Paura d’Amare  

(I Parte)

di Carlo Fedele e Silvia Fineschi


E-mail - Sabato 10/11/01
 
La situazione è grave...
L'Apostasia e l'Eresia dilagano in Pathos...
Creando nemici li dove dovrebbero essere fratelli...
Creando traditori li dove dovrebbero essere fedeli...
Creando avversari li dove dovrebbero essere figli...
I nostri nemici esterni ci accerchiano...
Le forze delle Tenebre sono nuovamente potenti...
Mentre le Procure d'Italia e non si preparano a colpirci...
Dopo molto tempo ho deciso di riunire ancora una volta le Mie schiere...
È Tempo che vi dia indicazioni e disposizioni per affrontare la tempesta...
È Tempo che vi parli con la voce degli Eterni...
Poi temo che per molto Tempo ci disperderemo...
Venite a Padova Martedì sera a casa Mia...
Dovunque siate, qualsiasi cosa stiate facendo venite...
Rispondetemi subito Guerrieri e Figli della Luce...
Chi non potesse venire comunichi direttamente a Me situazione e motivo...
Vi aspetto...
 
Horus
Il Falco Solare
Campione della Luce
Giudice della Sacra Corte
 
"Post tenebram spero lucem".
 
La sera stessa del messaggio intorno alle 22:30, qualcuno suona al campanello della residenza di Horus. A chi risponde al citofono una voce carica di disappunto dice: - Sono Silvia, apritemi perché sono fradicia, sto morendo di freddo e in queste condizioni il mio umore tende a peggiorare. Se il giudice non c'è o ha altre cose da fare, lasciate perdere. Ma ditemelo in fretta perché non vorrei bagnarmi più del dovuto.-
La voce viene da una figura nascosta da una mantella impermeabile nera con cui cerca di ripararsi dalla pioggia battente. Un borsone rosso spunta ai suoi piedi. Passano un paio di minuti e il cancello automatico si spalanca, in lontananza una luce esce dalla porta della villa che si apre.
Una strana luminescenza azzurra si avvicina per la strada di ghiaino e poco dopo Carlo diviene ben visibile, in pantaloni e camicia come sempre bianchi: è completamente circondato da fiamme azzurre guizzanti, l'acqua che sta scrosciando dal cielo non lo tocca, le grosse gocce sembrano evaporare al contatto con la sua aurea. Porta i capelli color miele sciolti diversamente dal solito, non ha i soliti occhiali da Sole il che fa risaltare ancora di più i suoi occhi luminosi rossi fuoco al buio.
La camicia è chiusa solo fino a metà, sembra assai stanco sebbene il suo sorriso sia luminoso, a Silvia ricorda quello che le fece la prima volta che venne da lei.
Si avvicina e rapidamente e le porta un braccio intorno alle spalle e in quell'istante la pioggia smette di toccarla mentre freddo e umidità si allontanano da lei, la guarda con aria stanca ma felice.
- Benvenuta Amore Mio... una bellissima sorpresa... ma potevi avvertirmi... ti avrei fatto venire a prendere... e avrei fatto preparare un benvenuto più adatto... dai, entriamo in casa... questo Tempo Mi deprime... non speravo di averti un po' per Me... temo che per molto Tempo... dovrò fare a meno di te... andiamo, vieni... questa è casa tua...-
E le  indica la porta aperta della villa da cui esce una luce calda e invitante mentre prende da terra il borsone con tranquillità. Silvia è completamente bagnata, pallida e ha le labbra viola per il freddo ma non può fare a meno di sorridere a Horus.
- Aspetta a dire che è un bellissima sorpresa: sono venuta a farti la ramanzina!!!
Ho lasciato la macchina un po' più in là sulla strada, nascosta tra gli alberi, non si sa mai. –
Il Dio sorride.
- Ramanzina?... e che ho fatto sta volta?... ma mica che ho confuso... invece di un Campione... Mi son trovato una Dio-Sitter?..- Ridacchia affettuosamente.
- Un Campione è un Dio-Sitter! Lo hai detto tu, no, che mi devo occupare della tua sicurezza e poi mal voluto non è mai troppo, dice il proverbio. -
Lo segue verso casa mentre i brividi lentamente lasciano il suo corpo.
- Guarda che bastava un ombrello, esibizionista! È inutile, io parto arrabbiatissima pensando: ora gliene dico quattro a quello lì; poi arrivo e tu fai di tutto per farmi ridere.
Come si fa, dico io, ad arrabbiarsi con te: sei troppo dolce. - Lo guarda con occhi pieni di affetto.
- Esibizionista?... ma come?... uno ti viene incontro?... premuroso e preoccupato... e si prende pure una barca di parole?... ma non c'è più religione...-
Riflette un attimo sulle sue ultime parole...
- Si, non c'è proprio più religione... ma me n'ero già accorto... con i Tempi che corrono... ma Io resto un Dio... azzo...-
Quasi che volesse dimostrarlo più a se stesso che ad altri la sua aurea aumenta di dimensioni, il calore si fa più intenso, guarda la pioggia cadere con aria innervosita.
Silvia sente l'energia Empathica che si raccoglie in Lui: sta per fare qualcosa di molto strano...
Poi si ferma.
- Azzo... non posso farlo... quel flusso è bloccato... se lo uso riattivo anche quello dei traditori... va bè... come non detto...- Scuote il capo.
- Sei sempre il solito, e ribadisco, Esibizionista!! E io sono doppiamente incastrata perché
mi piace anche questo di te. - Gli si avvicina maggiormente per godere di quel calore e la sua reazione a quella dimostrazione di potere è sempre la solita: sorride.
Horus la osserva con aria falsamente indignata.
- Ba... manco il Potere di un Dio serve più a niente... ma dov'è finito il buon vecchio... timore reverenziale?..-
Prima di entrare la donna si toglie la mantella grondante e la lascia cadere a terra con noncuranza a fianco della porta, si sfila gli stivali e abbandona anche quelli.
Lui la guarda divertito.
- Che fai Amore?... ti spogli?... non qui... ti prego... un po' di decenza...-
Un po' scherza, un po' arrossisce davvero.
- La mia preoccupazione per la tua bella casa è primaria: non te la volevo allagare! – dice lei guardandosi intorno - e poi non c'è nessuno da scandalizzare qui, quindi non sarebbe divertente.
Ti prego, sono disposta a fare qualsiasi cosa per un bagno caldo, soprattutto se acconsentirai a lavarmi la schiena: così io potrò crogiolarmi nell'acqua fumante mentre ti aggiorno su alcune cose - la sua espressione è dolcissima, con appena un po' di malizia che traspare.
Egli sorride come sempre imbarazzato quando Silvia fa così.
- Per queste cose non devi pregarmi "Splendente"... purché poi non si sappia in giro... che il Dio del Sole... fa il bagno per la Figlia di un altro -
Ridacchia carezzandole con dolcezza il viso.
- Preparo subito l'acqua... mica voglio che ti prendi un raffreddore... poi staremo un po' insieme... ne ho proprio voglia...-
Capisce che è il modo più "scabroso" con cui Horus riesce a esprimersi.
Lei lo guarda e poi, con gesto improvviso, lo abbraccia e lo bacia sino a lasciarlo senza fiato.
L’uomo rimane senza parole osservandola sempre più imbarazzato.
- Sei così carino!!! Mamma mia quanto... mi piaci!! - a metà della frase ella si impunta un attimo e sul suo viso si alternano rapidamente espressioni prima di stupore, poi di dubbio (o è paura?) e infine torna a sorridere.
Horus la osserva per un istante come se vedesse molto più di quel che si può vedere, ma in fondo è pur sempre uno dei Signori dei Desideri, sul Suo viso si apre un sorriso dolcissimo e carico di mille promesse e gratitudine, non sembra il sorriso di una creatura eterna e potentissima.
- Anche tu Mi piaci Silvia... anzi direi che ti Amo... passamelo per Me è più adatto... lo so che è desueto... ma infondo capiscimi... Io sono un po' più vecchio di te... legato a cose sorpassate...-
Ridacchia prendendole la mano e baciandole il palmo con dolcezza.
- Ho visto le risposte alla tua convocazione e ho pensato che ti devo essere piaciuta perché ti sei stufato di essere trattato con i guanti bianchi - ride lei.
- Come no... Io adoro gli uomini... soprattutto quelli che non sanno dove sta di casa il rispetto...-
- Ma io sto benissimo dove sta, è questa la differenza, mio caro. –
- Si, si... tu ci hai sempre la risposta pronta... disgraziata...-
Ridendo sempre più allegra - Sempre, per te: sono la tua disgrazia personale! -
Poi, improvvisamente, ella si ferma come se le fosse venuta in mente una cosa e la sua voce acquista un tono duro mentre i suoi occhi lo guardano con severità.
- E così mi dirai anche cosa significa che dovrai fare a meno di me per molto tempo: la cosa non mi piace per niente! -
- Bè veramente...- Il Dio de Sole esita un attimo.
- Sta per arrivare il Tempo della diaspora... i figli di Pathos si dovranno nascondere... separare per sfuggire agli Ignari... Io incontrerò il Mio Destino... perché non Mi è concesso fuggire... e temo che per molto Tempo non ti avrò più vicina...-
- Ariecco quella parola ... va bene, se incontrerai il tuo Destino – pronunciando quel termine distorce il viso in una smorfia - scordati di farlo senza di me e se il MIO di Destino è diverso mi sento di dirgli, a cuor leggero, di andare a farsi friggere altrove e di non rompere! -
- Per Fortuna il Sovrano è partito... se no Mi toccava pure sentirti bestemmiare... e poi dovevo giudicarti...- Con dolcezza Horus le pizzica un fianco. Silvia lo fulmina con un'occhiata e riprende guardandolo con aria decisa, dritto negli occhi - Non ti ci provare neanche a lasciarmi indietro perché sarebbe la volta che mi vedresti davvero arrabbiata e non ho niente da invidiare a te, in questo! -
A questo punto gli si stringe maggiormente contro, con un moto quasi del tutto istintivo, come se temesse di perderlo se quel contatto si spezzasse. Horus la osserva prendendola fra le braccia, lui più di chiunque altro sa cosa vuol dire perdere chi si ama, la Sua stessa Natura lo ha abituato ma non difeso da tanto dolore.
- Non Mi perderai "Splendore del Sole"... hai la Mia Parola... qualsiasi cosa accada tornerò da te... qualsiasi cosa accada, alla fine ci rincontreremo... puoi credermi... Io ho una sola Parola...-
Le sussurra con dolcezza all'orecchio tenendola per un po' stretta a Sé come se volesse fissare quel momento il più a lungo possibile.
Mette un braccio intorno alla sua vita e la guida verso la Sua camera in modo che possano parlare con calma. Arrivati la lascia sola per un attimo.
La stanza è ampia e spaziosa di colore blu notte, il pavimento è ricoperto da morbidissime pelli bianche di qualche animale assai peloso, il soffitto è a volta e raffigura un celo notturno stellato, un grosso letto con trapunte candide e testiera dorata a forma di un Sole che sorge, fa bella mostra al centro della stanza, su un lato vi è un tavolino di cristallo con molte cornici per fotografie ben disposte sopra ed una bacheca con una sciabola spezzata.
Silvia si avvicina incuriosita al tavolo ma poi ci ripensa: non le interessa realmente chi è stato Horus, qual era la sua vita, quello che lei vuole è il Suo Horus: quello che arrossisce come uno scolaretto alle sue frasi anche leggermente ammiccanti, quello che le sorride con dolcezza quando fa la sfacciata e lo prende in giro, quello che si ammanta del suo potere con una naturalezza tale da togliere ogni connotazione di straordinarietà alla cosa, insomma quello che lei…
Fa per lasciarsi cadere seduta sul letto ma ci ripensa: è ancora bagnata...
e rimane così, in piedi con lo sguardo perso verso la finestra mentre la tempesta imperversa, forse non solo all'esterno.
Horus poi torna con degli asciugamani puliti, un morbido accappatoio e delle pantofole di spugna, tutto bianco, tutto con il disegno di un felice sole giallo e sorridente cucito sopra.
- Allora... intanto ti lascio qui questi... così ti togli quella roba bagnata... fra qualche minuto l'acqua sarà pronta... preferisci sali di Rodi, essenze di Luxor, petali di iris del Nilo?..-
Se non fosse Lui si potrebbe pensare che stesse scherzando ma così non è.
- Intanto ti metto su un the... ne ho uno persiano alla rosa, meraviglioso... così ti scaldi un po'... alzo il riscaldamento... a proposito, hai mangiato?..-
È così premuroso e poco formale adesso, molto simile al Horus che ha conosciuto a casa sua piuttosto che quello che ha visto muoversi con la superbia di un Dio in Pathos.
Intanto si allontana un poco e si gira dandole le spalle per non violare la sua privacy mentre si cambia.
- Sono contento che tu sia venuta...- Dice dolcemente sempre girato.
Ella inizia a spogliarsi dopo avergli debolmente sorriso al suo ingresso. Horus le da un’occhiata veloce, Lui ha capito molto più di ciò che sembra, infondo i Desideri sono parte di Lui, ed il cuore umano è stato per millenni suo feudo incontrastato, quello che vede lo riempie di gioia e contemporaneamente di paura, paura per lei, che forse ha ancora paura, paura di Amare, o meglio, paura di ammettere di poter Amare veramente.
Le sorride dolcemente tentando di distrarla, non vuole forzarla, non vuole turbarla, per lei vuole solo serenità e gioia, le vuole donare il Tempo necessario perché lei non ne soffra.
Dopo alcuni attimi lei risponde con voce che suona, forse, distratta.
- Scegli tu cosa mettere nella vasca: è a te che voglio piaccia l'odore della mia pelle e poi non saprei proprio cosa scegliere, non conosco l'aroma delle cose che hai nominato. - Un lungo momento di silenzio ed egli sente le sue braccia che lo accarezzano in un abbraccio leggerissimo e la sua testa che gli si appoggia alla schiena. - Per il resto aspetta, non ho fame e ci potremo pensare più tardi. -
Come sempre la Sua prima reazione è un leggero irrigidimento dei muscoli, poi piano, piano si rilassa lasciandosi andare a quel delicato contatto.
Lo lascia andare e lo aggira per guardarlo, il suo corpo è avvolto nell'accappatoio e i capelli le ricadono sciolti e bagnati sulle spalle: una macchia scura nell'insieme candido dell'indumento e della sua pelle. Sull'incavo del suo seno sta adagiato il medaglione d'oro di Horus, unica nota di colore in quell'insieme di bianco e nero.
- Guidami verso la terra promessa, o mio Dio - sorride.
- Mio Dio?... sfotti, sfotti... sfacciata ragazza... lo so che ti ci diverti...-
Con delicatezza la prende fra le braccia e poi con incredibile facilità la solleva da terra prendendola in braccio e avviandosi sorridendo in bagno, dove una grossa vasca-piscina con idromassaggio l'attende fumante. Ridacchia divertito e poi, improvvisamente, ce la fa cadere delicatamente dentro con tutto l'accappatoio, provocando non pochi schizzi.
- Hei! E che cavolo … - urla Silvia sputando l'acqua che le è entrata in bocca, poi inizia a ridere di cuore.
Egli comincia a versare da una strana bottiglietta un liquido azzurrato nell'acqua e poi con aria falsamente autoritaria ingiunge.
- Bè Campione di Horus?... saresti così gentile da scoprire la schiena... ti prometto che non guarderò... se devo fare l'addetto alle terme e alla cura della tua augusta persona... dovrò pure iniziare da qualche parte a insaponarti un pochino...-
E mentre è sempre più rosso in viso inizia a guardare dovunque fuorché verso di lei cambiando subito argomento.
- Dai... intanto che ti lavo... cioè... scusa... volevo dire... si insomma... mentre io ti passo il sapone su... si bè... mentre ti faccio il... cioè mentre ti fai il...-
Ormai sprofondato in un mare di vergogna tace e poi tutto di un fiato.
- Potresti raccontarmi quello che volevi dirmi mentre Io resto girato...-
Lei si sfila l'accappatoio e lo lascia cadere di fianco a lui, si sporge dalla vasca il tanto che basta per arrivare a baciarlo. Mentre le loro labbra si accarezzano quelle di Silvia si trasformano in un sorriso e una manciata d'acqua calda si abbatta sulla testa di Horus.
L’uomo sussulta mezzo inzuppato: più che un Falco adesso sembra un pulcino.
- Ma ti sembra il modo?... con un Dio poi?..-
Ridacchia divertito.
La donna ride come una matta: - Tanto vale che tu entri con me ormai, non è giusto che un Dio sia ridotto ad addetto termale. Se vieni qui ti prometto una buona conversazione e tante coccole! - lo accarezza dolcemente su una guancia - e non arrossire dai, ormai conosci ogni centimetro del mio corpo per nome! Vieni, vieni, si sta proprio da Dio! - e ricomincia a ridere.
Horus si lascia lentamente scivolare nella vasca portandosi alle spalle di lei e abbracciandola teneramente.
- Eccoci qui Amore Mio... allora coccole o conversazione?... Io preferirei le prime... ma decidi tu... e con delicatezza inizia a insaponarle la schiena e a massaggiarle il collo...-
Lei si accomoda meglio e il suo respiro si fa cadenzato e calmo. Dopo poco però si volta lentamente
in maniera che il suo viso sia a pochi centimetri da quello di lui.
- Mmmh, ho deciso: prima le coccole - sussurra, con fare sornione, prima di baciarlo.
Le sue mani iniziano ad accarezzare il petto del Dio finendo poi per sbottonare la camicia e sfilarla.
Lui la lascia fare, godendosi le sue carezze, le prende le mani nelle Sue portandosele alle labbra e baciandone i palmi.
Le sale con una lunga e delicata carezza lungo le braccia fino alle spalle e mentre le gira intorno inizia a massaggiarle il collo dolcemente.
- Difensore della Mia vita, padrona del Mio cuore...- Le sussurra mordicchiandole un orecchio con dolcezza. Osserva i muscoli delicati ma scolpiti della schiena di Silvia e sorride, muscoli di chi è abituato ad usare armi di altri Tempi. Le si avvicina e ne segue la linea con piccoli baci, assaporando la pelle chiara e calda di lei con le labbra.
Si sporge e prende una bottiglietta ambrata da un’ansa, se ne versa il contenuto profumato sulle mani e le passa sul corpo di lei. Delicatamente le unge i muscoli carezzandola e massaggiandola fino a che non li sente sciogliersi dalla tensione e dagli effetti del freddo.
Le sue mani scivolano poi dalla schiena al seno attirandola verso di se così che il sollevarsi ritmico del Suo petto le carezza la schiena. La tiene così fra le braccia per lunghissimi minuti soffiandole fra i capelli, poi la gira con delicatezza verso di se baciandola con dolce trasporto mentre si perde in lei fra il tepore di acque e vapori profumati...
 
Molto Tempo dopo, nella camera da letto di Horus, il Dio seduto sul bordo del letto con solo un paio di larghi pantaloni di tela bianchi sta spazzolando con compiaciuta delicatezza i capelli bagnati di Micans seduta a gambe incrociate sul letto con un morbido accappatoio asciutto indosso...
- Allora Amore di cosa volevi parlarmi?..- Chiede con voce un po' distratta. - Dimmelo adesso, che poi e Mi faccio fare un altro po' di coccole...-
La sua voce sembra quasi quella di un bambino ed è soddisfatto che lei non lo stia guardando perché tanto per cambiare è arrossito di nuovo.
Ella sembra quasi fare le fusa come un gatto mentre lui la pettina.
- Mio dolcissimo, non ricordo neanche perché ero arrabbiata, aspetta un attimo...
a si, la tua decisione di non nasconderti mi ha mandata su tutte le furie ma non so se è stato questo a farmi saltare in macchina o se era una semplice scusa per piombarti qui. Adesso, pensandoci un attimo, mi rendo conto che devi aver preso delle contromisure adatte a non correre rischi ma sarebbe stato molto carino da parte tua comunicarmele, no? Le hai prese vero? -
Lui continua a spazzolarla con dolcezza mentre sembra guardare lontano. Ma chi può sapere cosa vedono quegli occhi, gli occhi innaturali di un Signore dei Desideri e del Destino, sperso in mille diversi Futuri possibili, in mille Passati che sarebbero potuti essere ma ben consapevoli di questo unico Presente.
Sorride tranquillo.
- Comunque hai fatto benissimo a venire... hai soddisfatto un Mio segreto Desiderio... avevo molta voglia di vederti... per le precauzioni... bè qualcuna l'ho presa... ho trasferito la Mia armeria... quelle armi che Mi hanno accompagnato in tante battaglie... pistole, spade, pugnali, mitra, granate... ne abbiamo viste di cose insieme...-
Per un attimo sembra perdersi in mille ricordi con un sorriso un po’ nostalgico, come se rivedesse, luoghi, persone, fatti…
- Attraverso una foresta alla ricerca di un antico Tempio di Gaia nel centro dello Zimbawe, accolto dalle tre Streghe Mie Sorelle in un antico edificio di Atlantide... corro per corridoi da incubo metà macchine metà tessuto vivente l'assalto della base-fortezza di Mio Fratello il Mostro, per
impedirgli di trasformare l'umanità in un mondo di zombi immortali... abbatto le mura di un antica fortezza in Austria difesa da nuovi guerrieri delle SS con una sola delle Mie frecce di Luce, per impedire il ritorno di Himmler dal mondo dei morti... violo il Tempo riportandolo indietro per
resuscitare Mio Fratello Tiresia, Enigma di Desiderio, Lui che più di tutti ha toccato la Mia essenza Immortale donandomi la Sua... affronto il Demone Moloch, Signore delle possibilità, Mio Fratello Oscuro, nel centro di un umida foresta del Brasile accompagnato dal Potente Odhiin, il più amato dei Miei Fratelli...-
La sua voce è lontana come se raccontasse una fiaba dimenticata ma per Lui fin troppo importante, fin troppo reale, fin troppo rimpianta, come se volesse farla partecipe degli eventi che hanno segnato questa sua nuova vita, come se volesse dividere con lei parte della Sua anima.
Poi si riscuote e con in mezzo sorriso sussurra: - Scusa... a volte Mi perdo... non volevo annoiarti...-
E poi riprende.
- Inoltre ho fatto sparire il Mio vecchio computer con tutte le connessioni a Pathos... e i dati... ho distrutto tutti i documenti relativi al Pathos e affidato ad un uomo fidato tutti i Miei ricordi sospetti...inoltre ho contattato qualcuno alla Procura... affinché Mi avvertano se dovessero
agire contro di Me... ma comunque Io non fuggirò... non Mi è permesso... non mi si addice Amore Mio... Horus non si è Mai ritirato dall'alba del Tempo...-
Ella sospira - Bè, almeno ci ho provato. Lo sapevo ma ho provato ugualmente - pensa rassegnata
- In fin dei conti devo accettare quello che è, no? Lui mi darà istruzioni e io le seguirò, ma solo se non saranno troppo assurde. – Poi a voce alta aggiunge: - Probabilmente lo sai già ma sembra che tutti i partecipanti alla conferenza a Lucca siano stati schedati e fotografati.-
- Si lo sapevo... ma questo è il meno... hanno ben altro su alcuni di Noi... ma a giorni De Coccio incontrerà il suo Destino... e poi sarà il caos... chi sa cosa succederà?... neanche a Me è dato saperlo... sono troppe le possibilità che si rivelano ai Miei occhi...-
- Direi che a questo punto Di Coccio deve avere la certezza che un certo legame esiste tra noi. Per sicurezza io mi sono portata dietro due delle mie spade, che possono sempre far comodo, ma che mi forniscono anche un pretesto per essere qui: a te piacciono le spade, no? Le vuoi comprare le mie, sai ho avuto altre offerte. -
- Venderle?... ma sei scema?... altre offerte?... ma Io ti sculaccio... e poi divento geloso... certo che le compro Io... così le terrò qui... forse con uno più vecchio di loro... si troveranno benino... e Io avrò sempre qualcosa di tuo... e tu avrai sempre un paio di spade qui a disposizione... così potrai allenarti un po' anche qui se vorrai... Io non sono Federico... ma penso che se ti contieni... e prometti di non sbudellarmi... potrei anche farti da bersaglio...-
Le sorride con dolcezza.
- Allora Signorina... pensa che possa bastare per questi due gioielli di spade?... domani il Mio notaio butterà giù un contratto...-
Preso un libretto di assegni da una tasca di una giacca buttata in un angolo
le strappa un assegno per 6.000.000 di Lire...
- Si fidi... è coperto... in fondo sono un Giudice...-
Le strizza l'occhio.
- Sei tu che sei scemo, non ho nessuna reale intenzione di venderle: sono le mie preferite!
Se pensi a salvare qualcosa, fai si che sia il meglio! Quella è solo una scusa ... e poi non ci siamo accordati sul prezzo ... -
Parla di quelle spade con un affetto pari a quello che le ha  sentito nella voce quando parla con lui.
- Per quanto riguarda il fatto di fare un po' di esercizio, quando vuoi, lo sai. Tu chiedi, mi troverai sempre pronta -
Si lascia delicatamente cadere contro il petto di lui, il suo respiro è leggero come un alito di vento
e il suo corpo mantiene ancora la temperatura dell'acqua così che rivaleggia con il calore di quello di lui. Gli occhi sono chiusi e il suo viso è sereno e rilassato, un sorriso appena accennato curva le sue labbra.
Lui lascia la spazzola e le carezza i capelli con lo sguardo carico d'amore, la fissa così abbandonata e serena, sorride, felice di vederla così.
Prende qualcosa di tintinnante dalla tasca della giacca presa poco prima e adesso buttata sul letto e con un suono metallico lascia cadere qualcosa in grembo alla donna.
Alcune chiavi in un portachiavi con una scritta in argento stanno lì, MICANS si legge.
- Ecco Amore... ecco le chiavi di questa casa... le chiavi di casa tua...-
Le sussurra all'orecchio, mentre con un braccio la tiene stretta a se e Sogna che quella magica notte non finisca Mai...

 


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