Vuotare gli archivi: La biblioteca di Merlino
 

a cura di Patrizia Frosi 

con

Patrizia Aliria Fabbri, Abrham Nicosvik, Diego Ravenna

master Simone Biagini


 
Firenze, 25 aprile 2001

L’aria è tiepida in questa sera di fine aprile fiorentina, e piazza Santa Maria Novella è piena di turisti e fiorentini che passeggiano, godendosi la vista della facciata della chiesa, che i riflettori illuminano dandole un aspetto fiabesco.
Patrizia, Abrham e Diego, seduti in un bar, guardano gli altri passeggiare. Solo pochi giorni prima si erano ritrovati a Torino tutti i figli superstiti di Destino, per la prima volta dopo l’Armageddon, ed avevano deciso come riorganizzarsi. Molti gli assenti, troppi i morti e gli scomparsi, a loro, figli di Destino di Enigma, era spettato il compito di scoprire cosa era successo al loro Padre e al suo Vascello, Biagio Biagini. Non era stato difficile trovarne la casa, proprio in quella piazza di Santa Maria Novella dove ora stavano aspettando che tutti se ne andassero a dormire per poter agire.
“Certo che Merlino avrebbe potuto cercarsi un posto più adatto a lui...” pensano, “caverne, torri tenebrose, manieri misteriosi o roba simile... non certo un appartamento in pieno centro a Firenze” Una palazzina fine '800 di cinque piani, assediata di giorno da turisti e fiorentini vari (pochi) e di notte da americani scavezzacollo mezzi ubriachi, spacciatori, barboni e individui dall'aria losca che si guardano attorno con fare preoccupato, prima di entrare in un'edicola specializzata in pubblicazioni pornografiche.
Gli empathici non sono sicuri su quale sia il momento migliore per entrare... probabilmente di notte... verso le 3, sembra esserci poca gente in giro. Decidono di mandare uno di loro in avanscoperta, Abrham, mentre gli altri girano attorno, tanto per non far vedere quanti sono. Il portone è massiccio ed un barbone sembra averlo scelto come posto perfetto per riposare le sue stanche membra. Il giovane si avvicina alla soglia trattenendo un moto di disgusto per l'odore che circonda il vecchio e dà un'occhiata ai campanelli... Biagini, Biagini... si, terzo piano. Buono a sapersi.
Abrham cerca di comunicare con il barbone. Si avvicina con molta cautela, osservando prima se nota nulla di particolare e cercando di capire se è ubriaco fradicio, con l’intenzione, se non lo è, di svegliarlo offrendogli come ricompensa per qualche informazione qualche banconota di “grosso taglio”. Esattamente vorrebbe sapere da quanto “alloggia” qui: se è un tempo relativamente lungo, se conosceva il Signor Biagini, nel caso in cui non lo conoscesse gli farà una descrizione accurata, se ha notato qualche cosa di insolito, strano et similia ultimamente. Conta molto sul fatto che lo pagherà molto bene per convincerlo a parlare con lui.
Diego intanto gira intorno al palazzo, per vedere se ci sono altre uscite, ed Aliria tiene d’occhio la situazione, attenta a qualsiasi movimento “strano”.
Il barbone non è ubriaco fradicio perché non ha i soldi con cui pagare l'alcool. Soldi che accetta da Abe, senza poi rivelare informazioni utili: non ricorda assolutamente nessuno.
Deluso Abrham torna dagli altri, aspettando che sia un’ora propizia per entrare. In seguito, mentre i tre stanno gironzolando per la piazza, il barbone lo cerca per dirgli, totalmente ubriaco, che si, quel tizio se lo ricorda... chiede altri soldi per informazioni interessanti... soldi che Abrham gli dà. Il tipo li intasca, poi: 

- Ma mica viveva qui quel tizio... bah... magari si ma non lo vedevo mai... non era uno di quelli cattivi che ti buttano fuori da sotto il portone... questo è sicuro però mica doveva essere uno stinco di santo perché mai un soldo mi ha dato... si... si ... se non vive lì mi sembra normale che i soldi non me li dava... non sempre. Ah si, comunque... no no non ti arrabbiare  che mi ricordo... cioè, mi ricordo di non averci mai fatto caso a lui quindi qui non viveva però una sera è entrato... sarà stato un anno fa, o forse due... sai, più o meno a settembre, quando nell'aria c'è quel buon odore del vino nuovo e i turisti si sono tolti dalle palle... tanto sono tutti stronzi che ti guardano male perché puzzi e non ti danno una lira per far due... un anno o due o settembre ?.. mi pare settembre... si quello l'ultimo non quello prima o quello prima ancora... credo. Sai che ho sete ? Non hai da bere che tutto questo parlare mi ha fatto al gola secca ? No ? ... Peccato... però a te ora le cose le dico che sei simpatico... anche se scemo perché uno dovrebbe sempre portarsi dietro del vino buono da dividere con gli amici... non è vero ? Dunque... era settembre notte molto fonda e pure bagnata, sai pioveva... che... ehi ma tu non sei della polizia o robe simili vero ? Io non parlo con gli sbirri che poi qui mi tagliano la gola mentre dormo... sai... io ho paura con tutti questi attorno la notte. E' che non ho un posto dove vivere, lo avevo ma poi... si sa... il destino è quel che è. Ci avevo il negozio e quelli del racket me lo hanno portato via e io avevo venduto tutto per pagare lo strozzino... quello stronzo cravattaro di merda... ah, non sei un poliziotto... no, loro non sono così buoni e pazienti e non ti pagano da bere no... a quelli gli fai schifo... specialmente a quelle troie lì che sono sempre a fare multe e a guardarti male perché puzzi. Ok ok non te ne andare, non mi lasciare solo... si si... dicevo l'ho visto una volta che entrava, è sembrato sbucare dal nulla, cioè non ci avevo fatto caso a lui fino a che non me lo sono trovato accanto, che spavento tutto nero che sembrava il demonio. Era stupito di avermi fatto paura, cioè, sembrava più stupito che lo avessi visto poi ha scrollato la testa ed ha aperto il portone. GIUSTO ! GIUSTO ! MICA CI AVEVO PENSATO ! Aveva le chiavi quindi qui ci vive. E pure ora che ci penso l'ho visto anche uscire una volta, sarà stato un po' di tempo dopo a fine mese sempre lo stesso di prima. Scuro in volto e rassegnato. Poi mica l'ho visto più. Ah... non so mica quale era casa sua... e poi qui passa tanta gente, sai c'è il pazziere... si quello che fa diventare pazzi mentre dice di curarti... e poi c'è quello dei passaporti falsi... no, no questo non è vero che poi... snif... mi tagliano la gola... glielo ho già visto fare... tanto a voi ricchi di merda che gliene frega se uno di noi scompare... ronf ronf ronf ronf ronf...-
A questo punto il tizio si addormenta e non si riesce più a svegliarlo...

Sono ormai le tre di notte quando i destinanti decidono di agire. Abrham si appoggia al portone e con noncuranza prova ad aprirlo: “Tlack” è entrato... a quanto pare la serratura chiude male. Quando l'ultimo dei tre ha raggiunto Abrham lo chiudono e si avviano per le scale.
Al primo piano un centro di estetica “Bellissima” e al secondo uno studio medico psichiatrico e la sede di una ditta di import/export. Certo che da Merlino si sarebbero aspettati qualcosa di meglio... Al terzo piano due appartamenti: Biagini, il cognome è ancora sulla targa vicino al campanello, e Mefia dall'altro lato del pianerottolo. I tre osservano la porta: non è stata sfondata nè presenta segni di scasso, e l’appartamento è silenzioso, come anche quello di fronte. D’altra parte, è notte fonda … 
Abrham inizia ad esaminare la porta: controlla che non ci siano strani simboli, roba strana, poi Patrizia tira fuori gli arnesi da scasso, mentre Diego fa il “palo” al piano di sotto.
La porta sembra blindata, almeno a giudicare dalla serratura. La giovane prova a forzarla, si rende conto che è stata chiusa dall'interno... e che la chiave è nella serratura...
Patrizia guarda perplessa la serratura.

- Ragazzi, è chiusa da dentro... Bè, le possibilità sono tre: c'è dentro un Biagio vivo, c'è dentro un Biagio morto, ma in questo caso si dovrebbe sentire la puzza, c'è dentro qualcun altro. Adesso lo scopriamo. –

La ragazza ritira gli attrezzi da scasso, infila la destra nella tasca dove tiene la pistola e poi posa con grazia ma decisione il polpastrello del suo pollice sinistro sul campanello.
Dopo una trentina di scampanellate sentono una voce giovanile dall'interno, non quella di Biagio:
- Chi è ?...-

- Salve. Scusa per l'ora, ma sto cercando Biagio Biagini, un mio amico... mi aveva detto che se venivo a Firenze poteva ospitarmi... e così... non è che puoi aprirmi... è un po’ imbarazzante parlarsi attraverso una porta... - Patrizia  fa una risatina - Non ho intenzioni ostili, sai ....-

Il tipo apre uno spiraglio nella porta, che resta chiusa con un fermaporta:
- Eh?... ma non potevi telefonare prima ? O piombi sempre a casa della gente in questo modo alle 4 di notte ? -
Il tizio è un giovane sui 22-23 anni, moro, spettinato (stava dormendo), capelli corti, viso simpatico, pizzetto nero e occhi neri. Indossa una maglietta bianca e un paio di jeans, sembra piuttosto in forma anche se non ha l'aspetto di un tipo violento... solo assonnato.

Patrizia sfodera il suo miglior sorriso da “parto sempre per altre città senza sapere bene dove dormirò”, e tenta l'approccio amichevole. 
- Ciao! – dice con un sorriso sfolgorante.

- Comunque Biagio non sta più qui... è da un bel po' che non si fa sentire. Più o meno dall'ottobre scorso. Io sono il fratello. Mi dispiace, ora se vuoi scusarmi me ne torno a dormire...- dice mentre tenta di richiudere, poco cortesemente, la porta.

Un fratello? Biagio ha un fratello ? Non l'ho mai saputo. Troppe cose non ho mai saputo di mio Padre... Troppe domande non ho mai osato fare... La ragazza dismette l'aria da cretina in vacanza. Poggia una mano sulla porta. Non la spinge, ci poggia solo la mano, a dita aperte.
- Dopo essere tornato dall'Egitto o non è mai rientrato? - domanda seria. - Vedi... per me Biagio non è solo un amico... è qualcosa di più... è molto di più. Sono venuta apposta a cercarlo, perché sono mesi che non ho più sue notizie... sono preoccupata... noi dobbiamo parlare, forse tu puoi darci una traccia... senti, lo so che è un'ora indegna, ma posso tornate più tardi... so che non posso obbligarti a darmi retta, e non ci provo nemmeno, ma... se tu potessi aiutarmi a ritrovarlo...-

Bianco in volto il giovane apre la porta.
- Entrate... volete qualcosa da bere...? -
Vi fa strada in un ingresso e poi nella cucina, grande e spaziosa. Vi fa sedere attorno ad un tavolo e mentre si versa una coca cola con mani leggermente tremanti attende le vostre domande.

I tre seguono il giovane in cucina. Patrizia si guarda attorno, studia la casa senza dare nell'occhio, osserva se ci sono foto di Biagio con il fratello. Una volta seduti lo guarda bene. Una certa aria di famiglia c'è, ma questo dev'essere più giovane di Biagio. Effettivamente gli assomiglia, anche se è decisamente più curato nell'aspetto e meno magro del fratello. E adesso che cosa gli dico ? Cosa sa, lui, della vera essenza di Merlino ? Cominciamo con le presentazioni:
- Io sono Patrizia  Aliria  Fabbri, ma gli amici mi chiamano Aliria, e loro sono Abrham Nicosvik e Diego Ravenna. Noi siamo già andati in Egitto a cercare Biagio, siamo quelli che lo hanno trovato nel deserto. Poi io sono dovuta partire e non ne ho più avuto notizie... per un po’ l'ho considerato normale, poi... ho cominciato a preoccuparmi... E' vivo, non chiedermi come faccio a saperlo... ma vorrei sapere dov'è... parlargli... sapere se sta bene... Tu cosa puoi dirci ? –

- Mi chiamo Raffaele, e Biagio è mio fratello maggiore. L’ho sentito per telefono verso il 5 di ottobre del 2001. Mi ha detto che non gli era successo nulla in Egitto, che si era licenziato dal lavoro e che non si sarebbe fatto vivo per un bel po'... si sarebbe trattenuto in Egitto ancora un po' per completare alcune cose... per la precisione al telefono ha detto “l'apprendistato”, ricordo bene questo particolare anche se Biagio si è corretto. Non ho idea di che cosa abbia fatto poi e di dove sia andato. Mi ha telefonato una seconda volta il 25 di ottobre, mi ha detto che sarebbe stato via da casa per un bel po' di tempo e che nel frattempo l'avrei potuta abitare io, prima stavo dalle parti di Sesto. Dal tono di voce mi sono preoccupato e Biagio mi ha risposto che tutto stava andando abbastanza bene e che aveva sistemato tutto per permettermi di vivere tranquillamente d'ora in poi... ha chiuso la telefonata con la frase “tutto questo se il mio piano non dovesse riuscire, naturalmente, altrimenti... non credo che ti potrebbe essere di alcun aiuto comunque” con un tono che mi ha raggelato, poi, come essendosi reso conto di aver detto troppo, ha riagganciato. -

... l'Egitto che ritorna... speravo che quella storia fosse finita... ma non è così... mi sa che stiamo tornando al punto di partenza... il Destino è un cerchio...

- Capisco. E’ venuto qualcun altro a cercarlo? – domanda ancora la giovane.

- Un certo Andrea Bardazzi. Si è presentato a casa più volte prima che vi entrassi e ha chiesto ai vicini. Loro me lo hanno riferito, ma non so nulla di più. –

- Andrea Bardazzi lo conosciamo anche noi. – commenta Patrizia - Non sono sicura che sia veramente amico di Biagio come dice... Sarebbe meglio essere un po’, come dire, “prudenti” con lui. Hai fatto qualche tentativo per trovare tuo fratello?-

Raffaele esita un po’, come imbarazzato.
- Non che ci si sia mai parlati molto dopo la morte dei nostri genitori, in ogni caso ero abituato alle sue stranezze. Negli ultimi anni era inutile parlare con lui... sembrava invecchiato improvvisamente e mi guardava con occhi strani, inquietanti; e le cose che diceva, era diventato freddo, distante, quasi che gli affanni del mondo non fossero che giochi da bambini per lui...-

- Hai provato a controllare il suo conto corrente e la carta di credito ? E' difficile vivere senza soldi, e con la carta si può spendere in qualsiasi parte del mondo. Se ci sono delle operazioni potremmo vedere dove sono state fatte, che cosa ha pagato eccetera. Un'altra cosa: puoi darmi il numero di telefono di questa casa ? Vorrei provare a far rintracciare la provenienza delle due chiamate, la località precisa. -

Con la scusa di andare in bagno Diego si allontana e dà un’occhiata alla casa, alla parte che riesce a vedere.


 

Lo studio è ingombro di carte e libri, ma non riesce a scoprirci molto visto il poco tempo. Sembra comunque che il “fratello”, se tale è, non abbia toccato nulla.

La giovane, vista la manovra di Diego ed intuendone le intenzioni, distrae Raffaele facendogli altre domande, cerca di farlo parlare, per vedere se ricorda con naturalezza, se dice qualcosa che suona falso, per acquisire altre informazioni. Prende tempo. Dopo la sorpresa iniziale Raffaele sembra contento di parlare.

- L’Egitto è sempre stata una fissazione di mio fratello fin da quando era piccolo, poi negli ultimi anni è diventata quasi un'ossessione. In particolare la figura di un faraone o sacerdote, un eretico di qualche tipo, non che mi interessasse molto comunque. Poi la cosa è anche peggiorata, a volte parlava di fatti accaduti millenni fa come se li avesse vissuti, bè, era comunque il periodo in cui ci parlavamo poco e io mi sentivo a disagio con lui quindi non so dirvi di più. –

- Leggeva molto? Credo che si interessasse di occultismo e magia. –

- Anche questo... mai che mio fratello avesse interessi normali... pensate che faceva pure giochi di ruolo fino a qualche anno fa. Per quanto ne so non aveva libri particolari sull'argomento, le solite cose che si possono trovare in libreria. Un tempo passava spesso le giornate da un docente universitario, uno storico mi pare. Poi però è morto e le visite si sono fatte sempre più rare. -

Ormai è l’alba. I tre si congedano da Raffaele chiedendogli se possono tornare più tardi nel pomeriggio per esaminare le carte di Biagio. Il giovanotto acconsente. Patrizia gli raccomanda di telefonare alla banca per sapere se Biagio ha utilizzato il conto o la carta di credito da quando è scomparso. Raffaele risponde che il fratello non aveva carte di credito, solo un banale conto bancomat che controllerà. Le dà anche il telefono di casa, per permetterle di controllare la provenienza delle telefonate ricevute.
Poi si appostano sotto casa e aspettano che esca per andare a lavorare. Lo fotografano con la macchina digitale e lo seguono fino al lavoro, prendendo anche la targa della sua auto. Aspettano che entri, poi Patrizia scende e va a guardare i citofoni. A quanto pare lavora per una ditta di informatica abbastanza grossa: MD Informatica, c'è solo questo nome sulla pulsantiera. La giovane risale in macchina e con il palmare della Fato cerca su Virgilio il numero di telefono della ditta, poi fa la classica telefonata: 
- Scusi, potrei parlare con Raffaele Biagini? –
- Attenda, glielo passo subito. – risponde la centralinista.
Patrizia riattacca prima che glielo passino. Bene, un Raffaele Biagini lavora devvero lì. Non rimane che un ultimo controllo: va al comando dei vigili urbani con la targa e racconta che facendo manovra ha tamponato un'auto facendo un danno abbastanza serio, ma quando è tornata per lasciare un biglietto il tipo se ne era già andato, però lei ha la targa: non si può rintracciarlo? Le spiace che pensi che se l’è squagliata ecc. ecc. Sorpresi dal suo senso civico, in barba alla legge sulla privacy le dicono che è intestata a Raffaele Biagini. A questo punto i tre non hanno più dubbi: quello è il fratello di Biagio.
 

Firenze, 26 aprile 2001, sera

I tre ritornano a casa di Raffaele. Il giovane li conduce nello studio del fratello. I destinanti si mettono subito al lavoro, esaminando accuratamente tutto, alla ricerca di indizi su dove potrebbero essere Biagio e Merlino. A metà lavoro Abrham prende da parte Patrizia e Diego:
- Ehm... Patrizia posso parlarti un momento? Ci scusi signor Biagini. – Raffaele, discretamente, si allontana - Ditemi una cosa...ma voi ricordate esattamente quello che è successo in Egitto? Quello che Merlino ha fatto a noi ed a sè stesso? Non ricordate nulla? Non ricordate le sue parole “devo lasciare il Mondo degli Uomini per riunirmi al Mondo degli Spiriti”? Non ricordate più il Rituale per richiamare nostro Padre? Io non dico che quello che stiamo facendo sia inutile, anzi qui potremmo trovare buoni indizi, ma lo scopo ultimo è veramente trovare Biagio?-

- Certo che mi ricordo dell'Egitto - gli risponde Patrizia lentamente - Mi ricordo di quando abbiamo ritrovato Merlino torturato e quasi impazzito, e della fatica che abbiamo fatto per riportarlo alla realtà, a questa realtà. Mi ricordo delle sue parole, e del suo dono. - la ragazza sospira - Purtroppo io non ho mai ricevuto il rituale di invocazione, ma non vedo a che cosa ci servirebbe ora. Abrham, noi non stiamo cercando solo Merlino, la Nota, Destino di Enigma, ma anche Biagio Biagini, il vascello della nostra Nota, un essere umano modello base, del quale non sappiamo più nulla. Potrebbe star vagando da qualche parte senza più memoria, essere di nuovo nelle mani di qualcuno che vuole vendicarsi di lui. Come Merlino aveva delle responsabilità nei nostri confronti, così io penso che noi ne abbiamo nei confronti di Biagio. Lo so che abbiamo pochissimi indizi, quasi nessuno, ma io dico che dobbiamo tentare lo stesso. Dobbiamo almeno provarci. Voglio essere sicura che sta bene, che è libero e che sta facendo quello che desidera: l'amanuense sul Monte Athos, il bagnino a Riccione, l'insegnante di tango a Gardaland, non mi interessa cosa purché sia quello che lui vuole! - Esita qualche istante. - Se tu non credi più in quello che stiamo facendo, se hai dei dubbi, possiamo parlarne ...-

- Hai pienamente ragione: il mio scopo principale era trovare informazioni su cosa Merlino ci ha lasciato dopo la sua partenza... ma ora che ci penso credo che tu abbia ragione... Dobbiamo molto anche a Biagio, l'Uomo e non solo a Biagio\Merlino, la Nota. Credo che scoprire dove si trova sia una cosa che dobbiamo fare. -

Dalla perquisizione della casa non emerge nulla di particolare, sembra che Biagio si sia premurato di far sparire tutto il materiale relativo a Pathos, perfino dal suo computer. L'unica cosa interessante che trovate sul computer è una collezione completa di tutti i GDR fantasy per PC comparsi sul mercato oltre a vari emulatori con i relativi GDR per snes e simili. L'unica cosa strana che esce fuori dalla visita è che in casa non ci sono biblioteche degne di tal nome, libri di magia o cose simili... o almeno Raffaele non ne ha parlato.

- L'unica biblioteca di cui sono a conoscenza è quella della vedova Gerardi di cui ogni tanto mio fratello si occupava... ha sempre avuto la passione per le vecchie biblioteche e gli archivi. –

- Va bene. Ti ricordi mica l'indirizzo, oppure hai un numero di telefono? Potremmo andare a trovarla domani. - gli chiede la giovane.

L'indirizzo non lo trovate in casa ma avendo nome e cognome non è difficile trovarlo sull'elenco telefonico. Telefonate alla vecchia signora che è sorda come una campana... Dopo una faticosa conversazione fissate un appuntamento con lei per il giorno dopo. La casa della vedova si trova a Fiesole, una vecchia cittadina etrusca nei dintorni di Firenze, abitata da ricconi e turisti pieni di soldi. Non è proprio una villa ma gli si avvicina molto, è una casa su tre piani, con un piccolo giardino attorno e un'aria di vecchio che sembra filtrare dalle pareti di pietra, ricoperte di fiori rampicanti. Suonate più volte alla porta prima che la padrona di casa vi venga ad aprire. Una vecchia sui 75 anni, vagamente simile ad una mummia rinsecchita, vestita con gusto seppure vagamente anni 20. Aspettarla mentre percorre i 30 metri di vialetto per arrivare al cancello è una tortura ma alla fine vi saluta con cordialità e vi invita in casa per un thè.
- L'unica sana abitudine che hanno quei selvaggi inglesi! - mormora.
Parlate a lungo di Biagio e venite a sapere che il “caro ragazzo”, come lo chiama, si è occupato di lei, mantenendola anche finanziariamente, probabilmente, dalla morte del marito, avvenuta circa 2 anni fa. 
- Poverino... - mormora - lo trovarono per la strada... un attacco di cuore... poverino... non vollero farmelo vedere... dissero che sembrava avesse visto la morte in persona... se non fosse stato per quel caro ragazzo... -
A quanto pare Biagio, oltre a farle compagnia rimetteva in ordine i libri del marito, un gran confusionario, e spesso leggeva romanzi e racconti di viaggi alla padrona di casa.
- Sapeva tante belle storie... di posti lontani ed esotici... le mie preferite erano quelle sulla Britannia antica e sull'Egitto... –

Appena lo chiedete vi mostra con orgoglio la biblioteca del marito... Restate esterrefatti, tutto il terzo piano della casa è occupato dalla biblioteca, testi di storia, matematica, religione, lingue moderne, antiche, semidefunte e defunte, filosofia, folklore, medicina. Una piccola stanza è inoltre occupata da un letto e da un computer. 
- Quel caro ragazzo a volte passava ore e ore sui libri per preparare gli esami, sapete, andava all'università... ora è tanto che non si fa più sentire... quindi passava anche la notte qui... ogni tanto...-
Senza dare troppo nell'occhio rovistate tra i libri e i fogli sparsi ovunque, Diego osserva con noncuranza alcuni testi di medicina e ne apre uno a caso... lo vedete sbiancare mentre il libro cade al suolo con un tonfo... la rilegatura è falsa, le pagine dell'opera sono evidentemente antiche, ricoperte di diagrammi e simboli esoterici, con annotazioni scritte a mano sui margini... prendete altri libri a caso e pian piano notate che almeno uno su dieci è un libro di magia, occultismo, demonologia ecc. ecc.

- La biblioteca di Merlino...- sussurra stupita Patrizia.
Libri. Centinaia, migliaia di libri. Scaffali e scaffali, dal pavimento al soffitto e da una parete all'altra. Uno su dieci. Uno su dieci. I pensieri si rincorrono e rimbalzano nella mente di Patrizia  come una manciata di monete d'argento lanciate da una scala di marmo.
Sono centinaia.
Tutto il sapere di Merlino.
Non possono restare qui.
Dobbiamo averli!
Ad ogni costo!!

- Ehm, ragazzi.....credete che sia buona cosa lasciare tutta questa roba qui? – sussurra Abrham - Se questa è “l'eredità di Merlino” allora lasciare i libri alla signora non so se sia saggio: devono essere volumi preziosi. Credo che abbiamo due soluzioni: chiedere gentilmente alla signora di donarci alcuni libri o continuare a fare quello che faceva Biagio, cioè “mettere a posto” i libri del marito e casomai consultarli. Che mi dite? Io penso che Biagio abbia usato questo luogo anche come copertura, volendo potremmo farlo anche noi; però con i tempi che corrono vorrebbe dire mettere a repentaglio la sicurezza della signora. -

Diego si offre volontario per un lavoro part-time a casa della signora. La vedova risponde che non ce ne è motivo, mica è morto quel “caro ragazzo”. Prima o poi tornerà. In ogni caso gli permetteva di rimettere a posto i libri perché quando il marito era vivo erano cari amici, non li farebbe toccare ad altri.

“ Acc! Se la tipa si impunta qui non entriamo più. Proviamo con un altro approccio.” pensa Patrizia.
- Certo che sono veramente moltissimi. – dice la giovane con un sorriso - Biagio ci aveva detto che suo marito aveva una ricchissima biblioteca, ma non ce la immaginavamo così vasta. Vede, noi siamo in contatto con Biagio perché abbiamo degli interessi in comune, e spesso è stato lui a dare un significativo impulso alle nostre ricerche con la sua straordinaria erudizione, davvero notevole in una persona così giovane. Bè, certo che avendo a disposizione una biblioteca come questa ... - La ragazza esita un attimo. - Ultimamente stavamo lavorando ad una ricerca sulle tradizioni druidiche dell'antica Britannia. L'università di Chieti, della quale è docente il professor Nicosvik, qui, l'avrebbe pubblicata, ma senza il suo aiuto, bè, debbo confessare che ci siamo arenati. Forse le stiamo chiedendo troppo, ma le saremmo veramente grati se permettesse anche a noi di consultare la biblioteca, Biagio ci aveva detto di aver trovato del materiale molto interessante. Naturalmente sarà citata la fonte, ed il nome di suo marito comparirà nel libro. -
I soci non credono alle loro orecchie mentre Patrizia  inanella questa serie incredibile di balle, ma il fine giustifica i mezzi.
La vecchina è estremamente interessata alla proposta di Patrizia, quando lei parla di “intitolare” qualcosa alla memoria del marito le brillano gli occhi. Acconsente a farvela consultare, è però irremovibile su una cosa: nessun libro deve uscire di casa o dalla biblioteca. Biagio le aveva detto che la differente temperatura avrebbe danneggiato i libri. “Portare via alcuni di questi potrebbe essere molto pericoloso” le aveva detto una volta... con un'aria preoccupata ed estremamente convincente.

- Per me l'idea è ottima... – osserva Abe - come il fatto di lasciare la casa della signora in questione come copertura. Solo che non mi va tanto giù la possibilità che possa essere in pericolo a causa di quello che c’è qui. Non lo so.....voi che dite? -

- Credo che non ci siano alternative. Merlino deve aver usato qualche suo potere per impedire che la biblioteca venisse spostata, e la scelta del “guardiano” non è casuale. Potremo studiare e apprendere, ma i libri restano qui. – 
Patrizia si guarda intorno. Hanno cominciato cercando un uomo ed hanno trovato l’eredità del loro Padre, una scoperta inaspettata. O forse è qui che erano destinati a giungere fin dall’inizio. La ragazza sorride. Il Sovrano sceglie tortuosi sentieri per i Suoi figli.
Come sempre.

 
 

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