Vuotare gli archivi: Destinazione Praga
 

a cura di Patrizia Frosi

con
 

Alexandra De Ambrogiis, Angelo De Sarzana, Alex Gloom, Paola “Enkada” Marcosanti, Abrham Nocosvik, Fabio Woland.
 

master Elio “Digio” Di Giovanni


 
Italia, 27 febbraio 2002
 

L’aereo sorvola Roma. Ancora pochi minuti e saremo a Fiumicino, aeroporto Leonardo da Vinci. Qui è febbraio. Era febbraio anche a Nairobi, ma c’erano 40 gradi e andavamo in giro in maglietta, mentre qui indossano cappotti e maglioni. Guardo Alexandra stesa sulla barella, fissa il soffitto, la flebo che scende goccia a goccia. E le immagini di Johar mi ritornano vivide alla mente, l’ospedale, l’odore del sangue e della morte, l’infinita notte di orrore. Inconsciamente mi strofino il braccio sinistro, la ferita è quasi completamente rimarginata, con il tempo anche la cicatrice sparirà, ma non svaniranno i ricordi…

Basta! 
Non lamentarti!
Sei viva.
Siamo tutti vivi, anche se Alexandra è ancora grave. 
E combatteremo ancora: adesso è Aracne ad essere nelle mani dell’Assenza.
 

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Lunedì 25 febbraio 2002 12.36
PAUROSO INCIDENTE SULLA SERENISSIMA
E' accaduto un tremendo incidente sull'A4 Serenissima, poco dopo Bergamo in direzione Venezia.  Un’ambulanza privata di proprietà della Clinica Psichiatrica White di Padova, è uscita di strada durante il trasferimento di una paziente da Milano a Padova. L'autista, il Signor Fiodor Rylleni e la volontaria signorina Lucrezia Habanera, sono stati ricoverati con prognosi riservata. Nessuna traccia della paziente, una donna sconosciuta affetta da amnesia, che probabilmente sta vagando per la campagna in stato confusionale.

Giorgio Pulitzer

Pathos NEWS, Dai Fatti alle Parole
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Questo è ciò che hanno pubblicato i giornali, ciò che sanno gli ignari, ma la realtà è molto diversa: Agrath ha rapito l’Essenza di Aracne, strappando un dito ad Andromaca Gualtieri, suo Vascello, e solo l’intervento di Horus e dei suoi guerrieri ha evitato che anche lei e coloro che la accompagnavano venissero uccisi. Dobbiamo ritrovare il dito prima che venga distrutto, ed io sono qui per usare il potere donatomi da mio padre Merlino per cercare di localizzarlo. 

Non gli permetteremo di annullare anche Aracne.
Non ci arrenderemo.
Mai.

Abrham sta aspettando nervosamente nella hall dell'aeroporto l'arrivo delle sue sorelle. Sono in ritardo: spera che non ci siano state complicazioni nel ritorno. Ecco infine che le nota in lontananza, Alex è su una barella, flebo varie e relativi tubicini pendono da lunghe aste ai lati, ha difficoltà a riconoscerla, è l'ombra di se stessa, magrissima ed evidentemente spossata. L'immagine della morte appena incrociata. Stringe la mano di Patrizia ed ha gli occhi chiusi, un’infermiera di colore l'accompagna sull'altro lato. Abrham fa dei cenni con le mani e poi si avvicina. Alex apre gli occhi ed un triste sorriso le sfiora appena gli occhi e le labbra, poi solleva un poco il capo e sussurra: 

- Ciao Abrham, ben trovato. Sei venuto a prendere Patrizia? Vi raggiungerò tra pochi giorni ovunque vogliate, ma come vedi al momento sono impossibilitata... – 

Lascia la frase in sospeso mentre anche il peso della testa pare uno sforzo eccessivo per lei, e si riappoggia sul cuscino.

Patrizia si avvicina: in jeans e giaccone, zaino in spalla, abbronzata dal sole africano e molto più magra di come il destinante se la ricordava. Ha l'aria di chi ne ha viste più di un po’, ma il suo sguardo brilla di fredda determinazione. Abrham la saluta calorosamente, anche se non parla molto. Lei ricambia, ma in modo che il braccio sinistro non lo tocchi e non possa essere sfiorato minimamente dal fratello. Abrham la guarda interdetto, ma non domanda: non è il momento. Carica i bagagli ed aiuta la sorella a salire.

- Come vanno le cose qui? - chiede Patrizia durante il viaggio - Cosa avete scoperto? E chi c'è per il rituale? Avrò bisogno di te, sai. Dovrai essere presente ed aiutarmi, stavolta. Ho mandato a Gloom tutte le info che avevo sul rituale precedente, spero che sia riuscito ad organizzarsi, perché non abbiamo molto Tempo. –

Concisa e diretta, come sempre. Come Abrham la ricordava. Ma adesso c'è qualcosa di più: pare cambiata, più dura. Abrham si domanda che cosa sia successo in Somalia per renderla così. Fa una breve pausa.
- Hai notizie di Horus? –

Il destinante sta per rispondere quando il cellulare squilla: è Gloom.

- Ciao! Scusa se ci ho messo un po' ma dovevo sistemare un paio di cosette. Ho sentito Al Bruno, mi ha indicato il luogo dell'incidente. Dovremo officiare là, pare. E' il sull'autostrada A4 nella scarpata oltre la corsia di emergenza.  Direi di darci puntello in un qualsiasi bar di Roma per il 28 pomeriggio. Decidete voi quale. Forse è meglio l'Avalon... facciamo per le 21.30. Da lì poi vediamo di spostarci tutti insieme sul luogo dell'incidente. Agiremo con il buio. Non voglio attirare attenzioni. Salutami Patrizia e Alexandra. -
Abrham guarda Patrizia: 
- Andiamo ad un hotel: poi parleremo. L'appuntamento è stato spostato al 28. -
La ragazza annuisce e non dice più niente finchè non arrivano all'hotel.

Bar dell'albergo.

Patrizia tiene fra le mani una tazza di caffè fumante e guarda il fratello con attenzione, per la prima volta da quando è arrivata. 
- E tu come stai? Non te l'ho ancora chiesto, scusami - sorride, e sembra rilassarsi un po’. - Sono un po’ frastornata dal viaggio. –

- Io sto...bene, per quanto possa stare bene uno come me. Però mi preoccupo per te. Non so cosa ti sia successo in Somalia, posso solo immaginarlo: anche io ho affrontato un guardiano e so di cosa sono capaci. Ricordo ancora la potente volontà di Demogorgon che si insinuava tra le pieghe del mio ego, costringendomi a fare....- Abrham sembra un attimo fermarsi... poi si schiarisce la voce e continua.

- Non voglio forzarti a parlarmene, perché significherebbe ricordare e rivivere quei momenti. Non voglio causarti dolore. Voglio però assicurarmi che tu stia bene. Anche se non nego di avere delle domande da porti. Se vuoi parlare io sono qui. Non ti forzerò a farlo... Sono successe tante cose da quando ci siamo conosciuti e siamo cambiati entrambi, forse anche più di quello che ci aspettavamo. Voglio però che tu sappia che per ogni cosa puoi rivolgerti a me. –

Patrizia gli sorride con affetto.

- Ti ringrazio, Abe, ma mi farà bene parlarne con qualcuno che non pensi che sono pazza. Qualcuno che ha visto, e vissuto ... A Johar... è stato terribile, non abbiamo avuto un attimo di tregua per 24 ore. Ho visto uomini in preda al guardiano, e altri sbranare altri uomini e mangiarne il cuore, ho visto morti risorgere e attaccarmi, ed io stessa ho fatto cose che mai avrei creduto di poter fare .... - per un istante il suo sguardo si perde nel vuoto - ma era Necessario. Il potere dei guardiani è immenso, e la loro malvagità ancora più grande. Dobbiamo combatterli per quello che fanno agli uomini, per come se ne servono. Dobbiamo fermarli, Abrham! -
Lo guarda, uno sguardo duro e scintillante, e lui sa che ormai, per lei, c'è un solo scopo nella vita ...

- Lo so... lo so...Ero al fianco di Damien e di Arthur mentre scacciavamo Demogorgon. Sono disposto a fare la stessa cosa con chiunque si frapponga ad un altro Guardiano. Questo è il volere del Sovrano: la Narrazione non deve essere Cancellata dall'Assenza. –

Abrham sorride e si alza.

- Mi fa piacere sentire che sei motivata...ci aspetta una lunga, poco piacevole e tumultuosa missione. -

Detto questo si avvicina a Patrizia e la bacia sulla guancia sussurrando:
- Notte sorellina -
Si dirige verso la porta e da lì al di fuori.

La strada antistante l'Avalon è deserta. E' ancora presto. Il locale aprirà solo verso le 22:30. Il giovedì sera non è mai stato un gran giorno per gli affari. L'entrata è gratuita, si paga solo la consumazione. Un modo come un altro per promuovere gli affari. Serata Hard Rock. Niente musica dal vivo. Tutto viene affidato alle capaci mani di un DJ. Serata tranquilla insomma. All'interno però frenetici si susseguono i preparativi. La pasta viene prebollita, i gamberetti liofilizzati messi a bagno, le fettine di limone tagliate, i tavoli rassettati. Tutto deve essere perfetto. Più perfetto del solito. Oggi è presente il proprietario. Alex Gloom per la verità stava pensando a tutt'altro. Pensava a ciò che lo attendeva quella sera. Pensava a quello che lo avrebbe potuto attendere fra qualche giorno... Intanto aspettava l'arrivo degli altri. Più camminava nervoso per la sala più i suoi dipendenti si davano da fare. Ignari...loro sì che non hanno problemi.

Un taxi spunta dall'angolo della strada e si ferma davanti al pub. Ne scende Enkada. Si avvia al locale ed entra. 

Alex ha un piccolo sobbalzo quando una mano gli si poggia sul braccio. I suoi pensieri lo avevano a tal punto assorbito che non si era accorto della ragazza che si è avvicinata.
- Ciao, mi fa piacere rivederti, finalmente. -
Enkada sembra stanca. Ha profondi segni scuri sotto agli occhi, qualche ciocca è sfuggita alla stretta pettinatura. L'aspetto sembra lievemente trasandato, in totale contrasto con il vestito, un elegante completo grigio ferro indubbiamente firmato. Lei sorride.

- Lo so che non è l'abbigliamento adatto per una serata hard rock. Se mi dai un minuto mi cambio. Non ho fatto in tempo. Però sono qui. –

Ore 21.30. Squilla il cellulare di Gloom, è Alexandra:

- Alex ho appena ricevuto una telefonata da Eraclito, ti avevo detto che lo avevo contattato, sappiamo dov'è mia Madre, a Praga, io parto domani con lui, ti chiedo di non esporti ma di seguirci da lontano e di chiedere per me ad Abrham e Patrizia se vogliono essere della partita. Lo chiederò anche ad Angelo. Se non ricordo male tu ed i tuoi nei prossimi giorni siete impegnati. Entro il 1° Marzo io sarò sul luogo, ho bisogno di risposte celeri perché da ciò che ha visto Eraclito non abbiamo più molto tempo. –

Mentre Gloom sta parlando Abrham varca la soglia del locale. Tiene aperta la porta per far passare sua sorella Patrizia. Abrham cerca qui e là con lo sguardo finchè non nota Paola e suo padre. Si avvicina poi seguito dall'altra destinante, la quale aspetta che lui abbia finito di telefonare, poi:

- Ciao Alex. Allora, io sono qui. Che facciamo adesso? Qual è il programma della serata? –

- C’è stato un cambiamento: il dito di Aracne è stato individuato a Praga, per cui non è più necessario usare il tuo potere, per adesso. Partiremo tutti il 1° di marzo. Immagino che verrete anche voi. – 

Fabio W. prepara con una certa cura la valigia per la “gita” a Praga. Recupera la sua trousse per il trucco scenico e qualche accessorio (pance finte, baffi, barbe, lenti e tamponi per il viso, etc.), sceglie dei vestiti comodi ed il più possibile anonimi. Poi fa un giro agli studi di Enigmata, dove recupera una videocamera digitale adatta anche per riprese notturne e tutti gli accessori necessari: schede di memoria aggiuntive, batterie, caricabatterie, cavi di connessione al portatile, etc. Ovviamente prende un portatile con porta per connessione video, per diffondere in tempo reale (o quasi) immagini utili al riconoscimento dei simpaticoni che si stanno dando tanto da fare con i suoi fratelli, e poi non si sa mai. Per completare l'aria da turista prende anche una fotocamera e va a comprare qualche guida di Praga, in più lingue. Il tutto fa una valigia da cabina e una tracolla portavideocamera, per cui viaggia leggero. Chiama Alexandra per chiederle di prenotare per lui separatamente, sia sul volo che all'albergo. Non vuole farsi vedere con loro, anche se le probabilità che i Guardiani li aspettino sono scarse. I contatti si potrebbero tenere con delle ricetrasmittenti modello base portata 2 Km, se modificato 7 Km. Dato che sa chi le vende va a comprarne due coppie modificate intercomunicanti prima di partire. Per il volo dovrebbe bastare un sedile lontano dal gruppo e poi a Praga divisi. 

Il tempo è stato piuttosto duro con Fabio W. Le avventure e l'esilio greco hanno limato l'ultima freschezza giovanile dal suo volto e l'hanno lasciato scabro e abbronzato come un ciottolo di fiume. Ha baffi sottili e mosca, come all'inizio della storia, capelli cortissimi e occhi blu notte che creano qualche problema a chi li fissa. E' piuttosto alto, snello e agile, ed è tornato taciturno com'era probabilmente la sua prima incarnazione. Porta con sé anche un paio di libri, solo per cronaca: aforismi di Giorgio Colli e di Karl Kraus. Ultimamente ha ricominciato a fare filosofia.
 
 

Aeroporto – 1 marzo 2002

Alexandra è in attesa degli altri del gruppo. Ha i biglietti per tutti, li ha prenotati la sera precedente da casa di Angelo, partenze separate per alcuni che se non arrivano in tempo prenderanno il volo della notte. Apre la borsa, sistemata accanto alla ventiquattrore che ha velocemente rifornito di vestiti nuovi, fruga un po' e ne estrae un pacchetto di sigarette ed un accendino, ne prende una e l'accende distrattamente mentre osserva il cartellone delle partenze internazionali. Angelo cammina poco distante da lei, è abbastanza scuro in volto, rimasugli di una discussione della sera precedente. Guarda in continuazione le porte a vetri in attesa di vedere arrivare i compagni. Il Maestro del Segreto di Discordia ha assicurato la sua presenza anche se non era certo di fare in tempo per il volo del 1°, Arianna, Abrham, Patrizia e Pk... non era certa che avessero ricevuto i messaggi... Si alza lisciandosi il completo verde bottiglia, sta iniziando anche lei ad innervosirsi ed aspira una boccata di fumo dalla sigaretta quasi terminata. 

Sceso dalla navicella, Fabio W si avvia al check-in. Non ha mai incontrato Alex, né la gran parte degli altri. Conosce solo Angelo, ma ha dato un occhio agli archivi e immagina di poterla riconoscere. Vede una bella donna dall'aria un po' provata che fuma davanti agli sportelli della CSA. Si avvicina e:
- Pare che alla fine ci si incontri...-

Alex si gira di scatto al suono di quella voce conosciuta, la lunga treccia bionda fermata saldamente sulla cima del capo oscilla e cade di lato su una spalla, gli occhi verdi si stringono impercettibilmente mentre pensa “ecco il compagno di Mamma.”

- Ne dubitavi? Piacere Fabio, sono Alex, come hai capito - un sorriso aperto ma trattenuto ed allunga la mano ad incontrare quella dell'uomo che ha di fronte.
- Come hai richiesto ti ho prenotato un posto distante dal gruppo. Il nostro albergo è proprio accanto alla Sinagoga, il tuo poco distante. Arriveremo in tardo pomeriggio a Praga. Poi ci terremo in contatto come preferisci. Ho con me cellulare e portatile al solito. –

Patrizia arriva guardandosi intorno. Non conosce nessuno degli altri, e si domanda come farà a trovarli. Poi si blocca per lo stupore: Alexandra, elegantissima e perfettamente guarita è davanti al banco del check in. Le due donne si abbracciano con affetto, e Patrizia non può fare a meno di domandarsi come ha fatto a guarire in così poco tempo. Un intervento divino, senza dubbio. Horus, probabilmente …

Al check-in Fabio W. saluta con un sorriso Angelo, che non vede da parecchio tempo e che ritrova con piacere, anche se le circostanze non sono delle migliori. Consegna a lui e ad Alex tre delle ricetrasmittenti, che sono dotate di un dispositivo viva-voce molto simile a quello dei cellulari, molto facili da usare quindi e poco appariscenti. Le ha preventivamente testate ed impostate tutte sullo stesso canale, in modo che i quattro che le hanno possano sentirsi tutti in contemporanea. Dà loro anche tre carica batteria per tenere gli apparecchi al massimo della potenza per tutto il tempo di permanenza a Praga. Scambia poi qualche frase con Angelo. Fatto questo, si apparta dal gruppo e non ha ulteriori contatti con loro.
L'imbarco procede senza intoppi, così come il volo e l'atterraggio. Arrivati a Praga Fabio prende un taxi, il resto del gruppo un altro. La sera trascorre lenta tra mille pensieri.
 
 

PRAGA 2 marzo 2002

Verso le 10 Alexandra riceve una telefonata da Gloom:

- Ok sono a Praga. Ho prenotato un hotel a poca distanza da dove mi hai detto che risiederete voi. E' un alberghetto da quattro soldi ma sono stato fortunato anche solo a trovar posto! E’ quasi tutto pieno di ragazzini festanti in gita scolastica. Sono in una doppia con Paola. Stasera ci incontriamo e pianifichiamo il da farsi. Ora ho da fare. Ti passo Paola. Mettiti d'accordo con lei per incontrarvi. Ci vediamo stasera. Ci servono info ma siate prudenti. –

L'Albergo quattro stelle ha mantenuto le promesse di comodità e servizio impeccabile. Alex, Angelo ed Aliria riuniti per la prima colazione nella sala ristorante dell'albergo sorbiscono le bevande in un silenzio carico di riflessione. Alexandra comunica agli altri che Paola figlia di Nimrod li avrebbe raggiunti a breve nel loro albergo, mentre lui aveva delle cose da sbrigare e comunque difficilmente si sarebbe mosso con il gruppo. Anche Eraclito si sarebbe attivato per proprio conto, anche se in continuo contatto tramite una ricetrasmittente che le aveva consegnato prima dell'imbarco a Fiumicino. Di Pk ed Abrham ancora nessuna notizia, non aveva chiesto alla receptionist se i compagni erano arrivati nottetempo ad occupare le camere da lei prenotate, lo avrebbe fatto in seguito.

Proprio mentre stanno facendo colazione gli empathici notano il buon vecchio Abrham entrare di fretta nel locale.
- Scusate il ritardo ma avevo qualche faccenda da sbrigare.-
Enkada arriva intorno alle 11:00. Sembra piuttosto stanca ma sorride a Patrizia .
- Ciao, mi fa piacere rivederti. -
Sorride anche ad Alex ed Angelo.
- Finalmente ci incontriamo di persona, credo che sia la prima volta. -

- Adesso che ci siamo tutti – comincia Alexandra – vi dirò quanto in mio possesso al momento sui Guardiani che ci stanno tormentando. Tengo a precisare che alcune cose sono pura ricerca documentale mentre altre sono state verificate e sono dati certi. Cercherò di specificare quali possiamo dare per certe e quali no. 

Documentale
Nergal, è il “Signore della grande dimora”, dio supremo del terrore, della guerra, della pestilenza. Opera con la sua spada e con la peste, è il principe degli inferi, è un Dio solare ed impersonifica la parte sinistra del Sole, la sua azione è distruttiva. Pare che alcuni ricercatori ed archeologi abbiano rinvenuto a Susa un'iscrizione del grande re Naram-Sin che recitava: “Mai dalla fondazione dell'umanitá nessun re tra i re aveva preso Armanum ed Ebla. Nergal aprí la strada di Naram-Sin, il forte, e gli diede Armanum ed Ebla; gli offrí anche Amano, la Montagna dei cedri e il Mare Superiore.”
Certo
Di Nergal abbiamo il rito evocativo che sappiamo funzionare. Menestrello ne è stato testimone ed Angelo può confermare. Passiamo ad Agrath... Angelo ed io discordiamo sulla sua identità. Angelo è certo che non può essere Lilith in quanto Ecate (Nota di Distruzione) vi si identificava. Vero è che sia Agrath che Naamah spesso vengono confuse e/o identificate con lei, tipologia demoniaca dei Succubi, quindi accetto di buon grado la spiegazione di Angelo. Nonostante questo essendo le loro caratteristiche molto simili e la documentazione su Agrath a dir poco scarsa, riporto quanto trovato sulla prima, partendo appunto dall'assunto che si discosterà di poco dal vero, diciamo che è solo questione di gerarchia Infernale.
Documentale
Il nome Lilith deriva dalla parola assiro-babilonese LILITU, che significa “spirito del vento”.Secondo la tradizione ebraica, Lilith fu la donna di Adamo, prima ancora di Eva. Si dice che fosse lei la madre di Caino e non Eva. Lilith fu creata nello stesso modo di Adamo, cioè con polvere e argilla (alcuni testi parlano di “sedimenti e sudiciume” per evidenziarne i tratti negativi). Ella si considerava uguale ad Adamo e quando egli cercò di sottometterla con la forza (Lilith non voleva stendersi sotto di lui durante i rapporti sessuali, in quando considerava “offensiva” tale posizione), lei si ribellò e fuggì nel deserto vicino al Mar Rosso, dove si accoppiò con i Djinns e generò innumerevoli demoni (chiamati Lilim). Dio cercò di farla tornare da Adamo, e le inviò 3 angeli (Sanvi, Sansanvi e Semangelaf), ma Lilith si rifiutò di tornare. I tre angeli la punirono sterminando quasi tutti i suoi figli. Lilith giurò odio mortale ai figli degli uomini: si narra che strangolasse i neonati nelle culle e che tormentasse gli uomini semiaddormentati, dopo aver avuto con loro amplessi mortali. Lilith appare nelle leggende ebree, sumere, arabe e persino teutoniche. È presente anche in numerosi testi ebraci, fra cui il Talmud, il Sefer-ha-Zoar o Libro dello Splendore e i Midrash.Molte delle storie narrate su di lei sembrano riflettere l'ansietà dell'uomo riguardo a donne che non possono essere tenute sotto controllo (per questo motivo Lilith è anche considerata un simbolo del femminismo). In alcune storie Lilith viene raffigurata come una creatura divina, piena di risorse, intelligente, indipendente ed amante degli animali. Lilith viene spesso associata al fuoco, in quanto descritta come creatura bellissima dalla testa all'ombelico, ma dall'ombelico in giù come “fuoco fiammeggiante”. Si dice inoltre che fosse una valorosa guerriera  e si narra di una sua marcia nel deserto contro i figli di JOB per liberare gli animali che essi avevano imprigionato.
Nella mitologia Lilith è anche conosciuta come un satellite invisibile dalla terra e per questo chiamata “Luna Nera”. Già nella cultura egizia troviamo l'ipotesi d'un invisibile satellite terrestre chiamato Nephtys, invisibile perché assorbe e non riflette, come ogni altra cosa, la luce del Sole. Questo astro invisibile è quello che meglio impersonifica l'archetipo di Lilith, la demonessa ribelle e autoerotica. Il glifo che più le corrisponde è quello indicato nell'Enciclopedia Giudaica, nella quale è asserito che tra le negatività lilithiane c'è la “malinconia” e “l'umor nero” (prerogative anche di Saturno). Quindi, per rappresentarla astronomicamente, occorre disegnare una falce di Luna calante con la croce in basso, dato che Lilith sembra proprio un Saturno rovesciato. D'altronde quest'ultimo pianeta è per molti autori, sia femminile che maschile, ed essendo il dirimpettaio della Luna perché si trova a 180 gradi di distanza, ne è l'immagine capovolta. Per “strana” combinazione, Lilith, satellite invisibile, ha quindi un glifo che è l'immagine capovolta di Saturno. 
Nel racconto “L'evocazione” di Thorp McClusky, Lilith viene così descritta: “La presenza stava diventando una trasparente forma femminile chiaramente definita, di squisite proporzioni. Sulla testa aveva un alto diadema di fattura arcaica; e il suo sorriso era una curva minaccia, diabolicamente seducente, quanto l'amabilità dei suoi delicati, alteri lineamenti.Non aveva colori, era una semplice forma di luce; Farrell sentì tuttavia che i capelli dovevano essere neri con venature bluastre, e che il volto lievemente aquilino, le aggraziate spalle curve e le snelle braccia dovevano essere di una calda tonalità olivastra. Lilith, la Figlia della Danzatrice, la Regina dei Lilin. La presenza di nebbia diventava a ogni momento più concreta, fin quando infine, al centro del pentagono, una donna di incredibile bellezza si erse al posto della colonna di nebbia luminosa.La Presenza, la Regina dei Lilin, ora era trasparente ... ora traslucente ... infine opaca, solida e a dispetto della sua origine di fantasma, apparentemente di carne e di sangue. I suoi squisiti lineamenti esotici erano attraenti, di una bellezza che il mondo non ha sognato o immaginato da innumerevoli anni. Lilith, che sorrideva dal pentagono, era una bellezza da troppo tempo dimenticata per esistere anche solo come un ricordo remoto; Lilith, l'immortale Regina di tutte le notti di luna, la Regina dei Lilin, che danzava davanti a Suleiman, sul quale siano la preghiera e la pace! Sorrise di una lenta, carminia malia. Gli occhi scuri dalle lunghe ciglia non avevano paura. Le sottili braccia si muovevano come serpenti gemelli di madreperla quando accarezzò la notte dei suoi lunghi capelli corvini elaboratamente acconciati. Lilitu! Agrat bat Mahhat! (Lilith! La Figlia della Danzatrice!)”
Su Balban abbiamo solo supposizioni logiche e sensazioni date dall'ultima esperienza somala di alcuni di noi, di cui avete già ricevuto la relazione. Le ombre, il vento, l'ingresso del demone dall'aria che si respira, la follia, l'allucinazione, l'incorporeità, la pena, la sofferenza, il vuoto, il sapiente, la numerologia, il colera... tutto mi riconduce a Pazuzu, per me è una certezza ma sono umana e quindi fallace... Le tensioni del Demone, ne converrete con me, sono Enigma e Psiche e direi che la principale è Enigma. Se fosse così possiamo dedurne che messi vicini Pazuzu ed Agrath... potremmo stare comodamente in panciolle a guardare Pazuzu uccidere Agrath... Niente altro. Spero di essere stata d'aiuto... resta da capire chi è personaggio misterioso della visione di Eraclito: 
"Il cielo si oscura profondamente. Davanti ai tuoi occhi si stende una città. Un fiume dalle molte anse l'attraversa. Al centro c'è un ponte nero, con molte statue nere di santi e sovrani. Alto, sulla collina un imponente castello. Torri e cattedrali oscure si affastellano nella Città. Su un vicino monte coperto da un giardino c'è un immenso monumento a forma di metronomo. La visione si sposta verso il centro della città, fatto di vicoli contorti. Qui c'è un cimitero antico fatto di una foresta di lapidi di pietra, scritte in Ebraico. Vicino, c'è una Sinagoga, la riconosci dai simboli. Due Figure sono in piedi accanto all'ingresso. Una è una donna bellissima, con lunghi capelli ricci e neri. In mano ha un pacchetto. Tu capisci che in qualche modo l'essenza di Aracne è in quel pacchetto. La Donna bellissima consegna il pacchetto a una figura ammantata di nero. E' molto alto e magro, ma non distingui il suo volto. I due sembrano discutere, ma non riesci a sentire le loro voci. Poi la donna se ne va, stizzita, mentre l'uomo si volta a grandi passi ed entra nella Sinagoga col pacchetto. La visione si interrompe."
Cominceremo le nostre ricerche dal cimitero ebraico e dalle sinagoghe. Direi di cominciare stamattina. –

I quattro si avviano verso la loro meta. Praga, capitale magica, misteriosa e affascinante, deve il suo sortilegio all'essere stata una città di tre etnie che le hanno conferito un miscuglio di tre culture, la ceca, l'ebraica e la tedesca, offrendo una grande ricchezza di impulsi, ma anche di conflitti. L'albergo in cui ha trovato alloggio Alex, il “Josefov”, prende il suo nome dal quartiere ebraico stesso. Durante la scorsa notte, mentre preparava la relazione per Eraclito, Alexandra ha raccolto un po' di informazioni dal net. Quindi procede facendo da cicerone agli altri. Strada facendo avvisa Eraclito e gli comunica che da quel momento procederà descrivendo a voce alta ciò che vede, in modo da permettergli di verificare l'esatta locazione dei punti riconosciuti nella sua visione.

- Puoi parlare a volume normale, Alex, ti seguo. – le risponde la Nota. Per il momento Fabio W. è nella sua stanza, con il portatile collegato e pronto ad eventuali ricerche.

- Fondato nel 1478, - comincia Alexandra - il cimitero ebraico di Praga è stato per oltre trecento anni l'unico luogo della città d'oro concesso agli ebrei per la sepoltura. Le dimensioni attuali sono all'incirca quelle medievali e nel tempo si è sopperito alla mancanza di spazio sovrapponendo le tombe. Oggi si contano circa 12.000 lapidi, ma si ritiene che vi siano sepolti oltre 100.000 ebrei, l'ultima è quella di Moses Beck del 1787, la prima quella di Rabbi Avigdor Kara del 1439. Il cimitero ebraico appare come un grande cumulo di lapidi a cui la scarsa illuminazione (le lapidi sono quasi tutte all'ombra) dona un'aura spettrale. Tra i luoghi più importanti del cimitero troviamo il sarcofago di Jehuda Liwa Ben Becalel, detto Rabbi Low (1520-1609) che è in assoluto la tomba più visitata, visto che secondo la leggenda lasciando biglietti o sassi sulla sua lapide si avverano i nostri più ardenti desideri. Al capo della scuola talmudica di Praga, venivano attribuiti poteri magici. E' noto infatti che si ritenesse che nella soffitta della sinagoga, egli avesse creato dall'argilla il Golem, poi distrutto dallo stesso Rabbi Low perché da fedele servitore, il mostro d'argilla si era trasformato in pericoloso ribelle. –

Alex fa una pausa per lasciare che lo spettacolo che ormai hanno di frontedia il suo impatto al di là di quando da lei descritto. Una miriade di lapidi poste in modo caotico l'una sull'altra si stendono davanti a loro. Per procedere gli Emphatici sono costretti ad appoggiarsi alle pietre sepolcrali spesso dovendo disincastrare le gambe che vi restano imprigionate. Come detto da Alex al centro spicca maestoso il sarcofago di Rabbi Low, disseminati ovunque i biglietti dei desideri. Alex ha un piccolo colpo al cuore pensando alle implicazioni del caso. Il luogo dei Desideri per la morte e la cancellazione di Desiderio di Discordia. Sollevando lo guardo sembra quasi di essere caduti in buco, i cui margini sono gli edifici del ghetto, quasi che gli ebrei abbiano voluto recintare a protezione il loro luogo di riposo eterno. Una foresta di lapidi custodita e sorvegliata dalle anime dei viventi. In vista vi sono due Sinagoghe.

- Fabio, vedo due Sinagoghe, una interna più piccola, sembra quella del cimitero, direi che approssimativamente risale al XV secolo, lo stile sembra tardogotico, ma è stata ritoccata più di recente pare, la parte a sud sembrerebbe più della fine del XVIII secolo. Ne posso vedere anche un'altra sembra più antica, direi del 1000/1200 ed è più grande. Se non mi sbaglio credo di aver letto che è la principale di Praga. Quale delle due è quella della tua visione? In quale entriamo? –

- Se ricordo bene, dovrebbe trattarsi della più recente. Ho dato un'occhiata alle guide: è quella dove ci sono i nomi delle vittime dell'Olocausto. State attenti e andate a vedere. –

Durante l'escursione al cimitero Enkada rimane in silenzio, avete l'impressione che conosca solo superficialmente quello che si dovrà fare. Tuttavia non fa domande. Si muove accanto agli altri, osserva con attenzione le tombe e gli stretti sentieri tra l'erba, i turisti che si aggirano intorno. Non perde una parola di Alex ed ogni tanto si immerge nella lettura di una guida piuttosto voluminosa che ha portato con sé. 

Alex, Paola, Abraham, Aliria e Angelo si avviano nel cortile interno della bianca costruzione. Un ragazzo ferma Angelo ed Abraham e li invita a mettersi sul capo la kippah, il tipico copricapo ebraico. Poi, mischiandosi alla fiumana di turisti, i cinque Empathici entrano nella Sinagoga. Al contrario di molte altre costruzioni del genere, questo tempio è luminoso e bianco, quasi disadorno. Nella solennità delle sue molte stanze, si rimane stupiti dai muri.
Questi sono completamente ricoperti da innumerevoli parole scritte in caratteri minutissimi, in tutti i muri delle zone di culto. Vi avvicinate incuriositi e vi accorgete che sono nomi e cognomi, uno in fila all'altro, che coprono tutte le pareti, in un enigmatica profusione decorativa.

- Sono i nomi delle vittime dell'Olocausto - dice una voce dietro di loro. Una donnina minuta, oltre la sessantina d'anni con una tessera appuntata alla giacchetta e con scritto sopra "Rebeckah Martinkova, Reference” si avvicina al gruppetto.

- Siete italiani suppongo... inconfondibili! Sembra che il Sole si muova con voi, sapete? Eh, molto tempo fa stetti a Taormina... un'esperienza indimenticabile... davvero. Permettete? Io sono Rebeckah, e sto riunendo il gruppo dei visitatori di lingua italiana. Se volete seguirmi....-
Riunito un gruppetto di Italiani, Rebeckah inizia un lungo discorso introduttivo:

- Buongiorno Signori e benvenuti nella Sinagoga di Pinkas. Originariamente santuario privato della famiglia Ebraica Horovsky, risale agli anni 1519-1535. L'edificio tardogotico a una navata con una bellissima volta a nervature è oggi solo il centro di vestiboli laterali aggiunti di recente, fra il 1607 e il 1625. Alcuni di voi hanno notato i nomi che ricoprono le pareti. Nella navata centrale ci sono 77.927 nomi di ebrei vittime dell'olocausto provenienti solo dai paesi boemi. Nei vestiboli ci sono i nomi di altri 54.726 nomi di vittime ebree provenienti dalla Slovacchia, dall'Austria e dall'Ungheria. Questo vi fa rendere conto che gli Ebrei Boemi uccisi sono in numero superiore a quelli di ogni altra nazione dell'Ex Impero. I nomi sono stati scritti affinché il loro sacrificio non sia mai dimenticato. – 

Rebeckah china il capo, come in raccoglimento, mentre i turisti si scatenano in flash sfrenati.
- Nel piano superiore della Sinagoga - prosegue Rebeckah portandoli su per le scale - è allestita un'esposizione dei disegni fatti dai bambini prigionieri a Terezin. – 

- Vedi di scoprire se ci sono sotterranei o porte che non vi sembra vadano in stanze note - dice Eraclito ad Alex alla fine della lezione, - o qualunque altra cosa che possa nascondere accessi a luoghi di culto riservati ad adepti o iniziati, non so, altari, pietre tombali particolari...-

Il gruppo di Empathici segue Rebeckah, osservando tutto molto attentamente, fra l'incredibile folla di turisti. La piccola Sinagoga è tutta lì. Difficilmente potrebbero esserci altre stanze oltre a quelle visitate, per cui il gruppetto si attarda ad osservare i disegni dei bimbi di tanti anni prima, periti nei campi di sterminio. Visioni orribili ed angoscianti rievocano un mondo di terrore ed inumanità senza pari. Poi Rebeckah porta il gruppo nel Cimitero sottostante, diviso dai torreggianti palazzi di Praga da una cancellata interrotta da alberi spogli. Dalle spiegazioni di Rebeckah emerge che il Vecchio Cimitero Ebraico fu fondato all'inizio del XV secolo nel centro dell'antico ghetto. E' un monumento storico unico degno d'attenzione con pietre tombali che rappresentano di per sé stesse una collezione originale di opere d'arte. L'area del Vecchio Cimitero diventò presto troppo ristretta per i bisogni della comunità. E siccome le usanze giudaiche vietano la liquidazione delle vecchie tombe, si ammucchiavano su queste nuovi strati di terra per sotterrare i nuovi morti. In alcuni di questi luoghi sono sovrapposti anche quattordici strati. Le stele venivano tirate fuori e nuovamente rimesse accanto a quelle nuove creando un caratteristico ammasso forestale di pietre tombali. Ve ne sono più di 12.000, risalenti fra il XV e il XVIII sec. secolo in cui vennero vietati i Cimiteri nelle aree abitabili della Città. Le pietre tombali sono decorate con rilievi artistici rappresentanti simboli diversi, animali, per esempio, corrispondenti al nome, l'origine o la professione del defunto. 

Al centro del Cimitero è la Lapide della fossa di Yehuda ben Bezalei, chiamato Rabbi Loew. Rabbi Loew fu per 36 anni il superiore della Scuola talmudica e in seguito Rabbino Supremo di Praga. Qui concepì le sue maggiori opere filosofiche e religiose. Studioso di kabbala, e considerato da tutti estremamente versato nelle arti magiche, viene indicato dalla tradizione come il creatore del Golem, una mitica creatura di Fantasia...

- Ecco, appunto! Ho l'impressione che sarebbe il caso di fare un sopralluogo notturno a questa tomba. Mi sembra la cosa più significativa di tutto l'insieme, per i nostri “amici”. Non vorrei che nascondesse qualcosa...- trasmette Eraclito.

Finita la visita il gruppo torna nell'albergo con un nulla di fatto.

Come deciso con Eraclito gli empathici si turnano a sorvegliare il cimitero. Alex fornita di abbigliamento pesante e caldo, decisamente poco sexy, riserva per sé nella notte il turno più lungo, dalle 23.00 alle 5.00. Lo spettacolo di Praga di notte le consente il massimo della concentrazione. L'illuminazione è piacevolmente soft e contribuisce ad aumentare l'aura di mistero. Alex non si cela, non ne sarebbe capace. Ad un osservatore esterno la ragazza pare immersa nei propri pensieri, seduta su una panchina all'esterno del cimitero ebraico. Ogni tanto si alza per sgranchirsi le gambe, si accosta, per quanto è consentito, alla sinagoga osservandone la struttura nei più piccoli dettagli. Nuvolette d'aria condensata le fanno da corona. La ricetrasmittente accesa e carica in una tasca dello sherling le fa compagnia. Alex approfitta della sua “insonnia” per prendere nota del tipo di sorveglianza che può o meno avere il cimitero, in modo da programmare l'incursione che, auspicabilmente, faranno Aliria ed Abrham la notte successiva.

La mezza luna calante sale verso mezzanotte e mezza, ma il cielo è coperto e Fabio decide di aspettare il cuore della notte per la sua passeggiata. Esce verso le dieci, si trova una locanda dove poter mangiare bistecca e patate in santa pace, sempre collegato e sempre nei pressi del Ghetto, si scola qualche birra e poi va a spasso per il centro, fino al Ponte Carlo. Si ripromette, se riescono ad andar via non di scapicollo, di fare una puntatina a rivedere il tesoro di Loreto.

Alex nota due macchine della sicurezza locale... I recenti tristi accadimenti internazionali hanno imposto una vigilanza stretta di un così importante luogo di culto per le popolazioni Ebraiche. Avvisa Aliria, alla quale ha dato la terza ricetrasmittente, di restare in albergo e chiama Eraclito... Solo lui può evitare di essere visto.

Lentamente, man mano che il tempo passa, Eraclito accentua sempre più le sue doti di occultamento. Diventa un passante anonimo che nessuno nota, poi un'ombra vista con la coda dell'occhio, poi solo un lieve sbuffo di vento, a stento percepito. Verso le tre passa accanto ad Alex, che sente solo un bisbiglio: - Sto andando, stai attenta!- Scivola nel recinto, qualcuno ha scordato di chiudere una porticina secondaria, e si avvicina con cautela al sarcofago. Accentua tutti i suoi sensi, scruta, saggia, spinge, ma la ricerca, per quanto accurata, non porta a nulla. Non proprio di buon umore, torna alla sua stanza, avvisa Alex dell'inutilità della questione e riprende a sorvegliare la ragazza. Ogni tanto butta un occhio al libro di Kraus:

“Quando, per tutto il giorno, il sole si accapigliava con le nuvole, era come la lotta tra la pantera gialla e il toro nero. La tensione di un tale spettacolo non può essere intaccata in nessun modo dalle verità del barometro.”
 
 

PRAGA 3 Marzo 2002

Nella mattinata Alexandra dopo aver dormito quattro ore, si reca nuovamente alla Sinogaga di Pinkas, cerca Rebeckah e le offre un caffè. Mentre stanno sorseggiando la bevanda la interroga su leggende del luogo ed usanze. E' interessata a scoprire se vi siano funzioni particolari a cui assistere. Rebeckah si mostra molto disponibile a fare due chiacchiere e rispondere alle domande di Alex. 

- Non vi sono funzioni particolari. Ma le leggende... quelle si che sono belle e numerosissime... Il tempo ci è avverso temo, devo andare a lavorare e nei dieci minuti che ho a disposizione non potrei neanche cominciare a raccontare... - la donna appare dispiaciuta.

- Chi è il capo Rabbino? Che tipo è? Una mia amica mi ha parlato di un signore molto misterioso che ha visto spesso in Sinagoga e di cui non ha capito sia la provenienza sia la carica. Sempre vestito di scuro, molto schivo. Lo conosce? - chiede allora Alex incalzante, ma sempre sorridente.

Rebeckah si fa attenta e pensierosa poi risponde: 

- La sua amica ha visto bene. Credo che si tratti del Duca Venceslav, al momento non mi sovviene il cognome. E' un tipo molto lugubre, ha richiesto tutta una serie di permessi per poter studiare le iscrizioni sulle lapidi, dichiarandosi studioso di cabala, pur non essendo ebreo. Di lui si sussurra che sia un mago... uno stregone... è un bel po' che non lo vediamo da queste parti a dire il vero... –

Alex si fa interessatissima e continua a chiedere: 

- Dove abita questo Duca? Mi sa dare maggiori dettagli? –

Rebeckah sempre con tranquillità risponde: 

- In un villaggio nella Selva Boema, si dice che lì abbia un castello. Ma se lo desidera chiederò informazioni ai colleghi e domani le saprò dire...-

Alex ringrazia e poi come se le venisse un'idea improvvisa aggiunge: 

- Rebeckah so che le sto facendo far tardi, ma sarei anche interessata a sapere se esiste una planimetria della Sinagoga... visto che è così antica non ci sono passaggi segreti a luoghi di protezione, date le numerose e terribili persecuzioni e diaspore ebraiche nel corso dei secoli? Sarei molto interessata a visitarli. Può organizzare per la giornata una visita per un gruppo ristretto? –

- No - dice Rebeckah - Non nella Sinagoga del cimitero, mentre invece credo ci siano passaggi a catacombe in quella più antica... anche di questo se lo desidera mi informo meglio... Ora devo proprio scappare Alexandra... –

Alexandra si alza e la saluta dopo averle dato il proprio numero di telefono per far sì che la donna la possa ricontattare il giorno seguente. Per tutto il tempo Alex ha tenuto accesa la ricetrasmittente in modo che Fabio potesse sentire.

Eraclito sentiva la conversazione tra Rebeckah e Alex e, alla menzione del duca Venceslav, comincia a digitare rapidamente sul portatile... Parole chiave tutte quelle legate alla sinagoga, alla Kabbalah, all'ebraismo, all'yiddish, al satanismo, alla storia di Praga e della Cecoslovacchia, più tutto quello che può saltar fuori incrociando i risultati. 

Il Duca Venceslav Woynzec è un antico nobile Boemo. Il suo castello è nella Sumava, nei pressi delle sorgenti della Moldava. E' un castello isolato e fuori dalle rotte turistiche. Appassionato studioso di esoterismo è stato titolare di una Cattedra di Storia dell'Ebraismo all'università di Praga. Oggi dovrebbe avere circa 80 anni, ci sono diversi suoi articoli in rete che trattano di numerologia e Talmud.

Arrivata in albergo Alexandra si fa una doccia veloce e si veste e trucca accuratamente, da degna rappresentante di sua Madre. Poi scende a pranzo e lì informa gli altri dettagliatamente di quanto Rebeckah le ha rivelato.

Patrizia ascolta con attenzione il resoconto di Alexandra sulle sue indagini e su quelle di Fabio.

- Penso che il Rabbi Loew c'entri, in qualche modo. Ma se serve un luogo impregnato di magia per effettuare il rituale di distruzione, quello non è certo la sua tomba, secondo me. Dovremmo cercare di localizzare la sua casa, quella dove aveva creato il golem e lo ha poi distrutto. Il suo laboratorio. Abbiamo già questo dato? Vuoi andare a parlare con Rebeckah ancora una volta o preferisci che ci vada io?-

- Potrei accompagnarti...- dice Abrham al suo fianco. - Mi sembra che la casa di Loew si trovasse nel vecchio ghetto di Praga ma mi pare che sia bruciato... potrei sbagliarmi, conosco poco Praga. In ogni caso conosco 3 libri sul rabbino: Niflahot Marahal “Le meraviglie di Praga”, 1909, In der Pareg Golem “Il golem di Praga”, di Chaim Block e Der Golem di Gustav Meyrink. Se il contatto di Alexandra non sa dirci nient'altro posso passare in università e cercarli. Potrei anche smuovere qualche vecchia conoscenza. Che ne dite?-

Alexandra ci pensa un po' è poi esordisce 

- Personalmente direi che è perfetto. Angelo ed io andremo a rivedere il cimitero... Il discorso della guida sul Duca mi ha lasciata molto perplessa. Mentre voi raccogliete ulteriori informazioni dalla guida e all’università su Rabbi Low e su quant'altro ritenete necessario, mi procurerò un album da disegno e vedrò di ripercorrere pietra sepolcrare per pietra sepolcrare alla ricerca di ciò che abbia potuto attirare l'attenzione di Venceslav. Se mi verrà chiesto cosa faccio mi spaccerò per una studentessa universitaria che sta preparando un esame su Numerologia e scienze cabalistiche. Direi di attivarci subito dopo pranzo ragazzi, siete d’accordo? Informerò Fabio di quanto deciso. –

Alex Gloom, arrivato in ritardo per il pranzo, saluta tutti in maniera piuttosto fredda, mangia con gusto il suo gulash ascoltando la relazione di Alexandra.

- Beh non è molto ma è comunque una pista che vale la pena provare a seguire. Ti accompagno volentieri Abrham, a suo tempo ho avuto occasione di cercare gli stessi libri e potrei darti una mano a trovarli. Inoltre la cabala ebraica è sempre stata una mia piccola passione. -
Lo sguardo e un mezzo sorrisetto indecifrabile diretti verso Enkada.
- Se posso darvi un consiglio cercate di apprenderne per lo meno i rudimenti e la gematria. Paola hai ancora l'opuscoletto che ti avevo fatto lasciare? Credo che prima o poi ci tornerà piuttosto utile.-

Enkada, che sta sorseggiando un caffè, ricambia lo sguardo di Alex Gloom poi sbuffa.

- Si, devo ancora avere quell'opuscolo da qualche parte. Allora facciamo così, ho visto che vi siete già divisi i compiti e che in nessun gruppo c'è posto per me, farò un salto in qualche libreria ad acquistare libri su cabala e gematria, poi resterò qui a documentarmi. Va bene? –

Alexandra tira un'occhiataccia a Paola: 

- Non è il caso davvero di fare le permalose. Nessuno di noi ha la bacchetta magica e sa cosa sia giusto fare temo, quindi chi ha delle idee propone ed agisce, esattamente come hai fatto tu poco fa... E' un gruppo bizzarro questo, ci si conosce a due a due più o meno, quindi è difficile dare compiti o programmare ciò che deve fare l'altro. – 

Enkada le sorride:

- Permalosa io? Davvero no. La mia era solo una constatazione, ma del resto sono l'ultima arrivata e ne so veramente poco di tutta la questione. Sarò più utile rimanendo qui a studiare. –

Alexandra si alza da tavola, si pone dietro le spalle di Gloom, gli schiocca sonoramente un bacio sulla guancia e gli spettina i capelli, stando attenta a scostarsi subito repentinamente. Poi sorride, strizza l'occhio destro ad Angelo e gli dice: - Vogliamo andare tesoro? – 

Angelo si alza con una smorfia che sembra dirle “prima o poi ti sculaccio”, Alex ridacchia e si allontana con lui prendendolo sottobraccio ed allungandogli un bacetto sul collo.

Enkada ha seguito tutta la scena piuttosto divertita. Osserva Alexandra ed Angelo allontanarsi poi si rivolge ad Alex:

- Allora farò quelle ricerche sulla cabala e sulla Gematria. Tu cosa farai? –

- Darò una mano ad Abrham con quei testi. Forse all'università troveremo qualcuno che di queste cose ne capisce realmente qualche cosa. – le risponde Gloom.

Riacquistata una parvenza di serietà Alexandra ed Angelo si dirigono verso il cimitero ebraico, Alex armata dell'immancabile blocco da disegno, restandovi fino a sera. Rientrano per cena, per tornarci per il turno dalle 23.00 alle 5.00.

Abrham mette mano alla agendina dei numeri telefonici e trova qualcuno adatto all'argomento qui a Praga. Fa un po’ di telefonate e combina alcuni incontri con qualcuno che sappia istruirlo meglio sulla storia di Loew e che lo possa aiutare a trovare i tre libri. Usa come scusa una raccolta dati per le Edizioni Oceaniche. Dopo gli incontri visiterà le biblioteche più “in” per trovare qualche dato sul rabbino, la sua storia, la storia del Golem, la sua abitazione, i suoi discepoli e anche la storia di qualche Alchimista come Sendivogius.

- Io cercherò la casa di Rabbi Loew, suppongo che sia un’attrazione turistica, farò un po’ di foto e parlerò con il guardiano. Speriamo di trovare qualcosa di utile! – dice Patrizia alzandosi e salutando tutti con un sorriso.

Anche Enkada si alza: - Farò il turno di sorveglianza al cimitero dalle 20.00 alle 23.00. –

- Io proporrei di farli doppi: 4 occhi son meglio di due no? Nel caso la mia proposta venisse accettata io mi aggiungo a Paola. – le risponde Abrham.

Poi guarda Gloom - Andiamo Alex, abbiamo un po’ di gente da vedere, domande da fare, roba da chiedere, libri da trovare....che altro? -
Poi si avvia fuori aspettando che Gloom lo accompagni.

Alex Gloom senza farsi aspettare segue Abrham. Con la macchina che ha affittato all'aeroporto i due raggiungono l'università. Mentre Abrham vede di rintracciare i suoi contatti. Alex si accomoda nella parte riservata al pubblico della biblioteca e lì accende il proprio portatile. Se deve attendere tanto vale farlo in maniera utile. Grazie a sofisticati programmi di ricerca incrociata ecco spuntare una serie di siti interessanti riguardo all'argomento Golem e Rabbi Loew. In succo è la storia del golem: fu creato per aiutare il rabbino a difendere il suo popolo dalle accuse di usare il sangue di bambini nei riti. Il golem pattugliò il quartiere ebraico e scoprì i colpevoli che volevano accusare ingiustamente gli Ebrei. A investigazione conclusa venne disattivato e nascosto nell'attico della sinagoga che venne sigillato e proclamato invalicabile. E lì che ancora adesso dovrebbe riposare...

Enkada se ne rimane in albergo a studiare. Quelli che di tanto in tanto passano per il salone dove lei si trova di solito possono vederla immersa in libri e tomi di varie dimensioni. Accanto ha spesso una tazza di caffè. Risponde brevemente ai saluti che le vengono rivolti e sembra piuttosto concentrata.

A sera, mentre finisce velocemente il suo pasto, finalmente dà voce alle sue idee:
- La Gematria è un casino. Ci sono stata su tutta la giornata ma non sono sicura di averne appreso che l'abc. Se servirà sarà utile rivolgersi ad un esperto, immagino che un rabbino possa saperne abbastanza. Comunque, se non altro ora so cos'è. In due parole: attribuire numeri alle lettere ebraiche che compongono le parole e da lì ricavare significati esoterici. L'Aleph, la lettera A nell'alfabeto ebraico, corrisponde al numero 1, tanto per rendere l'idea, ma anche al 111, perché è la somma del valore della lettera A (1), L (30) e P (80) che compongono la parola Aleph...in ebraico Alp. - 
Enkada si sofferma un attimo e lancia uno sguardo ad Alex.
- Come fa a piacerti questa roba? Comunque, l'esempio più classico di Gematria è il 666. Scoprire a quale nome corrisponde questo numero equivarrebbe a conoscere il nome dell'Anticristo. Una accreditata ipotesi gematrica identifica 666 = Nerone Cesare, altre invece (che ritengo piuttosto curiose) identificano 666 con Giovanni Paolo II: il suo nome in Ebraico dovrebbe essere YWhNn PWLWs SNY. Il trucco di questa roba sta nel fatto che ci sono talmente tanti numeri e metodi di calcolo e combinazioni, che si può ottenere ciò che si vuole con un po' di pratica e dunque attribuire i significati che si desidera a numeri e parole. Solo una curiosità....quanti sono i nomi incisi nella sinagoga? - Sorride. - Beh, effettivamente la curiosità viene. Domani mi butto sulla cabala...oppure siamo in partenza per andare a trovare Venceslav? -
 
 
 

PRAGA 5 Marzo 2002

Le ricerche di Aliria non hanno un grande esito. La casa di Low fu bruciata nel ‘43 e al suo posto ora c'è una filiale della Deutsche Bank.

In biblioteca Abraham si accorge che le conoscenze di Gloom sull'argomento sono impressionanti e quasi non avrebbe bisogno di consultare dei libri, tuttavia non trova nulla che abbia attinenza con riti riguardanti Guardiani o Note.
Anche le ricerche di Angelo ed Alexandra sulle tombe non portano ad arrivare a conclusioni utili.
 
 

PRAGA 6 Marzo 2002

Continuano gli appostamenti al Cimitero. Nulla di rilevante. Se non ci saranno novità nella giornata di oggi, domani gli empathici partiranno per la Selva Boema. 

Enkada rimane tutto il giorno in albergo a studiare. La sera però non c'è più traccia di lei. La sua camera è vuota. Non ci sono segni di colluttazione, ma il suo libro di cabala è aperto sul letto.
Alexandra ed Angelo controllano la sua camera. La donna per cominciare prende nota della pagina in cui è aperto il libro. Poi lo sfoglia accuratissimamente, cerca un qualsiasi indizio come note o fogliettini sparsi, pagine sgualcite o strappate, invano. Il libro sulla Cabala è in italiano. Sembra che tratti i rudimenti della materia. E' aperto su una pagina che mostra il disegno dell'Albero della Vita. A fianco Enkada ha scritto, a matita, “è uguale al diagramma di Agrippa!” Non trova nient'altro, ma sembra che sia stata letta la prima parte, probabilmente Enkada aveva appena iniziato. Anche il testo sulla Gematria sembra soprattutto una introduzione. Non ci sono blocchi per appunti o un quaderni nella stanza. I cestini dei rifiuti sono vuoti. Nella stanza però trova due scimitarre nascoste sotto il letto, una piccola collanina con due ciondoli. La cosa di maggior rilievo che trova è un posacenere con i resti di un paio di canne. Il portatile c’è. 
Angelo indaga con il personale dell'albergo in modo molto cauto per non destar sospetti. Hanno visto la signorina uscire con qualcuno? No. In effetti aveva un appuntamento, ma avrebbe dovuto chiamarlo... forse se ne è dimenticata. Non è uscita con nessuno. Credevano che fosse ancora in stanza. Alexandra si ritira in camera sua con il libro di Enkada e lo studia come lei precedentemente. 
Gloom tornato in stanza dopo il suo turno di guardia si stupisce nel notare l'assenza di Paola. La cerca prima nelle due stanze che costituiscono la mini suite dove risiedono poi in bagno. La prima reazione è provare a telefonarle su cellulare. Non ottenendo risposta telefona agli altri per chiedere se qualcuno l'ha vista. Angelo gli comunica che è scomparsa dalla sera. Osserva bene la camera e cerca di capire se qualcosa è fuori posto. Torna alla porta e cerca segni di manomissione: la porta era chiusa, come se Enkada se ne fosse andata di sua volontà e avesse richiuso. Guarda attentamente anche le finestre, se ci sono ancora le sue cose nell'armadio, se ha lasciato il portatile in camera e se c'è il suo artiglio. C'è, e c’è anche quello di Gloom. Chiede alla reception la lista delle telefonate effettuate, ma non ne sono state fatte. Avvisa il portiere di telefonargli se la vede rientrare poi raggiunge gli altri di buon’ora. Bussa alla porta di Angelo:
- Enkada non c'è. Non è da lei muoversi senza dirmi nulla. Ho guardato ovunque. -
Con Alexandra e gli altri torna al suo albergo. Riprendono le ricerche, ma senza alcun esito.
Alexandra poco prima delle 23 si prepara per andare a fare il suo turno di guardia come le sere precedenti. In borsa mette la Cabala e anche il libro sulla gematria che ha trovato in camera di Enkada. Dedicherà la notte allo studio cercando di capire ciò che possa essere successo all'amica.
 
 

PRAGA, 7 MARZO 2002

Alex Gloom, Alexandra e Aliria affittano un'auto per recarsi nella Selva Boema. Ancora nessuna traccia di Enkada. Anche di Fabio nessuna notizia Angelo ed Abraham rimangono in albergo.

Abrham visita la città la mattina del 7 in cerca di qualsiasi cosa possa attirare la sua attenzione. Visita qualche Sinagoga per parlare con qualche Rabbi esperto di Cabala.
 
 

SELVA BOEMA 7 Marzo 2002

Attraversate Ceske Budejovice proseguite fino a Cesky Krumlov e avanzate per le strette strade che attraversano le foreste della Selva Boema. Alex lascia la guida ad Aliria, si accomoda nel sedile posteriore, apre portatile e i due libri, quindi accesa la ricetrasmittente chiama Fabio: 

- Fabio ci sei? - Attende pazientemente che l'altro risponda poi replica: - Sono con Gloom ed Aliria, stiamo procedendo verso il villaggio, volevo mettervi tutti al corrente di ciò che ho studiato nella notte e che ho trovato sul net. Se per te va bene comincio... -
Attende nuovamente risposta quindi li sommerge dei dati ed informazioni reperiti: 
- Tanto per cominciare ho trovato il talismano riprodotto da Agrippa nella sua “Occulta filosofia”. Sul talismano si può leggere la parola “Ararita”, che rende il suo possessore capace di scioglier tutti gli enigmi della parola divina, lo protegge dai sortilegi e lo soddisfa in ogni suo desiderio. Ararita e l'unione delle iniziali della frase ebraica: “L'Unico, principio della Sua unita, il principio della Sua unicità, essendo Una la Sua forma mutevole” letta in lingua originale da destra a sinistra. Fabio se hai con te il portatile ho provveduto a trasferirtelo via e-mail.

 

 Ne ho stampate su carta lucida più copie, tra i miei trucchi ho l'hennè a lunga resistenza... quello per i tatuaggi ed il trucco semipermanente. E' un'idea tanto malvagia pensare di tatuarcelo reciprocamente? -

Attende risposta e poi si lancia nella lettura dal portatile. 
- Ho fatto un collage di ciò che ho trovato, spero di aver preso qualcosa di utile, ve lo leggo. “Racconti fantastici su adepti israeliti che compivano miracoli per mezzo della cabala, consolidavano la fiducia nella potenza della parola. Con l'aiuto del Libro Yetzirab, il maestro Elijah di Chelm nel XVI secolo aveva fabbricato con la creta un uomo artificiale, un Golem (letteralmente: materia informe), e credette di dargli la vita scrivendogli sulla fronte il nome segreto di Dio. Questa stessa impresa fu in seguito attribuita a Rabbi Judah Low ben Bezalel di Praga, che, atterrito dal mostro sempre crescente, gli cancellò dalla fronte la parola arcana, e quello ricadde in una massa esanime. Un tal fatto comprovava chiaramente che il prodigio era operato dalla sola parola, sebbene Eleazar di Worms avesse dato nel XIII secolo una ricetta molto complicata per fabbricare questi esseri fantastici. Lo stesso Eleazar è ritenuto autore del libro cabalistico attribuito dalla leggenda all'angelo Raziel, gremito di eterocliti nomi, soprannomi e sinonimi di angeli, formati sui noti modelli di Gabriele, Michele, Raffaele e simili. Altri nomi analoghi erano composti da cabalisti con una radice esprimente la specifica funzione dell'angelo completata col suffisso “el” (Signore): per esempio Raziel e l'angelo che rivelo ad Adamo i misteri (in ebraico Raz); Samael e l'angelo del male (in ebraico Sam significa veleno); Yarhiel è l'angelo della luna (in ebraico Yerah). Questa semplice regola ed altre più complesse, formulate già nel periodo talmudico, furono elaborate nel corso del Medioevo; ma tre appaiono essere i principali metodi della cabala simbolica, che discopre occulti significati nelle lettere e nelle parole della Bibbia, formando ad uso della magia nuove parole, anagrammi e numeri. In ebraico, come in greco, i numeri sono espressi non con cifre, ma con lettere, e si chiama gematria un procedimento per scoprire rapporti fra le parole mediante il calcolo del loro valore numerico. Le parole che danno lo stesso risultato possono sostituirsi l'una all'altra, o possono indicare col loro numero un nuovo significato: ad esempio il valore numerico di Jehovah (Yehova) e 10, 5, 6, 5, in totale 26, e poiché i numeri contenuti nel nome di Dio s'interpretavano misticamente, i cabalisti scoprirono che il suo nome più efficace deve contenere settantadue lettere, e che la conoscenza di esso è il più alto potere che possa raggiungere l'uomo. Come esempio d'interpretazione biblica secondo la gematria, valga il passaggio della Genesi 14:14, ove Abramo libera Lot dalla captivita con l'aiuto di trecentootto schiavi: a chi osservi che tanti uomini erano troppi per colui che aveva al suo fianco il Signore, la gematria risponde che la somma delle lettere nel nome di Eliezer di Damasco, maggiordomo di Abramo, è trecentootto, e che Abramo annientò i quattro re e salvo Lot avendo lui solo a compagno. La gematria consentiva al mago di fondere insieme parole di valore numerico equivalente, formando cosi nuove oscure parole che si ritenevano cariche di potenza. Il metodo notarikon considerava le parole ebraiche come acrostici di cui ogni lettera era l'iniziale di un'altra parola, oppure prelevava le lettere iniziali e terminali e da questa traeva nuove parole. Famosi talismani e parole magiche furono inventati con l'aiuto del notarikon. La parola Agla, che cosi spesso appare nei cerchi magici, e formata dalle iniziali della benedizione: Atba Gibon Leolam Adonai (Tu sei possente per sempre, o Signore). La Genesi inizia con la parola Bereshit “al principio”, che contiene secondo il notarikom le iniziali della frase: “Egli creò il firmamento, la terra, i cieli, il mare e l'abisso. ”. - Alex fa una pausa e dice - Il Talismano di Agrippa e facilmente riconducibile a questi credo - poi continua - “La temurab sostituisce, traspone e permuta le lettere delle parole, e ognuna di queste può assumere un significato occulto. Scrivendo in un dato ordine e su due righe le ventidue lettere dell'alfabeto ebraico, i segni che si trovano l'uno sull'altro sono in reciproco rapporto e possono sostituirsi fra loro. Ma con la stessa procedura si sono formate molte altre diverse combinazioni alfabetiche denominate Abgath, Agdath, Adbag, Abbad, ecc. a seconda delle due prime combinazioni. Si comprende che con tali artifici i cabalisti scoprissero dovunque nella Bibbia significati segreti, specialmente se si consideri che nell'originale scrittura ebraica non s'indicavano chiaramente le vocali. Non fa pertanto meraviglia che, calcolando le parole in numeri e i numeri in parole, i cabalisti ridussero ad assodare l'intera organizzazione dell'universo, i nomi di Dio e degli angeli, e il numero degli ospiti celesti, che è 301.655.172. Prima di lasciare il regno della cabala, un racconto della moderna Palestina dimostrerà che anche oggi giorno i cabalisti sono capaci di operare prodigi con l'ausilio della temurah. Quando nell'ultima guerra l'esercito tedesco occupo’ la Grecia, gli Ebrei della Siria avevano gran timore che l'invasione germanica dilagasse fino al loro paese, e poiché la strategia alleata sembrava impotente a veleggiare contro la marea, invocarono il soccorso dei Mekkubalim o cabalisti. Questi si ritirarono in meditazione, e dopo una seduta che occupo l'intera notte, s'affacciarono alla moltitudine allarmata dicendo che il pericolo era scongiurato: essi avevano trasposto le lettere del nome Siria, in quelle del nome Russia, che in ebraico ha le stesse lettere, sebbene diversamente situate. E avvenne proprio quel che essi avevano predetto con la loro arte magica. Perche Hitler, invece di proseguire l'avanzata verso il Medio Oriente, si buttò poco dopo contro la Russia. Con la forza delle parole e dei numeri, i cabalisti evocavano gli spiriti, estinguevano gl'incendi, allontanavano le malattie; ma i gentili rivolgevano la loro dottrina ad un altro proposito, e con argomenti raccolti dalla cabala tentavano di convertire al cristianesimo i dotti israeliti. Lo Zobar insegna che Adamo Kadmon, la suprema manifestazione dell'Essere divino, e conformato a sembianza umana, poiché la forma dell'uomo include tutto quel che esiste in cielo e in terra; perciò Dio ha prescelto per sé la forma umana, e un Dio in figura d'uomo non può essere che Cristo, tanto più che lo stesso Zohar dice che Dio avendo creato quest'Uomo Celeste, l'ha usato come cocchio per la Sua discesa. Nello schema cabalistico di Khunrath lo En Soph, cioè il nucleo delle divine emanazioni, è occupato dalla figura del Salvatore, ritto sulla fenice, simbolo della resurrezione e dell'immortalità. Dal centro luminoso irradiano i dieci appellativi di Dio, corrispondenti ai dieci Sefirot, sistemati in circolo nello schema, i quali a loro volta gettano i propri raggi sui dieci Comandamenti, che formano l'orlo esterno del cerchio. Le ventidue lettere dell'alfabeto ebraico si aggruppano come intermediarie fra i Sefirot e i dieci Comandamento, e nel centro risplendente sono disseminate le cinque lettere del nome ebraico di Gesù. Ma questo diagramma, per quanto ben immaginato, era lungi dal poter convertire gl'Israeliti, poiché nel disporre Cristo entro l'En Soph, l'Essere senza fine e senza limiti, Khunrath aveva contravvenuto al dogma accettato dai cabalistici, tanto cristiani quanto ebraici, che Adamo Kadmon fosse contenuto nei Sefirot. Nella Cabala svelata di Knorr von Rosenroth (Francoforte, 1684) un curioso dialogo tra un cabalista e un filosofo cristiano, desideroso appunto di convertire gli Ebrei, enumera tutti gli elementi addotti per provare che Adamo Kadmon non è altri che Cristo. Il breve trattato e secondo il suo autore “un'applicazione della dottrina ebraica della cabala ai dogmi della nuova alleanza col Signore, col proposito di formare un'ipotesi profittevole alla conversione degli Ebrei”. Il semiconvertito cabalista inizia la conversazione dicendo: “Non sapete, amico mio, che non v'e nulla di più urgente della nostra conversione?”. Ma è probabile che poche di queste discussioni sortissero l'effetto desiderato, perche gli attributi d'Adamo Kadmon soltanto con contorti cavilli potevano identificarsi con quelli di Cristo. Secondo la descrizione dello Zobar: “Egli appare in forma del vecchio per eccellenza, dell'anziano fra gli anziani, del più ignoto fra gl'ignoti. Eccetto che nell'apparenza con cui ci si manifesta, Egli rimane uno sconosciuto per noi. Veste di bianco ed ha un portamento vivace; sta assiso su di un trono di folgori che ubbidiscono al Suo comando. La bianca luce del suo capo illumina centomila mondi... La sua faccia è lunga trecentosettantamila mondi: Lungafaccia è il nome dell'anziano degli anziani...” Conscio di questa difficoltà Athanasius Kircher rimodellò la cabala con più vigore dei suoi colleghi, lasciandole ben poco della sua forma originale, e sostituì ai famosi dieci Sefirot dodici attributi cristiani dell'Eterno. Inoltre ritenne che i settantadue nomi segreti di Dio non fossero che i nomi dati a Lui nelle varie lingue: Dio, Dieu, God, Gott, ecc., e nel suo schema anticabalistico suggerisce che Dio, implorato con fervida fede in ogni idioma della terra, concederà il suo aiuto con più prontezza che se è invocato con le intricate formule magiche e con bizzarri appellativi. Beh... questo è quanto per ora... durante il viaggio cercherò di trovare qualcosa in più, nel frattempo pensiamo a quanto abbiamo e che il nostro scopo non e affrontare demoni ma sottrarre loro qualcosa di nostra proprietà... –

Arrivati ad un ampio lago, la Moldava immissaria serpeggia in una stretta e selvaggia valle, percorsa da una strada molto disagevole. E' complicato arrivare fino al villaggio di Kvilda. Gli Empathici si fermano nel paese limitrofo. Non ci sono locande, ma un'anziana signora, Miroslava Rusic, si offre di ospitarli in alcune stanze della sua casa.

I tre le chiedono notizie del Castello di Venceslav, dicendole di essere giornalisti italiani interessati ad intervistare il Duca. Miroslava è molto gentile. Dice che ormai il Duca non esce molto dal suo castello, che è raggiungibile con una sterrata, con un percorso di un paio d'ore. Vive solo, ha pochi domestici fedeli e non ama essere disturbato. Una volta alla settimana, fra quattro giorni la prossima volta, il maggiordomo scende con il calesse a prendere provviste, e potranno parlare con lui per prendere un appuntamento.

Alex si sistema per la notte in una camera da sola. Accanto la pistola che le ha fornito Angelo. Attende che Fabio si metta in contatto con lei, parla brevemente poi raggiunge gli altri:

- Non so che tipo di esperienza abbiate voi di sterrate, personalmente me la cavo piuttosto bene. Comunque sia visto quanto dettoci vorrei evitare di indisporre subito il duca e destare i suoi sospetti, così se siete d’accordo vi lascerei la mia ricetrasmittente e raggiungerei da sola Fabio. In questo modo formiamo tre gruppi. Uno al castello, uno a due ore di distanza, uno a Praga. In perfetto contatto tra di loro e coordinati per eventuali supporti o fughe strategiche. –
Raggiunge la padrona di casa e le dice che ritengono sia meglio attendere il maggiordomo ma ugualmente lei vorrebbe fare un giro perlustrativo della zona. Miroslava le indica la strada, un po’ perplessa.
Poi Alexandra chiama Angelo, lo aggiorna e gli manda tutto il materiale trovato, comunicandogli le sue prossime mosse e la posizione di tutti. Chiede anche se ci sono notizie di Enkada o novità in genere, ma dell’amica nessuna traccia. Si fa tatuare su una spalla da Aliria il Talismano di Agrippa e porta con sé il necessario per fare lo stesso con Fabio. Non appena buio si mette in cammino per giungere in prossimità del Castello poco prima dell'alba, subito dopo aver avvisato Fabio. Giunta in loco provvederà a mandargli un messaggio sul cellulare.

Intanto, nella casa, Alex Gloom si lascia tatuare da Aliria il simbolo su una spalla. Per tutto il giorno si era dimostrato parecchio inquieto. La scomparsa di Enkada pare non dargli pace. Non avendo altro da fare si mette a studiare in disparte i testi sulla cabala integrati con quel che riesce a reperire su internet. La maggior parte delle nozioni gli giungono quasi scontate. Di altre non può che trattenersi a fatica dal ridere. E' incredibile quanto realtà e mito riescano a mischiarsi con il passare del tempo. Alla fine si decide a fare qualcosa di utile, scarica dalla macchina presa a nolo i bottiglioni di reagentario recuperati durante il suo giro per le ditte farmaceutiche e si mette a eseguire sintesi piuttosto caserecce. Prepara dei pacchettini di acido picrico. Esegue la nitrazione sull'ovatta in modo da ottenere fulmicotone. Senza un laboratorio adatto non si arrischia però alla sintesi più pericolosa. La nitroglicerina per Angelo dovrà attendere... per quella ci vuole molta calma... e lui ora come ora è teso come una corda di violino.

La notte la padrona di casa viene risvegliati dalle urla furiose di Gloom. Lo trovano a letto con gli occhi sbarrati in stato quasi di shock. E' in preda quasi alle convulsioni. Il sangue che gli esce a fiumi dal naso.... A destare Aliria però non sono state le urla selvagge di Alex ma la consapevolezza della Cancellazione di Aracne...
La ragazza si riprende a fatica dalla terribile sensazione di perdita.
“Oh, no, non di nuovo ...” pensa, ed è la consapevolezza di aver fallito, che sono arrivati troppo tardi, che forse non erano nemmeno nel posto giusto. Poi sente le urla di Alex e si precipita nella sua camera.
Alex Glom continua all'infinito a ripetere le stesse parole:
- L'ho vista, l'ho vista...era lei. Ora non è più...- 
A nulla valgono gli sforzi dei soccorritori. Gloom pare non dare alcun segno di ripresa. La signora chiede disperata in ceco qualcosa ad Aliria, come attendendo che la rassicuri. Un capannello di abitanti del villaggio si sta assiepando fuori dalla casa, attirati dalle urla.
Patrizia cerca di calmare Miroslava e di farle capire che ha bisogno di un medico. Poi chiama Alexandra sul cellulare. Anche lei dovrebbe essere in difficoltà, ed è anche all'esterno. Il cellulare di Alexandra squilla ma nessuno risponde.
La giovane spiega alla signora e ai soccorritori che la sua amica è uscita ma che non mi risponde al cellulare, che bisogna organizzare una ricerca per trovarla prima possibile. Potrebbe star male anche lei:hanno fatto una vaccinazione, a Praga, e sapevamo che poteva dare di questi problemi, ma avrebbero dovuto verificarsi prima ...

Dopo aver organizzato una squadra di ricerca comincia a telefonare:

- Abrham, sono Patrizia, avete sentito la morte di Aracne ? Qui le cose vanno male: Gloom sta malissimo, e Alexandra è da qualche parte nei boschi, e non mi risponde al cellulare. Sto organizzando una ricerca per ritrovarla, poi vedrò di riportare tutti e due a Praga, ma non so quando Gloom sarà trasportabile. Ho bisogno di aiuto, e possibilmente di un medico. E voi come state?-

- Eraclito, dove sei? Qui sta succedendo di tutto, ed ho bisogno di aiuto. Sono a casa della signora Rusic, raggiungimi subito: Gloom sta male e Alexandra è dispersa! -

Alexandra De Ambrogiis è quasi a metà della strada, nel fitto del bosco di conifere, quando avverte lo strappo definitivo. Inizia con un senso di malessere, simile a una nausea. Poi un violento mancamento, crolla a terra attonita, con le lacrime che le scivolano copiose giù per le guance.

Aracne era stata cancellata. Tutto era stato inutile. Avevano fallito.

Per tutto il giorno 8 i soccorritori mandati da Patrizia non riescono a trovare nessuno. Alex Gloom pare riprendersi solo la mattina del giorno 9. Il 9 vedete tornare, verso le 7 di mattina, Alex accompagnata da un signore di mezza età dall'aria americana. Non parla italiano, ma in un buon inglese vi racconta che è un tipo peculiare che adora passeggiare nei boschi di notte e si è per caso imbattuto nella vostra amica che si era sentita male sulla via del castello e ve la sta riportando. Vi consiglia di tornare rapidissimamente a Praga per curare l'altro vostro amico e Alex, che non sta ancora molto bene, e profitta per chiedervi un passaggio, visto che i mezzi sono molto lenti ed ha già gustato il vero modo di vivere locale all'andata.

Patrizia lo ringrazia per aver soccorso l'amica e gli dice che ben volentieri gli daranno un passaggio per Praga, poi aspetta un momento in cui non ci sia nessuno attorno e gli si avvicina.

- Io sono Patrizia Fabbri, figlia di Destino di Enigma, Merlino. E tu devi essere Eraclito, il suo Gemello - lo guarda affascinata - Era da tanto che Desideravo conoscerti, ma non ne avevo mai avuto l'occasione finora. Speravo che capitasse in una circostanza migliore. –

- Verranno tempi migliori, - le sussurra la Nota con un impercettibile sorriso, - vengono sempre...-

 
 
 

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