RITO MATTUTINO di Alexandra De Ambrogiis
Angoscia… Rumore… Fastidio… Realtà…
Un sospiro… sono sveglia. La camera è buia, il bimbo dorme accanto a me nel letto, il respiro appesantito dal raffreddore perenne. Ha già sei anni compiuti da qualche mese ed io cosa ho fatto di buono in questi ultimi sei anni… O meglio nella mia intera vita?… Angoscia…
Il Rumore… del camion della spazzatura, che prima mi ha destata continua esasperante ad assolvere il suo ruolo di sveglia mattutina. Già, a me non è dato di svegliarmi con il cinguettio degli uccellini, un sorriso ironico si diffonde nella mia mente.
Mi alzo al buio e sempre al buio entro in bagno, mi siedo sul water ed accendo la prima sigaretta della giornata… Fastidio… un colpo di tosse ed ecco qua: la Realtà mi assale in tutto il suo squallore.
Spengo la sigaretta ed accendo la luce. I cinque specchi del mio bagno riflettono la mia immagine.
Che schifo…
Abbasso gli occhi sul lavandino, apro l’acqua fredda ed aspetto giusto il tempo perché diventi gelida. Ci affondo le mani e mi lavo brutalmente.
Mi vesto velocemente con le prime cose che mi capitano a tiro, butto cellulare e sigarette dentro la borsa ed esco di casa per andare al bar dell’angolo. Fuori è ancora buio; la ragazzina dietro il bancone che mi ha vista arrivare e di cui non ricordo mai il nome, mi accoglie sorridente. Come sempre mi chiedo che avrà mai da essere così felice alle 6.00 di mattina.
- Buongiorno Cara, il solito caffè doppio ed i due pacchetti di Camel Light?-
Accenno un sì con la testa e lei comincia a sputarmi addosso il suo immancabile fiume di parole, al quale non presto la minima attenzione… Bevo il caffè nero e forte, saluto ed esco.
Sono un orso non una donna e lo sarò ancora per un po’.
Monto in macchina e parto alla volta del lavoro 70 km., 40/50 minuti ancora tutti per me.
Comincio il mio bilancio quotidiano, la mia presa coscienza…
Ho quasi 32 anni, un figlio, una convivenza fallimentare durata 8 anni e terminata ormai 6 anni fa, coincidente con il mio trasferimento in Italia. Nessuna specializzazione in campo lavorativo, ma una disordinata e caotica conoscenza generica di tutto un po’. La nota positiva ed apprezzata da tutti consta nella mia capacità quasi ultraterrena di aggiustare le situazioni più complicate, inerenti a qualsiasi cosa. Forse mente fredda e calcolo ne sono la causa.
Vivo con mio figlio e mia sorella che troppo spesso si sente in titolo di farmi da mamma e sogno la libertà, ma da cosa ancora non lo so. Sono intelligente molto, è il mio guaio peggiore, perché questo difetto mi porta a sapere esattamente quanto faccio schifo, quanto non ho fatto ed avrei potuto fare, in quanti modi diversi avrei potuto far fruttare la mia vita ed invece sono qui a condurre un’esistenza che a confronto è mediocre, legata ad un mondo meschino ed ipocrita, a pagare per tutti gli errori che ho commesso (non pochi e neppure piccoli) e che commetterò in futuro, senza pace e senza supporto alcuno. Le chiamano scelte di vita, io la chiamo idiozia pura.
Tra pochi minuti inforcherò la mia maschera per affrontare un altro giorno in un luogo dove chi crede di conoscermi pensa che io sia una semidea dotata di fascino, arco, frecce e lingua biforcuta; chi lavora con me crede che sia meglio essermi amico che nemico ed immagina chissà quali torture io possa infliggere a chi mi attraversa la strada calpestandomi. Un po’ di vero c’è in questo, sono vendicativa e dotata di grande pazienza, valuto le situazioni, le condizioni, i tempi e poi sferro l’attacco migliore che normalmente va a buon fine. Fa tutto parte dell’apparenza… io “la strega”, io “l’aspide”.
La mia sete di vendetta tanto implacabile quando sono sola con me stessa o in un ristretto nucleo di persone ignare si dissolve per vigliaccheria quando mi confronto con la fonte delle mie frustrazioni, forse nell’insana convinzione che chi mi ha arrecato tanto danno sia meritevole del mio rispetto; è riuscito là dove io ho fallito miseramente e mi ha modellata quale ora sono. Di fronte a lui mi sciolgo e divento incapace di qualsivoglia azione o pensiero raziocinante. Lo amo ancora? Non so, non credo, ciò che è certo è che dal sesso maschile ricavo piacere sessuale e vantaggi per raggiungere le mete prefissatemi, non agi economici, quelli me li creo da sola e ne sono orgogliosa, ma questo è un mondo che si crede comandato dai maschi… si crede… e qualche volta ci servono per spianare alcuni ostacoli… sfrutto la mia bellezza a mio vantaggio ed a vantaggio di pochi altri eletti, i miei amici, se mi va e quando mi va. Il mio pensiero ricorrente fa capolino come sempre “Dio voglia che nessun uomo mi stupisca mai positivamente altrimenti sono finita! Mi innamorerei di nuovo…” Un brivido di gelo e distolgo la mente da quella terribile ipotesi. Gli uomini, quasi tutti, sono alla mia mercé non io alla loro. “Quelli” mi servono!!! Coloro che voglio e mi resistono sono i nemici e vanno distrutti.
Lo specchietto retrovisore rimanda l‘immagine del mio volto struccato… Troppo nuda… sorrido… mi metto in corsia di sorpasso spingo ai 170 all’ora e tiro fuori la trousse dei trucchi…. Comincio a delineare i contorni della maschera sul mio viso. Viso e corpo le uniche cose che ritengo belle nell’insieme che forma “me stessa”. Con la coda dell’occhio controllo la strada in cerca di quel pazzo che, se mi va bene, mi verrà addosso facendo avverare il desiderio costante degli ultimi anni… Ma anche stamattina non si è svegliato.
Sono arrivata, parcheggio, timbro il cartellino, percorro il corridoio ed entro nella palazzina uffici sorridente e briosa - Buongiorno, i problemi del giorno?-… Gli uomini sbavano, le donne abbassano lo sguardo, mentre sfoglio il consistente pacchetto di messaggi entro nel mio ufficio sulla porta c’è scritto ‘sig.ra Alexandra De Ambrogiis Responsabile Coordinamento Personale’, sottotitolo “l’unica differenza tra me e voi è che voi siete molti ed io sono unica” , la chiudo dietro di me, giro attorno alla grande scrivania in legno, accendo il computer e mi siedo. Mi appoggio allo schienale della poltrona in pelle nera, appare la schermata di Win 98, mi collego con il provider per scaricare la posta privata e lavorativa… 38 e-mails di cui 23 personali, sorrido, Pathos colpisce ancora, penso al mio mentore, Andromaca Gualtieri, Medea, Aracne Nota di Desiderio di Discordia. Io amo quella donna! Una e Trina!!! Un’idea oscura fa capolino ed una tristezza immane mi lancia come un fiume in piena nei ricordi… Ci siamo conosciute tempo fa e mi ha parlato di questa realtà fantastica e stupenda dove tutto puoi se vuoi e sei abbastanza scaltra, non ho avuto dubbi fin dall’inizio, dovevo assolutamente farne parte.
Toc toc un colpo alla porta che si richiude dietro un uomo alto, di bella presenza, molto scuro in volto. Torno subito alla realtà e mi preparo a battagliare, non dico niente lo guardo interrogativa e sorridente, lui si schiarisce la voce ed attacca:
- Alex, questa situazione è insostenibile dobbiamo trovare una via colloquiale noi due, io non ce la faccio più, propongo una tregua…-
Una scarica di adrenalina si espande in tutto il mio corpo ma niente si nota esternamente. Lui è uno di quelli da schiacciare e pare che io abbia la vittoria in pugno. Ricordo… una volta mi ha girato le spalle e si è nascosto come un coniglio dietro un enigmatico silenzio, durante una riunione.
Ha fatto il suo errore!
Accendo una sigaretta lui attende la mia risposta, lo guardo socchiudendo le labbra rosso scuro per farne uscire il fumo, incrocio le gambe lo sguardo mi cade sulla gonna color panna con il lungo spacco laterale e piano in un sussurro gli rispondo, quasi soprappensiero:
- Provo pena per gli uomini che non sanno accettare le sconfitte morali e sessuali, la tregua non mi interessa e non ne ho bisogno… io- gli sorrido dolcemente.
Lui rimane attonito e poi dice:
- Che peccato che tanta bellezza sia chiusa in un cuore di pietra!!!-
Esce sconfitto richiudendosi la porta alle spalle ma non abbastanza in fretta per non sentire la mia risata bassa e sensuale e penso ad Andromaca ed ai suoi insegnamenti, sarebbe fiera di me!
O forse no… mi adombro nuovamente tornando ai pensieri dai quali sono stata distratta precedentemente… Aracne, mia Madre… Siamo state insieme un po’ mi ha strappato il Velo mi ha fatto riscoprire sensazioni ed emozioni che avevo sepolto sotto strati infiniti di terra e letame. È strano come da ignari si dia poca importanza a tutto ciò che è il reale motore del mondo. Desiderio, Discordia, Distruzione, Psiche, Enigma, Destino, Sogno… che fusi tra loro creano una miscela esplosiva che ti può far provare l’impensabile, l’inimmaginabile… portare il corpo e la mente ad una massa informe di terminazioni nervose, esaltare lo spirito… ma tutto ciò l’ho potuto solo sfiorare, Lei mi è apparsa come in un Sogno e poi… Poi che è successo?
Ora non so dov’è, ma posso sentire la sua presenza da qualche parte. Nella mia vita parallela, quella nello strano mondo di Pathos e che ancora comprendo poco e male mi dicono che una parte di Lei non tornerà che se n’è andata con i Sette Eterni.
Io so che non è vero, lo sento nel profondo di me stessa quando tutto mi sembra perduto e la Sua forza corre in mio aiuto o almeno così io credo ed anche Habanera, la mia amata Sorellina è del mio stesso parere...Drinnn Drinnnnnn schiaccio il tasto vivavoce e la mia voce fredda e professionale risponde al richiamo del mondo comune…
Un altro giorno è cominciato… la notte arriverà presto.
La_StReGa
Alexandra De Ambrogiis
PATHOS © 2001
Associazione di Letteratura Interattiva