Il Maestro d’Armi 

(Risveglio Parte II)

di Carlo Fedele e Silvia Fineschi



Quando Horus si sveglia, qualche tempo prima dell'alba, Silvia non è più accanto a lui. Al suo posto sta un biglietto e un piccolo quaderno rosso dalla copertina consunta.

Mio carissimo,
sono veramente mattiniera vero? Fino a stasera non potrò tornare a casa ma una copia delle chiavi è accanto a quelle della tua macchina e ti prego di fare come se fossi nella tua "dimora". Questa sera ho un appuntamento che non manco mai, per me è serata di battaglia! ;-)) Sarei felice che mi accompagnassi e, nel caso Tu lo desiderassi, che partecipassi con me.
Ti lascio il mio diario di quando ero piccola, questo è tutto quello che so delle mie abilità. Se non lo avessi ritrovato i miei ricordi sarebbero rimasti frammenti di un sogno. Ti affido così la parte più segreta di me e Ti prego di custodirla sino al mio ritorno.

Nel caso avessi bisogno di qualunque cosa ti lascio il numero del mio cellulare.
 
Carlo sorride.
- Ti svegli prima del Sole... bé aspetterò... il Tempo non è un Mio problema... non lo è Mai stato... battaglia?... chi sa a cosa si riferisce... bè vedremo...-
Si fa una doccia, si veste e va a comprare una serie di cose. Poi, tornato a casa, si mette a leggere il diario.
Verso pranzo manda un Sms a Silvia.
 
Sono a casa tua, grazie dell'ospitalità!
Mi piacerebbe venire con te stasera. Mi spiegherai cosa è questa battaglia?
Baci, Horus
Poco dopo arriva un messaggio di risposta "Vedrai, vedrai: sorpresa!!
 
Verso le 18:45 le chiavi girano nella stoppa e Silvia entra sorridendo con il borsone rosso in mano.
- Ciao, mio bellissimo - lo bacia delicatamente sulla fronte - Se vuoi possiamo già prepararci alla "pugna" e poi ti accompagnerò a vedere la mia seconda casa.
- La pugna?... Silvia ma dove stiamo andando?... non sono mica un gran Guerriero Io... una volta Me la cavavo... ma ora... sai quanto Tempo è passato?... proprio tanto... penso si trattasse del 1100-1200...- Sorride divertito il Dio.
- Siamo attesi e qualcuno ha già provveduto alla nostra cena. - Saltellando allegra, proprio come una bambina si avvicina alle sue spade con aria sognante e canticchia
- A chi tocca stasera?? Ecco, è il tuo turno! - Sfila dal gancio una katana estremamente semplice nel fodero e nell'impugnatura. Si gira verso Horus: - Spade, in tuo onore, se vuoi scegli quella che preferisci oppure usa pure la tua, ma attenzione: la dovrai riaffilare dopo! –
Horus si promana in un leggero inchino.
- In Mio onore?... troppo gentile Silvia... usare la Mia spada?... non vorrei fare male a nessuno... sono così poco allenato... non pensi che sia inopportuno?... comunque se dici che posso... va bene... ma preferirei che scegliessi tu una spada per Me... non troppo pesante... ero abituato a daghe lunghe... o sciabole da cavalleria... dai Silvia... scegli una spada per Me... vediamo cosa hai capito di Horus... la scelta di un arma... un Tempo era lo specchio di chi la brandiva...-
Ridendo con l'anticipazione di una bambina che va al parco divertimenti la donna infila la spada nella borsa.
- È meglio andare con la mia auto, l'ho recuperata oggi, la zona non è molto raccomandabile ma nessuno tocca una mia proprietà: sono piuttosto famigerata! –
- Che bella compagnia che Mi sono trovato...- Ridacchia Carlo divertito.
Ella sembra veramente al settimo cielo ed è impaziente di partire: - Non mi chiedere niente, è una sorpresa, è una sorpresa, dai andiamo -
Horus la guarda assai felice della sua contentezza. Prende una borsa che la sera prima Silvia non aveva visto e si lega la sua spada dietro la schiena con calma,  si può notare che nonostante tutto l'arma maneggia con perizia e sembra assai abituato a portarla e maneggiarla. Una posizione non particolarmente adatta ad una lama simile ma fin troppo pratica per usarla in modo rapido e letale.
- Bene Silvia... guida Horus verso il suo Destino... il Dio del Sole è ai tuoi ordini...-
E ridendo la segue.
Escono rapidamente di casa ed ella lo guida verso una Y10 nera. Entrano e lei parte come un razzo tra le strade fortemente illuminate e trafficate di Pisanova. Attraversano l'intera città ed Horus vede i palazzi moderni che vengono sostituiti lentamente da altri sempre più antichi sino ad arrivare alle casetorri medievali che costituiscono il fulcro della città e si ergono lungo il fiume.
Horus guarda il Tempo che varia rapidamente davanti ai suoi occhi, palazzine nuove, palazzi sorpassati, palazzi stile 800, palazzotti rinascimentali, case torri...
Sorride: per Lui è cosa normale, lui che del Tempo è un Signore.
Si trova a suo agio in questo caleidoscopio di Tempi ed Epoche.
Attraversato il ponte il processo si ripete ed egli ha l'impressione che la città non sia altro che un'immagine speculare di se stessa riflessa da uno specchio chiamato Arno. Quando i grandi palazzi tornano a fare la loro comparsa si rende conto che le strade sono diventate miseramente illuminate e che questa zona sembra piuttosto depressa. La macchina prende rapidamente una traversa e si ferma davanti ad una imponente costruzione risalente probabilmente agli anni '70. L'auto si ferma.
Durante tutto il percorso il viso della guidatrice appariva illuminato da una luce carica di aspettativa e non ha pronunciato una sola parola. Una volta scesi ella lo guida verso una porta prendendolo a braccetto ed arrivati al citofono suona ad un campanello senza nome.
Horus resta ad una certa distanza, cerca di non ascoltare la conversazione, educatamente, e attende che la donna abbia finito di parlare.
Il volume del citofono è alto e lui sente una voce maschile rispondere: - Si? -
- Sono io disgraziato, chi pensavi che fosse, apri! – Risponde a voce alta la donna.
- Un po' di calma mia piccola ed irruente Micans, ci vediamo nella sala, aspettami lì –
Horus la osserva incuriosito ma, troppo educato per darlo a vedere, preferisce rispettare la sua privacy. - Micans?... splendente...- Pensa e sorride divertito: proprio adatto.
La porta si apre e Silvia guida il suo ospite lungo un corridoio ignorando le scale che salgono verso gli appartamenti. Horus la segue tranquillo.
Arrivata davanti ad una porta tira fuori una chiave ed entra con sicurezza in un locale talmente ampio che l'illuminazione che arriva dall'ingresso non permette di scorgerne le pareti.
Silvia lascia cadere il borsone e si allontana nell'oscurità
 - Amico mio, ti dispiacerebbe chiudere la porta? –
Carlo obbedisce prontamente. - Bella fine per il Dio del Sole... portinaio... bha...-
Bofonchia divertito.
La luce si accende e l’uomo vede che si trovano in una sala immensa pavimentata in legno, l'intera parete opposta alla porta è coperta da un interminabile specchio e su quella di sinistra fanno bella mostra di sé una serie di armi bianche che sembrano essere il naturale completamento della collezione situata a casa di lei.
- Bè che te ne pare? Questo sarà il campo di battaglia - ride Silvia togliendosi le scarpe.
Carlo la guarda con un mezzo sorriso.
- La sala del Maestro d'armi?... anche Io ne avevo una a casa Mia...-
Scuote la testa.
- Scusa sono un po’ fuori Tempo... si chiamava così ai Miei Tempi... ora direi che si chiama palestra?...- Osserva in giro. - Affascinante... campo di battaglia?... e chi combatterà?...-
Come in risposta alle sue parole una porta situata sul lato sinistro si apre lentamente ed entra un uomo sulla quarantina, brizzolato e con un fisico decisamente atletico. Indossa dei larghi pantaloni di stoffa ed è a torso scoperto, i suoi piedi sono nudi.
Horus non si gira, come se percepisse i Desideri dell'uomo, come se sapesse che sarebbe successo.
- Allora Micans, chi mi hai portato? – Carlo solo ora gli concede un occhiata, più incuriosita che altro.
Ella si gira e ridendo: - Fratellone, non sottovalutare le persone che ti trovi davanti, dovresti sapere che non ho mai invitato nessuno ad una delle nostre serate quindi ti consiglio fortemente di non strafare! Abbassa le penne, anche se il mio ospite dovesse decidere di partecipare, ti dovrai comunque scontrare con me per prima e vedremo se te la caverai meglio dell'ultima volta...-
L'uomo risponde allargando le braccia in un gesto di resa incondizionata:- Colpito... colpito e affondato! -
Si avvicina con passo agile verso Horus e gli tende la mano: - Piacere, Federico Solis. Come ha fatto ad invischiarsi con un tipo come quella matta laggiù? -
Il suo è un sorriso cordiale che si riempie di affetto indicando Silvia che sta indossando i vestiti comodi che aveva nella borsa senza mostrare il minimo pudore.
Carlo ricambia la stretta, come sempre la sua stretta non è forte nè vigorosa, trasmette solo uno strano calore.
- Ho... onorato di conoscerla...- Si corregge subito... - Carlo Fidel... come ho conosciuto Silvia... direi che era Destino... anche se lei non condivide il Mio eccessivo fatalismo... è troppo spregiudicata... Io invece sono un po’ all'antica... comunque direi che è lei che ha catturato Me...- Sorride...
- In effetti ho notato in lei questa tendenza, non si fa molti problemi e pensa che nessuno se li dovrebbe fare. È uno spirito libero e un po' imprevedibile. Se ne renderà conto tra poco: odio quando la devo affrontare ed è di questo umore! -
- Bel posto... Silvia Mi ha parlato di battaglia... con aria molto allegra e trepidante... di che si tratta?... -
- Oh, niente di che: noi ci affrontiamo ormai da anni il martedì con le armi e il venerdì a mani nude. È una specie di appuntamento, gli altri vanno al cinema e noi ci facciamo del male -
Sorride con finta aria di rassegnazione.
- Lei Signor Solis è un Maestro d'armi?... Vedo li una bella collezione... è il Maestro di Silvia?... -
- Forse lo ero, un tempo, ma ormai perdo sempre più spesso... sarà la vecchiaia! Negli ultimi anni abbiamo imparato entrambi alla stessa maniera mettendoci sempre in gioco al meglio. Credo che oggi mi dovrò rassegnare alla sconfitta perché quando è depressa ho qualche speranza ma se è arrabbiata o euforica...- Poi quasi tra sé e sé -  Comunque meglio allegra, quando è arrabbiata mi sono ritrovato ad inventare delle scuse per non affrontarla... è veramente spaventosa! Emana una tale aura di pericolo... - Riporta la sua attenzione sul suo ospite, - La mia collezione le piace? In realtà non è proprio mia, io e Silvia la teniamo insieme, come quella di casa sua del resto -
Carlo prosegue: – Lei scherza quando mi invita a partecipare... lo fa per gentilezza... sicuramente Io non sarei all'altezza... penso di aver fatto il Mio Tempo...- Sorride un po’ divertito...
- Non si preoccupi in anticipo, ci penseremo a tempo debito, tanto quella lì ha voglia di sfogarsi e credo che le basterò io.- commenta Federico sorridendo e con atteggiamento mesto che però è quasi del tutto simulato.
Horus sorride: - Spero bene che le basti lei... a Me potrebbe farmi a pezzi in cinque secondi... non ho abbastanza esperienza... e poi sono pure arrugginito... non si divertirebbe con Me... e ci sarebbe il rischio che qualcuno si facesse male...-
Si volta verso Silvia e… quasi gli piglia un colpo vedendola cambiarsi senza problemi.
Si gira nuovamente verso l'uomo dandole le spalle e arrossendo leggermente.
Egli gli sorride con aria di comprensione e si avvicina alla parete-armeria facendo segno per invitarlo a seguirlo. Sceglie una pesante spada dritta e la soppesa alcuni istanti con la mano destra. Poi gli indica una sedia in un angolo invitandolo ad accomodarsi, toglie il fodero e la lama si rivela in perfette condizione e molto affilata.
Federico si gira verso il centro della sala. Silvia è già lì, piedi nudi, pantaloni larghi e una stretta canottiera elastica bianca su cui spicca il medaglione di Horus. Le gambe sono leggermente divaricate ed ella fa oscillare con familiarità la spada già liberata dal fodero, facendola passare da una mano all'altra. Un caldo sorriso le illumina il volto ed i suoi occhi sono pieni di impazienza.
Carlo la osserva interessato: quante battaglie ha visto? Quanti duelli?
- Silvia è troppo animata da emozioni forti... non si deve combattere per gioco in queste condizioni... non è proprio la serata adatta questa...- Pensa un po’ innervosito...
Federico si avvia verso di lei per poi fermarsi a circa cinque metri. Il silenzio nella sala è assoluto, i due cominciano a girarsi intorno e il tutto sembra una sequenza fuori dalla realtà, ripresa al rallentatore.
Horus li osserva compiaciuto: assapora il Desiderio nell'aria, non è proprio il suo preferito ma sicuramente è un desiderio molto forte, soprattutto quello di Silvia.
Improvvisamente un rumore proveniente dall'esterno rompe il silenzio ed è subito seguito dal clangore delle spade: Federico è scattato in avanti ma la sua arma ha incontrato quella di Silvia il cui sorriso fa ancora bella mostra di sé sul volto pallido. Gli scambi sono adesso continui e rapidi, sempre più frenetici tanto che i rumori che provocano sembrano un unico accordo. Per molti minuti si scambiano affondi, finte, controfinte, schivate e parate. Sembra una danza con una coreografia ben specifica che i ballerini conoscono a memoria.
Poi come è iniziato tutto finisce: i due sono di nuovo ad una certa distanza l'uno dall'altra, i corpi sudati e il respiro affannato ...
Silvia sorride ancora, muove le articolazioni del collo e delle spalle come se si stiracchiasse...
- Allora, Fede, pensi che ci siamo scaldati a sufficienza e che adesso possiamo fare sul serio? -
Lui risponde al sorriso: - Come desideri sorellina -
Carlo li guarda: - Combattono per gioco... eppure Silvia è troppo pericolosa... è una lieve divisione... quella che le impedisce di divenire... una macchina di morte... dovrò parlarle...-
I due sono completamente dimentichi di Horus, per loro adesso esiste solo l'altro e le spade che impugnano.
Ella scatta in un affondo che sembra scoprirla completamente e l'uomo lo evita pronto ad approfittare del suo corpo così rivelato ma quando porta il colpo lei non c'è, è più in basso e la sua gamba si muove velocemente per spazzare quella dell'avversario che si salva saltando all'indietro. Adesso non è possibile identificare uno schema  nei loro movimenti: tutto il corpo è un'arma, non solo le spade che sembrano indistinte tanto si muovono velocemente. Lo scontro viene combattuto su tutto lo spazio concesso dalla stanza ed Horus comprende il perché della sedia nell'angolo nonostante la vastità della sala.
Poi uno scintillio... ed una lama vola, cadendo rumorosamente sul legno che ricopre il pavimento, a pochi metri dal Dio del Sole. I contendenti sono fermi e la lama di lei accarezza quasi dolcemente il collo di Federico.
Horus vede chiaramente il volto di Silvia tra i lunghi capelli sudati e scomposti: occhi pieni di eccitazione e di pura gioia, un sorriso crudele.
La maglia è bagnata e rivela tutto con la sua trasparenza, il petto si alza e si abbassa velocemente per l'affanno ma è l'unica cosa che si muove per un attimo che sembra lunghissimo.
Non ha mai visto niente di più eccitante ed al contempo letale.
Il Dio impreca sottovoce: - È colpa Mia... le sue emozioni... i suoi Desideri... è tutto troppo acceso... e non sa ancora controllarli... rischia che ammazza qualcuno...-
Lentamente Federico alza le mani e con voce rotta dal respiro pesante sussurra: - Ok, Micans, hai vinto. Datti una calmata adesso! -
Ella abbassa lentamente la spada e sul suo viso passa un'espressione confusa, i suoi occhi cercano dubbiosi quelli di Horus, poi le gambe le cedono e non cade solo perché l'uomo che le è vicino la sorregge in tempo.
La Nota la guarda con sguardo preoccupato ma con espressione severa, sta per dire qualcosa ma poi lascia perdere: avrà Tempo per farlo. La sua aria non è particolarmente felice, sembra quasi adirato.
- Che cavolo ti è preso? Hai rischiato di farmi fuori almeno una mezza dozzina di volte! - Adesso Federico è arrabbiato e impaurito insieme, - potevi anche dirmelo che ti giravano le scatole, almeno sarei stato preparato! -
Con voce incerta ella risponde - Scusa, mi sono lasciata prendere dalla situazione e dalle mie Emozioni - fissa direttamente gli occhi di Carlo che le sta davanti con uno sguardo che sembra quasi di rimprovero, - Non me lo aspettavo.-
Si gira verso Federico e lo abbraccia teneramente sorridendo: - Sai benissimo che non ti avrei mai fatto del male, fratellone. Lo vedi che non hai neanche un graffio?-
Horus scuote il capo. - È come una bambina...- Pensa rassegnato. - Neanche un graffio?...- Ripete fra sé, - Si, per pura Fortuna... lo potevi ammazzare... l'autocontrollo che hai... è una goccia nel mare...- Considera senza parlare.
Silvia si alza sicura sulle gambe e dice ridendo: - Ho proprio bisogno di una doccia - e dirigendosi verso Horus, - mi fai compagnia, amico mio? Magari potresti aiutarmi a lavare la schiena. –
Il suo sguardo contiene ancora tutta l'eccitazione derivata dalla lotta.
Egli la guarda un po’ imbarazzato dando un'occhiata verso il suo amico.
Questi è ancora in piedi dove lei lo ha lasciato e la guarda accigliato. Nella sue espressione non c'è stupore per ciò che è successo, sembra quasi che se lo aspettasse, solo una profonda preoccupazione.
- Sei soddisfatta della battaglia?...- Risponde Carlo quasi con trascuratezza, - Era questo che volevi mostrarmi Silvia?...- Aggiunge con un tono forse leggermente adirato, la fissa con attenzione.
- Non sarebbe meglio che Ti calmassi un pochino prima?... Ti vedo ancora un po’ carica... potresti anche spaventarmi... se non sapessi chi siamo...-
Le ultime parole hanno quasi un tono divertito. Poi come a voler lasciare perdere...
- Va bene Silvia... dai andiamo pure... Ti accompagno... forse non sono più abituato a tanta azione... sono troppo vecchio...- C'è una nota di triste divertimento in queste ultime parole.
Lei fa il gesto di prenderlo a braccetto, poi guarda la sua maglia sudata e si ferma con una risata
 - Hei, meglio di no, potrei sporcarti il vestito! -
Sta avviandosi verso la porta laterale quando Federico dice con tono calmo ma autoritario:
- No, Silvia, non è ancora il momento della doccia. Vieni qui. -
Ella si gira a guardarlo con aria imbronciata - Ma dai ... -
- Ho detto di no! Vieni qui! -
La donna sfoggia adesso un'espressione stupita, come se quel tono non se lo aspettasse proprio, non più.
Horus sorride leggermente. - Bè qualcuno che sa controllarla allora c'è...- Pensa osservandola.
Ella scocca un'occhiata di scusa ad Horus e si avvia verso Federico.
Horus scuote la testa tranquillamente: - Vai pure... è "Giusto" così...- Sussurra.
Federico la sta guardando con severità ed una certa durezza, quell'espressione si addice al volto di quel Maestro che adesso ha pienamente riacquistato il proprio controllo.
Le appoggia le mani sulle spalle: - Dimmi, fai ancora gli esercizi di Tai Chi la mattina vero? -
- Si certo, anche stamani, sai che sono più di dieci anni che li faccio tutte le mattine - il suo tono è leggermente adirato ma Federico rimane tranquillo e continua, in tono conciliante.
- Bene adesso li ripeteremo insieme, lentamente, come quando eri bambina, e dopo mi dovrai dire quello cosa hai provato, non possiamo rischiare, lo sai. -
Lei pare adesso allarmata, come se una cosa a cui non aveva pensato le fosse improvvisamente tornata in mente.
- Ok, hai ragione, come sempre - Poi girandosi verso il suo ospite, - Scusami Carlo, ma Federico è nel giusto: è meglio che faccia questi esercizi adesso. - i suoi occhi trasmettono un chiaro messaggio "dopo ti spiego".
Si mettono uno accanto all'altra e cominciano a moderare il respiro, a cadenzarlo, ad occhi chiusi. Poi lentamente, contemporaneamente e senza guardarsi cominciano a muoversi in "forme" eleganti, con perfetta sincronia. I passaggi tra una posizione e l'altra sono "dolorosamente" lenti e i loro muscoli si tendono nello sforzo ma il loro respiro rimane regolare e ritmato per tutti i lunghissimi minuti che impiegano a portare a termine la "forma".
Horus osserva. - Mobilità in immobilità... totale autocontrollo... la mente che domina l'animo... questi uomini non smetteranno Mai di stupirmi... schiavi di tante diverse emozioni... eppure a volte così padroni di loro stessi...- Pensa fra sé.
Alla fine entrambi rimangono un attimo immobili nella posizione conclusiva, poi Federico apre gli occhi, si gira verso Silvia e le sfiora la spalla. A quel gesto lei lo guarda e scuote leggermente la testa. Egli sorride e sospira: - Ok, ora va pure, la cena è già pronta e appena ci saremo fatti la doccia mangeremo, ok? - il suo tono è tranquillo, sembra sollevato.
Silvia si gira verso Horus ed egli nota che la sua espressione è adesso perfettamente calma e composta, come non l'ha mai vista. Sembra quasi che le sue emozioni così forti siano momentaneamente sopite.
Lei gli sorride: - Vieni, ti guido io, siamo suoi ospiti stasera ma stai tranquillo, Federico cucina bene quasi quanto me. - Si avvia a recuperare la borsa dopo aver raccolto la spada e averla rinfilata nel fodero. Si dirige verso la porta da cui è entrato Federico e tende la mano verso Horus, il sorriso che gli rivolge è estremamente dolce.
Egli sorride tranquillo, le prende la mano e si lascia guidare da lei.
Cominciano a salire delle scale abbastanza strette ed entrano in una stanza "morbidamente" illuminata, un salotto con il pavimento in legno cosparso di tappeti e cuscini. Alle pareti pannelli dello stesso legno nascondono la muratura e danno risalto ai dipinti su carta di riso che le adornano.
- Aspettami pure qui, vado a farmi la doccia, vedrai che Fede sarà qui tra pochissimo. Non deve mica combattere con questi lunghi "ciruffi", lui - scherza lei, sempre con fare pacato, passandosi le dita tra i lunghi capelli scomposti. - Vaga pure quanto vuoi, il mio fratellone non ha problemi.-
Scompare dietro un paravento e Horus sente aprirsi e chiudersi una porta.
Sembra che l'unica porta in questa casa sia proprio quella che ha varcato Silvia perché tutti i vani sono in realtà separati da paraventi di foggia orientale e classica. Da dove è, Horus intravede la cucina e una parte di quella che deve essere la camera da letto.
Nella stanza in cui si trova nota adesso una serie di libri sistemati su scaffalature estremamente semplici e basse. Alcuni sono in latino, altri in greco e ce ne sono anche di coperti dagli strani caratteri orientali. Il tema dominante è la filosofia, in tutte le sue forme e manifestazioni.
Dopo pochissimo in effetti Egli sente chiudersi la porta infondo alle scale e Federico fa la sua comparsa sulla soglia. Si è cambiato ed adesso porta un paio di jeans e una maglietta.
- Certo che fa un caldo infernale per questa stagione - Sorride e si lascia cadere su uno dei cuscini mentre Horus sorride divertito.
- Io non lo sento molto... ma sarà un problema di origini... dove vivevo Io di caldo ne faceva anche di più... anzi sembrava che Me lo tirassi dietro... diciamo che in questo periodo sembra che il Sole... voglia in tutti modi risvegliare l'estate che dovrebbe sopirsi... ma il Sole spesso non sa bene cosa stia facendo... è accecato dalla sua stessa Luce...- Teme di star dicendo proprio la verità...
- Le posso parlare un attimo, Signor Fidel prima che Silvia esca dalla doccia? –
- Ma certo... l'ascolto...- Risponde Horus tranquillamente.
- Come avrà notato la nostra amica ha un po' di problemi di autocontrollo - inizia lui, - Io la conosco bene e uso la totale fiducia che ha in me per aiutarla. Queste piccole battaglie che facciamo servono appunto a questo: meglio che si sfoghi con me visto che le posso tenere testa piuttosto che con altri. Era già così, da piccola, quando l'ho incontrata: se si sente attaccata o minacciata in qualunque modo la sua risposta è sempre stata eliminare il problema alla radice, se capisce quello che intendo. Certo, ha avuto un'infanzia difficile ma questo non può spiegare tutto.
Non si stupisca che gliene parli così apertamente anche se ci siamo appena conosciuti, in effetti non ne ho mai parlato a nessuno, neanche alla diretta interessata. Ho visto però come Micans la guarda e penso che lei si trovi contemporaneamente nella posizione migliore e peggiore per trattare con lei, proprio come me. -
Horus ascolta attentamente.
- Altre responsabilità... un'altra vita... sempre il peso degli altri... come sono stanco... a volte vorrei tornare a dormire... il sonno degli Immortali... i Miei fallimenti... sono sofferenza e disperazione per gli altri... le Mie vittorie... solo dei pareggi ben mascherati... perché alla fine... loro muoiono sempre... è il loro Destino... li trovo solo per perderli... dovevo andarmene con gli altri fratelli di Destino...- Sorride e sembra stanco e rassegnato. Poi ghigna .
- Mi sto rimbecillendo... Io sono Horus... è il Mio Destino... è il Mio Desiderio... un Dio non si lamenta... un Dio non si stanca... Un Dio non fugge... un Dio non si arrende... Io non Mi arrendo... onori e oneri... Silvia sarà una Mia ennesima battaglia... e non la perderò... lei ha diritto ad avere il meglio... Destino gli ha tolto già troppo... e Io ho sempre lottato contro Mio Padre... bè Io non Mi ritiro Mai...- Sorride.
- Migliore perché è la seconda persona di cui lei si fida in tutta la sua vita, così facendo ha messo nelle sue mani il potere di influenzarla e fermarla. È vero quello che ha detto: in realtà io non correvo un vero pericolo, non mi avrebbe mai ferito anche se  avesse perduto completamente il controllo, ci è andata molto vicina stasera ma l'ho vista in condizioni peggiori, all'inizio della nostra conoscenza. Questo vale anche per lei, non le farà mai del male, qualunque possa essere la situazione. Ma questo è il lato positivo e con lei ce n'è sempre uno negativo.
Faccia molta attenzione: se Silvia pensasse che lei l'ha tradita o manovrata contro i suoi allora niente potrebbe fermare la sua furia. Sto sempre molto attento ad utilizzare il potere che mi ha dato su di sé, se esagerassi allora la porterei al punto di rottura e ripeto, niente la potrebbe fermare a quel punto. Non ho dubbi sul fatto che mi ucciderebbe e la cosa più terribile è che non avrebbe nessun rimorso dopo, nessun ripensamento, dal suo punto di vista l'avrei voluto io.
Non è assolutamente cattiva o pericolosa per coloro che la conoscono poco: è allegra, ama divertirsi e godersi la vita fino all'eccesso. Un eccesso ne richiede però un altro per bilanciarsi e le assicuro che può essere tremendamente crudele, proprio come un bambino che non si rende conto di cosa è giusto e cosa è sbagliato ma guarda solo a ciò che è successo e a quello che ha provato.
Mi scusi ancora per la familiarità che mi sono preso ma ci tengo molto alla mia Micans, pur conoscendola, e non volevo che, non sapendo lei queste cose, potesse crearsi tra voi una situazione così pericolosa. –
- Non si scusi... anzi la ringrazio di avermi avvertito... sa Io conosco Silvia da circa 24 ore... e non vorrei ferirla in nessun modo... in lei ci sono due aspetti contrastanti... è un raggio sfuggito al Sole... ma è anche l'incendio terribile che un tal raggio può accendere nella boscaglia... la sua parte Solare... Mi è assai affine... l'altra invece... non ho dubbi che potrebbe tentare di uccidermi... se lo ritenesse necessario... forse... forse potrebbe anche riuscirci... chi sa?... l'ho vista prima con lei... è bravina... avrebbe fatto la sua figura su qualsiasi campo di battaglia nell'antichità...-
Le parole di Horus sono dette con tranquillità, non sta sfottendo ma semplicemente considerando effettivamente le capacità della donna basandosi sull'esperienza, l'uomo se ne accorge ma resta un attimo perplesso non potendo sapere di quanti milioni di anni è forte questa esperienza.
Horus continua.
- Ma non si preoccupi... Io non la tradirò... Io ho un senso della Giustizia quasi disumano... il concetto tradimento è al di fuori dai Miei schemi logici... comunque è vero... è una bambina... e come tale può essere pericolosa... ma solo affrontando i cambiamenti... potrà crescere... non la si potrà tenere ingabbiata per sempre... neanche un Dio potrebbe farlo...-
Conclude con un sorriso divertito.
La porta del bagno si apre e un'allegra Silvia fa il suo ingresso nella stanza, con il lunghi capelli legati ma ancora bagnati: - Bè, visto che l'estate ha deciso di tornare, ho pensato che fosse inutile perdere tempo ad asciugarli tanto più che ho una fame da lupi! –
Carlo sorride. - Bè Mi è andata bene Silvia... se Mi fosse toccato affrontare uno di voi due... sicuramente Mi sarei dovuto andare a nascondere... veloci, abili, potenti... Io e la Mia vecchia spada siamo fuori Tempo e fuori moda... dinosauri sopravvissuti ad altre epoche... eravate veramente magnifici... era una magnifica danza... ne ho viste poche altre all'altezza... un Mio vecchio e caro amico l'avrebbe apprezzata anche di più... la distanza fra la vita e la morte... un soffio, un istante che passa rapido e più non ritorna... la morte in un affondo... la vita in una schivata... una danza mortale e intrigante... in altri Tempi...-
Conclude a metà la frase con un sorriso stranamente maligno. Poi sembra riscuotersi da qualche antico ricordo e sorride con dolcezza verso la donna.
Silvia gli si porta ancora più vicina e rapidamente, con un movimento improvviso, sfiora le sue labbra con un leggero bacio. Horus rimane per un istante imbarazzato per l'azione di Silvia in presenza dell'uomo, poi le sorride con dolcezza.
Lei gli si accosta all'orecchio e sussurra
- Non ti abbattere caro Horus, non ho notato tutta questa vecchiaia in te la scorsa notte! –
Horus arrossisce leggermente: - Sai come far sentire bene un maschietto...- Risponde sorridendo.
Federico ride scuotendo leggermente la testa: - Quest'uomo è una persona veramente rara Micans, dove lo hai pescato? Non importa, è stata una fortuna per entrambi comunque. Allora mangiamo? - Si alza e li guida verso la cucina. La cena è a base di piatti freddi in stile orientale ma c'è anche la classica insalata, tipicamente mediterranea.
I due sorridendo guidano la conversazione su argomenti banali ma allegri: raccontano aneddoti delle loro vite e ne chiedono a Horus senza però essere mai invadenti. Silvia è estremamente abile a manovrare in maniera che niente di ciò che è realmente il Dio del Sole possa anche solo leggermente trapelare e Federico l'asseconda con cortesia, non sembra un tipo curioso e rispetta profondamente la sua decisione di non scendere in particolari. Dal suo sguardo Horus capisce che comunque ha conquistato il rispetto di questo guerriero nonostante il mistero che lo avvolge.
Il resto per quest'uomo non ha importanza.
Horus scambia alcune battute con l'uomo discutendo di filosofia antica, di vecchie tecniche di combattimento con le armi e di armi antiche. Federico gli pace: è un tipo che un Tempo avrebbe voluto come ufficiale nella sua guardia sacra, la Guardia del Sole.
La serata si conclude tranquilla e verso le undici Silvia "decide" che è tardi e che è proprio il momento di lasciare il suo "vecchio" fratellone in quanto non è più forte come una volta ed ha bisogno di riposo.
Mentre si salutano Federico si rivolge ad Horus: - Signor Fidel, per me è stato un vero piacere conoscerla e sarei felice di poter godere nuovamente delle sua compagnia. Ha accennato di essere un po' "arrugginito" nell'uso della spada e mi sembra che l'abbia fatto con un certo rammarico. Noi siamo qui, quando vuole, nel caso che desiderasse riprendere la mano, sappiamo anche andare piano sa? Anzi spesso è molto utile e in realtà lo facciamo anche troppo poco, anche se non per colpa mia - e osserva Silvia con aria di derisione.
Horus stringe la mano dell'uomo... - Verrò sicuramente... così Mi darete una bella ripassata... è troppo Tempo che non faccio un po' di moto... Io e la Mia spada verremo sicuramente... purché Silvia non sia in forma come stasera...- Sorride alla ragazza...
- Se prometto di stare buona in un angolino va bene? - ride lei.
Federico interviene dandole un buffetto sulla guancia: - Guarda che tanto non ci crede nessuno, vero? - Rivolgendosi al Dio.
Horus e Micans si avvicinano adesso alla portiera dell'auto di lei: - Dimmi, cosa ne pensi del mio fratellone? Stasera mi hai chiesto se ti avevo portato qui per assistere al mio "spettacolo"... no, non l'ho fatto per questo e comunque lo spettacolo non era previsto. Volevo che le due persone per me più importanti si conoscessero e si piacessero, Ti sembra così strano?-
- No, non Mi sembra strano... hai fatto benissimo... e Lui è uno in gamba... Mi piace... in altri Tempi lo avrei voluto al Mio fianco in battaglia... al comando di qualche reggimento della Mia guardia sacra... ma quei Tempi ormai sono sorpassati... come il sottoscritto e la Mia vecchia spada...- Le sorride un po’ triste ma sereno.
Con aria fortemente maliziosa: - Ma a me piace così tanto la tua vecchia spada ...  –
Horus arrossisce in maniera evidente distogliendo lo sguardo da lei.
- Ma scusa, ti sembrano cose da dire?...- Bofonchia notevolmente imbarazzato.
- Per quanto riguarda la battaglia - riprende Silvia - ho il dubbio che tu ti sia dimenticato di dirmi qualcosa ... il Risveglio non è solo capire la verità del mondo, vero?
Fede si è proprio preso un accidente e così ho fatto anch'io. Vedi lui sa dei fenomeni di Pirocinesi nella mia infanzia e ha temuto che tutto fosse sul punto di riniziare. -
Horus l'osserva: - Bè come ti ho detto il tuo fuoco è un effetto della scheggia di Pathos che era già in te... la tua eccessiva aggressività e irrazionalità... sono marchi di chi in Pathos ti ha sfiorato in passato... Io sono una Nota del Pathos, un Dio delle emozioni... un catalizzatore di energie empathiche... l'altra sera il tuo fuoco ha reagito alla Mia presenza... ora che ti ho risvegliato... il Pathos che è in te non è più sopito... è energia... influenza tutte le cose e le persone... è l'energia stessa della creazione... e tu ormai ne sei un condotto conscio... puoi chiamarla Magia... e dovrai imparare a controllarla... e controllarti... l'hai detto tu... hai bisogno di un custode... ti sono toccato Io... era Destino... con Federico ti è andata bene... ciò che ti lega a lui ti ha frenato... con Me... bè... con Me non saresti riuscita con tanta facilità... non fraintendere... sei molto brava... ma Io ho dalla Mia un po' più di esperienza... oltre ad una totale padronanza di quel flusso di energia... che tu sono ora inizi a comprendere... e comunque chi sa?... forse uccideresti anche Me...-
Ella si ferma di botto a quelle parole, si gira di scatto verso di lui, gli sfila gli occhiali e lo fissa in quegli occhi così innaturali, Horus la guarda fra lo stupito e l'indeciso: è la prima volta che qualcuno mostra tanto coraggio con Lui: gente è morta per molto meno.
- No! Non lo farei! Ne sono sicura, totalmente sicura, come lo sono del fatto che non avrei mai fatto del male a Fede. Voi, Adesso, siete la mia vita ed io non sono una masochista, sai? -
Dice con voce decisa la donna.
Horus sorride abbracciandola teneramente e stringendola a se per qualche istante affinché il suo calore l'avvolga protettiva. - Ma certo che non sei una masochista Silvia... non l'ho Mai dubitato... e se dici che sono parte della tua vita... ti credo senza riserve... Io non ho Mai abbandonato chi Mi ama... ma sono abituato al peggio... altri lo hanno fatto con Me... ma su di te non nutro nessun dubbio...-
Micans lo prende gentilmente a braccetto e guardandolo
- Dimmi Horus, sei disposto ad accettare la mia ospitalità anche stanotte? E da domani cosa faremo, mia guida? – Il suo sorriso è luminoso e sempre mescolato ad una certa aria da furfante.
Horus sorride... - Ma certo che accetterò la tua ospitalità anche stanotte Silvia... ne sarò ben felice... inoltre sei abile oltre che con la spada... anche a non farmi sentire troppo vecchio...- Ridacchia e continua... - Ascoltami mentre eri in doccia... Federico Mi ha parlato... Mi ha detto delle cose... sul fatto che ritiene che Io sia insieme a lui... una delle due persone per te più importanti... ne sono felice... ma stai attenta... stare con Me vuol dire pericolo... Io non sono propriamente un uomo... e in Me c'è il più terribile degli Dei Sanguinari... ma voglio che tu sappia che a prescindere da tutto... sarò sempre onorato di una tua tale scelta...-
- Ho già conosciuto il Tuo aspetto sanguinario e non sono fuggita, giusto?  Penserai che sono Folle ma non lo temo, forse proprio perché so cosa significare convivere con un lato oscuro nella propria anima. Egli fa parte di te e come ti ho spiegato per me l'amicizia è prima di tutto accettazione di tutto ciò che sei. -
Horus sorride. - Si Silvia in te regna anche Follia... Io la conosco bene... il Mio Fratello più amato... il Potente  Odhinn... è spesso Desiderio di Follia... la tua Follia però è diversa... perché è un darsi assoluto e spontaneo... una Follia molto rara e molto preziosa... ma ricorda sempre... Desiderio di Morte... è il più prezioso degli alleati in battaglia... ma il più pericoloso degli amici fuori...-
La fissa un attimo. - Da domani... ti porterò a scoprire il tuo nuovo Mondo... parleremo del tuo titolo... non credere che me ne scordi... e andremo a trovare alcuni Miei fratelli... anzi per essere precisi una sorella... con cui penso troverai molte affinità... lei sarà per te ciò che Io non potrò mai essere... ma era Destino... è Giusto così...-
Sorride ma queste ultime parole sono pronunciate con un tono assai triste.
- Sei proprio fissato! - scherza lei - Va bene quando vorrai lo sceglieremo, per me non c'è fretta alcuna. Per quanto riguarda domani ... io penso solo ad oggi mio caro, lo sai -
Si ferma e lo bacia con passione.
Horus si perde in quel bacio di fuoco così diverso da Lui.
- Si... tu pensi solo all'oggi Silvia... un po’ ti invidio... perché te lo puoi permettere... Io devo invece vivere a cavallo tra ieri, oggi, domani... ma per stanotte il Tempo... grazie a te... Mi concederà un po’ di dolce oblio... fra le tue braccia...-
Le sussurra dolcemente all'orecchio mentre il suo pensiero corre alla calda dolcezza delle sue carezze e al calore delicato del corpo di lei stretto al suo, fra quelle luminose lenzuola gialle...
 
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