IL RITUALE DELLA RICORDANZA 

Con:

Stefano Masi, Carlo Fedele, Francesca Traverso, Luca Fabbricotti, Patrizia Frosi, Giuseppe Curzolo, Angelo Gagliano, Lidia Di Giovanni

 Effetti Speciali: Digio Di Giovanni

 Per la Regia di Iacopo Venni


Dopo un viaggio non comodissimo di un paio di orette attraverso una zona desertica e sassosa il gruppo giunge nel complesso archeologico di Uruk che il Sole ormai è tramontato, nel viaggio tutti notano la presenza di forze dell'esercito iracheno che sembra stiano isolando proprio la loro destinazione, un paio di volte vengono fermati ma il Menestrello mostra delle carte e dei documenti
ed il viaggio prosegue...
Le rovine dell'antica città Sumera sono deserte mentre un vento ora freddo misto a sabbia attraversa i resti della grandiosa città di Gilgamesh creando un sibilo che ricorda l'urlo sofferente di una bestia ferita...
Subito i Desianti anche coloro che sono qui per la prima volta non possono non percepire una intima sensazione di familiarità mista ad un profondo senso di vuoto, perdita e mancanza che gli porta tristezza...
Diversamente i non Desianti sentono un certo disagio, come se si trovassero in un posto non a loro confacente, guardando poi verso il centro della città una sensazione di gelo li attanagli lasciandoli in un profondo sconforto...
Horus sembra essere sempre più a Sua agio... Con sicurezza si avvia verso il centro del complesso... Con un gesto quasi imperioso Stefano dice agli uomini che li seguivano di attendere.
La aurea di fiamme azzurre del Dio intanto si accende improvvisamente... E tutti notano come sia ampia e potente, luminosa e rovente... -Andiamo !- E la Sua voce è imperiosa e regale e non ammette repliche... Tutti si avviano seguendolo e dopo alcuni minuti sono vicino al centro... Qui vi è maestoso uno ziggurat che sembra risplendere di bianco sotto i raggi della luna...
Horus vi è di fronte come in adorazione piegato su di un ginocchio..
Patrizia si guarda attorno, un po' a disagio, fa freddo, stranamente, e il posto non le piace, ha qualcosa di strano, pensa, mentre osserva Horus rendere omaggio al Suo Eterno.
Lui invece non sembra neanche consapevole che gli altri sono li mentre lo sentono parlare...
- Eccomi Madre... sono venuto a porti omaggio... perdona se Ti abbiamo lasciato sola... riporteremo i Miei Fratelli... riporteremo qui la Tua grandezza... pazienta solo un poco ancora... la gloria che Ti spetta sarà ristabilita... a qualsiasi costo...-
Le parole ed il tono del Dio del Sole hanno qualcosa che sgomenta... Intanto appena usciti ai piedi del Tempio Bianco subito un lungo e straziante lamento sembra richiamarli alla realtà, un lamento che mentre per i Desianti è foriero solo di tristezza e un profondo Rimpianto, per gli altri è un minaccioso avvertimento e una promessa di Morte... Rapidamente le ombre che la luminosità del Tempio Bianco crea intorno fra i resti della città sembrano prendere vita in figure oscure e spettrali che tetre e terribili osservano gli uomini presenti con profondi occhi di rosso fuoco ribollente carchi di un unico Desiderio... Queste figure oscure di guerrieri antichi e dimenticati iniziano ad avvicinarsi lentamente agli uomini, ignorando completamente i Desianti per dirigersi famelici verso gli altri, portatori di quel Desiderio che da sempre li relega prigionieri e custodi di questi Sacri luoghi...
Patrizia guarda le ombre avvicinarsi rapidamente. - Non devo avere paura, non devo, non devo... sono qui ospite di Horus, è Lui che mi ha chiesto di venire... non accadrà nulla, nulla ...- Il primo degli spettri le si avvicina alzando un braccio diafano come a volerla ghermire per un istante sembra che il Desiderio di Morte che anima lo spettro sarà soddisfatto poi però questo sembra vedere qualcosa che le pende al collo e si ferma perplesso...
Lei lo fissa, è così vicina che potrebbe toccarla, l'ombra del guerriero che fu, morto da millenni, assetato di Vendetta, Desideroso di ghermire la sua vita ...
Lo stesso non sembrano fare gli altri quando una voce interrompe il terribile silenzio calato intervallato solo dai lamenti dei perduti guerrieri di Desiderio e una potente luce azzurra avvolge tutti i presenti emanata dal corpo del Dio del Sole che si dirige verso di loro... - Basta adesso Miei guerrieri !- Un ruggito imperioso scuote le vie abbandonate...
- Non porgete il Giusto omaggio al vostro Signore ?.. lasciate i Miei ospiti questo è il Mio Desiderio... essi sono qui sotto la Mia protezione...- Immediatamente come se attirati da un Desiderio irrefrenabile le creature perdute si ritirano nelle ombre inginocchiandosi e prostrandosi adoranti di fronte al loro Dio sul cui volto ormai è inconfondibile il sorriso maligno e zannuto di Desiderio di Morte... Un mormorio ronzante e ossessivo risuona nelle menti degli uomini come se una miriade di voci lontane e soffocate stessero parlando con tono supplichevole e disperato al Dio luminoso che ora si fa verso di loro con passo regale e solenne...
- Si Miei terribili guerrieri... comprendo il vostro Desiderio di Vendetta... il vostro Grande Capitano più non è... colui a cui i vostri servigi avevo donato... non è più tornato... perché il Suo coraggioso Desiderio ha decretato il Suo triste Destino... si anche Io lo piango... Lui che era il più Prode dei Guerrieri... Signore incontrastato di questa città... ma non disperate perché stanotte se Mio Padre vorrà... Lui tornerà da noi... e adesso andate... che nessuno ci interrompa... che Morte sia rapida e implacabile stanotte per chiunque violi questo Sacro luogo... questi sono i Miei Desideri, questi sono i Miei ordini...- Il tono è terribile e spietato...
Sembra quasi che la Morte stessa parli dalla bocca di Horus...
Subito i guerrieri dimenticati con un profondo inchino si dissolvono...
Patrizia tira un sospiro di sollievo guardando Horus con affetto...
Ma tutti percepiscono l' inesorabile presenza dei fantasmi che si sparge per le rovine...
Horus invece dona un breve sorriso verso Patrizia e poi si volta verso il Menestrello...
- Benissimo Araldo del Divoratore del Sole... Io ti ho portato qui... nei Sacri ed inviolabili domini di Desiderio Potente... oltre non ti condurrò come da accordi... adesso è Tempo che tu mantenga i tuoi impegni... è Tempo di colpire l'Assenza... è Tempo di aprire il sipario sul Destino...-
Il Giudice si toglie gli occhiali da Sole...
E il disumano sguardo di fuoco ribollente di Desiderio di Morte brucia nella notte...
Mentre il Dio osserva l'uomo con maligna aspettativa...
Stefano effettua un leggero, ma quasi noncurante inchino a Horus poi si guarda intorno misurando lo spazio a disposizione.
Tira fuori una trasmittente e dà ordine di iniziare.
Subito dopo arrivano gli uomini che avevate visto sull'autocarro che trasportano attrezzatura varia, viene immediatamente fatto partire un generatore e la zona viene illuminata da dei riflettori. Vengono portate delle casse contenenti bracieri, candele, prismi, altri e vari ammennicoli.
Prepara un'arpa.
Gli uomini iniziano a pulire il terreno e subito dopo a disporre l'attrezzatura secondo uno schema, ognuno di loro ha un foglio in cui è annotato solo una parte del tutto e che alla fine del lavoro lo riconsegnano a Stefano il quale lo distrugge.
Lui controlla tutti i lavori con precisione quasi maniacale.
Mentre lui lavora alacremente Patrizia si avvicina a Giorgio e Joe.
- Ciao. il Menestrello mi sembra molto preparato per questo rito, non credo che ci saranno problemi, ma è mia abitudine prendere in considerazione tutte le Possibilità, quando faccio qualcosa... -
Tira su la camicia che tiene fuori dai jeans e vedete che ha una 45 infilata alla cintura - Cerchiamo di essere pronti nel caso qualcosa non dovesse andare secondo i piani, questa non può uccidere un demone ma può distrarlo il tanto che basta perché qualcun altro lo faccia...-
Dice accennando col capo con un sorriso ad Horus.
Intanto il Menestrello incomincia a parlare...
Bene spieghiamo qualcosa, salvo Angelo, al quale chiederò qualcosa di più, quello che mi serve da voi sono i vostri ricordi, il ricordo che avete della parte immortale di Gilgamesh e di Aracne, chi non ha nessun ricordo del genere può concentrarsi solo sulle leggende che conosce o fornire solo energia e Desideri, questi verranno assorbiti da Horus che li filtrerà e vi aggiungerà i propri e poi me li passerà, a quel punto toccherà a me.
Vedete, le Note con i millenni hanno perso parte del loro potere diventando più umane per colpa, se così vogliamo dire, delle umane emozioni di cui si sono innamorate, ricordando ciò che erano e
rinarrando la loro grandezza possiamo renderle ancora tali anche se per poco, il tempo necessario per rendere vana ogni possibile cancellazione.
La Narrazione, anche se di un ricordo, è comunque un fissare alla realtà attuale ciò che narriamo, questo è il nostro potere più grande, infatti dopo questo rituale fino a che uno di noi ricorderà, quello che qui faremo stasera non potrà essere cancellato...-
Angelo trasale, tradito da un sommesso singhiozzo.
Come non essere oppressi dalla colpa...
Su questa terra, respirando quest'aria, vedendo queste pietre...
- Ho un debito così grande, così pesante, che non mi basteranno cento vite a onorarlo, e invece dov'ero, Signore, quando morivi ? -
Poi, come dopo un violento temporale l'aria si fa fina e il vento si quieta, una pace profonda dona un nuovo colore alla realtà.
- Fanculo, MOMM, ora sono qui ! -
Horus lo osserva... - No, Angelo, sbagli...- Sospira stanco... - Le parole di quell'eretico del MOMM Mi costringono a dire qualcosa che non era Destinato ad orecchie umane per Desiderio di Tuo Padre stesso, ma ne hai diritto...-
Osserva il Tempio Bianco, perso in mille ricordi... Ricordi che neanche mille uomini potrebbero custodire... I ricordi di un Dio sopravvissuto al Tempo e all'Armageddon... - Tu non eri con Gilgamesh quando moriva per Suo Desiderio... a Desenzano Lui avvertì i Suoi Fratelli delle Sue intenzioni di costituirsi per dare a voi uomini il Tempo... e ci chiese di non intervenire ne di aiutarlo...
ma di lasciarlo al Suo Desiderio... ma Io sono il Veggente di Desiderio Angelo... per Lui violai le nebbie del Tempo... vidi, inorridii, piansi, e in fine lo avvertii del Suo Destino... lo pregai di farsi salvare, gli offrii la Mia stessa presenza in quel maledetto momento... gli offrii di rischiare insieme a Lui per mutare con il Mio Desiderio il Suo triste Destino... Ma Lui non accettò... Mi pregò semplicemente di rispettare il Suo Desiderio di Destino... ti rendi conto Araldo di Gilgamesh ?.. Lui Mi chiedeva l'unica cosa che sapeva non gli avrei potuto rifiutare... anzi Mi chiese di impedire in qualsiasi modo che chiunque intervenisse per Lui... e Io Mi piegai, come solo pochissime volte e solo a Mia Madre ho fatto... Mi piegai al Desiderio Puro del Puro di Desiderio... Mi piegai al coraggioso sacrificio di Mio Fratello... del Prode Gilgamesh... quindi non angustiarti... tu non avresti comunque potuto essere li o fare qualcosa... perché Io stesso te lo avrei impedito... e ti posso assicurare che non avresti potuto trovare un Destino diverso da quello che Gilgamesh Mi chiese di Desiderare per te... Io non sono debole... il MOMM parlando di Mio Fratello offende il Suo nome... lui scacciato dal Puro di Distruzione... rigettato dal Puro di Destino... dichiarato eretico dal Puro di Desiderio... Lui ha insozzato un Re glorioso... e di questo un giorno Mi risponderà... Io non dimentico Mai...-
Detto questo torna ad osservare il Tempio Bianco...
Mentre mille battaglie combattute al fianco di Suo Fratello gli tornano alla mente...
- Attendi ancora un poco Fratello Mio... Tuo Fratello Horus sta venendo a prenderti...-
Lo sentite sussurrare come se si stesse rivolgendo all'aria...
Gli operai intanto lavorano in fretta, gli elementi fissi del rituale vengono predisposti e il disegno iniza ad avere un senso, finito il lavoro vengono fatti allontanare fuori dalle rovine.
Alla loro dipartita Horus appare assai soddisfatto...
La loro presenza lo infastidiva in maniera evidente...
Più volte avete notato uno sguardo assai critico rivolto da Lui nei confronti del Menestrello...
Adesso ai piedi del Dio è disegnata una ragnatela di polvere d'argento con quattro rune ai quattro capi avvolge una spada con una runa all'elsa ed una alla punta, al centro sta l'arpa.
Le candele accese formano dei percorsi che uniscono questi punti e da essi alla punta della spada, da cui poi si aprono per circondare l'arpa.
Dei bracieri sono stati accesi.
Ad ognuno viene consegnato un pendente d'ambra da mettere al collo. Stefano si avvicina a Angelo, ha un pugnale in una mano e una ciotola nell'altra.
- Mi serve un po' del tuo sangue Angelo, il sangue è vita e fonte del Desiderio, non ti preoccupare non ne avrai danno, se tu ne avessi perderebbe la sua funzione.-
Dopo aver raccolto il sangue lo vedono tutti immergere un rubino, alcune parole in una lingua antica ed estraendo il rubino lo mette al collo, con il resto del sangue una runa viene tracciata sull'arpa.
- Bene, Angelo sulla runa all'elsa, cercate di non cancellarle, Haba, su quel vertice della ragnatela, Giorgio il vertice accanto, Francesca quello dopo, Luca tra Francesca ed Haba.
Divino Horus può prendere posto sulla runa alla punta della spada ?-
Il Dio si sposta in silenzio verso la punta della spada...
Al Suo fianco una fondina con una vecchio revolver...
Dall'altra parte alla cintura una strana spada in un magnifico fodero ingioiellato...
Horus vi tiene sempre sopra una mano quasi non volesse perderne il
contatto...
Dietro di Lui si mette Joe a due passo di distanza estrae la spada dal appoggia lo zaino con scrutto "I love Egypt" per terra estrae una tunica bianca crociata di rosso che sembra non avere tempo e con un inenarrabile rispetto la indossa.
Il suo volto pare un'altro.
Estrae piano la spada, la fa ballare un pò nelle sue mani.
- Amica fidata...-
Sussurra.
Poi di colpo la conficca a terra facendo penetrare la lama per circa 20 cm.
Da una fondina estrae una pistola di grosso calibro, fa uscire il caricatore e controlla i colpi.
Con soddisfazione esclama :- Blindati anticarro, i miei preferiti, sprecati per i comuni mortali ma ai demoni creano un certo mal di testa....-
Reinfilato il carrello aspetta.
Intanto Stefano continua...
- Quando vi dirò io voi dovrete ricordare come vi ho già detto la parte immortale di Gilgamesh e di Aracne, Habanera si concentrerà soprattutto su Aracne, Angelo su Gilgamesh, quando inizierete a sentire la musica rilascerete quei ricordi e con essi l'energia che ne deriva, essa passerà ad Horus che filtrerà quei ricordi aggiungendovi i Suoi e la sua energia, a quel punto il tutto passerà a me che finirò il rituale, l'ambra, pietra della memoria, vi aiuterà nel ricordo, le erbe che verranno bruciate ispireranno i vostri Desideri e la concordia.-
Horus guarda il mortale...
- Se riesci, che sarà delle essenze di Mio Fratello e Mia Sorella ?..
strappate ad Adamelech torneranno in Okeanos per poi reincarnarsi ?..
rimarranno legate a questo luogo così caro a Noi e a Nostra Madre ?..
torneranno immediatamente in qualche corpo reale, vivente o meno ?.. un'ultima cosa Araldo di Fenrir... Io ero il Magus di Desiderio... come Fafnir lo era di Distruzione... ci sono delle incognite nel tuo Rito... ci sono cose che non Mi hai detto ne sono sicuro... non so cosa perché non ho Desiderato scoprirle... per rispetto dell'alleanza che ho stipulato con il Tuo Incantevole Signore... è il rispetto e la fedeltà che si deve ad un Eterno... ma non credere che Horus sia uno sciocco sprovveduto... la Mia vista come ho detto a tuo Padre il Divoratore del Sole è assai lunga... e la Mia saggezza fin troppo antica...-
Joe alza la pistola, con gesto naturale scarrella per avere il colpo pronto in canna per ogni evenienza, poi con un filo di ironia nella voce. - Mi godrò lo spettacolo ma io non sono Magus ne mago, quindi oltre a sperare che il rito funzioni...-
Tutti possono apprezzare facilmente che la canna della pistola collima precisamente con l'occhio sinistro del Menestrello.
Un sorriso divertito appare sulle labbra di Patrizia.
- Mi auguro che sia pure convincente e non lasci ombra di dubbio...- Conclude il templare e questa frase cade come una lama, citata senza nessuna ironia ma con un tono piatto.
E subito la pistola torna la fianco di Joe inoffensiva fino a che non ci sarà bisogno.
Stefano sorride... - I Tuoi Fratelli Mio Signore riprenderanno il loro ciclo karmico per dirla alla orientale, saranno poi i Loro Desideri a guidarli nelle Loro scelte, per il resto puoi certo comprendere il Desiderio della scena ad effetto che può volere un uomo, non sottovaluto nessuno, solo un poco di vanità, il Puro in Desiderio è stato mio maestro dopotutto...-
Horus lo osserva austero...
- Si sapevo che Mio Fratello ti ha insegnato, è uno dei motivi perché ho accettato, Lui si è fidato, benché Mai è stata saggezza Sua virtù, quella è Mia, Lui ne aveva molte altre, per la vanità poi, è qualcosa che conosco bene Cantore dei Sogni...-
Un mezzo sorriso che vola via veloce...
Con un mezzo sorriso guarda per un attimo ancora l'uomo...
Poi si volta e la Sua aurea di fiamme azzurre si accende luminosa...
Che disegna strane forme sulla lama della spada conficcata li vicino.
Patrizia osserva Joe mettersi in posizione dietro Horus con un sospiro soddisfatto.
- E' bello lavorare con dei professionisti.-
Sussurra compiaciuta.
Mentre il Rito è iniziato...
I pensieri di Horus vagano nel marasma del Tempo che è parte di Suo Padre, Lui non deve ricordare perché attraverso quei Suoi terribili occhi di fuoco vede ciò che il Tempo ha portato via, scontri e riappacificazioni con Aracne, gelosie, incomprensioni, dure parole fino alla sfida di sangue con Gilgamesh seguite da profondi atti di rispetto e Amore, trame intessute dalla Tessitrice e appoggiate da Lui, battaglie feroci e terribili combattute fianco a fianco con Suo Fratello, minacce di Discordia sibilate e parole di Concordia sussurrate alle Sue orecchie, e ancora incontri e scontri in questo stesso luogo, fra Lui e Suo Fratello, così lontani da essere gli estremi di Desiderio eppure così vicini da essere uniti da Iside Luminosa in persona nella custodia del Suo Sacrario, un legame terribile e inumano, imbevuto d un Desiderio di supremazia e un profondo Amore, tutto questo vede il Dio del Sole, perché se agli uomini è dato ricordare, al Consigliere di Desiderio è dato solo di vedere e rivedere all'infinito... Il volto fermo, lo sguardo luminoso e deciso Euridice prende il suo posto accarezzando l'ambra adagiata fra i seni, affascinante e calda come un Desiderio, subito il pensiero corre a quella festa d'autunno sulla riva di quel laghetto, Gilgamesh...
Sente il calore salirle dal profondo infiammandole le guance, sorride,ma è un attimo, Aracne...
Uno sguardo intorno, tutti sono pronti, il Desiderio di riabbracciare chi li ha amati è quasi tangibile mentre l'aura di Horus palpita superbamente...
Chiude gli occhi.
Aracne... il bambino rapito... Rosignano... l'enorme ombra nera di ragno che entrò nella bocca di Andromaca mentre dalla duna di sabbia avventatamente attiravo l'attenzione su di me sparando in aria... colei che combattendo con Medea si fece accettare come Shammuramat, Desiderio di Concordia, amorevole con i suoi figli, Nemus, Tengu, Illa, Circe che per il dolore ha perduto il Desiderio, proprio lei che dopo l'Armagheddon la cercò disperatamente e con la forza del suo amore la ritrovò, priva di memoria, là dove io l'avevo incontrata la prima volta, fra i Rom, dove forse adesso avrebbe Desiderio d'essere la sua essenza perduta, Aracne che ricordò se stessa alle mie parole...
Luna è già persa nel passato. Un molo in un pomeriggio autunnale, nuvole pesanti di pioggia, un uomo scende da una motovedetta, il torso nudo, jeans sdruciti, i piedi scalzi, i capelli, gli occhi, che bruciano di Desiderio.
Sensualità, in ogni suo movimento.
Il fuoco di Desiderio che si irradia da Lui, mentre siede in una poltrona in una stanza, la voce cristallina che parla e ride.
TUM TUM...
Il Suo fascino quasi lo puoi toccare...
TUM TUM...
La Sua bellezza, non può smettere di guardarlo, di ascoltarlo...
TUM TUM...
Il cuore che batte e quella voce...
La sente ancora...
Gli sembra di essere di nuovo li...
- Io vi salvo tutti, anche se il costo è alto, fratello amato....-
Poi d'improvviso un dolore fortissimo, la figura si erge, l'indice puntato, risplende di una luce terribile, ma ancora brucia di Desiderio.
- Se dovesse riuscire a sconfiggere i suoi Demoni e a tornare in sé...-
La frase ripetuta come un mandala nella mente e uno sguardo di sbalordimento e ammirazione.
Anche Icaro ricorda...
Il vento che porta il salmastro odore del mare, una sagoma, una nave ,un gruppo in trepidante attesa,poi una figura, barbuta, trascurata ma traspirante la forza del Desiderio puro.
Sguardo potente e apparentemente assopito, fiaccole che si accendono in una stanza ad illuminare le menti dei desianti,ed ad accendere i cuori.
Fiamme che lo hanno pervaso strappandogli alla realtà lasciando il suo corpo orfano dell'anima per oltre un mese.
Il dono di un mondo buio dove il nulla altro che non era che atto di una creazione in potenza e dove loro erano attesi alla ricerca del loro Desiderio.
E il rinvenimento il ritorno alla vita , la comprensione di ciò che aveva fatto per loro Gilgamesh, il Puro di Desiderio e poi il dolore, il dolore per la morte di uno dei migliori, il dolore per l'inizio della fine, una fine che ogni giorno lottano per evitare.
A Gilgamesh va il suo rispetto, il suo Desiderio chiama la sua vita, il suo cuore urla solo - TORNA ! -
Aracne, la Tessitrice, Aracne che non conosce, Aracne il cui corpo ha visto solo ferito e privo di sensi, Aracne che non lo ha mai visto, Aracne che non lo conosce ma Aracne che mi si e' offerta come madre quando credette di essere orfano, per questo non potrà mai scordarla e il sio cuore sara' sempre fonte di vita per lei.
Il profumo intenso che si spande dai bracieri, la luce delle candele, l'aura di suo Padre, Horus, d'un tratto una musica celestiale s'impossessa della sua mente e del suo cuore, ma dolcemente, come una marea che sale ondeggiando nel suo spirito e nel suo Desiderio che Essi tornino a scegliere, a Desiderare, a emozionarsi, a guidare i loro figli...
Guarda i fratelli, profondamente immersi nei loro ricordi, e guarda suo Padre, immenso, regale, e un profondo senso di ordine, di armonia immanente, ieratica, colpisce e fa vibrare tutto se stesso...
Non ha mai visto Gilgamesh, sebbene lo cercasse, lo sentisse in qualche modo "padre", non l'ha mai incontrato, se non nelle Teofanie e nella vibrazione del suo Desiderio, una tensione che non si è spenta, e che forse troverà compimento, un giorno...
Di Aracne ricorda solo alcuni pensieri, illuminanti, il gesto d'Amore verso Icaro, in quel momento di smarrimento, la forza del suo Desiderio, vivido, che trasudava dalle sue parole, anche se a volte sembravano spigolose come una scheggia di ossidiana...Non saranno certo i suoi ricordi, a riportarli a loro, ma il suo Amore, la sua Fede, il suo Desiderio di unione, di ricongiungimento, tutto ciò che è e che Desidera essere sono al servizio di sio Padre, e al suo Desiderio di riabbracciare i suoi Fratelli.
Il pendente d'ambra, pietra della memoria, brucia sul suo petto, sente che un flusso di calore, di emozione, lo unisce agli altri e a suo Padre...
- Gilgamesh, Aracne, tornate da noi, Figli di Iside Splendente !-
Grida nella sua mente.

Stefano si toglie la camicia, un medaglione in argento su cui è inciso in smalto blu il pigreco brilla alla luce, insieme al rubino intinto nel sangue di Angelo.
Si siede accanto all'arpa.
La musica inizia, le alterazioni si perdono nei loro ricordi, il fumo dei bracieri avvolge la scena spezzato a tratti dai fasci di colore provenienti dai quattro prismi collocati nei quattro angoli della ragnatela. La fiamma delle candele pigramente ondeggia cullata dalla calda brezza che si mischia all'odore dolce e penetrante delle erbe sacre. D'improvviso le cinque alterazioni rilasciano i loro ricordi, le fiamme delle candele che segnano il percorso aumentano la loro intensità come un'onda che segue quell'energia fino ad arrivare alla punta della spada. La forza dei ricordi colpisce Horus le cui fiamme azzurre per un attimo brillano più forti.
Tutto si quieta nuovamente, mentre il Dio aggiunge i suoi ricordi. D'improvviso la musica cambia e l'energia si sprigiona dal Dio più potente di come è stata accettata. le candele intorno all'arpa si levano altissime, innaturalmente alte.La luce evidenzia il Menestrello, sembra che stia nutrendosi di quell'energia, il Rubino che ha al collo irradia una luce rossa che pulsa all'unisono con la runa di sangue disegnata sull'Arpa.
La musica continua incessante.

(Per quelli fuori dal "circolo")
La musica inizia a sfumare, i partecipanti al rito sembrano immobili, la luce della luna sembra penetrare i loro corpi attraversandoli. Quasi come ci fosse una barriera tra loro e voi, capite che stanno uscendo dal tempo e dallo spazio, in una realtà che non potete raggiungere.

(Per chi è nel rituale)
Guardate il centro del disegno, dove il Menestrello sta suonando ad occhi chiusi, tutto intorno a voi il paesaggio sembra sfumare come irreale e spiritato, il fumo e l'odore delle erbe e intorno a voi, le pietre che avete al collo bruciano. Cos'erano quelle erbe? le dita del Menestrello sembrano allungarsi, la musica è come ipnotica, le vedete pizzicare le corde verticali, quelle orizzontali ... orizzontali???? 
Sgranate gli occhi, non riuscite a muovervi, è realtà quella che vedete?? ma quale realtà può essere? Lentamente capite, vedete, il Menestrello sta suonando la Rete stessa. Ad ogni suo tocco una nota, un accordo si staccano da essa andando a colpire un'altro punto e diffondendosi ovunque in ogni possibile luogo o tempo.
Dalla sua gola un canto, non comprendete le parole, ma ogni suono si mischia alle note in un tutt'uno armonico inscindibile.
Vi lacrimano gli occhi, il fumo, la melodia, non sapreste, non sapreste per quanto tempo.
Poi lentamente il tutto si placa, la musica finisce, scuotete la testa e rivedete i vostri fratelli fuori dal disegno, le vostre membra sono nuovamente vostre.
Stefano sembra sia aggrappato all'Arpa per non cadere, il suo respiro è affannoso, gli occhi ancora chiusi, sembra che continui a mormorare qualcosa.


Il Canto Segreto del Menestrello che intreccia i Ricordi di Tutti con la Rete

Che la Realtà ascolti il mio canto, che ovunque esso si espanda per raggiungere coloro che Desideriamo ascoltino.
Che la forza dei ricordi e della Fede brilli per loro, in loro.
Ascolta il mio canto Puro in Desiderio, Ascolta il mio canto Desiderio di Discordia.
Che la Fede negli Eterni mi dia la forza di plasmare le gabbie per far tornare a noi coloro che gabbie non devono avere.
Puro in Desiderio, Bianco Bisonte, Gilgamesh, la tua luce è lontana, non più Desideri si asserviscono all'Uomo, non più lame e carezze, neppure il Rimpianto ci è più concesso, solo la Morte ci rimane da Desiderare.
Fu questo forse l'ultimo tuo Desiderio per l'Uomo?
Tu che ti definisti Servitore dell'Uomo puoi abbandonarci ad una Fine senza Desideri? 
Ad un buio di entropia per non Desiderar più di raggiungere le stelle?
Sorgi splendente per noi che non vogliamo dimenticarti, donaci la luce di un'ultima battaglia, davanti al tuo sguardo crollarono mura e nemici, abbatti per noi, con noi, che nella tua Ombra rinasciamo, la prigione che ti opprime.
Ricordi??"Richiamai il potere a me. Non sarei stato complice del massacro di innocenti. Non avrei spento i Desideri dell'uomo." e per questo ti mettesti contro il Mistico Cerchio, contro i tuoi fratelli.
Tu che durante l'Oblio donasti la tua vita a proteggere il corpo di Donna che ospitò la grande Dea, guarda il suo sacrario, dove giacciono le Sue ultime spoglie senza più vera difesa dalle offese di coloro che ne bestemmiano gli insegnamenti, insozzandone memoria ed emozione.
Noi piccoli Uomini abbiamo ancora la Fede di vedere il luccichio della tua rabbia trasformarsi in Luce possente, quella luce che genera finalmente le Storie che possiamo donare alla Narrazione come Tu ci insegnasti.
E io che mi alzavo in silenzio a vedere com'è bella la luna, 
serenata serena, che serena e la sera, ma quel rosso nel fondo del cielo
adesso mette solo paura... 
E allora "
Gilgamesh chi c'insegnerà le stelle se da quella prigione non potrai vederle? 
Chi c'indicherà le luci dalla riva? Gilgamesh, quante volte non si arriva!
Chi c'insegnerà a guardare il cielo fino a rimanere senza respiro?
A guardare un quadro per ore e ore fino a avere i brividi dentro il cuore?
Che al di là del torto e la ragione contano soltanto le persone?
Che non basta premere un bottone per un' emozione?
Figlio, figlio, figlio, disperato giglio, giglio, giglio,
luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio,
dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio, figlio,
soffocato giglio, giglio, giglio,figlio della rabbia e dell'imbroglio,
figlio della noia e lo sbadiglio,disperato figlio, figlio, figlio.
Gilgamesh, chi si è preso il tuo domani? Quelli che hanno il mondo nelle mani.
Gilgamesh chi ha cambiato il tuo sorriso? Quelli che oggi vanno in paradiso.
Chi ti ha messo questo freddo in cuore? Una madre col suo poco amore.
Chi l'ha mantenuto questo freddo in cuore? Una madre col suo troppo amore.
Gilgamesh, chi ci ha tolto il sentimento? Non so più di che parli .... non lo sento.

Aracne, Tessitrice, Desiderio che genera se stessa così come Discordia insegna la convergenza degli opposti.
Ascolta il lamento del mondo stesso, il pianto dei fanciulli a cui più madre può opporre dolcezza.
Non più Concordia desideriamo, non più futuro potremo dare a coloro che da noi dipendono e si affidano.
Quale bozzolo protettivo di storie potremo intrecciare intorno a loro se più cuore non avremo per tessere quei fili.
Prendi questo filo leggero di voce ed Emozioni, che danza lieve tra le catene, cuci la strada verso l'inizio, tu che stai toccando la fine.
Desideri, desidero, desideriamo, danza ancora su questa tela che ti offriamo perchè nulla è una ragnatela senza le vibrazioni di emozioni che solo tu puoi trarre.
Figlia di Eterni, madre di Donne, che ogni tela vibri per te, perchè ogni nostra vita si scioglie senza la tua sapiente tessitura.

Ritorna, Ritornate.


Gli ultimi echi del canto si perdono nel buio, mentre tutto attorno a voisembra spegnersi nel Nulla.
Una luce dorata avvolge il luogo del Rito.
Fuori, meno del Buio.
Il Nulla.

Poi una voce spezzata, eppure ancora vigorosa, come un'eco lontano, si insinua nel Buio e raggiunge le orecchie degli astanti...
Subito dopo, come un contraltare, una seconda voce, più dolce ed accorata le si unisce

un canto...
un canto lontano...
E' di Gilgamesh la Voce e di Aracne il contralto.

Gilgamesh:
Figli amati, congiunti, uomini eletti e fratelli di sangue....
Qui nel buio infinito, e nell'eterno, orrendo dolore il mio spirito soffre, 
In atroci tormenti esso langue 
Un sussurro il vostro grido, una luce per il cuore 
Un balsamo alieno, per la mia anima che giace esangue

Aracne:
Sento il potere del Sogno che dal Nulla mi chiama
sento che il Sacro Luogo richiede forte la resa
Dove la Sacra Madre giace sotto la terra profana 
Ad essa io stessa mi torco, straziata, protesa
Ma remota ormai io sono e la fatica è vana

Gilgamesh:
Il sacrificio degli Avi ha dunque svegliato i nipoti?
Questa la speme, questa l'unica luce nel Nulla.
E' tramonto pei Numi e gli altari son vuoti
Non più lauri per la mia amata, divina fanciulla 
o il sangue versato riacceso ha i perduti fuochi?

Aracne:
Non cercate chi è ormai nel Nulla perduto
Poichè Nulla può varcare le nubi ed il mare
Nei vostri cuori c'è quel che di noi è vissuto
In voi tutti il dovere di saper ricordare
Affinchè il Nume non vi sia taciuto.

Gilgamesh:
Tenete, poiché l'ora è a voi ignota,
Poiché Assenza fra voi non riposa,
l'Uomo sovrano, Remota la Nota
L'un senza tema, l'altra mai irosa
Questa la via, non sia essa mai vuota...

Aracne:
Vostra è la lotta e Vostra è la spada
Ma in attesa di futuro, solare giorno
Ricordate, affinché un dì accada
che i Sette Eterni faccian Ritorno.
E che noi dal Buio alla Luce si vada.

Poi il canto si interrompe bruscamente, come se qualcosa lo bloccasse bruscamente, e un rumore gorgogliante ed orrendo si propaga nel buio.
La visione appare improvvisa e orrenda, delle fauci spalancate, colanti bava ed orrende, in un viscido, enorme titanico corpo da Verme, illuminato da pallidi occhi di odio.
Rabbrividite in preda all'orrore.
Il limite fra i mondi si è fatto sottile e per sei volte qualcosa di indefinibile si spezza fra voi e la cosa orribile che sta cercando di raggiungervi.
Un immenso Guardiano dell'Assenza...

Poi tutto finisce, improvviso come era iniziato. 
L'orrenda visione del Grande Verme scompare nel Nulla e attorno a voi, pallidamente illuminate dai raggi della Luna, si stagliano solo le Rovine di Uruk.


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Associazione di Letteratura Interattiva