Paura d’Amare  

(II Parte)

di Carlo Fedele e Silvia Fineschi


La casa di Horus è silenziosa e tranquilla mentre il Dio del Sole siede alla sua scrivania consultando il computer per verificare se ci sono messaggi.


La finestra di ICQ si apre:


Micans             ciao cucciolo ;))))
Fidel                Cucciolo?..
                        Ma Io sarei un Dio...
                        E tu dovresti essere a circa un
                        metro da qui...
                        aspetta che controllo...

Micans             si, si sono proprio lì ;))))
                        attaccata a internet dal mio portatile ;))))
                        non ho saputo resistere
 
Fidel                 Ammazza...
                        Devo proprio essere noioso a letto...
                        Ma dopo vediamo se scegli Me o il Computer...
 
Micans             sempre te, visto però che sei al computer
                        questo è il modo per condividere ogni  tuo
                        secondo ;)))
 
Fidel                 Azzo Mi freghi sempre...
                        Dopo ti becchi pure un pizzico...
                        Di la verità che Ti piaccio proprio tanto...
                        M’hai pure tirato in vasca ieri sera...
                        E Io che volevo, si, ehm, insomma, hai capito no?..
                        No?..
                        Lavarti la schiena...

Fidel                 Potresti pure ammetterlo, però, che un po' Mi ami...
                              
 
Silvia chiude il portatile con un moto di stizza e si alza, uscendo dalla stanza.
Horus spegne il Computer e assai rattristato la va a cercare.
La trova in camera che gli dà le spalle. Lascia la luce spenta, non vuole che il suo viso triste si veda. Fa per toccarla allungando la mano ma poi si blocca a metà strada.
- Che posso dirti Silvia? Mi dispiace averti ferita, non volevo offenderti: era una mezza battuta la Mia, totalmente inopportuna visto il tuo momento. Sai ho notato che sei un po' turbata ogni volta che parli di ciò che provi per Me, ma è tutta colpa Mia, non dovevo permettere che succedesse, sono stato egoista e ti ho ferito. Non c'è felicità per chi prova qualcosa per Me, Mi dispiace veramente. Io, purtroppo, parto da un diverso modo di vedere le cose: per quanto Mi riguarda,  ho una ben precisa idea dell'Amore e so che coincide con quello che provo per te, ma l'ho provato altre volte in altre vite e ho avuto Tempo per fare esperienza, tu invece.…
Ascoltami, per favore, Io non pretendo assolutamente che tu provi la stessa cosa per Me, è Giusto che ognuno possa esprimere liberamente le sue emozioni, Io forse sono troppo vecchio e stanco, o forse ho cercato per così tanto tempo quello che la Mia Natura Mi porta a perdere, che a volte dimentico che esistono migliaia di cuori diversi dal Mio. Da te vorrei solo ciò che ti senti di darmi spontaneamente, niente di meno, niente di più, e per essere un Dio dei Desideri, bè stasera ho dato proprio una bella prova di Me -
Tace un attimo, non è abituato a dare spiegazioni, neanche agli Dei.
Poi le da un esitante carezza sui lunghi capelli scuri, si ferma un istante, vorrebbe abbracciarla ma poi rinuncia.
- Per stasera ti ho fatto già troppo male "Splendente"...- Sussurra con un misto di amarezza e dolore.
Prende un cuscino e la guarda un attimo, la sua voce è molto triste, carica di rimpianto, carica di dolcezza.
- Perdonami veramente Silvia, ho perso talmente tante volte coloro a cui tenevo, che a volte non Mi rendo conto che forse sarebbe meglio per loro allontanarsi da Me: dovrei lasciarli liberi. Per Horus solo Guerrieri e Alterazioni, Araldi e Campioni, il resto non Mi è concesso. Fai un buon sonno, Io sarò in salotto. Se preferisci, domani ti prenoterò una stanza al Plaza oppure ti farò preparare un’altra stanza qui: non voglio tu mi debba sopportare più del minimo indispensabile; però è meglio Amare e perdere che non Amare affatto, è solo questo che Mi ha spinto avanti in tutti questi millenni.-
Le sfiora con delicatezza la fronte con le labbra, mentre due righe rosse e umide gli solcano il viso mostrando le uniche lacrime che sono concesse al Dio della Giustizia: lacrime di solitudine, lacrime di sangue. - Buona notte Mia Micans - Subito si gira asciugandosi il viso nell'oscurità.
Silvia è rimasta immobile mentre lui parlava, lo sguardo fisso dinanzi a sé.
Appena Horus si gira, però, lo afferra per un braccio: - Fermati - sussurra, - hai frainteso tutto ed è colpa mia. –
Egli si blocca, un po' indeciso. Delicatamente lei lo abbraccia in quella che oramai è una posizione abituale, con la testa appoggiata alla sua schiena. Il Dio lentamente le stringe le mani ma non si volta, non vuole ferirla nuovamente, non vuole che lei veda le sue lacrime, non vuole che lo veda così debole: gli Dei non piangono...
Così resta li fermo nel suo abbraccio, trasmettendole il suo calore attraverso le mani, desideroso di stringerla a sua volta ma timoroso di fare più danni di quelli già fatti.
La donna continua a parlare con un filo di voce: - Per me è così difficile spiegare ...
Tu parli di solitudine ma hai un'idea di cosa può essere stata la mia vita, tu hai letto il mio diario.
Già tanti anni fa sono giunta alla conclusione che tutti coloro che io amo, e che mi amano, o rimangono bruciati dal mio fuoco o, appena comprendono, mi cacciano.
Certo, sono ragionamenti da bambina ferita, lo so, ma ciò non toglie che la parola Amore abbia per me una ben triste connotazione. Mi sono ripromessa di non amare più in maniera così profonda, di non affidare più la mia felicità a qualcun altro per il mio ma soprattutto per il suo bene.
Ma noi umani non siamo padroni di decidere queste cose, vero? -
Horus sussulta: - No Silvia voi siete padroni di tutto, è questo che Noi abbiamo voluto per voi, è questo che Io Desidero per te. Purtroppo non sempre è possibile sfuggire al proprio Destino, ma tu sei forte, tu non lo temi, sei ben più forte di un Dio -
Micans continua, come se non lo avesse udito, persa nelle sue riflessioni ad alta voce.
- È buffo: io rimango salda davanti ad una lama che si abbatte su di me, affronto a testa alta Desiderio di Morte ma tremo al pensiero di pronunciare una parola come "Amore".
Io non posso e non voglio perderti Horus, quindi non ti Amo! Riesci a comprendermi?
Però le parole che uso non cambiano ciò che provo per te... -
La sua stretta si fa adesso più forte, come a cercare il coraggio che le manca nel calore del corpo di lui.  Horus è sempre più combattuto: non vuole influenzarla ancora di più. Non è Giusto: lei non deve essere l’ennesima vittima.
Poi però la diga dei Suoi Desideri crolla ed egli si gira verso di lei attirandola più forte a sé.
Le sue guance ancora rigate dal sangue delle sue lacrime, le sue mani le carezzano i capelli neri, mentre la stringe al petto trasmettendole un dolce e avvolgente calore.
Ella emette un lungo sospiro e la sua voce suona ovattata, sta piangendo ...
- Allora facciamo così ... per un'unica volta, protetta dal buio di questa stanza e dalla sensazione che quello che avviene qui, stasera, sia fuori dalla realtà ....
.... io ti Amo Horus, come mai ho amato in vita mia. –
L’uomo sorride dolcemente.
- Vedi Amore Mio? Nome più adatto non potevi avere: Micans, "Splendente". Come il tuo cuore, come il dono che Mi hai appena fatto, come hai appena reso il Mio cuore.-
La guarda dritta negli occhi con quei suoi due abissi di fiamme infernali, occhi che spaventano i Signori dell'Abisso e i Principi dell'Elisio ma che ora sembrano fin troppo umani, quasi quelli di un bambino. - Ricorderò per sempre queste parole, non dovrai ripeterle per Me perché ora sono scolpite nel Mio cuore e vi rimarranno fino al tramonto dei Tempi, perché un pezzetto di quel cuore è tuo, Mia dolce Silvia -
Le carezza il viso e prendendo su un dito una sua lacrima le sorride...
- Allora Amore Mio, non vorrai mica che si dica che Micans, terribile Campione di Horus, piange.  Già il suo Dio, a quanto pare, è un cucciolo lacrimevole, salviamo almeno te.-
Le dice con una voce scherzosa ma dolcissima.
- Lo splendore del tuo cuore si riflette nella purezza delle tue lacrime, non dimenticarlo Silvia, è una cosa preziosa.-
Le mostra la gocciolina che ha raccolto sul dito che improvvisamente si accende e come piccola fiammella inizia a galleggiare in aria separandosi più e più volte finché un manto di minuscoli fuochi azzurri iniziano a danzare nella stanza, come un’esplosione di cielo stellato.
- Così quando domani ti sveglierai questo ti sembrerà essere stato un Sogno  e le tue paure non avranno motivo di essere, perché in realtà non Me lo avrai detto, perché in realtà non ce n'era bisogno, perché in realtà Io l'ho sempre saputo -
Le sorride strizzandole l'occhio con fare complice.
- Silvia, non Mi perderai, non Me ne andrò, non ti scaccerò. È una promessa e Io ho la brutta abitudine di mantenerle, essere un Dio ha i suoi pregi -
- E ora che lo spettacolo abbia inizio...-
Sussurra poi, con voce serena, rivolgendosi alle fiammelle che subito iniziano a danzare allegramente al suono di una musica dolce e lontana.
Con infinita dolcezza appoggia le labbra su quelle di lei prendendola fra le braccia e adagiandola con delicatezza sul letto, mentre intorno a loro, e solo per loro, balla un fatato cielo di stelle che bruciano di una calda fiamma azzurra...
 


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