Quarto Foglio: Discorso sul metodo

Facemmo adunque più lungo viaggio recandoci in Provenza. Lo mio Maestro, già pur pensando alla domanda, pria ancor ch'io ne favelli, mi disse: "La Filosofia tu darai a chi la 'ntende; la Fisica a chi promette di ben usar ciò che tu offri; ma l'Alchimia a ognuno la dovrai negare, poiché come dannò Minosse, così falsamente la vita consuma di colui che troppo vi ragiona". Ondio: "Maestro, se nel tuo lume io discerno chiaro, tu m'insegna prudenza nello studio della Scienza Sublime, là dove il Diavolo bugiardo con la Menzogna si giace". E così discorrendo, di qua e di là menammo l'intelletto nostro, mossi dal vento e respinti dalla pugna. Quand'ebbi a divenir del mondo esperto, spesse fiate ragionai di queste ed altre cose che lo mio Maestro mi fe' desideroso di sapere. Una su tutte, e mal volentier lo dico, mi appare dolorosa e mi tormenta, ora che da 5 (CINQUE) anni, sono qui a

INSEGNAR LE SCIENZE IN PROVENZA.

Da pulci, mosche e tafani, dicea il Maestro, guardati e sorveglia, perché verrà il giorno in cui alle cosce, alle gambe, al ventre e al casso, per ogni dove l'insetto s'appiglia:

<Sì ch'ogni Bianco ne sarà feruto>.
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