I. Le plumbee tempeste ruggivano nell'aere più forte, solo, il cuore del soldato batteva nella cassa
II. Una vita come una notte e ogni notte come una vita
III. E l'alba risuonò come il profumo di un papavero la nebbia era andata e con essa l'oblio, somma rimembranza
IV. Come un marinaio nel carchesio scorgo le cime agognate sbatto e scuoto e tremo e muoio, lontano dai miei ciechi simili
V. Strega, la coperta indurita e leggera ghiaccio come sangue e erba e cielo e nessun cuscino
VI. Sapida quest'esistenza di sabbia solitario scalo le storie quotidiane
VII. Di vita pieno, quindi vuoto il bambino sogna, nel sole, vuoto
VIII. Rivangare il futuro, continuamente, come la talpa scava la terra avanti a sé
IX. L'ombra del cancello è sempre più lunga varcherò sereno quella soglia?
X. Momenti salati, uno dietro l'altro, uniti come le immagini nella pellicola
XI. Respira il cielo di questo settembre con polmoni di ghiaccio e vetro
XII. Le labbra del cielo pronunciano pallide parole pur ardendo non posso rischiarare il nulla
XIII. E' un tridente incrostato la mente acuta che cerca la verità
XIV. Questione di tempo, e la foglia arancione che adesso galleggia, verrà inghiottita da un gorgo
XV. Trovo in un cassetto gli abbozzi di una vita che ho scelto di non scrivere
XVI. Risacche sonore colpiscono il cuore del poeta si erodono gli affetti nell'inchiostro di una penna
XVII. Cedono i cristallini baluardi dell'orgoglio scorre la ferita salata sul volto del guerriero
XVIII. Forte, sogno sogni non plausibili lascio la vita da una parte, forte
XIX. Le stelle ubbidienti, guidavano i fenici esisterebbero le stelle senza i fenici?
XX. Cieco il cielo incede e caccia, cela, ai ciechi, cerchi concentrici
XXI. E le mille spine, come desideri sudati e i cento cieli, come porte sprangate e il povero animo come inerme prigioniero
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