Dodicesimo Foglio: Ogni promessa è debito
Dove
ho messo il seghetto? Stai ferma, non ti muovere, devo procedere alla mutilazione
del naso. Ecco... così, non urlare, non mi fai sentire il fruscio
del seghetto sulla cartilagine. Il sangue sgorga dalla ferita e tinge di
rosso il lenzuolo. Le tue mani, legate alla sponde del letto, si aprono
e si chiudono nervose, tendono i muscoli degli avambracci, e le gambe,
divaricate, non smettono di scalciare inutilmente. Smetti di gridare! I
tuoi capelli si scompongono selvaggi al dimenare della testa dondolante,
rendendomi impossibile proseguire nell'operazione. Devo finire rapidamente
altrimenti potresti morire dissanguata o, peggio, annegata nel tuo stesso
sangue. Eppure ti avevo avvertita tante volte. Tu pensavi che stessi scherzando,
vero? Solo perché sono una persona gentile, abituato nel mio lavoro
di dentista a mutilare le bocche dei pazienti con il rassicurante sorriso
di colui che, nonostante tutto andrà fino in fondo al suo lavoro.
No cara, non dovevi esagerare. Io ritorno a casa, dopo un'intera giornata
da torturatore specializzato e autorizzato, mi metto a letto, senza cena,
disgustato per aver dovuto cavare tutti quei denti marciti dalle fauci
puzzolenti della vecchia signora Yu Hua, e cerco di fare un po’ di conversazione
con te... e tu, come sempre, ogni notte, da 10 (DIECI) anni
No, cara, ti avevo avvertito: "Un giorno o l'altro ti taglierò
il naso!". Ricordi la canzone del nostro primo incontro? "Come pisello
fuor dal suo baccello, mano nella mano sotto l'ombrello,