Distici e non

di Simone Zweigl

       
         

I.    	Le plumbee tempeste ruggivano nell'aere
più forte, solo, il cuore del soldato batteva nella cassa

II.    Una vita come una notte
e ogni notte come una vita

III.    E l'alba risuonò come il profumo di un papavero
la nebbia era andata e con essa l'oblio, somma rimembranza

IV.    Come un marinaio nel carchesio scorgo le cime agognate
sbatto e scuoto e tremo e muoio, lontano dai miei ciechi simili

V.    Strega, la coperta indurita e leggera
ghiaccio come sangue e erba e cielo e nessun cuscino

VI.    Sapida quest'esistenza di sabbia
solitario scalo le storie quotidiane

VII.    Di vita pieno, quindi vuoto
il bambino sogna, nel sole, vuoto

VIII.   Rivangare il futuro, continuamente,
come la talpa scava la terra avanti a sé

IX.    L'ombra del cancello è sempre più lunga
varcherò sereno quella soglia?

X.    Momenti salati, uno dietro l'altro,
uniti come le immagini nella pellicola

XI.    Respira il cielo di questo settembre
con polmoni di ghiaccio e vetro

XII.    Le labbra del cielo pronunciano pallide parole
pur ardendo non posso rischiarare il nulla

XIII.   E' un tridente incrostato
la mente acuta che cerca la verità

XIV.    Questione di tempo, e la foglia arancione
che adesso galleggia, verrà inghiottita da un gorgo

XV.    Trovo in un cassetto gli abbozzi di una vita
che ho scelto di non scrivere

XVI.    Risacche sonore colpiscono il cuore del poeta
si erodono gli affetti nell'inchiostro di una penna

XVII.   Cedono i cristallini baluardi dell'orgoglio
scorre la ferita salata sul volto del guerriero

XVIII. Forte, sogno sogni non plausibili
lascio la vita da una parte, forte

XIX. Le stelle ubbidienti, guidavano i fenici
esisterebbero le stelle senza i fenici?

XX. Cieco il cielo incede e caccia,
cela, ai ciechi, cerchi concentrici

XXI. E le mille spine, come desideri sudati
e i cento cieli, come porte sprangate
e il povero animo come inerme prigioniero



 


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