Splendente Desiderio di Destino
 

di Carlo Fedele e Silvia Fineschi


Carlo sta leggendo un antico libro, seduto nella Sua biblioteca mentre osserva antichi cimeli, trofei e ricordi di troppe vite non Sue eppure tutte da Lui vissute.
Improvvisamente una sensazione, un brivido, un grido, un richiamo, un Desiderio di fuoco e un Destino muta definitivamente.
Horus si concentra sul Tempo, ma è così difficile, soprattutto ora, eppure vede che è già successo, quello che ha sentito è solo un riflesso, una risacca portatagli dalle onde del Tempo, qualsiasi cosa sia successa è ormai compiuta.
Sorride amaro il Destino sta per venirlo nuovamente a trovare, si rimette a leggere:
è solo questione di tempo...
Il campanello della villa suona, una figura sta appoggiata al cancello, il suo viso è coperto dal braccio destro, con cui si regge all'inferriata.
Una voce stanca e poco chiara dice al citofono.
- Sono Silvia, posso entrare? -
Il rumore di un'auto che si allontana: una sagoma bianca con l'insegna TAXI.
Il cancello si apre e la donna prosegue con passo incerto lungo il viale: le spalle chine, come se trasportasse un enorme peso, la testa abbassata.
Horus le si avvicina e la saluta. Lentamente ella alza la testa e, non appena i lunghi capelli si scostano il cuore del Dio inorridisce: è così pallida che sembra una morta, una profonda ferita parte dal suo orecchio destro e scende, sino a raggiungere il lato della bocca.
Lui la guarda solo per un istante poi, non volendola mettere in imbarazzo, le prende ciò che porta sfiorandole con una carezza la mano mentre intorno a Lui si percepisce un improvviso e progressivo aumento di temperatura e il baluginio rosso dei Suoi occhi è tale che ben poco possono fare per contenerlo gli occhiali da Sole.
Dalla ferita stranamente non esce sangue anche se si vede che è fresca ma quello che colpisce di più è lo sguardo della donna: spento e carico di disperazione. Ella tenta di sorridergli ma il dolore la ferma.
Horus vede tutto ciò, e la Sua aurea si incendia violenta, come una tempesta Solare, che travolge tutto e tutti, lentamente divora l'erbetta che il Dio sta calpestando, mentre lingue ribelli si contorcono in aria in una macabra danza che non ha niente di buono.
Lei guarda l'uomo immobile davanti a se e lo fissa negli occhi: - Bè Horus, così accogli il tuo Campione? - Le gambe le cedono improvvisamente.
Rapido e con naturalezza il Dio le mette un braccio intorno alla vita e senza il minimo sforzo la solleva fra le braccia facendole appoggiare il capo sul petto e circondandola con un protettivo alone di calore mentre con dolcezza le bacia la fronte, scostandogli con infinita delicatezza una ciocca di capelli neri.
- Ben tornata a casa amore Mio...- Sussurra con voce tesa dalla preoccupazione per lei.
Mentre il corpo gelato della donna ogni tanto viene scosso dai brividi, la fronte brucia ed ella rimane abbandonata dal momento in cui Lui la prende in braccio: sembra che abbia usato tutta la sua forza e la sua volontà per arrivare lì.
Subito entrano nel tepore di casa e Horus la adagia su un comodo e accogliente divano, alza la temperatura del riscaldamento, le porta dei cuscini che le dispone intorno per farla stare più comoda, una trapunta candida con Soli gialli in cui l'avvolge con premura incredibile, mentre le sorride con tenerezza.
Poi le si siede accanto tenendola fra le braccia e cullandola a se delicatamente mentre con fare distratto le tocca la fronte per sentire se abbia la febbre.
Infine dopo un lungo momento in cui la Sua unica preoccupazione è riempirla di tenerezza, una voce da bambino spaventato interrompe il silenzio.
- Silvia... Amore Mio... cosa è successo? Chi è stato? Quella che hai non è una ferita normale... ne ho già viste di simili...-
Un fremito d'ira incontrollata sembra stia per esplodere, ma Lui la trattiene a stento più preoccupato per lei che disposto a dare sfogo al Suo terribile furore, la Vendetta può aspettare per Lui c'è qualcosa di più importante, LEI...
- E il tuo stato... anche questo è innaturale... ti ho promesso che non Mi perderai... e te lo riprometto adesso... qualsiasi cosa tu abbia fatto... qualsiasi cosa ti sia stata fatta... dimmi cosa ti è successo... fatti aiutare da chi ti ama... fidati di chi darebbe la vita per te...-
La osserva con un sorriso dolcissimo mentre le sfiora con delicatezza una ciocca di capelli iniziando a trasmettere al suo cuore un flusso di Desideri che la conforti il più possibile senza però che la condizioni in niente. La osserva ancora in silenzio, con lentezza si alza dal divano e si pone davanti a lei: - Amore Mio... io non ho Mai pregato nessuno... se non Mia Madre Iside Luminosa... sono un Dio superbo e altezzoso... uno dei più Potenti fra i 49... ho fatto del Mio orgoglio vanto e leggenda... sono il Sole e la Giustizia... nessuno Mi ha Mai visto in ginocchio... neanche gli Eterni... ma questo non ha nessun significato... se non posso aiutare la donna che amo...-
Lentamente con un eleganza che risale a Tempi ormai passati il Dio del Sole si inginocchia davanti a lei chinando la testa e prendendole le mani pallide e fredde fra le Sue calde e premurose.
- Ti prego Silvia... lasciati amare... raccontami cosa è successo... ascolta la preghiera di un Dio... lascia che condivida la tua sofferenza... che possa tentare di attenuarla... ti scongiuro Amore Mio...-
Lo sguardo di Horus è semplicemente supplichevole mentre traspaiono una paura, una premura, una tenerezza propri solo dei cuccioli e dei bambini.
Silvia muove lentamente la mano e gli accarezza i capelli, adesso i suoi occhi sono aperti e Lui vede che parte della disperazione è scomparsa sostituita dall'Amore per Lui.
Il viso teso e preoccupato del Dio si rilassa leggermente, niente di definitivo, ma per alcuni istanti è così felice del lieve miglioramento da ignorare qualsiasi altra cosa.
Lei sussurra con voce pacata: - Amore mio, cosa importa cosa è successo, l'unica cosa che mi interessa è che sono ancora qui, al tuo fianco... - Un lungo sospiro liberatorio, un sorriso appena accennato, un po' bieco a causa della ferita. - Non mi sono piegata, ho vinto la mia battaglia... -
Horus ascolta attentamente, anche senza uso di Poteri, per il solo fatto di aver vissuto centinaia di vite e milioni di anni, il Dio capisce molto più di ciò che gli sta dicendo la ragazza, e la cosa non fa che addolorarlo e alimentare il fuoco che brucia negli abissi degli inferi che sono i suoi occhi ed il suo cuore.
- Si Amore sei qui al Mio fianco... e nessuno ti potrà strappare da Me... è una promessa che ti faccio... è una promessa che manterrò costi quel che costi...-
Le prende una mano baciandola dolcemente sul palmo e sorridendole.
È evidente per lei che solo uno sforzo impossibile sta tenendo ancora imprigionato il terribile demone che riposa nel cuore di Horus, Sua parte oscura e maligna.
- Si hai vinto sicuramente Amore Mio... chi potrebbe Mai piegarti?... tu che hai tenuto testa al Dio del Sole...- Un tono forzatamente scherzoso, un tentativo per distrarla. - Si tu hai vinto... sono fiero di te...- Le bacia la guancia ferita con delicata tenerezza senza darle nessun'importanza.
- Ma qualcuno perderà ben più di una battaglia per questo...-
Un sussurro terribile esce dalla gola del Dio sibilato come un anatema da una voce che sembra provenire dai lontani gironi dei piani infernali.
Ella riprende: - Non ho intenzione di parlarne, ti prego, almeno per ora, esaudisci il mio Desiderio, sono troppo stanca e non ho più voglia di combattere, il mio corpo e la mia mente agognano un po' di riposo, concedimelo tra le tue braccia. -
Lui la stringe fra le braccia cullandola dolcemente.
- Va bene Silvia... per stasera non importa... non insisterò... voglio che tu riposi... non stai bene... e tutto il resto è secondario... domani con calma Mi racconterai... oppure anche dopo domani... non voglio metterti fretta... ma voglio sapere... soprattutto perché ti è stato fatto questo... perché è Giusto che possa condividere il tuo dolore... perché solo sapendo potrò aiutarti... perché quando si Ama qualcuno si unisce la propria vita alla sua... e Io ti Amo in maniera assoluta... riposa adesso
"Splendore del Sole"... il Sole stesso veglierà su di te... mentre Sogno Incantevole ti condurrà nei suoi fatati reami...-
Le sorride sfiorandole le labbra con le sue, più che un bacio una carezza delicata.
L'espressione supplichevole con cui lo guarda è del tutto aliena al volto di Micans e adesso Horus comprende cosa lo disturba: negli occhi di lei non scorge più alcun fuoco.
Il Dio la guarda con amore infinito, il Suo volto pare quello di un luminoso Angelo, il Suo cuore però ormai è quello del più nero dei Demoni.
- Dormi Silvia... stanotte nessuno ti farà del male... stanotte sei nel luogo più sicuro del mondo per te... sei a casa Mia... sei a casa tua... sei con Me...-
La bacia, non più una carezza con le labbra, ma neanche un atto di passione: un gesto che trasmette solo un immenso e puro amore.
Così la notte passa lenta e silenziosa, Silvia sopita fra le braccia di Horus, il Dio in una preoccupata veglia di lei distratto solo di quando in quando da terribili propositi di Vendetta e dal sonno stranamente ed innaturalmente agitato di lei.
Horus l'ascolta lamentarsi, stringendola a sé quando peggiora ed infine sorge l'alba, e con lei un pallido e triste Sole influenzato dal suo Signore ma niente cambia: Horus resta sul divano a cullare la Sua Silvia che continua a riposare.
Niente sembra poterlo scuotere dallo stato di veglia forzata che si è imposto.
È ormai il pomeriggio quando lentamente Micans riapre gli occhi e subito il viso un po' tirato ma premuroso di Carlo l'accoglie sorridendo.
- Se Mi prometti di restare qui bella coperta e al caldo... ti vado a preparare qualcosa da mangiare e qualcosa da bere... poi parleremo un po’ Amore Mio... se te la sentirai Mi racconterai cosa è accaduto... viceversa rimanderemo ad un altro momento e faremo ciò che Desideri... se non
migliori però, chiameremo un medico... non posso vederti così... tu sei il fuoco che brucia, la luce che splende... tornerai ad esserlo... ne sono sicuro... lascia fare a Me...-
Lei lo guarda con occhi sperduti e angosciati, le sue labbra sussurrano: - Fuoco che brucia...-
Poi sembra risvegliarsi completamente e gli sorride dolcemente ma sussulta e, con un gesto istintivo, porta la mano alla ferita anche se, ancora prima di toccarla, si ferma.
- Sai tesoro che forse l'idea del medico non è poi malaccio... credo proprio che questa abbia bisogno di alcuni punti e ci manca solo che si infetti... -
- Infatti, chiameremo il Dottor Bassani, è il Primario di chirurgia dell'Ospedale Centrale di Padova, è un Mio amico, ci penserà lui, vedrai che sa fare miracoli...- Le sorride in maniera rassicurante.
- Però dovresti dirmi almeno per ora come ti è stata fatta, non è una ferita normale, lasciatelo dire, infondo ho un po' di esperienza, sono vecchio, ricordi...- Il suo tono è forzatamente scherzoso.
Ella cambia abilmente discorso: - Ho l'impressione che la febbre stia calando ma mi sento debole come un pulcino… Non preoccuparti per me Horus, sono sempre guarita molto in fretta e vedrai che anche questa volta non farò eccezione. Facciamo una cosa, adesso io vado in bagno, sento proprio il bisogno di lavarmi e cambiarmi, non ti preoccupare so dove tieni asciugamani ed accappatoio, poi, quando esco mangiamo qualcosa, per me di leggero se è possibile, e parliamo. -
- Va bene... e per il pulcino... diciamo che sei un pulcino d'aquila... presto diverrai nuovamente la maestosa regina dei cieli... fino ad allora ci penserò Io... in fondo sono solo un Falco... ma non bisogna Mai sottovalutarlo... Lui non si piega a nessuno... come diceva qualcuno... il falcone per sua alterigia e superbia vuole signoreggiare tutti li uccelli... spesso lo si è veduto assalire l'aquila, regina degli uccelli, senza timore...-
Ridacchia e subito Silvia nota un particolare angosciante: i canini di Carlo sono terribilmente e stranamente appuntiti...
Lui intuisce la direzione del suo sguardo e con un misto di vergogna e tristezza si volta: lo scontro dentro di Lui sta continuando, Horus sta perdendo e lo sa.
Lei lentamente si alza, le gambe reggono anche se inizialmente sbianca e i suoi occhi si velano leggermente, poi sorride e si avvia, barcolla un po', ma solo nei primi passi: è evidente che sente il bisogno di provare a se stessa che ce la fa da sola.
Una mezz'oretta dopo lo raggiunge, è pallida, provata, si lascia cadere su una sedia. Indossa solo un accappatoio ed Horus intravede alcuni lividi sulla sua pelle candida, soprattutto sulle gambe, adesso scoperte.
Il ciondolo che le ha donato spicca luminoso.
- Wow, che faticaccia: se mi avessero detto che avrei fatto così fatica a rimettermi in ordine solo alcuni giorni fa, avrei riso come una pazza. -
Horus l'aggira portandosi dietro di lei e mettendole le mani sulle spalle che inizia a massaggiare con dolcezza, di tanto in tanto lei sente un cambiamento della sua pressione, come se piccoli spasmi lo portassero a stringere le mani con inaudita violenza, spasmi che vengono immediatamente ma sempre più a fatica respinti.
Lei porta la mano alla ferita con espressione pensosa. - Non mi aspettavo fosse così tremenda, ha decisamente bisogno di punti, non credo proprio che sparirà mai...-
- Aha ! - Una risata nervosa e ringhiante. Fuori dallo stile di Carlo.
- Per Me la parola Mai non esiste Silvia... ricorda chi sono... ci penserà il miglior chirurgo plastico del Nord-Est... è amico di Carlo e lo ho già chiamato... non resterà niente... e se si rivelasse incapace... se non soddisfacesse i Miei Desideri... peggio per lui... chi Mi delude non se ne vanta... andremo all'estero... e se poi l'uomo non potesse fare niente... bè Io non sono un uomo... ci sono altri modi... un Tempo resuscitai Mio Fratello Tiresia... anche se ancora ne pago il prezzo... cosa vuoi che sia quel graffio?... il Tempo è Mio servo... se servisse riattiverò il flusso anche ai ribelli... per guarirti... cosa Mi importa?... cosa ci importa?... che il mondo bruci... non è un Mio problema... pagheranno tutti... se il colpevole non verrà fuori... vigliacco di un Fratello...-
Le sue parole grondano veleno, il suo tono è un fiume di disprezzo.
La voce di lei, tranquilla e decisa, lo raggiunge attraverso la rabbia.
- Io non voglio che scompaia, io amo questa ferita, per me simboleggia ciò che sono, ciò che sono riuscita a non tradire, è la mia bandiera e ricorderà a coloro che la hanno provocata che niente può piegare Micans, che il mio cuore umano può resistere a qualsiasi cosa ed è pronto ad affrontarlo altre mille volte per difendere le sue Emozioni.-
Aggiunge poi con aria decisa: - Tanto non ero una gran bellezza neanche prima... -
- Allora la faremo almeno addolcire, resterà solo una tenue striscetta un po’ schiarita di pelle, niente di più, così tu avrai comunque il tuo ricordo, mentre il tuo volto sarà risparmiato da tale offesa...-
È ovvio che queste parole sono pronunciate a fatica.
- Coloro che l'anno provocata, spero che il loro cuore valga almeno la metà di quello che vale il tuo, perché gli servirà tutto per sopportare la Mia punizione, che tremino, non avrò pietà...-
Ringhia il Dio con odio terribile.
Ella sembra non ascoltarlo e prosegue seguendo la linea dei suoi pensieri...
- Come farò adesso con Federico, non posso farmi vedere da lui così, forse è meglio che sparisca dalla sua vita, ci sono cose che non gli posso e non gli voglio spiegare.-
Horus continua a rimanerle dietro, come se non volesse farsi vedere in viso, la voce forzatamente premurosa e gentile.
- Non preoccuparti... mica è detto che non si possa fare niente... cancelleremo quella cicatrice... tu starai meglio... e così non dovrai lasciare nessuno...-
- Non è solo la ferita mio tesoro, egli è indifeso contro ciò che potrebbe incontrare se continuasse a condividere con me la sua vita, io non lo lascerò, non posso farlo non più di quanto potrei abbandonare te, ma mi allontanerò, con prudenza, il suo cuore non dovrà mai essere ferito! -
Poi aggiunge con espressione implorante.
- Anche a te, Horus, ci sono cose che non voglio dire ma so che probabilmente tu potresti strapparmi la verità lo stesso, se lo volessi...-
La voce di Horus è un ringhio trattenuto: Desiderio di Morte sta per prendere il campo, solo la disperata tenacia del Dio del Sole lo ostacola.
- Io posso tutto... potrei farti contorcere dal Desiderio di raccontarmi tutto... alla fine per te sarebbe solo una liberazione... oppure... potrei leggerlo nel Tempo... niente può essere nascosto ai Miei occhi... che tremino i miei nemici... perché non c'è nascondiglio alla Mia ira...-
Lei continua supplichevole.
- Io ti chiedo di non farlo, non andare contro i miei Desideri, non tradirmi, non ascoltare Desiderio di Morte ma ascolta me, quello che mi è successo non ha nessuna importanza come non la hanno i motivi per cui è successo, la cosa che deve importare ad entrambi è che sono qui e che il tuo cuore è la mia casa, l'unica che voglio, sorridimi Dio del Sole, perché i tuoi sorrisi sono tutta la mia vita. -
Horus vorrebbe sorridere ma sa come apparirebbe ora il suo sorriso: non luminoso come il Sole ma maligno come il cuore dell'Inferno.
- Va bene... non violerò il tuo cuore... non forzerò i tuoi Desideri...-
Si allontana da lei portandosi verso la finestra e dandole le spalle mentre lievi sussulti scuotono il Suo corpo sempre più forti.
I lunghi capelli biondi sembrano avere a momenti dei movimenti autonomi, le sue mani sono strette come artigli alla cornice della finestra.
- Ztik...-
Un rumore sordo e alcune delle unghie curate del Dio si spezzano mentre altre penetrano nel legno della finestra. Piccole gocce di sangue macchiano il pavimento.
Silvia lo guarda con occhi incredibilmente pieni di Amore, e Horus ha la netta percezione che quel sentimento cerchi di riempire un vuoto creatosi in lei.
Un sussulto mentre Horus la guarda senza volersi far vedere, l'impatto di questa rivelazione distrugge le ultime difese. - No, non Desidero che Mi ami per riempire quel vuoto...-
Via di mezzo fra sussurro straziante e ringhio feroce.
- Il sangue riempirà quel vuoto... la morte del colpevole... ti restituirà il fuoco... Io ti restituirò il fuoco...- La voce è cambiata.
- No... Amore... sto perdendo... non posso... perdonami... è più forte di Me... la sua ira... Mi sta invadendo... non ci riesco... ti prego... dimmi almeno perché è successo... almeno questo...-
Horus sembra rantolare da lontano queste parole tornando ad avere la Sua voce…
Poi le gambe cedono, il Dio crolla al suolo, la temperatura nella stanza aumenta, fa un caldo terribile, il fuoco azzurro si accende, gli occhiali da Sole esplodono, esaltante e rivoltante profumo di Morte invade la stanza, due pozzi di fuoco infernale illuminano il pavimento mentre la lunga coda color miele si apre trasformandosi in una massa di capelli che contro ogni regola di gravità iniziano a contorcersi autonomamente nell'aria.
Il Dio resta carponi, mentre viene squassato da spasmi sempre più violenti: il Suo corpo umano non può resistere alla lotta divina che si svolge dentro di Lui.
- Micans... esci... è pericoloso... sono pericoloso... non guardarmi così... sono un Demone... non voglio farti male... Lui vuole uscire... sono un orrore...-
La sedia viene scostata dal tavolo, alcuni passi silenziosi ed ella si inginocchia accanto al suo amore. Non c'è paura in questa donna, la sua mano si solleva e teneramente accarezza il viso trasfigurato del Dio osservando con tranquillità i suoi occhi incendiati dall'odio e dalla rabbia, la sua bocca contorta attraverso cui si vedono le lunghe zanne.
- Perché dovrei andare via?... Io amo tutto di te, anche lui... –
Improvvisamente Horus alza la testa verso di lei e due occhi di fuoco bruciante si fissano su di lei illuminando il suo volto pallido di sfumature di sangue e odio. Quegli occhi pieni di brace che sembrano non poter vedere, in realtà, la stanno guardando, stanno seguendo la linea della cicatrice con sofferenza.
- Amore?... Io non conosco questa parola... Io sono l'incubo dei Miei nemici... Horus è un debole... Io sono la Sua Fortuna... rispettano Lui, perché temono Me... e questa offesa... ciò che ti hanno fatto... bambina è la somma offesa... Io so il perché... conosco la vigliaccheria di molti
Miei Fratelli... non possono affrontare Me... tremano come miseri animali... e si rifanno su di te... e sarebbero Dei?... no, sono solo vigliacchi...-
Per la prima volta dopo il suo primo risveglio, Micans sta parlando col Demone e lo fa con voce dolcissima.
- Dimmi Desiderio di Morte, mi faresti veramente del male?... il tuo odio e la tua rabbia non rispetterebbero l'amore di colui che è Horus?... ho affrontato ben altro che la furia della persona che è la mia vita e anche tu sei la mia vita... Desiderio di Morte, anche tu sei Horus... so cosa vuoi, ti conosco e tu conosci me...  io sono Campione di Horus... io sono il Tuo Campione e come tale non fuggirò davanti a Te... vuoi una risposta, un nome, qualcuno contro cui sfogare la Tua ira e il Tuo Desiderio di Vendetta?... eccolo, io sono l'unica artefice di ciò che è successo... lo ho voluto attraverso una mia scelta che non rimpiango e che mai rinnegherò... mi aspettavo la morte e l'unico mio dolore era non poter più stare accanto a Te... lasciarti nuovamente solo... ma non lo sei, coloro che mi hanno colpito mi hanno però regalato una vita con Te e di questa opportunità non li ringrazierò mai a sufficienza. -
- Regalato?... regalato?... ringraziare?... ringraziare?..-
Il tono del Dio è stridulo, una vampata di calore si emana improvvisa da Lui e travolge tutto, Micans sente che solo lei è risparmiata dall'ira delle fiamme anche se percepisce il calore bruciante che le fa girare per un istante la testa mentre la sua pelle e la sua bocca diventano secche ed arse.
Sulla ampia camicia di Horus fiammelle cominciano ad attecchire sul lino e a bruciare con piccole volute di fumo, un leggero odore di carne bruciata inizia a sentirsi nella stanza.
Ma Lui sembra totalmente fuori di sé per notarlo: il Dio ha perso il controllo, non sta proteggendo neanche ée stesso...
- Maledetti siano i Figli dell'Artefice... Fratelli si fanno chiamare... ma sono pavidi e vigliacchi vermi... così ripagano un Dio che li ha sempre aiutati... chiamano Horus per colpire i Destinanti ribelli... cercano Horus per affrontare l'Assenza... chiedono a Horus di trovare il Tarrant... ma poi così Mi mostrano la loro riconoscenza... benissimo hanno scelto il loro Destino... così ti avrebbero regalato qualcosa?... loro non sono in grado di regalare niente... ma Io ho per loro un ultimo dono... che vivano nella consapevolezza che un giorno si sveglieranno... e vedranno il Mio viso li a guardarli... e sarà l'ultima cosa che vedranno... perché Mia è la Giustizia... Mia è la Vendetta... dall'alba del Tempo alla sua fine... non temere bambina... li ringrazierò Io per te...-
Micans lo abbraccia tenendolo stretto, il suo corpo caldo sembra volersi fondere con quello bollente del Dio furioso, le sue braccia sono forti e lo avvolgono decise.
Anche lei adesso inizia a sentire con crescente preoccupazione il calore, anche la sua pelle sta diventando preoccupantemente scottante mentre odio e ira la travolgono ad ondate...
- Vuoi tu, adesso, togliermi il dono che mi è stato fatto e tornare ad essere solo?... puoi farlo, se realmente lo Desideri... sai che non temo la morte... la mia vita, senza di Te, sarebbe stata mille volte più terribile.
Oppure puoi accettare il mio amore, Desiderio di Morte, la mia devozione assoluta che non nasce da timore, convenienza o imprecisato rispetto ma da Emozioni pure e forti... scegli, Signore del mio cuore, la mia decisione è già presa: non rinuncerò volontariamente a starti vicino, qualunque sia la forma che prenderai. -
Il Dio in ginocchio la fissa combattuto fra due Desideri terribili, che decideranno più di un Destino.
Uno scatto bruciante, è troppo veloce per vederne il movimento, Micans si sente travolta da una tempesta: questo è il terribile Guerriero Immortale che terrorizza Angeli e Demoni, il Dio temuto e odiato. Non sa come ma adesso lei è inchiodata ad una parete, i suoi piedi sono a mezzo metro dal pavimento, un artiglio la sta schiacciando alla parete premendole il petto mentre un sorriso zannuto le sorride incomprensibile. in contrasto col sorriso malefico due lunghe scie di lacrime di sangue solcano le guance del Demone. Mai la morte è stata tanto presente, il suo aleggiare è sensibile, il suo profumo estasiante, il suo abbraccio invitante.
- Va bene Micans... aspetterò... un giorno non lontano sarai tu a dirmi cosa è successo... anche se ormai devo solo sapere chi... ricorda Mi devi la verità... perché oggi ho rifiutato Me stesso... perché oggi Desiderio di Morte... ha dovuto uccidere sé stesso... per un qualcosa che non comprende ma a cui non può rinunciare... questo è il dono che Io ti faccio... Io ti dono la vita del più terribile dei Demoni... perché ora lego a te il Mio Destino... perché sebbene Io non abbia Mai amato nessuno... Io ti Amo Silvia...-
Con inaudita passione mista a violenza le labbra di fuoco del Demone si premono su quelle di lei mentre una sconvolgente flusso d'amore carico di fuoco e odio passa dal Dio alla donna, un gusto dolcissimo ed inebriante di sangue le riempie la bocca, mentre la linfa vitale del Dio le tinge le labbra e penetra prepotentemente in lei accendendo qualcosa di nuovo, riempiendo un vuoto recente, diverso da ciò che prima la riempiva ma altrettanto terribile.
Questo demoniaco eppur intimissimo bacio di sangue dura un Tempo incalcolabile, attimi, secondi, minuti, ore, impossibile capirlo, per quel mentre però c'è solo un legame indescrivibile, mentre due anime si toccano, poi tutto finisce, lasciando però un marchio indelebile, mentre le labbra si separano e Carlo crolla a terra appoggiando però prima con delicatezza Silvia a terra.
- Ecco Amore Mio... questo è il Nostro dono... questo è il Mio dono...-
Horus è tornato, sorride con le labbra sporche di sangue, mentre appare terribilmente provato.
- Aspetterò che decida di raccontarmi... intanto il vuoto non è più...-
Ella lo abbraccia con gioia assoluta, un'esultanza nuova, rinata, vibra nella sua voce, i suoi occhi risplendono di un intenso Desiderio.
- Amore, Amore, Amore, griderò il mio amore all'universo intero, e la mia voce sarà udita al di là di esso, nulla può separare Horus e Micans, che tutti sappiano e tremino dinanzi a noi! -
Le sue morbide labbra quasi aggrediscono quelle di Lui, piene di passione ed impeto. Lentamente il contatto cambia natura e il bacio diventa dolcissimo mentre il corpo di lei si rilassa contro il suo.
Dopo alcuni minuti Silvia si scosta dal Dio e lo guarda piena di amore e tenerezza.
- Te lo dirò, ti racconterò tutto, appena mi sentirò pronta. -
Prende le mani ferite tra le sue con un gesto così simile a quello che lui aveva fatto la sera prima da nascondere un profondo significato.
- Prima di tutto però, queste, e questa - indicando con la spalla la cicatrice sulla sua guancia.
- Quando tutto sarà a posto ci prenderemo la Vendetta che ci spetta per le ferite che ci hanno inferto-
Insieme si alzano, lentamente, mentre le loro mani rimangono delicatamente congiunte e con esse gli sguardi, i cuori e i Destini che, influenzati dai loro Desideri, hanno mutato strada.


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