SOTTO LE STELLE

di Paola Urbinati e Alessandro Costa



Via dei Cavalieri è avvolta nell'oscurità, rischiarata da pochi lampioni.
Anche se la via è in pieno centro, Villalobos si rende conto che è poco abitata. Molti edifici sono in ristrutturazione, altri sono semi pericolanti. Effettivamente la palazzina dove vive Paola è una delle poche ristrutturate.
Alessandro ferma l'auto davanti al portoncino; è il momento dei saluti. Lei sa già quello che gli sentirà dire <Beh, è stata una bella serata, ora vado, ci sentiamo, buona notte>, sta già per reagire alle parole che si aspetta quando gli vede brillare gli occhi, e non crede a quello che sente:
- Non ho nessuna voglia di andare in un albergo, non stanotte... perché non prendi un paio di coperte e non andiamo a cercare un posto riparato dal vento, magari su uno di questi tetti o in riva al mare... il cielo si sta scoprendo e ho voglia di immergermi nelle stelle alla ricerca di Bha... vorrei venissi anche tu. -
Il viso di Paola si illumina in un sorriso.
- È una bellissima idea! -
Si avvicina e gli scocca un piccolo bacio sulla guancia.
- Vado dentro a prendere un paio di coperte e qualcosa da bere. -
Dopo qualche minuto è di ritorno.
 
L’auto sfreccia veloce sulle strade della riviera. I due si lasciano alle spalle le luci e il traffico e si inoltrano nella campagna. Percorrono almeno una trentina di chilometri. Ancora una volta Paola lo guida tra le strade a lui sconosciute.
Il viaggio è lungo ma i due non sono silenziosi come poche ore prima, in attesa di arrivare al ristorante, ora chiacchierano allegri e commentano il  paesaggio che li circonda. Alessandro è felice di raggiungere le colline:
- Sai l'idea che mi era venuta della spiaggia in realtà non mi convinceva molto, insomma passare la notte sulle spiagge della Riviera mi sapeva un po' troppo da B-movie anni sessanta. - commenta divertito tra un'indicazione e l'altra.
- Ma no! -
Paola scoppia a ridere.
- C'è una ragione ben precisa se ho evitato la spiaggia: da là le stelle non si vedono. Rimini è una città umida, e l'umidità, naturalmente, aumenta vicino al mare. C'è una tale foschia che le stelle non si vedono quasi mai. Inoltre la spiaggia è illuminata sempre a giorno, per evitare la tentazione alla solita criminalità, e tutte quelle luci arancioni fanno riflesso sul cielo... insomma, una tristezza. -
È notte fonda quando finalmente arrivano a destinazione.
Parcheggiano la macchina in un piccolo sterrato. La strada si apre e forma  un bivio. Su di esso si erge una piccola cappella di campagna, proprio sulla cima di una collina; la luce delle stelle illumina flebilmente una vallata ricoperta di boschi e campi arati. In lontananza si scorge un piccolo paesino.
- Questo posto si chiama Madonna del Melograno. Ci venivo spesso da piccola, la notte di San Lorenzo. –
Le stelle sono infatti molto luminose. Paola sistema le coperte davanti alla cappella, in un punto riparato.
- Non verrà nessuno a romperci le scatole. – esordisce, mentre Alessandro estrae dal baule due borse di cuoio, un telo e un sacco a pelo di piuma; l’unica cosa che rimane in macchina è un lungo fagotto avvolto in un telo blu notte fermato da sette lacci di pelle.
Paola osserva divertita l’Enigmatico e non riesce a non lasciarsi sfuggire un commento ironico
- Con quelle borse mi ricordi un cow boy dei film di Sergio Leone, da dove arrivano? -
- Ah ahahahah - Alessandro ride divertito di questa sua osservazione - Sai che in un certo senso hai ragione? In effetti hai citato uno dei miei registi preferiti e uno dei miei generi cinematografici prediletti; forse davvero mi sento come uno dei suoi non-eroi, il paragone non mi dispiace affatto.
Mi piacerebbe dirti che queste borse hanno una storia, che sono con me da sempre, che mi hanno accompagnato in tutte le peripezie, che le ho fatte a mano o che mi sono state donate... in realtà le ho trovate abbandonate in fondo al baule dell'auto quando l'ho acquistata, erano logore ma mi sono piaciute un casino sin da subito così le ho ingrassate e lucidate fino a tirarle quasi a nuovo. Non so da dove vengano, magari hanno un sacco di storie da raccontare. - e si gira a fissarle con rinnovata curiosità.
Poi accende una piccola candela, sistemata su una vecchissima bugia in latta deformata da numerose botte prese nell'arco degli anni.
L'atmosfera che si crea è estremamente intima, la luce è fioca e non disturba il panorama, la fiammella irradia un calore più emotivo che reale.
Alessandro si siede con la schiena appoggiata alla porta e le gambe semi piegate, attende che anche lei si accomodi prima di cominciare a parlare.
Paola gli si siede a fianco, spalla contro spalla.
- Così evitiamo di prendere troppo freddo. Mi piace questo posto... vedi là? - indica un punto nella vallata che solo lei sembra distinguere nell'oscurità - c'è la casa dei miei nonni... ci ho passato tutte le estati quando ero piccola... -
- Il panorama è stupendo, questo posto è davvero bello e le stelle sembrano a portata di mano... grazie per averlo diviso con me. - la candela illumina il sorriso di lui.
I due si immergono nella contemplazione del cielo stellato.
- Le mie stelle preferite sono quelle tre – con la mano tesa Villalobos indica un punto nel cielo – la cintura di Orione... credo, o almeno così mi hanno sempre detto, chissà se Bha si trova lì... a me piace crederlo.
- Orione... si credo si chiamino così le tre stelle quasi allineate... gli egizi hanno messo le tre piramidi nella stessa posizione... o meglio in quella che avevano quelle stelle... questa roba è incredibile... come mai sono le tue preferite? -
- Non c'è un motivo particolare, forse perché sono le uniche che riesco a distinguere, non saprei, mi piacciono, sono lì allineate in mezzo all'apparente caos del cielo, luminose. Da piccolo credevo che mi guardassero. Non sapevo la storia delle piramidi... intrigante… -
- Non ricordo bene... ho visto qualche documentario... ma mi sembra che le piramidi di Cheope Chefrem e Micherinos siano nella stessa posizione che avevano quelle stelle millenni fa, quando gli egizi le edificarono. All'inizio gli studiosi non se ne erano accorti perché anche le stelle si spostano e non sono più nella stessa posizione. Alcuni ritengono che questa sia la prova che gli egizi avevano ricevuto il loro sapere da una civiltà extraterrestre... - ridacchia - sarebbe proprio bello se fosse così... la teoria più accreditata non la ricordo, ma ha a che fare con il significato che essi attribuivano a quel gruppo di stelle. E certo sono molto belle. -
Rimane un attimo in silenzio.
- Anche prima hai parlato di Bha. - la sua curiosità si è riaccesa - non conosco una costellazione con questo nome... -
Alessandro si volta, mentre Paola tiene gli occhi fissi al cielo, lei sente il suo sguardo poggiarsi sul suo viso.
- Il BHA non è da qualche parte, siamo noi che non abbiamo altri concetti che quelli maturati attraverso l'esperienza corporea per definire le cose, quindi accettiamo convenzionalmente l'idea che BHA sia da qualche parte, consapevoli che BHA è un non-luogo e che potrebbe essere contemporaneamente fuori di noi e dentro di noi, per questo dico che forse è lassù. -
Un attimo di pausa poi riprende.
- Diciamo che c'è il BHA,  il  Primo Mondo, un universo nascosto al di là degli universi. Il nome evoca le prime parole pronunciate da un bambino. Nelle lingue indoeuropee è la radice di "fato", "favola" e "facondo". Il suo significato è riconducibile a "parlare". -
- Ma tu non ti accontenterai di questa spiegazione vero? - la provoca con tono complice - eppure non so se sia il caso che sia io a rivelarti questa cosa. Tuo Padre non ti ha raccontato di Bha vero? Se non lo ha fatto lui forse non dovrei farlo nemmeno io, anche se all'epoca neanch'io l'ho saputo da Tiresia. -
- Mio padre non mi ha raccontato un sacco di cose. -
Il suo tono sembra quasi sprezzante, ma Villalobos si rende conto che sta fingendo.
- Però non mi ha proibito di cercare... o di chiedere. -
Sorride serafica.
Alessandro risponde al suo sorriso con uno sguardo pensieroso. Ha capito la sua finzione ma non vuole proseguire oltre, è seriamente incerto.
Lei avverte la sua perplessità, il desiderio e la certezza di potergliene parlare, ma anche il timore, forse perché suo Padre non glie ne ha parlato direttamente o forse per qualche altro motivo....
Il silenzio calato tra loro la spinge a voltarsi per guardarlo, il loro sguardo si incrocia, forse per la prima volta in tutta la serata...
Paola rimane in silenzio lunghi istanti. Forse si è accorta solo ora che sono soli sotto uno splendido cielo stellato, alla tenue luce di una candela, in una situazione che, forse, potrebbe essere definita romantica.
Le emozioni li uniscono e li dividono.
Sentono l'attimo scorrere loro addosso. Ciò che è e ciò che potrebbe essere.
Poi Paola rompe il silenzio.
- Parlamene ti prego. Non mi interessa cosa ne pensa mio Padre. Io sono una figlia ribelle, lui lo sa e gli piace. -
Villalobos ha tenuto il suo sguardo in quello di lei per tutto il tempo cercando di leggere negli occhi della figlia della Discordia e del Desiderio...
Le parole suonano stridenti alle orecchie dell'Enigmatico, preferiva il silenzio complice, ma oramai l'attimo si è spezzato e a nulla varrebbe tentare di riallacciare i fili... <sapere e potere, motore maledetto delle azioni...> sono i pensieri che attraversano il giovane come una scarica ad alta tensione.
Per un momento l'Enigmatico si sente usato.
Un turbine di emozioni e pensieri lo attraversa nell'arco di un respiro, al termine del quale, con un'aria serena ma rassegnata, apre le labbra per parlare...
- No aspetta! - Paola allunga un dito e glielo appoggia sulle labbra - Non voglio sapere nulla. Non dirmelo. La vedo la delusione nei tuoi occhi. Speravi che cedessi all'attimo romantico e che per un po' fossimo solo un uomo e una donna soli nella notte. Ciò non è possibile. Possiamo essere un uomo e una donna, ma dovremo esserlo con qualcosa in più. Lo sai. Ti ho rivelato la mia natura. Sono ambiziosa e cerco il potere. Ma sono anche Discordia, ciò che volevo prima non lo voglio più ora. Non dirmi nulla di Bha. Ora so che esiste qualcosa che ha quel nome... ci arriverò per un'altra strada.-
Si alza e si allontana verso il ciglio della strada.
- Un uomo ed una donna soli nella notte... sarebbe bello ma ci ho rinunciato da tempo, non siamo più solo un uomo ed una donna, non da dopo il Risveglio... questa è una lezione che ho imparato bene da tempo ormai.-
 La voce di Alessandro è solo un sussurro, ma le parole non sfuggono a Paola, nonostante sia ormai a qualche passo da lui.
- Già il Risveglio... - La voce amara di lei gli fa eco - Niente è più come prima. È una benedizione ma è anche una maledizione. -
- Bha è qualcosa a cui non puoi avvicinarti in una semplice notte stellata, e non perché tu o io non ne siamo degni. È qualcosa che si manifesta quasi da sé. È un mistero che si rivela quando l'atmosfera della storia che stai vivendo lo reclama. È per questo che mi hai letto la delusione sul volto, perché l'atmosfera si è spezzata e la falena è tornata nell'ombra che l'ha generata, lontano dal cerchio della fiamma. -
Alessandro è ora in piedi accanto a lei, per un attimo le posa le mani sulle spalle per poi voltarsi lentamente e tornare a piccoli passi là dov'erano seduti.
- Dunque aspettavi che si rivelasse nell'istante che si era creato tra noi? E cosa avremmo sentito? -
A dispetto delle parole pronunciate pochi istanti, prima la sua voce è di nuovo incuriosita.
- Speravo che il nostro legame in Desiderio prendesse energia dalle nostre emozioni fino a palesarsi, speravo prendesse corpo nutrito dalla nostra natura, lo abbiamo sentito vibrare nell'aria ma evidentemente non c'era la giusta sintonia, abbiamo vibrato ma per Desideri diversi e questo non ha creato l'attimo... qualunque esso fosse. -
- Fammi capire... tu trovi una fanciulla inerme legata a Desiderio... la porti qui sotto le stelle... nella speranza che l'attimo faccia materializzare Bha? -
Il tono è ironico, ma Paola sembra divertita.
- Lo fai con tutte questo esperimento? -
Alessandro la guarda con un’ombra di risentimento ma ben presto torna sereno, come se avesse capito che in effetti il suo comportamento potesse dare adito a qualche dubbio.
- Noo, non ci provo con tutte anzi, ad essere sincero non lo avevo mai fatto.- La frase può suonare come la più banale e falsa delle giustificazioni ma lo sguardo di lui la induce a credere che sia sincero - e poi Bha non si materializza, non è l'omino dei mashmallows di Ghostbusters, è una consapevolezza... è terribile cercare di spiegare a parole ciò che non è capibile con la nostra esperienza... Non so dirti cosa avremmo sentito, ma qualcosa c'era, la falena si stava avvicinando alla fiamma per consumarsi in essa nel suo ultimo splendido volo. -
- Terrò presente quello che mi hai detto... per il futuro. L'attimo potrebbe ricrearsi con qualcun altro... - sembra che lei stia scherzando.
L’ultima affermazione lo irrita, lui ritiene la cosa di una certa importanza.
Forse però... le sue parole non sono cadute nel vuoto, gli viene in mente una bambina delusa che fa finta di nulla, anche se teneva a ciò che ha appena perso.
In risposta Villalobos le fa una linguaccia prima di tornare a sedersi alla chiesetta, quasi a voler tornare indietro con le pagine della storia. Si accende una sigaretta, le volute di fumo lo avvolgono e lui rimane lì, in attesa di qualcosa...
Dal silenzio gli giunge il rumore dei passi di Paola, la ghiaia della strada scricchiola sotto le sue scarpe. Si ferma. Poi riprende a camminare.
Dopo qualche istante gli ricompare vicino e si siede nuovamente accanto a lui.
- Perché volevi trovare Bha insieme a me? -
- Ehi figlia di Capriccio non posso dirti tutto... noo??! - le risponde malizioso toccandole dolcemente la punta del naso e allontanandola lievemente.
Lei lo osserva solo un istante, i loro sguardi si incontrano fuggevolmente, lei sta ridendo.
- Beh, adesso che non c'è più il pericolo che Bha si materializzi possiamo fare ciò che vogliamo! - Prima che lui possa fare qualcosa lo bacia.
Alessandro rimane per una frazione di secondo congelato dallo stupore ma si rià subito, si lascia trascinare dal Desiderio ricambiando il bacio e abbracciando Paola per tirarla a sé appassionatamente... sente che lei cede all'abbraccio, avverte il suo respiro sulle labbra.
- Mi sarebbe piaciuto evocare Bha... davvero... -
La voce è un sussurro.
Sembra esitare.
I due si immergono l'uno negli occhi dell'altra, Villalobos sente vibrare i Desideri di Paola come mai gli è capitato, è come se lei lo avesse accettato e attraverso quello sguardo e quel sussurro gli avesse aperto tutta sé stessa, rimane sbigottito e inebriato da quella nuova sensazione, sente che potrebbe tuffarsi nelle sue Emozioni, volarci attraverso per immergercisi completamente, come con nessun altro gli è mai successo, la sente vibrare di Emozione pura, non c'è traccia di ambizione nei suoi occhi; comprende che lei è sola, come lo è lui, anche se membri di una stessa grande famiglia.
Villalobos avverte il vincolo, fortissimo, che suo padre ha posto su di lei. Percepisce i suoi desideri e le sue paure. L'orgoglio, la temerarietà, la ribellione, il rispetto, la sottomissione.
Gli istanti passano rapidi ma in essi è possibile trovare infinita pace.
Un minuscolo ragno comincia a tessere la sua argentina tela tra i volti dei due Empathici, Paola leggermente infastidita fa per liberarsi della creatura ma Alessandro le ferma dolcemente la mano, si sofferma ad osservare i fili che gli sfiorano le palpebre, lei lo fissa e si accorge che in quell'apparentemente insignificante avvenimento lui legge un segno.
Socchiude lievemente le labbra come se volesse dire qualcosa.
Poi si interrompe.
Anche lei ha capito, e rimane muta in contemplazione.
Il ragno tesse la tela intorno all'occhio dell'Araldo di Tiresia sul cui volto pare calare una maschera, intorno c'è solo silenzio, i rumori del mondo sono sfumati lasciando i due in una bolla di assoluta solitudine in cui la morbida voce di Villalobos comincia a narrare...
 
...c'è il BHA,  il  Primo Mondo, un universo nascosto al di là degli universi…
 
...la voce dell'Enigmatico sfuma dolcemente nel silenzio, lei lo guarda e di fronte a sé ritrova il giovane con cui era uscita a cena, sul suo volto non c'é più traccia della ragnatela, si guarda un attimo intorno per capire se ha sognato ma nulla è cambiato, un formicolio le percorre la mano... è il ragno che veloce torna tra le crepe del muro, lui è ancora lì che la stringe a sé e le sorride...
Paola ha gli occhi lucidi.
Per lunghi istanti non dice una parola, rimane tra le sue braccia, come se le servisse un po' di tempo per elaborare quello che le ha appena rivelato.
Più volte sembra sul punto di parlare, ma torna sempre a chiudersi in se stessa. Ad Alessandro torna in mente la sua reazione quanto gli parlarono per la prima volta di Bha, e per un momento si perde anche lui nei propri pensieri.
Poi sente che lei si muove. Quando volge lo sguardo su di lei vede che lo sta osservando e sorride.
- Grazie. – gli sussurra dolcemente.
 
Hanno parlato a lungo: di emozioni, del Pathos, delle stelle, ma ora i  silenzi si allungano; l'immensità del cielo spinge alla contemplazione ed alla riflessione.
Si ritrovano immersi ognuno nei propri pensieri; pensieri che forse coincidono.
È strano, ma una volta tanto nessuno dei due si sente solo.
Sta quasi per sorgere l'alba quando Villalobos sente la testa di Paola scivolargli sulla spalla. Si è addormentata.
Alessandro le sfila dolcemente gli occhiali cercando di non svegliarla, le cinge le spalle con un braccio, la testa le scivola sul petto di lui, lei ha un lieve sussulto ma si calma subito; il suo respiro profondo e regolare la tranquillizza e quando le sussurra - buona notte- scostandole i capelli dal viso, lei sorride.
<<Chissà cosa stai sognando.>> si sofferma a pensare guardandola per poi tornare a contemplare il cielo che si sta illuminando.
Resta a lungo da solo nel silenzio della campagna, il posto è bellissimo, pur non avendo nulla di particolare in sé: un angolo protetto, fuori dal mondo.
Villalobos rimane immobile a fissare qualcosa oltre l'orizzonte, lo sguardo può apparire perso ma è sereno, con un filo di voce intona una canzone

And you know it's time to go
Through the sleet and driving snow
Across the fields of mourning
Light in the distance

And you hunger for the time
Time to heal, desire, time
And your earth moves beneath
Your own dream landscape

Oh, oh, oh...
On borderland we run...

I'll be there
I'll be there...
Tonight
A high road
A high road out from here

The city walls are all come down
The dust, a smoke screen all around
See faces ploughed like fields that once
Gave no resistance

And we live by the side of the road
On the side of a hill
As the valley explode
Dislocated, suffocated
The land grows weary of its own

Oh coma way o coma way o coma way
say I

Oh, oh, oh...on borderland we run...
And still we run
We run and don't look back
I'll be there
I'll be there
Tonight
Tonight

I'll be there tonight...I believe
I'll be there...somehow
I'll be there...tonight
Tonight

Oh coma way o coma way o coma way
say I

The wind will crack in winter time
This bomb-blast lightning waltz
No spoken words, just a scream...

Tonight wÈll build a bridge
Across the sea and land
See the sky, the burning rain
She will die and live again
Tonight

And your heart beats so slow
Through the rain and fallen snow
Across the fields of mourning
Light's in the distance

Oh don't sorrow, no don't weep
For tonight, at last
I am coming home
I am coming home (*)

 
La sua voce è appena percettibile, non è particolarmente intonato ma l'enfasi con cui canta riesce a renderla comunque piacevole.
La giornata si preannuncia luminosa, il sole sta sorgendo mentre Alessandro intona l'ultima strofa, Paola apre pigramente un occhietto, si ritrova appoggiata a lui e lo osserva un attimo in silenzio. Per un momento sembra confusa, come se non ricordasse dov'è, poi l'ultimo velo di sonno sparisce...
- Mi sono addormentata... -
Lui la guarda e le dà il buongiorno con un sorriso, poi le chiede - Ti ho svegliata? -
Lei si accorge di essere appoggiata a lui e si scosta subito.
- Scusa...  ti ho dato fastidio... -
Lui la trattiene dolcemente - Nessun fastidio... -
- Non dovevi lasciarmi addormentare! - anche lei sorride. - Insomma... ti sarai annoiato, accetto un invito e poi mi addormento nel mezzo della contemplazione! -
- Dormivi così serenamente che non ho avuto cuore di svegliarti, hai perfino sorriso, come avrei potuto? E poi non mi sono annoiato, mi sono goduto il momento e questo luogo. -
 
I due Fratelli si tirano su stiracchiandosi.
Tornano velocemente verso la città e la vita, in questo momento il desiderio maggiore è per un caffè.
Arrivati in città fanno velocemente colazione, poi Alessandro lascia Paola davanti a casa.
Non hanno scambiato che poche parole, ma nessuno dei due sentiva il bisogno di dire altro.
 
Villalobos imbocca l'autostrada che lo riporterà a casa.
I pensieri tornano ad assalirlo.
Di Coccio, Pathos, la vita.
Ripensa alle stelle.
Poi accende la radio e accelera.


 
(*)
E tu lo sai è tempo di andare
In mezzo al nevischio e alla bufera
Per i campi del cordoglio
[verso una] Luce ancora distante

E tu hai smania di tempo
Tempo per guarire e desiderare, tempo
E tu senti la terra muoversi sotto
Il paesaggio da sogno che hai creato

Oh, oh, oh...
Corriamo su una terra di confine

Sarò lì
Sarò lì...
Stanotte
Una grande strada
Una grande strada che conduce lontano da qui

Le mura della città sono cadute
La polvere, un velo di fumo tutt'intorno
Volti arati come i campi che una volta
Non opponevano resistenza
 
E viviamo al margine della strada
Sul fianco di una collina
Mentre la valle viene squarciata
Scoperchiata, soffocata
La terra è sempre più stanca di sé

e io dico vieni via, vieni via, vieni via

Oh, oh, oh... corriamo su una terra di confine...
E ancora corriamo
Corriamo e non ci guardiamo indietro
Sarò lì
Sarò lì
Stanotte
Stanotte

Ci sarò stanotte...credo
Ci sarò...in qualche modo
Ci sarò... stanotte
Stanotte

e io dico vieni via, vieni via, vieni via

In inverno il vento risuona secco
Valzer di lampi come l'esplosione di una bomba
Nessuna parola detta, solo un urlo...

Stanotte costruiremo  un ponte
Sul mare e sulla terra
Guarda il cielo e la pioggia di fuoco
Lei morirà e rivivrà
Stanotte

E il tuo cuore batte così lento
Fra la pioggia e i cumuli di neve
Attraverso i campi del cordoglio
Verso una luce ancora lontana
 
Oh, non addolorarti, no, non piangere
Perché stanotte, finalmente
Io tornerò a casa
Tornerò a casa

PATHOS © 2002
Associazione di Letteratura Interattiva