Una Primavera strappata all'Autunno         

di Alessandro Haag e Michaela Iorio

       
         

Amici miei,
      se leggerete questo messaggio vuol dire che io o uno dei miei, non abbiamo potuto   inserire i codici di blocco temporaneo quindi, visto i casini che abbiamo, vuol dire che     sono morto. Da tempo mi aspettavo questo momento, il terrore non dura per sempre.

Villa di Morgana 30 settembre.

Alexander non riesce a dormire. Sente il vento sferzare tra gli alberi e urlare. Ma la notte è limpida e il cielo stellato. Non fa freddo. Solo non è più estate. Eppure qualcosa lo rende inquieto. L'equilibrio spezzato, la morte, il tradimento.
Bussano alla porta. In realtà è più un suono impercettibile: leggeri graffi. Che sia un gatto?
Alexander gira la maniglia e apre la porta. Davanti a lui nessuno, ma Michaela è accoccolata per terra immersa in un pigiama di due o tre taglie più grande. Da uomo.
-S..scusa...non volevo svegliarti. È che... ho tanto caldo-
La sua fronte è imperlata di sudore e i suoi occhi rossi e segnati.
L’uomo sorride come solo lui sai fare: grande e grosso ma con un sorriso bonario da bravo bambino, così strano in quel viso dagli occhi tanto tristi.
Tende la mano a Michela. -Dai, entra dentro... non stare lì per terra...-
Chiude la porta e la fa accomodare sul letto, mentre apre un po' la finestra... - Non ti preoccupare sorellina, tanto non riuscivo a dormire... forse hai solo un po' di febbre- e stende una mano per sentirle la fronte.
Michaela è caldissima, anche se sembra provare un po’ di sollievo dal contatto con la tua mano
- Credo sia meglio uscire fuori... qui in casa... fa troppo caldo!- Michaela si arrotola le estremità del pigiama, scavalca la finestra. -Ahh....che bello! I piedi nudi sull'erba!- esclama mentre i suoi passi si dirigono verso la fontana.

     Molte cose voglio dirvi e spero che vi aiuteranno a capire meglio sia il Pathos sia questo piccolo uomo a cui avete fatto l'onore di chiamarlo Fratello. Io ero l'Inverno,
ma pochi hanno capito veramente cosa volesse dire questo, cosa comportasse una volta  entrato nella pienezza della comprensione delle emozioni che il Pathos ci ha insegnato e di cui i nostri corpi sono gonfi.

- Sai...- dice Michaela sedendosi per terra - mi fa piacere che tu sia qui con me... Siamo in tanti qui, ma non posso fare a meno di sentirmi sola. Che stupida! Vero?- mentre pronuncia queste parole il suo sguardo è fisso per terra.
Alexander guarda la piccola e forte Michela e sorride ancora; poi esclama dandole le spalle.
- L'autunno è arrivato ormai... sarà duro e spietato... molto triste...- poi guarda la ragazza mentre un vento gelido soffia da dietro le spalle. - Credo che il Destino di ogni Distruttore sia la solitudine... la più tremenda delle solitudini... ma, ed adesso sono io lo stupido, sai, si può essere soli anche in due... due legati da un comune percorso di sofferenza e di perdita...-
Michaela non ribatte, si fa ancora più piccola tra le pieghe dell’enorme pigiama.
Alexander si siede a terra poi si lascia cadere: al contatto con l'erba fresca e magica della notte ride per un poco. Gli occhi sono lucidi mentre osserva il cielo stellato che forma i ricordi nella mente...

     Come ogni Eterno ha più volti, così ogni Nota ne ha, le Note dalle due tensioni ne hanno  almeno quattro con tutte le sfumature che ne derivano. Io ero una di queste, la più  oscura, quella preposta alle storie che generano le Emozioni più miserabili. Io ero preposto alle miserie umane, quelle emozioni che derivano dalla fame e dai soprusi,  poiché solo dalle ingiustizie che questo mondo genera può nascere la Speranza ed io ero  Speranza.

- Io non posso credere che Misha sia morto, Alexander. Non può finire tutto così...- Michaela strappa ad uno ad uno i fili d'erba del prato dinanzi a sé, li stringe forte tra le mani finché non si sporca di una poltiglia umida e verdastra. Poi si alza e va ad immergere le mani nella fontana. Si alza un leggero vapore...come se le sue mani fossero calde al punto da far evaporare il liquido nella vasca di marmo.
Alexander si alza. Nuovamente il vento soffia dietro le sue spalle e gli occhi sembrano pozzi infiniti di tristezza. Abbraccia Michela: il suo corpo  è caldo, quasi bollente...
- Lui non è morto... l'Inverno non può morire... la Speranza non può morire - l'abbraccio si fa più forte. Un bacio dietro la nuca, fra i capelli, per rassicurare la ragazza.
Poi si allontana voltandosi, fuggendo al contatto caldo e quasi insopportabile.
- L'Inverno sarà tremendo... pieno di freddo, odio e di gelida vendetta... ma quest'autunno... vorrei fosse denso di ricordo e di amore... un fratello è scomparso... ma il suo ricordo non deve scomparire...- l’uomo allarga le braccia e chiude gli occhi, mentre il vento continua a soffiare...
- Ecco...- dice Michaela parandosi dinanzi a lui - allora tu ...vorresti fare un regalo a Misha? Se ti chiedessi qualcosa di enorme...solo per fargli piacere dovunque egli sia? Lo faresti? -

      Alexander, giovane inesperto caro fratello, spero che presto capirai. Spero che capirai che essere un guerriero non significa imbracciare un fucile, ma essere tutt'uno con l'ideale che rappresenti senza mai piegarti. Adesso sarai tu a parlare per Demetra nel periodo che ero, ma attento, rimani te stesso, non imboccare le mie vie, non sporcarti con esse.

Alenxander ha ancora gli occhi chiusi, ma sorride. - Chiedi pure sorella... nulla è troppo per il fratello che più mi ha insegnato nella vita... chiedi pure...- ed il vento freddo diventa più tiepido e calmo.
Michaela prende la sua mano. - Lo sapevo – sussurra e gentilmente lo guida verso un roseto, il più bello tra quelli che circondano la fontana. È alto e maestoso, le foglie sono di un bel verde scuro e lucido. Si intravedono i resti della fioritura tardiva, pochi petali giallognoli e striminziti pendono dai resti dei calice floreale.
- Questo mi piace...- dice Michaela scostando alcune foglie e tirando a sé un ramo. Con molta attenzione ne scruta le spine. Poi esitando un attimo e chiudendo gli occhi  avvicina un dito ad una di esse. Il sangue rosso di Michaela cade dalla ferita inferta mischiandosi al terreno mentre una sola goccia color rubino brilla sulla spina.
- Ecco... vorrei che questa rosa fosse per lui... come ha lasciato scritto... nel testamento - Poi di nuovo alza lo sguardo verso il fratello succhiandosi il dito per fermare il sangue.
- Vorrei che la primavera torni fino a che questa rosa non sarà sbocciata. Mi lasceresti un po’ del tuo dominio, fratello?-

      Michi, Fiorellino, dolce adorata sorella, temuta ed agognata, ti chiedo perdono poiché ho fallito, poiché la morte per quelli come me è solo fallimento. Ho provato a fare in  modo che tu dovessi occuparti solo dei Guardiani, scopo nobile ed elevato, in modo che  tu non dovessi contaminarti con le schifezza dell'Uomo, che ti posso garantire sono  superiori a quelle che qualunque Guardiano o Messaggero possano concepire. Ma il fragile  scudo di ghiaccio si è infranto.

Ora Alexander é serio in viso: i suoi lineamenti si sono contratti e lasciano trasparire ben poche emozioni. Michela si accorge dell'inconsueta durezza dei suoi occhi ed un’indecifrabile espressione le si dipinge sul viso... sorpresa? paura? o semplice impazienza?
L’attesa finisce ben presto e la voce che nasce dalla bocca di Alexander è quasi innaturale, priva di inflessioni. - Sarò ben lieto di lasciarti parte dell'Autunno perché il desiderio del mio caro fratello venga esaudito... ma voglio che tu sappia una cosa... Voglio onorare la sua memoria fino in fondo... ora l'Autunno gentile e malinconico ben si presterà ad un gesto d'amore e di rispetto... ma l'Inverno che verrà sarà tremendo e terribile, che io sia o no il suo Araldo... Il prossimo Inverno sarà pieno di rabbia e sofferenza... nato dalla distruzione che porta il tradimento e per la distruzione del traditore...-

       Tarrant, a te forse il compito più difficile. Proteggi Rae, io non posso più farlo. Proteggi anche Michi, proteggi anche lei. Ti affido i due motivi per cui ho accettato di diventare ciò che ero, per cui ho accettato di essere ciò che vi ho spiegato, ti affido quello che per me era il senso della mia vita come Uomo.

Cerca nello sguardo della sorella esitazione o rimorso, ma non ne trova. Per una volta i due opposti sono così vicini. Così vicini, loro che sembravano non comprendersi e sfuggirsi..
Gli occhi di Alexander tornano quelli tristi e caldi che tutti conoscono e ride mentre urla al vento che si è alzato: - Che il Vento Triste cessi di spirare, in nome di Demetra e di Gaia... Che il Vento portatore d'Inverno ritardi il suo arrivo, per il rispetto che Egli deve all'Araldo del duro Inverno... Che torni la Primavera dal sangue di mia Sorella e per volontà di Mia Madre Demetra...- Prende una manciata di foglie e le lascia cadere: il loro moto è lento, quasi impercettibile, mentre il vento cessa di spirare come avesse davvero udito quelle solenni parole ed un'ultima foglia cade a terra fra i piedi dei due proprio dove il sangue era caduto e si era mischiato alla terra...

ed allora accadde qualcosa di magico...

      Se ancora ti ricorderai con affetto di me ti prego, fa che il primo fiore di primavera         sia una rosa rossa e profumata e che la prima goccia di rugiada che cadrà dai suoi     petali sia una lacrima per me.

     Addio Fratelli, Addio Sorella, la mia Essenza è tornata per sempre in Okeanos     rinforzandolo con le mie Emozioni più pure. E se doveste attingere da esse scoprirete che il gelo eterno avrà per voi l'ineguagliabile calore di una carezza d'amore.

Il Manifesto, 5 ottobre, pagina 14

La Natura non è in guerra!
“… spogliati dal vento autunnale sono comparse timide e bellissime rose: la natura ci ha forse voluto dire qualcosa con questa piccola primavera strappata all'autunno? non saremo noi a dirlo.”
A.M.


 


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