Ottavo Foglio: Confessione allo specchio

Sì, cittadino commissario, sono stato di servizio per molte volte alla ghigliottina.
No, cittadino commissario, non ho mai mancato al mio dovere. Ho tagliato le teste dei nobili con la massima precisione, e anche quelle dei cittadini che si sono messi contro la rivoluzione. Quando tentavano di gridare ho messo loro uno straccio in bocca, per evitare che una morte impietosa troncasse le loro vite in un istante di viltà.
Sì, cittadino commissario, lo so che queste mie benemerenze non mi risparmieranno la sorte che il Tribunale del Popolo mi ha riservato, e proprio per questo mi sono deciso a confessare.
Sotto il patibolo, ben nascosto dagli assi di legno del palco, io e i miei colleghi abbiamo costruito un complicato sistema di raccolta del sangue che zampilla copioso dalle teste recise dal tronco. In un primo tempo lo abbiamo fatto per ragioni igieniche, per evitare che la folla intorno a noi potesse essere disturbata dagli effluvi di sangue che si incanalavano nelle condotte dell'acqua piovana. Poi, qualcuno, ci convinse del fatto che avremmo potuto trarre profitto dal nostro lavoro. E allora io ho avuto l'idea di allineare sotto il patibolo quelle orrende e panciute forme che voi avete trovato una settimana fa e che hanno portato al nostro arresto.
Sì, cittadino commissario, mentre la ghigliottina tende il suo abbraccio mortale,

MILLE OTRI FANNO DA MATERASSO

a questo osceno accoppiamento e 5 (CINQUE) boia, quali noi siamo, assistono premurosi all'esito fatale.
Tu, cittadino commissario, a questo punto mi chiedi: "perché?". Vuoi sapere a chi giova questo sanguinolento mercato. Ebbene, cittadino commissario, ora non posso più tacere. Ora che anche la mia testa sta per lasciare contro la sua volontà le amate membra che per tanti anni l'hanno sostenuta e nutrita,

<Sanza tema d'infamia ti rispondo>

che il sangue dei condannati nutre l'orrido vampiro che si cela dietro gli specchi dei viventi, quello stesso specchio in cui tu, cittadino commissario, ogni mattina ti aggiusti la parrucca sul capo prima di andarti a sedere sullo scranno del giudice.


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