La Stella del Sole         

di Carlo Fedele ed Esperia

       
         

Esperia* scende dal volo della Luftansa, è mattina non tardissima, guarda il cielo e non può non notare, come il Sole sia coperto da nubi nere e tempestose, come faccia caldo, ma non il caldo secco e rovente che ci si aspetta, ma un caldo sgradevole, appiccicoso e malevolo...
Una strana sensazione l'assale, una sensazione, di resa, di sconforto, di Morte ma probabilmente è solo un'impressione dovuta alla stanchezza.
Ascolta distrattamente i discorsi degli impiegati del check-in e dei tassisti e nota come l'umore di tutti sia assai abbattuto a causa dello strano clima degli ultimi giorni che sembra offuscare di Morte i loro Desideri.
Si ferma a raccogliere i capelli per liberare il collo ed il viso dal calore...
- Che caldo e umido e questa strana sensazione mi viene quasi un sospetto...-
Esperia* si reca in albergo per rinfrescarsi, ha prenotato al Hilton del Cairo, dopo una doccia si butta un po’ sul letto per riposare e aspettare. Si addormenta e inizia a Sognare, il cielo di notte stellato, gli obelischi, rovine battute dal vento notturno del deserto, un ingresso sotterraneo.
Si sveglia, è pomeriggio, si cambia, uno strano miscuglio di Desideri anima il suo cuore, repulsione, odio, sconforto, solitudine, tristezza, il suo animo sembra spaccarsi dilaniato da un sovraumano Desiderio che la invoca e da uno ugualmente potente che la minaccia e allontana...
Esperia* si stringe il petto mentre una fitta di dolore e fuoco l'attraversa.
Sa che è il Tempo, conosce il luogo, è ora di andare incontro al Destino.
È un viaggio carico di aspettativa e di un'insinuante senso di sofferenza.
Lascia la macchina e procede a piedi guidata da un'onnipresente dolore.
La zona immersa nel buio è stranamente illuminata dalla Luna alta nel cielo.
Quasi sentinella silenziosa e innamorata di questo luogo pregno di sacralità.
La donna sospira, le sembra quasi che le dia sollievo, la Luna.
Lentamente inspira l'aria della notte...
Una gemma su un grande obelisco centrale proietta un raggio di luce lunare a illuminare una scura entrata sotto un antico e devastato Tempio.
Esperia* si avvicina all'entrata da cui il vento sembra uscire con un grido simile al disperato lamento piangente di un Demone dannato. Percorre l'oscurità del lungo corridoio che diventa sempre più caldo, un caldo soffocante e maligno, fino a quando non vede una luce lontana.
Fa per uscire alla luce quando lentamente una figura solitaria si stacca dall'ombra osservandola con aria dura e fredda, parandosele davanti.


Silvio Gomez sorride con aria fredda e maligna...
Il suo sguardo amaro non dice niente di buono...
- Ben arrivata Esperia*, spero non ti dispiaccia la mia presenza qui, ma è necessaria affinché tu possa portare a termine ciò che sei venuta a fare, non è salutare in questi giorni attraversare i domini del Divino Horus senza un'adeguata guida.- Parla a tono basso l'uomo.
Ciao Silvio, infondo avrei dovuto aspettarmi di trovarti qui, anzi, grazie...-
Poi dopo un attimo  - Come sta? -
- Ti conviene parlargli con rispetto, non so quanto sia disposto ad ascoltare discorsi scherzosi, se potessi te lo ordinerei, per il tuo bene, Desiderio di Morte non è mai stato così forte da quando lo conosco, sento fremere il mio animo solo guardandolo...-
Gli occhi di Gomez appaiono vagamente spiritati, come se fosse sotto l'effetto di uno stimolante.
- Vedremo Silvio, vedremo, non sono davvero venuta per scherzare, ma neppure per prostrarmi ai suoi piedi, per il mio bene Desiderio di Morte non mi fa paura, ma non temere, non provocherò la sua collera intenzionalmente non sono qui per questo.-
Gli occhi di Silvio sono puntati verso il Maestro del Segreto, ma lo sguardo sembra essere quasi assente, o meglio, diretto verso visioni di altri mondi...
- Il cuore del Falco Solare è stato spezzato, come lo avevo avvertito, lei lo ha tradito alla fine, cosa ci si può aspettare dai figli dell'Ingannatore?-
Il suo tono è un misto di rancore e sofferenza, mentre le ultime parole sembrano sputate come veleno...
Una strana sensazione di Morte aleggia intorno alla donna, la strana nebbia da cui questa spira però ad un imperioso gesto dell'Araldo di Horus si ritira rispettosa...
Giungono alla fine del lungo corridoio sbucando in un ampio cortile illuminato a giorno dove incredibile da credersi scorre un allegro ruscelletto in uno splendido giardino verde che circonda un grosso complesso sotterraneo che sembra essere costruito sul bordo della realtà...
Sono in una vasta caverna in cui si trovano davanti un magnifico palazzo a forma piramidale ornato da terrazzi, colonnati, statue e obelischi che sembrano sfuggiti ai rigori del tempo mentre Esperia* subito nota un qualcosa di strano, la sua percezione del tempo qui è diversa, il suo flusso sembra frenato, trattenuto, imprigionato da una volontà ed un potere al di la dell'umana comprensione.
Per un attimo si bloccano in contemplazione del maestoso scenario.
Silvio sorride compiaciuto e felice, come sempre si sente affine a questo luogo, qui si sente sempre così al suo posto, lacrime gli bagnano le guance perché lui sa che è veramente a Casa.
La donna è incuriosita, cerca di vedere tutto in una volta sola e allo stesso  tempo fermarsi su ogni particolare, aveva sentito parlare di posti fantastici ma questo era il primo che vedeva di persona...
Lentamente si dirigono verso la struttura centrale, sono quasi all'entrata quando Silvio inizia a parlarle.
- Lui passa le sue giornate assiso sul suo trono... perso osservando Tempi e Mondi a noi proibiti... in Lui Desiderio di Vendetta brucia col calore delle fornaci infernali... è stato ingannato da chi aveva fatto Principessa di questi Regni... -
Entrano, un lungo corridoio illuminato da torce che emettono uno strano profumo stordente e dolcissimo si stende di fronte a loro che lo attraversano, mentre il rumore dei loro passi risuona forte fra il silenzio innaturale.
Infine si trovano di fronte ad una grossa porta a due ante in oro su cui sono scolpiti numerosi bassorilievi raffiguranti le vittorie di Horus nei Tempi del Mito e le imprese di tutti i suoi Campioni e Araldi fino agli ultimi.
Silvio apre lentamente la porta facendo strada nella maestosa sala del trono di Horus, dove solitario nella totale oscurità il Dio sta seduto su uno scranno rialzato circondato da guizzanti fiamme azzurre mentre i suoi occhi rossi di fuoco sembrano osservare persi il pavimento.
Nessun rumore risuona nella stanza, tutto sembra immobile, il Tempo stesso qui non scorre, è una sensazione irreale, ma terribilmente vera, Horus non sembra neanche aver notato i nuovi arrivati, oppure non li considera minimamente, le sue mani serrate in un possente arco d'oro, i muscoli
innaturalmente tesi, i lunghi capelli di color miele che sembrano contorcersi come se dotati di vita propria…
Silvio si inginocchia a rispettosa distanza.
- Mio Signore, ho condotto qui Esperia*, secondo la Vostra volontà, ha qualcosa da dirVi e chiede di poter parlare da sola con Voi, per cui lascio la stanza, sapete dove trovarmi.-
Horus alza la testa completamente disinteressato come se solo il ricordo di un nome conosciuto lo avesse chiamato da un luogo lontano.
Fa un cenno della mano verso Silvio.
- Sei congedato, Araldo... vai pure... se avrò bisogno...- Le sue parole si spengono.
Silvio si alza, indietreggia di qualche passo, esegue un lieve inchino a Horus, saluta la donna, si volta ed esce dalla stanza.
Infine le porte si chiudono e la stanza rimane immersa nell'oscurità, illuminata solo dall'aurea azzurra del Dio che osserva Esperia*...
- Benvenuta Sorella...-
Il suo sguardo poi si riabbassa come perduto...
La donna si avvicina lentamente, gli occhi fissi su quella figura così maestosa e così innaturalmente immobile, malgrado tutte le raccomandazioni ancora non riesce ad avere paura di Lui.
- Sarò incosciente, ma io vedo solo dolore...- Pensa mentre un moto di tenerezza la fa quasi sorridere... Accostandosi al trono sussurra: - Sono venuta, come vedi, sono qui...-


Per qualche istante rimane immobile di fronte a lui in attesa di una risposta, poi si avvicina ulteriormente fino a guardarlo negli occhi infuocati.
Inizialmente Lui sembra non sentirla per niente.
Gli occhi persi verso l'oscurità del pavimento.
Solo Lui può vedere nel buio le lastre di marmo.
Le osserva, le riconosce una ad una.
Riconosce ogni singolo granello di sabbia che adesso le divide.
Ricorda tutti coloro che le hanno calpestate.
Vede la sabbia dorata accumularsi nei giorni, anni, secoli, millenni...
Vede il Tempo scorrere intono a Lui.
Come un fiume che trascina via tutto intorno ad uno scoglio immobile...
Vede Civiltà sparire, Regni crollare, Amici partire, Affetti morire...
Tutto va, tutto finisce.
Solo Lui resta.
Sempre e solo Lui come all'alba del Tempo.
Poi una voce familiare.
Una voce conosciuta e delicata.
Sembra richiamarlo da luoghi lontani.
In Tempi che non vuole vivere.
Per un lunghissimo istante Horus rifiuta di tornare.
Le ali del Falco sono pesanti...
I suoi occhi annebbiati dalle lacrime...
Il suo cuore gonfio di dolore...
Perché tornare?
Per chi?
Resta lì nel oscuro limbo che si trova a cavallo fra la veglia ed il sonno.
Fra il giorno e la notte.
Nascosto nel più lontano e silenzioso fra gli angoli del Tempo...
Limbo irraggiungibile da chiunque non sia Figlio del Sovrano...
Poi una voce forte lo deride.
- E allora Horus... Ti ho ceduto il Mio corpo eppure... sei qui... Non senti... la Mia Amica Ti chiama... Tua Sorella Ti chiama... avanti... non vorrai che qualcuno rida di Te? almeno ascoltala... è venuta qui solo per Te... non lo merita? Dio della Giustizia?-
Le ultime parole pronunciate con tono di derisione si spengono nel nulla...
Ma per un attimo Horus torna al presente.
Lei sorride dolcemente.
- Mio Sole, vuoi posare su me il Tuo sguardo? Senza timore sono venuta qui fino a Te e senza timore Ti chiedo di guardarmi... non Ti chiedo di dimenticare il Tuo dolore o la Tua delusione... solo di ascoltarmi... guardami... Luce dei miei occhi...-
Lentamente alza lo sguardo su di lei.
Occhi che bruciano di un terribile rosso fuoco…
Ora umidi.
Umidi di lacrime rosse e dense che gli rigano le guance un Tempo superbe e abbronzate, ora percorse da scie purpuree.


Labbra ora stranamente sottili ed esangui.
Sono increspate in un sorriso triste e amaro, in cui due canini aguzzi e appuntiti fanno bella mostra di loro. L'arco in grembo, il Dio ancora chino su se stesso si raddrizza lentamente ma non completamente rimanendo in silenzio. Per un istante sul viso del Dio si apre un attimo di riconoscenza, rapida, breve passeggera che subito va...
Una voce spezzata, triste e rassegnata, pallido riflesso di quella di un Tempo risponde, misto di rabbia e dolore, gentilezza e odio, affetto e violenza.
Come se ogni parola fosse il risultato di una terribile lotta interna tra due Desideri ugualmente potenti ma opposti...
Risultato…
La voce di un bambino triste, piangente e rabbioso al Tempo stesso.
- Che cosa posso fare per Te Sorella?-
Lei non lo aveva visto in quella occasione, ma ne aveva sentito il terrore reverenziale nelle parole dei nemici e dei compagni...
- Il Demone che distrusse le mura del castello di Meningen, Desiderio di Morte...- Ora compariva sotto i lineamenti di Horus.
Eppure testardamente Esperia* gli tende una mano anziché fuggire.
Gli occhi di fuoco la osservano fra lo stupito e il divertito.
Le fiamme azzurre bruciano il suo corpo senza arderlo.
La temperatura intorno al trono è terribile e soffocante.
Per un lungo istante l'Uccisore di Seth esita.
Lui che non ha esitato neanche davanti alla Morte stessa.
Sua, dei suoi Amici, dei suoi Fratelli, dei suoi Nemici, degli Innocenti.
Adesso esita.
- Parla con me, là fuori si sente la Tua angoscia, posa il Tuo Arco, non è ora né qui che avrai la tua vendetta, dammi la mano...-
La voce di lei calma, quasi un sussurro.
Nello sguardo si legge come una preghiera che le labbra non sanno esprimere...
Per un istante le nocche del Demone sbiancano mentre le sue mani stringono con più forza l'arco d'oro.
Poi un rumore sordo.
L'arma dono di Iside in persona, l'arco che poteva incenerire intere città rotola al suolo come un qualsiasi oggetto.
Un lungo silenzio.
Poi lentamente la mano fiammeggiante del Demone si allunga dubbiosa verso quella tesa della donna.
Un sorriso dolce e rassicurante accoglie la mano di Horus mentre la donna porge anche l'altra.
- Vieni, siedi qui con me...- indicando lo scalino, - Se vuoi parliamo, ma non di vendetta... -
Prende la Sua mano come per scaldarla e lo invita dolcemente a scendere, gli occhi ancora nei Suoi, rossi, rigati di lacrime.
Horus la osserva stupito.
Nessuna paura nei suoi occhi.
Nessun tremito nelle sue mani.
Nessun dubbio nel suo cuore.
- Chi è questa donna?-
È la domanda che lo attraversa.
Lentamente le prende anche l'altra mano.
Si alza lasciandosi guidare dolcemente accanto a Lei.
Come la Luna che per una volta accompagna il Sole.
Gli occhi carichi di dolore fissi nei suoi.
Come se quel rosso fuoco che li brucia Desiderasse solo spegnersi nei freschi prati verdi riflessi negli occhi della donna.
Un lieve sorriso triste e stanco.
Mentre le terribili fiamme azzurre che lo circondano si trasmettono intorno al corpo della ragazza senza però bruciarla ma trasmettendole solo una profonda malinconia mista ad un calore delicato e solo...
Poi parole miste di gratitudine e rassegnazione...
- Eccoci qui... seduti come disperati su un gradino... sono un ben misero Dio... non trovi Amica Mia? Da qui ho giudicato i vivi e i morti... questo è il Trono del Dio del Sole... e ora guardami... seduto come un miserabile... solo come... scusa... Mi commisero... e Ti annoio... di che vuoi parlare Sorellina? bé è molto diverso da come Te lo immaginavi, no? I Tuoi Desideri, i Tuoi Sogni erano assai diversi...-
Non c'è alcun sarcasmo nella voce profonda e sconsolata del Dio che sembra ancora dominare il Demone, anche se a fatica, solo profonda solitudine e tristezza.
- Ti senti miserabile seduto su un gradino? Non è dove siedi che fa di Te un Dio, non è il Trono del Dio del Sole che Ti rende tale, non certo ai miei occhi.-
Horus sorride leggermente.
- I Tuoi occhi... vedono ciò che il tuo cuore Desidera... ricorda Sorellina... che anche Io sono uno dei Signori dei Desideri... anche Io riesco a leggerli... sebbene spesso preferisco osservare l'inesorabile susseguirsi del Tempo... e forse come disse Misha... proprio questo a volte Mi rende cieco...-
Lei sorride.
- Allora non è il Trono del Dio del Sole che ti rende tale né ai miei occhi né al mio cuore, né ai miei Desideri, io Ti preferisco qui seduto accanto a me e non meno Dio, Tu Sei un Dio, è un dato di fatto, che l'uomo sia sciocco e si ostini a non volerlo vedere non cambia la Tua condizione e solo la Tua generosità li salva dalle giuste ire di un Dio...-
Lo osserva mentre in lei Desiderio cresce.
- Il Tuo calore scalda da ogni dove, da la vita a questa misera Terra, a questa pelle, a questo sangue che mi scorre nelle vene, da luce a questi occhi, mio Sole, nulla può renderti miserabile!
Le mie mani scalderanno la Tua tristezza, i miei baci laveranno le Tue lacrime, non sarai solo finché terrai i Tuoi occhi nei miei, non sei solo, i miei Desideri non sono cambiati lo vedi, io scorgo il fuoco nascosto che mi ha portato qui a Te, io Desidero ancora scaldarmi ad esso, riuscirò a
liberarlo perché voli sulle ali del Falco Solare scaldando la mia pelle di brividi dorati...-


- Solo...-
Ripete tristemente Horus.
Dentro di se il Dio del Sole ricorda Tempi ormai lontani.
Ricorda altre vite, altri luoghi, altri volti, altri Tempi.
Faraoni, sacerdotesse, maghi, principesse, giudici.
Innumerevoli uomini e donne che sono stati Lui.
Tutti saggi, tutti temuti, tutti adorati, tutti potenti.
Ma proprio per questo alla fine tutti soli.
Vede sempre presente profonda e terribile solitudine.
Ricorda una frase sentita molti secoli prima.
"Un Re è solo per sua natura... un Dio è un Re per sempre..."
Sorride amaro.
Quante volte è stato tradito.
Anche da persone che amava...
Un Dio non dovrebbe ripetere i Suoi errori…
Lei gli sorride con dolcezza…
- Ancora una volta lenirò le Tue ferite, con il balsamo della mia passione, placherò ogni tuo dolore solo che Tu lo voglia mio Sole...-
Esperia* continua ad ignorare la presenza del Demone, le parole escono dolci dalle sue labbra, lo sguardo vivo, le mani ancora stretta su quelle di Horus che sorride leggermente.
Lentamente il Demone sembra sopirsi, tornare nei suoi abissi...
L'odio sostituito dalla tristezza, l'ira dalla gratitudine...
- Solo che Io lo voglia...-
Ripete ora senza sarcasmo.
- E dimmi Stella... cosa è che invece Tu Desideri? E perché?
cerchi di vincere una scommessa? Cerchi un trofeo da appendere?
Cerchi delle ore di piacere? Cerchi la soddisfazione di un capriccio?
Hai avuto Gilgamesh... hai avuto Julio... hai Odhinn... altri ne hai avuti... e altri ne avrai... lo so bene... Io vedo nelle frange del Tuo Destino... anche ora mentre parliamo… vedo scene del Tuo Futuro... e del Tuo Passato... uomini e Dei... perché adesso Desideri Horus? se poi è Lui che Desideri...-
- Non sono capricciosa, forse curiosa, ma non è la curiosità che mi spinge fra le braccia di un amante, è il Desiderio, la voglia irrefrenabile di dissetare i miei baci alle sue labbra, i brividi intensi della mia pelle allo sfiorare della sua, l'ansia di avere, la gioia di dare passione, amore, Desiderio, trovi in questa dolcezza la ricerca di un trofeo? Ora è qui, vicino a Te, importa se tu sei un Dio o un uomo o un demone se è per Te che freme? -
Horus la guarda e per un istante ciò che vede nel profondo del suo cuore lo spaventa, il Dio per un istante pensa di indietreggiare, Lui che dall’eternità non ha mai fatto un solo passo indietro esita, ma ciò che vede, che percepisce è qualcosa che lo sgomenta, qualcosa che non dovrebbe poter alloggiare in un animo umano che per sua natura è tanto debole e delicato...
Troppo puro e grezzo ma luminoso e sconfinato Desiderio brucia in quest'anima mortale, come il ricco e vitalizzante limo abbonda nelle generose acque del sacro Nilo e Lui un Signore dei Desideri teme quasi di venire travolto dalla forza impossibile di tale meravigliosa ma devastante onda di emozione, così come le terre dei due Regni vengono invase e rese fertili da quelle prepotenti ma dolcissime acque.
Lui che da sempre dei Desideri è la diga invalicabile che segna il Giusto limite, che ne impedisce lo straripamento pericoloso ora teme di vedersi cedere sotto qualcosa che è troppo potente anche per Lui che ne doveva essere eterno guardiano e Giudice.
Lei sorride, il calore che sente cancella tutto intorno, anche gli scalini freddi sembrano scomparire.
- Lo sai che non ho timore, se dovrò bruciarmi lo farò, il Tuo mistero mi attira inesorabilmente, mi brucia Desiderio più del fuoco e nel Tuo petto Desiderio arde come nel mio, cosa importa ora del resto, non so tornare indietro, non m'importa, io ho qualcosa da donarti, io voglio dartelo!
Ma Tu sei che devi decidere se vuoi averlo...-
Lentamente, ora lei è vicinissima, le parole sussurrate mentre gli occhi sfuocano socchiudendosi appena, le labbra ad un soffio dalle Sue respirano l'ultima parola vibrando in attesa come un colibrì che attenda lo schiudersi del fiore ove suggere nettare di vita...
L'anima del Dio si lacera, schiava e Signora di due tensioni opposte.
Irrefrenabile e infuocato Desiderio e immutabile e glaciale Destino.
Una guerra che dura da millenni vede un ennesima battaglia.
Ma nessuno può sconfiggere il Destino...
Solo i miracoli possono farlo...
Ma i miracoli non accadono mai...
Desiderio fugge ancora una volta a nascondersi nel cuore del Dio...
Ma due occhi verdi come smeraldi lo fermano supplicanti...
Due occhi in cui Desiderio vede Amicizia, Affetto, Amore...
Due occhi per cui Desiderio decide di combattere ancora una volta...
E per una volta l'impossibile accade...
Destino sconfitto cede il passo...
A volte i miracoli accadono...
Horus guarda quegli occhi splendenti, specchio di quel cuore ricco d'Amore che lo ha sconfitto, e vede oltre i veli del Tempo.
Vede il passato di lei, vede il presente di lei e poi improvvisamente si ferma distogliendo lo sguardo. Ma non è lei che gli occhi del Dio del Sole sfuggono, ormai incantati dalla meravigliosa malia del suo viso dolce e delicato.
È dal segreto del Futuro di lei che sfuggono, un Futuro che può essere cambiato da un solo suo sguardo.
- No... il suo Futuro non lo voglio vedere... il suo Destino è un mistero che scioglieranno i suoi Desideri... per una volta non interferirò neanche a fin di bene... questo è il dono che voglio farle... un Destino misterioso... schiavo e Signore dei suoi soli Desideri...-
Pensa con un sorriso triste ma luminoso.
Dopo tanto Tempo in Lui Desiderio ha prevalso su Destino.
Dopo infinito Tempo il Dio del Sole è sconfitto.
Ed è felice di esserlo.


Con delicatezza infinita le mani del Dio salgono lungo le braccia di lei carezzandole, col dolce tepore dei raggi al tramonto, la pelle profumata...
Scivolano sulle sue spalle delicate, trasmettendole al corpo teso per il Desiderio, il rovente calore delle più terribili tempeste solari. Da li è sol un soffio e con un tocco delicato sullo splendido collo, Lui assapora il battito del suo cuore ebro e folle di Desideri . Un sorriso le sfiora le labbra mentre rabbrividisce ed in un lungo sospiro lo sguardo si perde dietro le palpebre chiuse.
Mentre le mani di Lui si fermano a formare una dolcissima e accogliente coppa per quel suo incantevole viso cornice di due smeraldi preziosi.
E in quel calice colmo d'Amore splendente, Horus attira verso il cuore pulsante e bruciante di una Stella, la sua dolce e preziosa Esperia.
- Mai dono così grande Mi è stato offerto, Mia Stella radiosa, mai dono così dolce da Me è stato accetto, Luce che illumina il Sole...-
Queste ultime parole si spengono sospirate fra le labbra di lei mentre il fuoco che arde le labbra assetate del Dio del Sole brucia di passione in un incendio dolcissimo quelle della donna, cercando, trovando e bevendo dalla sua bocca, dissetante e rigenerante Ambrosia d'Amore.
Mentre perso in un Desiderio troppo a lungo sfuggito Lui la solleva fra le braccia in un impeto di rovente passione stringendola a se in maniera tale che anche se divisi da due sottili strati di stoffa, i muscoli guizzanti del suo petto assaporano la rovente pelle fremente dei seni e del ventre di lei che col fiato sospeso, come se il solo respirare potesse far tornare indietro tutto, ascolta l'esplodere pulsante delle emozioni crescere, caldo, nel proprio petto, scorrere come vino ardente salire ad
infiammare il viso fino all'ebbrezza stordente del Desiderio della sua pelle.
Dolci carezze tremanti.
Non tornerà indietro.
Le mani si stringono sulla pelle con forza quasi a trattenerlo.
Sulle labbra, sulla pelle la risposta sincera del suo calore.
La fiamma del suo Desiderio è tornata a splendere ora arde del giusto fuoco, non è più lotta, questo era il calore intravisto, assopito, Desiderato.
Lento riprende il respiro.
Finalmente libera la passione risponde all'abbraccio con nuovi baci, nuovo calore, nutrendosi alle sue labbra dolci di fuoco, alla sua pelle di Sole ardente.
Come un'ondata travolgente s'empie di sé fino ad esplodere spumeggiante.
Poi dolcemente si ferma un poco godendo del piacere di quel corpo stretto contro il suo, caldo e fremente in ogni muscolo, ogni centimetro di pelle.
Un sorriso trionfale le stende il viso mentre cerca i suoi occhi e lo accarezza con il proprio corpo, dolcemente, gli occhi nei suoi, poi sulle sue labbra e il sorriso si scioglie in piccoli baci, piccoli
giochi, fino a non resistere al Desiderio della sua bocca e dissetare la voglia esaltata dei suoi baci con una nuova ondata di passione incalzante.


Le braccia del Dio la stringono a se con forte delicatezza,  le sue mani le carezzano con dolcezza i lunghi e profumati capelli, mentre le Sue labbra non riescono a fare altro che sorbire dal corpo fremente di lei un illimitata ed esaltante cascata d'Amore.
Un sorriso dolce e grato si apre sul Suo volto donandole la luce dell'alba mentre gli occhi di fuoco del Dio sembrano divenire incredibilmente umani mentre si perdono nei verdi prati che sono quelli di lei.
La prende nuovamente fra le braccia sollevandola con facilità dal suolo come si trattasse di una bambina mentre con un sussurro che si spegne in un dolce ansimo nell'orecchio di lei parla.
- Esperia, Stella del Mio Cuore, volevi vedere la Mia Casa, volevi carezzare il Mio Cuore, volevi assaggiare il Mio Desiderio...-
Parole che sanno del Nettare più dolce, dell'Ambrosia più fresca, del Fuoco più rovente, del Desiderio più puro.
- C'è un luogo che voglio mostrarti in questo Mio perduto e dimenticato Regno, il luogo che più Mi è caro, unico degno di Te, verrai con Me?-
Lei si abbandona dolcemente fra le sue braccia posando il capo sulla sua spalla senza lasciare i suoi occhi che ardenti attendono una risposta...
- Conducimi dove Desiderano le tue emozioni... non sono qui per resisterti, caldo Sole dei miei occhi... sono qui per Te... potrei non Desiderare di seguire il Tuo Desiderio?-
Lui la bacia con delicatezza mentre abbandonano quella sala che ha visto la più dolce sconfitta del Dio del Sole.
Lei fra le sue forti e abbronzate braccia, stretta in un protettivo e dolcissimo nido che profuma d'Amore.
Intanto lei chiude gli occhi sorridendo come in Sogno.
Gustando quegli attimi di pace dove tutto è lontano, dimenticato.
Solo un'ansia leggera le stringe il petto, come un piacevole vuoto.
Accesa nella passione dalla passione.
Dolce promessa di dissetare infine la propria sete.
Lui la tiene ben lontana dal suolo come Dea troppo bella e luminosa per sporcarsi sfiorando l'umile terra.
Una porta si apre e una dolce e profumata foschia li circonda accogliente carezzandoli con mille essenze d'oriente.
Un leggero sciabordio d'acqua cristallina che riempie un ampia piscina di candidi marmi sussurra loro il benvenuto. Lentamente il Dio avanza sulla lieve scalinata che porta verso il centro del candido stagno sperso fra nebbie protettive. Le acque cristalline si increspano lievemente al passaggio dei due mentre il calore del Sole le scalda delicatamente. Piccole onde attraversano placide la distesa d'acqua come i brividi d'Amore che carezzano la pelle dei due.
Poi anche il corpo di lei inizia ad essere sfiorato dal liquido rinfrescante in cui pian piano viene immersa mentre Lui avanza. Infine si fermano immobili al centro di un Desiderio di acqua e Sole, realtà e Sogno, passione e Amore.
- Ecco Amore Mio, questo è il Cuore del Mio Regno, segreto e nascosto come solo il Mio Cuore, nessun mortale è mai stato qui, è il Mio dono per Te Esperia, un luogo un Tempo solo Mio, adesso anche Tuo...-
Lei sorride lievemente, inebriata di profumi, di emozioni, turbamenti intensi.
- Un luogo meraviglioso... come la fiamma nascosta nel tuo cuore...-
Accarezza il suo petto dorato voluttuosamente... - Non farmi doni... è solo Te che voglio...-
Il Dio le sorride con dolcezza mentre lentamente e delicatamente le loro vesti iniziano a cadere portate via dall'acqua a sparire lontano nella corroborante foschia.
Le mani di Lui sfiorano con carezze delicate ogni centimetro di pelle bagnata e fremente di lei, trasmettendole un inebriante elisir di Desiderio misto ad un Amore senza Tempo ne confini.
E come il Sole tramonta sui lontani mari d'occidente immergendosi col suo dolce calore in una distesa d'acqua rinfrescante e pacifica, così infine il suo Desiderio si immerge in lei delicato e rovente come solo il Sole può essere, donandole tutto il Suo Amore e abbeverandosi alla dolce e
corroborante freschezza del suo totale abbandono.



 


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