ma non fastidioso.
Un altro battito d'ali ed il rapace di fiamma rimane sospeso a meno
di un metro dal bordo e, proprio mentre gli artigli stavano per far presa
sul bordo della barca, la fiamma si estingue e la forma muta. Con la leggerezza
di un gatto (si avverte solo un leggero rollio della barca) si posa sul
bordo un ragazzo sulla ventina con i capelli castani corti e gli occhi
marroni; il corpo e' abbronzato e ben definito, la qual cosa e' facile
da vedere dal momento che addosso ha solo un paio di larghi pantaloni di
un rosso vivo e in mano uno strano sacchetto rosso e una bottiglietta nera.
- Salve! E' qui la festa?!? Ho sentito che vi stavate divertendo ed
ho pensato di contribuire.
Detto questo scende dal bordo della barca posando la bottiglia per
aprire il sacchetto.
La bottiglia e' piccola ed estremamente strana, fatta di un curioso
materiale opaco e scuro di forma irregolare che ricorda più il ghiaccio
che non il vetro; il contenuto si intravede a malapena. Il sacchetto, una
volta aperto, rivela degli strani oggetti tondeggianti (simili a piccole
polpette un po' troppo cotte) e uno spiedo. Dopo un istante le "polpettine"
prendono spontaneamente fuoco diventando simili ai tizzoni ardenti dei
camini. Il materiale su cui erano posate non sembra pero' risentirne.
- Ho portato alcune delizie tipiche del mio dominio: Detriti Dolci
e Sangue del Diavolo. Questi...- Indica le "polpettine". - ...sono una
specie di cioccolatini al cioccolato, caffè e nocciola... Si mangiano
in questo modo.
Afferra lo spiedo e infilza un detrito, poi si gira verso il bordo
immergendo per un attimo il detrito nell'acqua mettendoselo poi molto velocemente
in bocca.
- Mmmmmh... Buovo... Bisonia soo spiarsi a [GLOM] mangiarlo... Altrimenti
riprende fuoco! Quest'altra... - Indicando la singolare boccetta. -...è
Sangue del Diavolo... La versione "acida" dell'Ambrosia...E' un liquore
estremamente alcolico, circa 70° gradi, aromatizzato a varie erbe con
un pizzico di peperoncino. Un sapore forte ma, appena abituatisi, molto
buono.
Con cautela la stappa e, molto velocemente, la versa nel primo recipiente
che trova ritappandola subito. Dopo qualche secondo la superficie si accende
spontaneamente... Come un piatto flambeau...
Il giovane prende il recipiente e se lo porta alla bocca soffiando
energicamente poi lo butta subito giù tutto in un fiato. La sua
espressione diviene per qualche secondo assorta poi posa il recipiente.
- A voi... Servitevi pure, non fate complimenti.
Loki, distogliendo lo sguardo dal nuovo arrivato, risponde all’invito
di Deifobe:
- Se ti fidi che io non bari gioco volentieri!-
- E' difficile barare con queste carte Signore degli Inganni, - Fa
Deifobe estraendo dal nulla un mazzo dall'aria molto vecchia con il dorso
rosso e al centro un giglio dorato, - Si tratta di tarocchi dipinti a mano
da un vecchio monaco agli albori del Medioevo, quando ancora si credeva
nella potenza mistica delle predizioni. Esse decidono da sole in mano a
chi capitare e il valore che hanno.
Si siede su di un cuscino di fronte a lui e comincia a disporle a faccia
in giu'.
- Il gioco e' molto semplice, basta soltanto scegliere la carta che
piu' ti interessa e da essa raccontare una storia. Io scegliero' la mia
e proseguiro' dalla tua, chi se la cava meglio fa piu' punti . I punti
sono determinati dai voti dagli spettatori, ma se non si ha giuria, saranno
le carte a scegliere...Se vuoi ancora giocare a te la prima mossa...sono
io che ti ho sfidato."
Deifobe sorride e il colore delle carte sembra riflettersi nei suoi
occhi, poi distoglie lo sguardo per rivolgersi ad Alchera.
- Sono stata molto scortese, mi sono presentata qui senza portare nulla
di particolare dal mio Dominio, per farmi perdonare offriro' qui per voi
un piccolo spettacolo ad opera della tribu' zingara dei Sein-Ah-Benir,
che nella loro lingua sta' per 'Coloro che sussurrano al vento'".
Dal nulla compaiono cinque persone, due uomini e due donne, che si
inchinano ai presenti. Le donne indossano larghe gonne colorate e camice
bianche con le manichea sbuffo, sulle spalle sono posati degli scialli
ricamanti e orecchini dorati spuntano sotto le bandane che ricoprono i
loro capelli neri. Due degli uomini, con pantaloni scuri e fasce in vita,
cominciano a suonare due piccoli tamburi. Il terzo, molto alto, i capelli
ricci ribelli e lo sguardo penetrante inizia a ballare in modo molto simile
alla danza spagnola, ma con molta piu' potenza quasi che da essa dipendesse
la sua stessa vita. Le donne lo circondano afferrandolo con gli scialli
e accarezzandogli il viso, per poi subito allontanarsi non appena lui fa
il gesto di afferrarle.
Deifobe osserva per qualche secondo il gruppo di ballerini poi il suo
sguardo torna al Signore degli Inganni, il colore delle carte sembrava
riflettersi nei suoi occhi.
- Bene, - sogghigna Loki distogliendo lo sguardo ammirato dal balletto,
-tentar non nuoce, anche se sarà ardua batterti in un gioco del
genere... beh, perderò, ma sarà divertente...
Beve un sorso di Sidro di Stelle dal suo bicchiere e solleva la prima
carta.
La carta rappresenta un tuareg che cavalca nel deserto. Il sole splende
alto nel cielo e sullo sfondo si intravede un'oasi. Tenendo in mano la
carta Loki prova una strana sensazione di calore.
IL TUAREG
L'uomo ferma il suo cavallo e, alzandosi sulle staffe, osserva l'orizzonte
lontano... si porta una mano alla fronte, per proteggere gli occhi dal
sole. I suoi occhi sono scuri, come la sua pelle, duri, molto duri... chiunque
lo vedesse capirebbe che è un uomo che ha sofferto.
Con un sospiro l'uomo riparte. Il cavallo al galoppo solleva un
sottile strato di sabbia. E' atteso e deve far presto.
La piccola oasi comincia a delinearsi all'orizzonte, e l'uomo incita
il suo cavallo a correre più svelto.
Deve arrivare prima del buio, nel deserto la notte è fredda,
molto fredda, e il sole sta calando"
Loki guarda Deifobe, e le fa cenno di prendere una carta. La dea gira "un cielo in una notte stellata, dove miriadi di stelle risplendono" e sembrano vere, non solo disegnate sulla carta.
Deifobe sorride e i suoi occhi sembrano ora neri come la notte che si stende sopra il deserto. Le stelle sono molto luminose e il freddo e' intenso. Loki sente quel freddo e prova le stesse sensazioni del tuareg che in questo momento sta' cercando di scaldarsi avvolto nella coperta di lana che aveva con sé.
Non puo' accendere un fuoco per riscaldarsi, gia' arrivare fino all'oasi
e' stato un rischio ma il suo cavallo doveva bere e riposarsi e un'altra
notte nel deserto, per quanto Her-Hak sia resistente, lo avrebbe sicuramente
stremato.
Il tuareg sa che lo troveranno prima o poi, e' solo questione di
tempo, ma spera di aver guadagnato qualche giorno con la tempesta di sabbia
e se Allah continua a sostenerlo forse riuscira' a raggiungere in tempo
Mah-Bell.
"Tsk tsk"
Due occhi rossi come il fuoco che lui non ha accesso lo fissano
nel buio. Il tuareg si alza di scatto con il pugnale in mano.
Attorno agli occhi si delinea un volto sogghignante e un corpo muscoloso
accovacciato con la mano posata sul terreno di fronte a lui.
"Dove pensavi di fuggire?"
Il nuovo arrivato tira su con il naso come se stesse annusando l'aria
e il suo sorriso si allarga mostrando due canini aguzzi.
Il tuareg si guarda nervosamente attorno, suda e trema nello stesso
tempo, la paura, sua compagna di questi giorni lo abbandona lasciando spazio
al terrore. La sua mano stringe di piu' l'elsa del pugnale.
"Stavi cercando me?"
Gli occhi completamente blu, compagni di quelli rossi, gli appaiono
al fianco. Una mano artigliata gli afferra il braccio costringendolo a
gettare a terra il pugnale.
"Sinceramente vi pensavo piu' combattivi voi tuareg." La voce e'
suadente, dolce, quasi carezzevole, forse un po' delusa.
Deifobe tocca un'altra carta e vi sono solo due paia d'occhi privi d'iride, uno completamente blu e l'altro rosso.
"Tocca a te ora, credo che le carte abbiano deciso di cambiare le regole del gioco. "
Loki chiude un momento gli occhi e dopo un attimo di silenzio comincia a raccontare...
"Il tuareg sembra sgomento alla vista di quella mostruosa oscenità
che si materializza dietro gli occhi rossi e blu.
Lentamente quelle che prima sembravano due creature si fondono per
diventare un'unica fonte di malvagità, più nera della notte,
più oscura del buio, più profonda delle viscere della terra.
L'odore di Morte che intorno si sviluppa sembra opprimere la Vita dell'uomo,
e per un attimo egli si sente
precipitare nel Nulla Assoluto che la Bestia Incarna.
Lentamente, e quasi autonomamente, dalla bocca del tuareg si formano
delle parole, come una preghiera e un'invocazione, ma solo un'orribile
risata sembra scaturire dal non-volto della Cosa.
-Ah, ah, ah! Una misera invocazione al tuo dio non puo' sconfiggermi
così facilmente!- ride l'essere -Sei mio, ormai!-
In quel momento appare una Luce, l'Ombra oscura della creatura sembra
vacillare, e un rumore di zoccoli si ode avvicinarsi.
-C'è qualcuno qui?- chiede una voce, forte, bassa e profonda."
Il Signore degli Inganni riapre gli occhi e tocca lentamente, e leggermente, il mazzo di carte.
Tre cavalieri vi sono raffigurati, vestiti di bianco, grigio e verde. Tutti i presenti sentono un vento fresco, pulito, che sembra spazzare via la cappa di oscurità che forse si era formata in torno alla Prima Nota di Enigma.
-Divertente questo gioco.- Dice Loki rivolto a Deifobe -Ci sto prendendo gusto!-
"Questa partita si fa sempre piu' interessante, Signore degli Inganni, ma non vorrei per nulla al mondo che qualcuno di noi si facesse male..."
Sulla sua mano compare una carta che gira su se stessa sempre piu' velocemente e diventa sempre piu' grande fino ad assumere l'aspetto di un grosso drago dalle grosse ali. Dal drago scende una scaletta e Deifobe si libra in aria insieme al mazzo di carte con il quale stava giocando con Loki.
"Venite tutti dunque, forse il mio amico potra' farci proseguire il nostro te con maggiore tranquillita'"
Sale sulla scala insieme a Loki. La scala finisce in una porta che conduce all'interno del drago e Loki si accorge che in realta' non si tratta di un essere vivente ma di un mezzo di trasporto. Al suo interno, uno zingaro dall'aspetto di un pirata li accoglie con un saluto. E' seduto in quella che dovrebbe essere la testa del drago. Anche Manto, unica fra gli ospiti presenti, abbandona la barca e sale la scaletta per entrare nel drago.
"Quando vuole mia signora, partiremo!" dice lo zingaro.
Deifobe si siede con un sorriso e guarda la carta estratta da Loki.
"Dove eravamo rimasti? Ah si, i tre cavalieri....
L'essere si volta di scatto come infastidito e la sua rabbia e' evidente.
Il proprietario della voce che ha interrotto il suo divertimento compare
nella radura. E' un uomo maestoso su di una cavalcatura altrettanto possente,
bianca come la neve, se il tuareg avesse saputo cosa fosse la neve, lui
la paragono' soltanto al colore della luna nelle notti del deserto silenzioso.
Il nuovo arrivato accarezza la criniera del suo cavallo e la sua
mano, dal suo collo scende verso la scimitarra che porta al fianco. Le
sue vesti, tipiche della gente del deserto, a parte il colore, sembrano
confondersi con il pelo dell'animale.
-Disturbo forse?
Il demone guarda la sua vittima con ira profonda e indecisione.
-Non crederai che io sia tanto stupido da affrontarti da solo, Akh-Mal,
vero? Dovresti saperlo ormai che non giro mai senza la mia sposa e mio
fratello Shamel.
A quelle parole, il tuareg nota che fra le foglie qualcosa si muove
e viene avanti. Si tratta chiaramente di una donna, i lunghi capelli neri
raccolti in una treccia, una cicatrice che le attraversa la guancia destra.
I suoi occhi sono di un verde intenso, proprio come le vesti che porta.
Stringe un arco fra le mani che punta dritto verso la testa del
demone che arretra di due passi ringhiando.
-Non finisce qui, mortale! Non finisce qui...
L'essere che era uno torna due e i due volti sogghignanti svaniscono
nel cuore della notte.
Il tuareg si lascia cadere a terra con un sospiro di sollievo massaggiandosi
il braccio dolorante.
-Adoro le sorprese ben riuscite!
Dice una voce al suo fianco ed egli con uno scatto terrorizzato
si accorge solo in quel momento che dietro di lui la notte si sta animando.
Dal nulla sbuca il terzo cavaliere, Shamel, vestito di grigio, un giovane
sorridente, con un filo d'erba fra i denti.
-Allora amico mio, cosa volevano da te quei due?
-Maledizione!
La terra trema a quel grido e il rumore di qualcosa che si rompe
fa rabbrividire le guardie del palazzo del Signore Oscuro.
-Maledizione!
La seconda volta, la porta del suo studio si piega come se qualcosa
di molto caldo l'avesse colpita.
-Maledizione!
La terza volta nessuno e' piu' li a sentirlo. Passa qualche minuto,
poi dei passi decisi risuonano nel palazzo.
-Berinol! Trigamel! Ymeril!
Tre forme che anche il piu' abile degli scrittori non sarebbe in
grado di descrivere, compaiono di fronte al loro Signore.
-Akh-Mal ha fallito, andate e portatemi quell'umano! Non importa
che sia vivo, lo voglio solo qui!"
Deifobe non ha bisogno di toccare la carta successiva, questa si gira da sola cadendo in mano al Signore degli Inganni. E' fredda come la morte e rappresenta quattro cavalli in corsa nel deserto con sopra quattro cavalieri, uno bianco, uno grigio, uno verde ed uno nero inseguiti da qualcosa che non si riesce ancora bene a distinguere.
"Le carte stanno prendendo gusto alla nostra partita, temo."
Loki si stiracchia un momentino...
-Mmm... che bello, mia Signora... Complichiamo un po' la trama... ma sì! E se si divertono anche le carte... ci divertiamo in di più! Dunque...-
"L'uomo del deserto è ancora scosso, e guarda i tre nuovi
venuti con aria meravigliata ed interrogativa.
-Sembra che siamo arrivati appena in tempo, amico mio- dice il primo
cavaliere.
-Già!- continua Shamel -Qualche attimo più tardi e
non saremmo passati di qui in tempo!-
-Ma voi chi siete? chiede il tuareg.
La donna si avvicina con calma e leggiadria, muovendosi sinuosa
e flessuosa, come una canna appena smossa dal vento.
La domanda l'avevamo posta prima noi, giovane amico. Ma penso che
tu sia chi stiamo cercando! E se tu sei veramente chi cerchiamo siamo qui
per accompagnarti a Mala-Kaeth, affinche' tu possa incontrare Lui... e
Ricordare!-
Sul volto del giovane compare un'espressione turbata e confusa.
-Ricordare...- mormora -Non è la prima volta che mi viene
detto che devo ricordare... E' per questo che sono in viaggio!-
L'Oscura Malvagità del Castello in cima al nero picco aprì
le sue porte, per vomitare sul ripido ed infido sentiero tre oscure figure.
Il rumore degli zoccoli delle immonde cavalcature dei tre fece tremare
il Creato...
Ovunque passavano disperazione avevano come Araldo, e Pazzia il
lascito del loro cammino!
I villaggi tremavano, e i bambini si mettevano a piangere e l'Oscurità
segue i cavalieri.
Gli Uomini, chiusi nelle case o nelle tende sono in ginocchio, e
pregano affinche' veloce passi da loro il Terrore.
-Aren!- bisbiglia con voce preoccupata la giovane donna -Non possiamo
restare... dobbiamo andarcene... I tre sono partiti... e anche se non lontani
saranno qui presto... Dobbiamo portarlo a Mala-Kaeth... prima che sia tardi...
per tutti!-
-Di già!- esplode Shamel, sembra arrabbiato -Maledizione,
si muove sempre veloce, quel bastardo!-
I tre rimontano sulle loro cavalcature, e anche il giovane tuareg,
malgrado non capisca bene cosa succeda, monta a cavallo e parte con i tre.
-Muoviamoci!- esorta Aren -Non abbiamo un attimo da perdere... Dovremo
resistere fino al sorgere del sole... e il viaggio è lungo... dobbiamo
prendere più distanza possibile... se è possibile distanziare
i Tre!-
Veloci i cavalli si lanciano nel deserto, sollevando una nuvola
di polvere.
Ma già in lontananza si ode il calpestio di morte delle Ombre
che inseguono."
-Uoff.. viene fuori qualcosa di simpatico, vero?- dice Loki -Ehi, Deifobe,
guarda giù!- e indica la barca con tutti i suoi passeggeri a terra
-giro
giro tondo... casca il mondo!- e scoppia in una sonora risata.
Poi Loki guarda il tavolo, e la prossima carta si volta...
"una piramide, circondata da rovine, il sole calante all'orizzonte, rosso sangue!"
Loki e Deifobe per un attimo rimangono abbagliati dalla luce del sole disegnato... ma è disegnato?
Tre figure a piedi nel deserto. Il sole non sembra infastidirli nella
loro corsa, il vento ci ha provato ma ne e' stato scacciato, la sabbia
sembra appiattirsi sotto i loro passi, quasi divenisse vetro ed una scia
lunga si stende dietro di loro a segnarne il percorso compiuto. La loro
venuta e' una sciagura per il mondo intero, raramente hanno solcato queste
terre e delle poche volte che lo hanno fatto non rimane alcun testimone,
solo corpi distesi a terra e sangue.
Sorridono e i loro occhi esprimono la gioia di essere di nuovo in
azione. E' uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo e loro sono bravi
in quello che fanno, maledettamente bravi.
Quattro persone corrono nel deserto. A loro caldo e vento non danno
tregua, la sabbia si insinua nelle loro vesti graffiandone la pelle e i
loro cavalli ansimano mentre il sudore, che e' sangue, riga loro il pelo.
Solo il tuareg e la sua bestia non sembrano risentire di tutto cio',
sono nati in quella terra e hanno imparato ad amare il deserto e a temerlo.
La paura muove il cavaliere, il terrore il cavallo. Devono arrivare ad
un posto, un luogo sacro, devono ricordare, ma cosa? Immagini, volti, corpi,
ma niente che sia possibile afferrare.
Un aquila si staglia nel cielo (cosa ci fa quella bestia in quel
posto?) e scende verso uno dei cavalli. Quando vi arriva a contatto le
sue zampe si allungano a formare delle gambe il becco si ritrae in una
smorfia preoccupata.
"Stanno arrivando." Dice Shamel afferrando le redini. Il cavaliere
bianco gli lancia uno sguardo, un sorriso, poi, sempre in corsa, tende
la mano verso la sua sposa. Lei gli lancia un bacio e da' una botta al
cavallo incitandolo.
"Ci rivedremo a Mala-Kaeth!"
Il tuareg si volta ad osservare la figura bianca che piano piano
diminuisce in distanza con il braccio sollevato salutarli.
"Andiamo uomo! Li' rallentera' ma non a sufficienza! Mala-Kaeth
non e' poi cosi' vicina!"
La piramide e' li' da secoli e ricorda. Il tempo ne ha segnato le
pietre e rovinato le incisioni, ma lei e' sempre li e ricorda. Le guerre
hanno macchiato i suoi scalini e bruciato le sue pareti ma lei e' sempre
li' e ricorda. La sabbia l'ha coperta e il vento l'ha liberata, e' sempre
li' e fa ricordare.
Un tempo c'era vita attorno a lei, c'erano uomini e dei che la visitavano,
persone che l'abitavano e l'amavano. C'era stato un costruttore, il suo
creatore, ma era una figura vaga, lontana, se solo lo avesse voluto l'avrebbe
ricordato, ma non aveva importanza, non per il momento.
C'era qualcosa di piu' importante di cui occuparsi ora, un ospite
era atteso e gia' ne' poteva vedere la nuvola in distanza.
"Mio signore!"
La donna vestita di verde arresta il cavallo con un grido di dolore,
poi il suo viso si rasserena ed ella sorride ai due che la guardano indecisi.
Dietro di lei si ode un rombo.
"Andate..."
Shamel le si avvicina.
"No."
Lei lo guarda sorpresa e sta' per ribattere.
"No." Sostiene con maggiore fermezza il cavaliere grigio. "Lui non
avrebbe voluto. Tu hai qualcosa per cui devi assolutamente vivere."
Detto questo estrae la spada e smonta da cavallo.
"Andate."
Il grigio diviene sabbia e presto non e' piu' possibile distinguere
fra uomo e deserto.
La donna afferra le briglie del cavallo e sprona il suo.
"Mala-Kaeth ci aspetta e la notte si avvicina"
E la piramide rabbrividi' di piacere a quelle parole."
Deifobe distoglie a fatica lo sguardo dalla carta e sorride stanca, sembra un po' arrossata, come se avesse preso molto sole, la sua mano indica una carta centrale che si volta lentamente. Le porte della citta' in rovina, la piramide, delle figure nascoste nell'ombra in attesa. Due persone a cavallo che stanno varcando l'antico portale. Sopra la piramide, la luna.
Manto arriva trafelata salendo la scala di corda che porta nel drago metallico.
"Vi dispiace se mi aggrego a voi, almeno fino al momento in cui pescioloni e molluschetti non sono stati sistemati? Giuro che non disturberò la vostra partita, anzi sono proprio curiosa di vedere come il mio fratellino se la cava....oltretutto mi pare che ciascuno di voi abbia trovato un degno avversario! Non vorrei sminuire il tuo valore, mia Signora, ma Loki è maledettamente bravo in giochi come questi...." e guarda Loki di soppiatto ridendo beffarda. "Comunque devo dire che questo gioco è veramente divertente, vi prego continuate!"
Detto questo si dirige verso lo zingaro e lo saluta con un sorriso, tendendogli la mano: "Ciao, mi chiamo Man..." inciampa e casca in avanti, aggrappandosi alla manica dello zingaro, strappandogli praticamente tutta la manica, per poi cadere rovinosamente e abbastanza goffamente a terra. Si guarda un momento intorno e si rende conto dell'accaduto. Ancora seduta a terra:
"Ohhh...sono mortificata, io...non volevo, mia signora chiedo scusa..ma....appena a Lobisna prometto che ricomprerò subito una bella casacca, no cioè una camicia.. io....che figura!!!!" Arrossisce tutta.
Carponi si dirige verso un punto vicino a dove i due stanno giocando e guarda Loki: "Dai fratellino non prendertela così, non guardarmi in quel modo...dai...." e gli schiocca un bacio sulla guancia.
-Manto, sorellina, dai, smettila con i baci... mi deconcentri- dice Loki con uno sguardo di disapprovazione.
-Se vuoi stare ad ascoltare fai pure, ma attenta...- sorride, un sorriso enigmatico -potrebbe diventare pericoloso...-
Poi Loki guarda la carta, e sembra perdersi dentro di essa... Comincia a parlare...
"Ormai il sole ha quasi oltrepassato la linea dell'orizzonte, fra
poco sarà completamente sparito, e l'Oscurità calerà
sovrana sul deserto.
E con il sole che cala cresce la paura e l'angoscia...
Ma in lontananza già si intravedono le rovine di una città...
solo un piccolo puntino per ora, ma divengono sempre più grandi
ad ogni passo dei cavalli; e ad ogni passo un minimo di speranza sembra
crescere nel cuore della donna. Il tuareg continua a seguirla, non sa perche'
lo fa, o non se lo ricorda... ma lo deve fare, e di questo ne è
consapevole. -Dove mi sta portando?- pensa -Perche' si da' tanta pena per
me?-
Tre figure corrono veloci, maligne, inarrestabili. L'odore della
preda si avvicina e questo le spinge ad aumentare la corsa.
Se qualcuno osservasse da lontano, se qualcuno osasse avere il coraggio
di osservare e tanta forza da non morire all'istante, vedrebbe solo una
folata di vento nero, pesante, cattivo che passa sul deserto, incurante
di ostacoli ed impedimenti.
Ma ad un tratto la corsa viene arrestata.
Sul cammino dei Tre, bianca e limpida si staglia una figura, con
la spada in mano, lo sguardo gelido come il ghiaccio e la mano ferma come
il marmo. La figura immobile ed in silenzio attende.
Il Primo dei Tre guarda l'uomo sulla sabbia, sul volto compare un
maligno sorriso... e i Tre riprendono la corsa, all'inseguimento della
preda.
La città di Mala-Kaeth è in rovina, in rovina ormai
da secoli... millenni.
Solo la Piramide conserva la memoria dei tempi che furono, ma aspetta
per ricordare, non ancora... muta, immobile, silente attende un ritorno
e fino a quel momento non farà nulla.
Solo il grande cancello, il portale per accedere alla città,
è intatto, e malgrado la polvere, il vento e il sole si siano più
volte abbattuti su di lui, conserva la sua antica maestà e imponenza,
e per moltissimo tempo nessuno, viandante o predone aveva mai avuti il
coraggio di oltrepassarlo.
Ma in quei giorni qualcuno aveva osato... e qualcun'altro stava
per farlo ancora.
Intanto la luna era salita nel cielo, e illuminava i disegni d'argento
che coprivano il portale, mentre il tuareg la sua accompagnatrice lo oltrepassavano.
La donna pensava di essere al sicuro dentro le mura della città,
ma subito si accorse di un pericolo, terribile, che li stava attendendo.
Estrasse la spada, e di riflesso anche il tuareg la imito' -Che
succede?- chiese l'uomo.
Per tutta risposta delle ombre nera, ululando saltarono loro addosso.
Veloci le la lame dei due solcarono l'aria e affondarono negli avversari.
-Andiamo!- disse la donna -Sono solo ombre, e vogliono rallentarci,
ma sono solo ombre...-
Cominciò a correre verso il centro della citta', di quella
che era la citta', lontano si vedeva un ombra scura, enorme... la Piramide.
-Ci siamo... presto...- urlo' al suo compagno per incitarlo.
Un rombo un tuono e un boato, i due vacillarono e quasi caddero
a terra...
Il cancello aveva ceduto... i Tre stavano entrando!"
Loki guarda Manto e Deifobe, è affaticato, come se avesse fatto una lunga corsa, e si accorge che anche Deifobe lo sembra... Poi sospira, e il sorriso canzonatorio che sembra lo accompagni sempre torna sul suo viso...
Manto è un po' pallida, anche lei sembra presa dal racconto.
Il mazzo, ormai autonomo, volta la sua carta, la sua prossima carta... "Una grande luce, abbagliante riempie la carta, e nel centro di essa sembra di intravedere tremolante una ombra di un uomo"
-Però,- osserva Loki mentre si para gli occhi -carino il tuo mazzo di carte... Scommetto che non lo trovo in edicola!- e guarda Deifobe negli occhi.
Gli occhi di Deifobe sono gialli come quelli delle civette e sembrano riflettere il colore della sabbia del deserto.
Poi lei li socchiude e Loki ha come l'impressione che qualcosa gli venga sottratto alla vista. Deifobe allunga una mano ad accarezzare la carta.
-Sono carte antiche che da secoli fanno parte della mia famiglia, sono sempre passate di donna in donna e a ciascuna venivano ripetute le stesse parole "Il futuro e' qualcosa che sfugge fra le dita come la sabbia al vento, nessuno potra' mai predirlo con certezza, ma puoi sempre barare.
Sorride poi sorseggia la sua bevanda.
-Ti prego, caro amico, prendi anche tu da bere, le carte sottraggono molta energia.
Lo zingaro intanto porge alla dolce Manto una bevanda dal colore ambrato e il suo sguardo penetrante fa chiaro intendere che non gli e' dispiaciuto affatto vedersela cadere addosso.
"Corri! Vai al Tempio! Non senti che ti sta' chiamando?"
Il tuareg guardo' indeciso la donna, ma lei gia' stava correndo
verso i tre, la rabbia dipinta sul viso e gli occhi pieni di dolore.
"Che Allah protegga il tuo cammino."
Si giro' verso l'ombra nera che sovrastava la citta' e vacillo'.
Conosceva quel posto, si ricordava di quella strada e di quelle case un
tempo abitate.
Il suo passo da principio incerto divenne sempre piu' deciso e si
ritrovo' a correre precipitosamente verso quel richiamo cosi' potente che
voleva dire tutto. La sua vita non aveva piu' importanza, il suo corpo
non contava, le figure scure che si paravano di fronte a lui, le ombre
come le aveva chiamate la donna, gli afferravano le vesti strappandogli
il mantello. Il loro sangue scuro schizzava sul suo viso non appena la
sua lama le toccava, non poteva farsi fermare, non ora, non quando il Cerchio
si stava chiudendo.
La piramide fremette di piacere e il suo fremito giunse come un
lampo accecante nell'oscura fortezza. Il Signore della Notte si concesse
un sorriso divertito a quella vista e un po' deluso dalla sua avversaria,
era sbagliato cantare vittoria quando il gioco non era ancora concluso.
Un dolore lancinante colpi' il Tuareg alla schiena facendolo cadere
a terra senza fiato.
Dietro di lui i Tre lo studiarono incuriositi e, se avessero avuto
delle bocche per farlo, avrebbero sorriso.
"Dove credevi di andare?"
La voce gli giunse direttamente dentro la testa, aveva un tono neutrale,
tranquillo, come se stesse parlando del tempo.
Si senti afferrare e sollevare da terra e un odore fetido lo colpi'
alle narici. Si trovo' a guardare due occhi rossi come il fuoco.
"Sei cosi' piccolo e insignificante..."
Il tuareg cerco' di divincolarsi senza successo, senti qualcosa
che lo afferrava per le gambe.
"C'e' una storia antica come le pietre della piramide che cercavi
di raggiungere. Parla di eroi e di eroine, di sacerdoti e antiche maledizioni.
"Una mano artigliata comincio ad accarezzargli il viso, mentre l'aria cominciava
a mancargli dai polmoni.
"Si racconta che un giorno, un uomo arrivera' a questa citta' e
riscattera'
i suoi abitanti..."
La vista comincio' ad offuscarglisi e lacrime di rabbia impotente
gli scesero sulle gote.
"La leggenda non descrive pero' chi o cosa sia questa persona, non
dice da dove venga ne' di dove sia...aspetta...aspetta non morire proprio
adesso, devo finire la mia storia" La pressione sulla sua gola si allento'
e il tuareg senti' l'aria tornargli nel petto.
"Stavo dicendo? Ah si, parlavo dell'Eletto.."
La piramide aveva atteso per secoli, aveva sempre saputo che Lui
un giorno sarebbe tornato e che ci sarebbe stato chi gli avrebbe ostacolato
il cammino, ma non avrebbe mai immaginato che avrebbe assistito alla sua
sconfitta proprio quando era giunto quasi a destinazione. Il suo muto grido
di dolore giunse di nuovo fino al Signore Oscuro che ne assaporo' la consistenza."
La carta successiva rappresenta la piramide di notte, ai suoi piedi tre figure deformi, una delle quali tiene per il collo un tuareg. Da lontano, alle porte della citta', tre luci di diverso colore (bianco, grigio e verde).
Loki ripensa agli occhi di Deifobe.. begl'occhi! quasi come i suoi :-) che rappresentano la notte stellata... senza iride de pupille... poi guarda la carta sul tavolo... e la sua voce comincia a narrare:
"La risata dell'Oscuro Sire, il Signore Assoluto del Nulla, giunse
fino ai piedi della Piamide, e ne scosse le fondamenta. Fu come un terremoto
che riempì di gioia le tre forme che lo servivano. Dei Tre colui
che incarnava maggiormente la volontà del padrone continuò
a raccontare la sua storia.
-Non si sa da dove verrà il "salvatore"- e si sentiva piena,
nella sua voce, l'ironia sferzante con cui ripeteva quelle parole a cui
non credeva minimamente -Ma vedi... non è Umano.. non sarà
Figlio dell'Uomo... e tu
Mortale.. ti sei lasciato abbindolare... per morire qui... in questo
luogo dimenticato! Un tempo un dio governava queste regioni, fino al giorno
in cui si dimenticò di esistere... e la città cadde in mano
alle Ombre... in mano nostra e finì in rovina. Si racconta fra gli
schiavi che un giorno tornerà..
un dio a salvarli.. un dio, mortale, hai capito? Ma ti sei visto?-
E la terribile sua risata echeggiò per le vballi portando ancor
più rovina e pazzia!
Ma il male non aveva ancora vinto... troppo sicuro di se stesso
e della sua forza, continua e continuerà sempre a sottovalutare
la Vita, l'Uomo, il suo Amore e la sua Determinazione. Tre figure luminose
emergono dai resti del Cancello... Tre figure luminose piombano sugli avversari...
e colpiscono!
Tre figure di luce, bianca, grigia e verde arrivano sui tre esseri...
e i Tre, per la prima volta nella loro vita, vacillano. Anche l'Oscuro
Signore, per un momento, ha un attimo d'incertezza.
La Piramide si scuote. La Piramide sente il momento di debolezza
del Nemico.
Nella mente del tuareg si fanno strada, improvvise, fluenti e veloci,
immagini, suoni, sensazioni,,,
-RICORDA!- Urla dentro di lui una voce, forte imperiosa... amica!"
Loki sospira... e sembra scosso da un fremito... "Ricorda!" mormora... poi un'altra carta si volta..
"Tre ombre nere si dissolvono al bagliore di quattro luci imperanti... grigia, bianca, verde e azzurra... che sembrano brillare di luce propria"
Deifobe sorseggia la sua bibita e sorride. Si alza studiando la nave sotto di loro e fa un cenno di saluto a Fenice.
"Potremmo anche tornare giu' se vuoi e continuare la nostra partita fra amici, o restare qua. Il mio veivolo restera' ancorato alla barca e navigheremo insieme a loro. Un po' come se fossimo degli aquiloni trainati dalla nave."
Deifobe sorride di nuovo e studia il mare.
"Il cielo, stellato e scuro del deserto era stato lo stesso per secoli.
Mai una luce ne aveva solcato l'oscurita', mai un suono disturbato il riposo.
Shaks-A-El, la Signora della Notte, tutte le sere trascinava il suo manto
sopra il deserto e tranquilla si ritirava nel suo palazzo a contemplare
il pianeta sotto di lei, con l'animo di chi aveva compiuto il suo dovere
anche quella volta..
Ma capita, anche al piu' solerte dei lavoratori, che qualcosa turbi
la solita routine e che il buio all'improvviso si riempa di colori, di
grida, di suoni. Gli anziani raccontano ancora della Notte del Dio Risvegliato
e di come la Citta' Perduta torno' su questa terra e i bambini li ascoltano
con gli occhi spalancati ed increduli di chi sa gia' che gli adulti non
sempre raccontano la verita' ma e' troppo piccolo per riuscire a discernere
quello che e' vero da quello che e' falso.
I Tre erano attorno al mortale, ma il tuareg non era piu' con loro.
Uno dei Tre, il piu' importante, lo teneva per il collo, ma quello che
aveva fra le mani non era che un involucro. Con rabbia se ne rese conto
e scaglio' il corpo inerme contro un palazzo. Il rumore di ossa che si
spezzavano lo lascio' del tutto indifferente.
-L'hai ucciso! L'hai ucciso! L'hai ucciso!-
Il capo dei Tre si fermo' di colpo e il suo sguardo fulmino' il
compagno che aveva parlato.
-Non lo hai ucciso?-
-Se tu avessi solo un briciolo di cervello, sapresti che non e'
facile UCCIDERE UN DIO!-
Una saetta di colore verde passo' all'improvviso fra di loro. Il
capo fece appena in tempo a scorgere un viso di donna sorridente, poi uno
dei suoi compari comincio' a schizzare di sangue scuro tutto intorno urlando
orribilmente.
Una saetta di colore grigio si avvolse attorno all'altro, e si udi'
rumore di lame che si scontravano, digrignare di denti, poi un braccio
scuro come la notte rotolo' per terra e anche il terzo dei tre cadde a
terra con gli occhi spalancati nella sorpresa della morte.
Il capo dei tre sapeva che il suo turno era arrivato. Il bianco
non sarebbe mai stato in grado di ucciderlo da solo, ma era cosi' stupido
da tentare di farlo. Il suo sorriso carico d'attesa fece rabbrividire anche
la Piramide.
E il cavaliere arrivo'. Era ancora piu' maestoso dell'ultima volta
che lo aveva visto e il suo sguardo dieci volte piu' deciso. Il demone
non pote' trattenere un brivido di piacere.
-Morire ti fa bene, se non altro nell'aspetto migliori tantissimo.
Il cavaliere avanzo' di qualche passo senza rispondere. Teneva la spada
di fronte a sé pronta a colpire.
Il capo dei tre si preparo' allo scontro, artigli affilati come
lame luccicarono alla luce della luna.
-I nostri scontri nel corso dei secoli sono sempre stati molto noiosi,
amico mio, speriamo che in questo tu riesca a durare un po' di piu'...
E il demone colpi'. La sua azione era stata cosi' veloce che sembro'
che non si fosse mosso per nulla, ma, per la prima volta dopo tanti secoli
e numerosi scontri, la lama del suo avversario fermo' il suo artiglio.
Fu in quel preciso istante, mentre i loro volti erano a distanza di pochi
centimetri che il cavaliere parlo'.
-Si dice che l'allievo prima o poi superi il maestro, se e' abbastanza
bravo da accettare le sconfitte ed imparare da esse. C'e' chi sostiene
inoltre che la cosa piu' importante in uno scontro sia quella di non farsi
mai prendere dal panico, tu mi sembri un po' spaventato.
E, veloce come il fulmine, il cavaliere libero' la lama e cerco'
di affondarla nel petto del demone. Questa volta fu questo a fermare il
suo colpo. L'oscurita' venne solcata da lampi improvvisi e dallo scontro
delle loro lame, partirono scintille. I loro respiri risuonarono nel silenzio
della citta'.
-Mi hai sorpreso, Bianco, e' vero, ma e' una piccola cosa. Tu sai
che non mi puoi sconfiggere vero?
Fu in quel momento che una luce azzurra si diffuse dalla cima della
piramide sopra tutta la citta'. In alto, quello che una volta era stato
il tuareg si sedette su di un trono dorato e sorrise.
-Vi prego, continuate, non lasciate che il mio risveglio disturbi
il vostro scontro.
Le luci, verde, bianca, grigia e nera rabbrividirono al suono di
quella voce."
Senza che Deifobe indichi una carta, questa si gira da sola.
E' un volto, gli occhi azzurri come il mare che domina una citta' nel deserto.
Sotto di lui, piccolissime quattro luci, una bianca, una verde, una grigia ed una nera.
Loki si versa un bicchiere di vino dal tavolo... e guarda la carta che gli appare davanti.
-Scendere con gli altri?- chiede -Dopo dopo.. ormai mi sembra che stiamo giungendo al termine della partita... Finiamo poi si vede...-
"Ma il modo in cui rabbrividirono fu diverso!
Il Nero tremò di rabbia, confusione e terrore... il Bianco,
il Grigio e il Verde per la gioia e la felicità di rivedere il loro
signore finalmente al suo posto. Gioirono, e un lampo di sicurezza e vittoria
passò sullo sguardo del Bianco.
Per la prima volta il Capo di Coloro che erano Tre ebbe paura, e
guardò il Bianco con cieco furore e odio disperato.
Le lame si incrociarono e lampi e fulmini furono visti in tutta
la regione. E le vecchie, davanti ai fuochi sulla sabbia, ancora raccontano
ai loro nipoti della tempesta che si scatenò sul deserto prima del
Ritorno, e i piccoli ascoltano, con lo sguardo rapito e pieno di sogni
e meraviglia.
E quando la spada spaccò in due il marcio cuore della bestia,
un urlo carico di odio si alzò dalla Torre dove l'Oscuro Sire stava
osservando il suo trionfo... distrutto. E la Piramide fremette di gioia...
La figura luminosa del dio si alzò dal trono e scese verso
i tre. -Alzartevi, figli e fratelli!- disse -Io devo inchinarmi di fronte
a voi, e ringraziarvi per ciò che avete fatto per me in questo tempo...
e per ciò che avete sofferto. Ora finalmente Mala-Kaeth può
risorgere, e tornare ad illuminare il mondo con la sua luce, il suo ingegno
e la sua bellezza...
-Guardate, già la gente torna...-
I tre si voltarno, colmi di meraviglia, e videro intere popolazioni
che si riunivano e si avviavano verso le mura dell'antica città.
-Ora ritorneremo a nuova vita!- disse il dio.
Poi per un attimo il suo volto si oscurò.
-Ma non sarà per sempre... e non sarà tutto facile!-
"
Loki guarda Deifobe ed il mazzo di carte... un'ultima carta rimane voltata... e non sembra girarsi.. ma quando Loki sta per farlo, questa si anima e la carta si volta e mostra "la città nuovamente popolata, piena di gente e di vita; ma lontano, ad est, l'Oscurità sovrasta l'orizzonte."
Malgrado sia piccola ed in lontananza l'Oscurità sembra avanzare... lenta ed inesorabile... agli occhi dei due giocatori...
-Beh, sorella,- dice Loki -Sembra che come io ho cominciato... le carte ti vogliano far finire! C'è ancora del vino?- chiede guardando lo zingaro!.
Deifobe sorride soddisfatta mentre lo zingaro versa nuovamente da bere al Signore degli Inganni. Loki non puo' fare a meno di notare che lo sguardo dello zingaro va verso la barca in direzione di Manto.
"Il sole e' tornato a splendere su quella che era una citta' in rovina,"
Deifobe si siede di fronte a Loki e mano a mano che parla le carte docilmente si mettono una sopra l'altra a ricomporre il mazzo.
"Le case, i palazzi sono di nuovo piene di vita e molte di esse vengono
ricostruite mentre l'acqua e' tornata a scorrere dalle fontane e la gente
canta inni al Dio Risvegliato che riportera' loro prosperita' e ricchezza.
Nessun segno e' rimasto della battaglia svoltasi nemmeno qualche
giorno prima, la piramide risplende e su di essa siede quello che era una
volta il Tuareg, ora spirito privo di corpo che beve la vita da una coppa
che solo lui puo' vedere e accarezza distrattamente la pelle di una giovane
che siede ai piedi del suo trono.
La dama verde ai piedi della piramide guarda nella sua direzione
e i suoi occhi sono tristi.
-Dobbiamo proprio farlo?-
Il cavaliere bianco la abbraccia da dietro e sospira chiudendo gli
occhi.
-Sì-.
-Abbiamo lottato tanto per cosa?-
-La vita, mio dolce amore, la vita.-
-Per chi?-
Il guerriero grigio compare al loro fianco sputando per terra.
-Preferisci un mondo lindo e pinto, senza dolore e senza paure?
-Tu?
-La vita, poter decidere se voglio essere cattivo o buono, poter
uccidere se voglio e morire per mano di altri, amare di amori impossibili
e soffrire per dolori indicibili...-
-Non e' un quadro invitante...-
-Non lo deve essere! Non lo puo' essere! La vita non e' mai bella
ne' facile!...-
Il cavaliere bianco lo interrompe con uno sguardo.
-Vedi, mia signora,- dice accarezzando le mani della dama verde,
-cosa sarebbe di questo mondo se nessuno fosse piu' libero di fare niente,
se tutto fosse perfetto, se nostro figlio, il bimbo che tu porti nel grembo,
non potesse piu' dire: io da grande voglio fare il dittatore?
La dama sorride suo malgrado.
-Pensa a questa citta', ora la vedi bella, rinata, le persone ridono,
le locande sono piene di allegria, non c'e' sofferenza, non c'e' dolore,
ma c'e' vita?-
-Non mi convincerai che e' bello un mondo di sofferenza...-
-No, ma allo stesso modo non lo e' un posto dove tutto e' gia' deciso,
ogni cosa predeterminata e ogni destino segnato unicamente verso un futuro
di sola apaticita'.-
-E' perche' allora lo abbiamo fatto rivivere? Perche' farlo ricordare
tutto?-
-Perche',- lo sguardo del guerriero grigio e' fisso sulla piramide,
-questa citta', nel bene e nel male doveva rinascere, e' scritto.-
-Si ma...-
-Fidati.-
La dama verde si gira verso il cavaliere come per dire qualcosa,
poi scuote la testa.
-Facciamola finita.-
Il Dio Risvegliato osserva il suo regno e il suo sguardo arriva
fino a quello del Signore Oscuro come una lama di luce che segnava una
strada luminosa fra i due domini.
-Sono orgoglioso di voi, amici miei.
I tre sono inginocchiati e non possono impedire di provare un brivido
di piacere a quelle parole.
-Il vostro compito era arduo e voi siete riusciti nel vostro intento,
non potro' mai compensarvi abbastanza per quanto avete fatto.
-Signore,- il cavaliere bianco parla, la testa china sulle ginocchia
piegate, -abbiamo fatto solo il nostro dovere.-
-E questa volta niente e nessuno potra' ostacolare il mio cammino.-
-No signore, questa volta no.-
Il Dio Risvegliato si ferma per qualche secondo, il tono del suo
servitore piu' fedele gli e' sembrato strano.
-C'e' qualcosa che vuoi dirmi?- chiede.
Altro silenzio, significativo, pesante.
-Parla, coraggio, sai benissimo che non sono ancora in grado di
leggerti i pensieri.-
Il tono era pericolosamente tagliente, il cavaliere bianco, immobile
si decise.
-Signore, sono cambiate alcune cose questa volta.-.
-Cosa e' cambiato? - Il tono e' spazientito adesso e la dama verde
sente il terreno tremare sotto i suoi piedi.
-Noi, signore, mia moglie aspetta un bambino.-
-Impossibile, non potete avere figli, era il patto.-
Il cavaliere bianco solleva il capo e i suoi occhi grigi sono pieni
della verita' che ferisce.
-La Profezia...Vuoi dire che...-
-Il Figlio che non doveva Nascere non siete voi, Signore, voi siete
il Vecchio che cede il passo.-
-Il Vecchio? IO???-
La piramide trema violentemente, rocce rotolano lungo le vie sottostanti.
La gente smette improvvisamente di ridere, la musica, nelle locande,
cessa.
-E' scritto,- e' la dama verde a parlare adesso, si alza, di fronte
al suo dio e il suo viso e' teso, serio, deciso, -che quando il Vecchio
si ritirera', il Bambino che non Doveva Nascere rendera' questo mondo equo.
Mio signore, voi siete il Vecchio.-
-No! - La donna cade a terra mentre attorno le pareti della piramide
si riempiono di crepe.
-Ucciderci non cambiera' le cose! Io non posso morire!- La dama
si rialza e si avvicina al marito, facendolo alzare in piedi, entrambi
fronteggiano il loro signore.
-Voi ci avete resi cosi', mio signore-.
Il vento circonda la coppia e si riversa lungo le strade della citta'.
Il grigio decide in quel momento che e' venuto il suo turno.
-700 anni saranno passati, 700 prima che i tempi siano maturi e
il Grande Vecchio, giunto sulla piramide cedera' il posto al Giovane e
ci sara' un nuovo Vecchio e un nuovo Giovane per molti altri secoli a venire
a mantere l'eterno equilibrio che deve regnare fra bene e male.-
Le sue parole risuonano nella stanza al di sopra del turbine ed
egli avanza verso il suo signore ombra grigia nel grigio della disperazione
che ha avvolto il Dio Risvegliato.
-Non morirete, non dovete morire, lascerete questa terra e ci seguirete
dall'alto, non e' difficile, anzi un impegno maggiore e migliore perche'
la vostra battaglia con il Signore Oscuro non sara' facile da li', come
non lo e' mai stata per lui.-
-Silenzio!-
Il guerriero grigio vola contro il muro e sangue rosso colora la
parete dorata della piramide.
-Silenzio!-
La coppia si sente mancare il terreno sotto i piedi e cade verso
le profondita' della terra, i loro corpi sono separati dalla furia della
rabbia del loro signore.
La citta' sembra destinata a perdere di nuovo la sua vita, il mondo
trema all'idea dell'ira di un dio che si riversera' presto su di esso.
-Prendersela con gli uomini e' inutile.-.
La voce e' stentata, impastata con il sangue che l'ha riempita.
-Il Fato, lo sapete, non si puo' cambiare, il Desiderio della vita
e' forte, ma voi non potete morire, come non possiamo farlo noi. Ragionate,
mio signore, pensate, siete da molti secoli su questo mondo, come pensavate
di poter essere il Giovane?-
Una scarica di fuoco si abbatte contro il grigio i cui abiti prendono
fuoco, il suo volto pero' emerge da esso e il suo corpo, nudo si erge di
fronte al suo signore.
-Il bimbo nascera', deve nascere, io non posso obbligarvi ad accettare
la cosa, ma dovrete farlo come lo abbiamo fatto noi.-
Dalle macerie due luci, una bianca ed una verde emergono mentre
la piramide sembra chiudersi su se stessa, come un fiore che appassisce
lentamente. Ad esse si aggiunge una luce grigia ed infine una blu, piu'
forte ed intensa delle altre.
-Va bene, se e' questo che volete mi ritirero'. Avete fatto una
scelta coraggiosa che non mi sarei mai aspettato da voi. Il tempo stabilira'
chi ha avuto ragione.-
Il silenzio regna nel dominio del Signore Oscuro, anzi si potrebbe
dire che vi sia del divertimento in questo luogo che non lo ha mai conosciuto.
-Credi che abbia sbagliato a cedere cosi' presto, non vorrei che
si fossero accorti della finzione.-
-Anche se fosse? Se restasse il dubbio in loro le cose non cambierebbero,
la popolazione e' convinta che ora tu li sorveglierai dall'alto e li proteggerai
dal Male, cioe' io.-
Il Dio Risvegliato studia il volto del suo ospite e scoppia in una
risata divertita.
-Insegnare agli umani a vivere non sara' facile.- Il Signore Oscuro
non ride.
-Faro' di tutto per ostacolarli nel cammino.-
Colui che era rimasto umano per secoli prima di ricordare di essere
un dio lo studia in silenzio.
-Se fossi rimasto con loro avrei reso le cose troppo facili, in
questo modo, come tu stesso mi hai fatto notare, il loro cammino se lo
costruiranno da soli e, come la Profezia predice: "Verra' il giorno in
cui gli umani saranno dei e non avranno piu' bisogno di noi".
-Voglia che quel giorno sia il piu' lontano possibile.- E il Signore
Oscuro solleva la coppa.
-Voglia, invece, che tu ed io si vada in pensione presto, molto
presto.-
Ribatte il Dio Risvegliato."
L'ultima carta si pone sopra il mazzo e questo torna docilmente in mano a Deifobe.
"Una storia insolita non trovi?"
"Non poi così tanto sorellina cara" sussurra Loki. E i due ridono
insieme.